
"Il Decameron"

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TITOLO ORIGINALE: "Il Decameron"
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REGIA: Pier Paolo Pasolini
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SCENEGGIATURA: Pier Paolo Pasolini
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BASATO SUL ROMANZO DI Giovanni Boccaccio
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PRODUZIONE: ITALIA / FRANCIA /
GERMANIA 1971
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DURATA: 112 minuti
PERSONAGGI |
INTERPRETI
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DOPPIATORI
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CIAPPELLETTO |
Franco Citti |
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ANDREUCCIO DA
PERUGIA |
Ninetto Davoli |
-- NINETTO DAVOLI |
RUSTICO |
Jovan Jovanovic |
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MASETTO DA LAMPORECCHIO |
Vincenzo Amato |
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PERONELLA |
Angela Luce |
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IL SACRESTANO LADRO
(episodio "Andreuccio") |
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DARIO BELLEZZA |
LIZIO DA VALBONA
(episodio "Riccardo") |
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GIUSEPPE (GEPPINO) ANATRELLI |
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DOPPIAGGIO ITALIANO e SINCRONIZZAZIONE
eseguiti presso il Cinefonico Palatino
- EDIZIONE ITALIANA: ENZO OCONE
ALCUNE NOTE SUL FILM
a cura di Riccardo F. Esposito
- Il film � liberamente ispirato ad alcune novelle
del "Decameron" (1349-1353) di Giovanni Boccaccio (1313-1375). Girato fra
settembre e ottobre 1970, fu proiettato per la prima volta a Berlino il 29
giugno 1971, in seno al XXI locale Festival cinematografico, vincendo l'Orso
d'argento. In seguito venne regolarmente distribuito nelle sale italiane, a
partire dal 25 agosto 1971.
- Come dichiar� il regista all'epoca: �DECAMERON �
un'opera che vuole essere completamente gioiosa, in maniera astratta [�]. La
gioia di vivere che c'era nel Boccaccio (anche nei racconti tragici)
proviene dall'ottimismo del Boccaccio. L'ottimismo del Boccaccio era un
ottimismo storico. Cio�, nel momento in cui lui viveva, esplodeva quella
meravigliosa e grandiosa novit�, che era la rivoluzione borghese: cio�
nasceva la borghesia. E, in quel momento, intorno al Boccaccio, la borghesia
aveva la grandezza, che avrebbe raggiunto solo in certi momenti, e in certi
stadi, e in certe, diciamo cos�, aree marginali della sua storia. [�] Quindi
il Boccaccio ha vissuto in questi momenti di esplosione, di nascita, di
inizio e di principio di una nuova era. E questo ottimismo suo, che �
razionale e logico (perch� la ragione � il segno della borghesia), fa s� che
l'opera del Boccaccio sia una grande opera gioiosa. Evidentemente, per me
tutto questo non avviene. Io ho ritagliato un Boccaccio mio, particolare. Il
mio Boccaccio � infinitamente pi� popolare del Boccaccio reale. Il Boccaccio
reale � popolare in un senso molto pi� vasto di questa parola: la borghesia
veniva lecitamente compresa nel popolare allora (le istituzioni erano ancora
feudali, erano ancora aristocratiche. Il potere era ancora un potere, o
metafisico nel Papa, o insomma era comunque un potere sacro). Dunque, la
borghesia, in qualche modo, era estremamente pi� vicina al popolo. [�]
Quindi ho ritrovato quella gioia (che nel Boccaccio � giustificata
ottimisticamente dal fatto che lui viveva la nascita meravigliosa della
borghesia) e l'ho, diciamo cos�, sostituita con quella innocente gioia
popolare, in un mondo che � ai limiti della storia, e in un certo senso
fuori della storia.�
- Di conseguenza, Pasolini trasforma i personaggi
borghesi toscani delle novelle originali in popolani napoletani, o comunque
meridionali. E quindi anche il doppiaggio viene adeguato, con inflessioni
dialettali del sud-italia, in particolare partenopee, affidandosi quasi
sempre a doppiatori improvvisati, non professionisti, infischiandosene dei
molti fuori-sincrono e rifuggendo quella "falsa naturalezza" che ogni
direttore di doppiaggio tenta sempre di conferire al prodotto finito. Come
affermava il regista: �Il doppiaggio, deformando la voce, alterando le
corrispondenze che legano il timbro, le intonazioni, le inflessioni di una
voce, a un viso, a un tipo di comportamento, conferisce un sovrappi� di
mistero al film. Con il fatto poi che molto spesso, se si vuole ottenere un
rapporto determinato tra suono e immagine, un rapporto di valori preciso, si
� costretti a cambiare voce. Detto questo, mi piace elaborare una voce,
combinarla con tutti gli altri elementi di una fisionomia, di un
comportamento� Amalgamare� Sempre la mia propensione per il pastiche,
probabilmente! E� il rifiuto del naturale.�
- Va tuttavia sfatata la "leggenda" secondo la quale
Pasolini usava "soltanto" doppiatori improvvisati. Le voci che udiamo nei
film della Trilogia della Vita ("Il Decameron", "I racconti di Canterbury" e
"Il fiore delle Mille e Una Notte") possono essere suddivise in tre
categorie: (a) doppiatori non professionisti (soprattutto napoletani nel
primo film, bergamaschi nel secondo, per lo pi� calabresi e siciliani nel
terzo); (b) attori-doppiatori professionisti, sebbene spesso poco noti o
specializzati in intonazioni dialettali; (c) intellettuali ed artisti amici
di Pasolini (registi, scrittori, grandi attori e/o autori di teatro, poeti,
pittori: persone come Giorgio Bassani, Dario Bellezza, Eduardo De Filippo,
Renato Guttuso ed altri) ai quali lui saltuariamente proponeva di dar la
voce a determinati personaggi.
- Locations del film: Napoli, Amalfi, Vesuvio,
Ravello, Sorrento, Caserta, dintorni di Roma e Viterbo, Nepi, Bolzano,
Bressanone, Sana'a (Yemen del Nord), Valle della Loira (Francia). Interni
girati presso i teatri di posa Safa-Palatino (Roma).
Realizzazione 2004
Antonio Genna
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