Un po' di serenit�
TRAMA: Jarod viene ricatturato ma riesce a fuggire nuovamente dal Centro. Al gruppo formato da Miss Parker, Sidney e Broots si unisce, per ordine del triumvirato, un quarto cacciatore: una misteriosa giovane donna dal volto angelico ma dallo sguardo freddo come il ghiaccio. Altri guai per Jarod?
SCRITTO dal 6/3/2001 al 29/6/2001
ADATTO A TUTTI
TUTTI I PERSONAGGI DELLA SERIE "JAROD-IL CAMALEONTE/THE PRETENDER" UTILIZZATI NEL PRESENTE RACCONTO SONO DI PROPRIETA' MTM PRODUCTIONS/NBC TELEVISION/TNT TELEVISION E SONO UTILIZZATI SENZA IL PERMESSO DEGLI AUTORI E NON A FINI DI LUCRO. IL RACCONTO E' DI PROPRIETA' DEL SITO JAROD IL CAMALEONTE ITALIA.
20 - 1 - 2002
Nella penombra dell'ufficio due persone osservavano in silenzio le immagini, in bianco e nero, sul video posto alle spalle della scrivania. Uno era un uomo di colore, stava seduto sulla poltrona girevole della scrivania massaggiandosi la barba e osservava l'immagine con un lieve sorriso, l'altra era una donna. La sua et� era sconosciuta ed il suo viso non era distinguibile nella penombra dell'ufficio cos� come la sua espressione. Anche lei guardava l'uomo inquadrato dalla telecamera, che rimandava le immagini allo schermo dell'ufficio. Era fermo in mezzo ad una stanza spoglia, le braccia legate sopra alla testa da due catene che pendevano dal soffitto. Era alto, il fisico asciutto e muscoloso messo in risalto dal fatto che indossava solo un paio di vecchi jeans sdruciti. Aveva corti capelli scuri ed un bel volto nel quale spiccavano gli occhi neri, occhi intelligenti, occhi freddi che si guardavano in giro con rabbia malcelata.
L'uomo nell'ufficio smise di guardare lo schermo.
- Bene, bene, bene...- disse voltando la poltrona - Lavoro soddisfacente, non pensi?- chiese rivolto alla donna in piedi dall'altra parte della scrivania.
- Per quale scopo vuole utilizzarlo?- chiese una voce sorprendentemente dolce.
- Per quello originario.-
- Ha gi� deciso a chi affidarlo?-
- Dekar.- disse semplicemente l'uomo.
- Lo considera pronto?-
- A quanto pare � lui a considerarsi pronto: ho sentito dire che ultimamente si � spesso lamentato dei compiti che gli affidavo. Sembra che li considerasse troppo semplici per le sue "capacit�". Vedremo come se la cava con un compito di supervisione.-
- Non sono sicura che sia stata una buona scelta.- disse lei che non aveva mai staccato gli occhi dal video di sorveglianza.
- Cosa te lo fa pensare?-
- Quello che sto vedendo...- disse indicando lo schermo.
L'uomo si volt� a vedere: nella stanza inquadrata c'erano ora altri tre uomini, oltre a quello incatenato, due, in abito scuro, si tenevano in disparte mentre il terzo interrogava il prigioniero. Ogni volta che questi apriva bocca l'interrogatore reagiva con una serie di colpi al busto ed al viso, evidentemente insoddisfatto di ci� che gli diceva l'uomo incatenato. Non si sentivano i rumori dei colpi o i lamenti poich� il video era privo di sonoro.
- Non so cosa ne pensa lei,- disse la donna - ma non credo che ci servir� a molto, in quello stato.-
- Cosa diavolo sta facendo quell'idiota?- esclam� furente l'uomo.
- Vuole che intervenga?-
- S�, impediscigli di fare altri danni e fammi un rapporto sullo stato del "materiale".-
- S�, signore.- rispose lei avviandosi.
- Ancora una cosa...- la ferm� sulla porta - Liquida quell'incapace.-
- Come vuole.-
La porta dell'ufficio si richiuse alle sue spalle e l'uomo torn� al suo lavoro.
"Che gioia essere a casa." stava pensando ironicamente l'uomo incatenato facendo scorrere lo sguardo per la stanza: pareti spoglie, pavimento nudo. Un neon, incassato nel soffitto poco pi� avanti di dove pendevano le sue catene, spandeva una luce giallognola. Alle sue spalle, con un po' di sforzo, aveva visto la sagoma di un letto e, davanti a lui, stava la porta sopra la quale era chiaramente visibile l'immancabile telecamera. Si chiese chi ci fosse dall'altra parte immaginando una dozzina di persone che, calici colmi di champagne in mano, festeggiava la sua cattura.
Gi�, lo avevano catturato. Catturato e riportato in quel posto da incubo, di nuovo. La prima volta che era stato li lo avevano tenuto prigioniero per trent'anni. Quando era riuscito a fuggire si era ripromesso che non sarebbe pi� tornato. Ma poi le circostanze glielo avevano imposto. Ripens� a due anni prima, quando lo avevano preso la prima volta. Era tornato per far fuggire suo padre, appena ritrovato, ed il suo quattordicenne gemello genetico, la parola "clone" non gli piaceva preferiva quest'altro termine. La loro fuga era riuscita ma, lui, aveva dovuto pagare un prezzo molto salato: la cattura. Era stato catturato e affidato alle "amorevoli" cure di quel pazzo di Lyle che lo aveva torturato fino a passare ogni umana sopportazione. Era quasi impazzito, ma era riuscito a scappare prima che ci� accadesse. Ma proprio per un pelo...
Scacci� i ricordi e osserv� nuovamente la stanza cercando di indovinare in quale buco lo avessero gettato. Tent� un'altra volta di forzare le catene senza successo. Si erano fatti pi� furbi: sebbene rinchiuso non era mai stato incatenato, anche per questo era riuscito a scappare. Come diavolo era finito in quel pasticcio?
Si trovava a Philadelphia quando lo avevano trovato. Aveva appena smascherato un agente della DEA che si era affiliato ad un clan mafioso quando, tornando al suo rifugio, si era trovato davanti "lei". Come aveva fatto a trovarlo? Non lo sapeva. Era circondata dai suoi uomini e gli aveva consigliato di arrendersi. Lui naturalmente non aveva ascoltato il consiglio ed era scappato. L'aveva costretta ad una caccia di due ore e, quando aveva pensato di averla seminata, si era trovato in trappola. Gli avevano iniettato un qualche sonnifero e l'ultima cosa che ricordava era la voce di lei che gli diceva:
- Questa volta ti ho preso!-
Si era svegliato un paio d'ore prima e si era trovato in quella stanza, appeso come un salume al soffitto.
Si riscosse sentendo dei passi avvicinarsi, che la sua persecutrice venisse a fargli visita? Ascolt� con pi� attenzione ma non percep� il tipico ticchettio che accompagnava sempre il suo avvicinarsi. Si rese conto di non riconoscere nessuno dei passi in avvicinamento e sospir�: non aveva una gran voglia di fare nuove amicizie. In quel momento una sensazione di disagio lo invase stringendogli lo stomaco: conosceva quella sensazione, spesso gli aveva salvato la pelle, sentirla non era mai una buona cosa. Un brivido di apprensione gli corse lungo la spina dorsale: brutto segno. La porta si apr� ed entrarono tre uomini. I primi due erano alti e nerboruti, vestiti di scuro, le loro giacche avevano, a sinistra, il tipico rigonfiamento indicante la fondina della pistola. Il terzo era pi� basso e mingherlino e guard� il prigioniero con una luce cattiva negli occhi. Pessimo segno... Un quarto uomo rimase fuori dalla porta, richiudendola.
- Bene, bene, ecco qui il famoso genio. Mister "posso essere chiunque voglio". Come ci si sente ad essere di nuovo nel luogo a cui appartieni?-
- Ti dir�,- disse il prigioniero con tono noncurante - lo stile del nuovo arredatore non � che mi piaccia molto.- concluse guardando l'altro negli occhi.
- Spiritoso,- disse il nuovo arrivato piantando un pugno nello stomaco dell'altro - molto spiritoso. Il mio nome � Dekar e non mi piacciono gli spiritosi, vedi di ricordarlo.-
Il prigioniero, che era stato colto di sorpresa dal pugno, inspir� profondamente alzando nuovamente la testa.
- Cercher� di tenerlo a mente.- disse.
Part� un'altra salva di colpi che, per�, ebbero minor efficacia poich� attesi. Accidenti, il piccoletto aveva la mano pesante... Il prigioniero reag� tentando di colpire Dekar ma, quest'ultimo, riusc� a schivare il calcio.
- Cos� ti piace giocare di piedi, vero?-
- Non � che abbia molta scelta.- mormor� l'uomo in catene.
Nella sua voce era percepibile la sofferenza ma, questo, non fece che acuire, nell'altro, il desiderio di aumentarla. Con la grazia di un ballerino classico Dekar fece un passo indietro e, piroettando, fece scattare in alto la gamba destra in un perfetto colpo di karate al costato. Mantenendo lo slancio della rotazione comp� un giro di 360 gradi e colp�, con un pugno, la mascella dell'altro che, per miracolo, non si ruppe.
Una nebbia scura andava addensandosi davanti agli occhi di quest'ultimo, sommerso da nere ondate di dolore. Il suono di uno sparo rimbomb� nelle sue orecchie per un istante.
"Vuoi vedere che stavolta ho esagerato?" riusc� a pensare prima di svenire.
Tom era in piedi fuori dalla porta della stanza 104 indifferente a ci� che avveniva all'interno. Il suo capo, il signor Dekar, gli aveva ordinato di rimanere di guardia
perch� nessuno lo disturbasse mentre interrogava il prigioniero, cos� era rimasto fuori.
Si stava guardando in giro con aria annoiata quando si accorse che si stava avvicinando qualcuno dal corridoio centrale: era una ragazza. Non era molto alta, 1.60 circa, indossava un abito di un pallido color argento, lungo fino alle caviglie, con sopra un bolerino a maniche corte dello stesso colore. I capelli ricci castano-ramati le arrivavano ai fianchi ed erano trattenuti da due pettinini ai lati del volto angelico. La si poteva credere un'apparizione, camminava senza produrre alcun rumore e sembrava totalmente fuori luogo in quei corridoi bui e spogli. Anche se non l'aveva mai vista, Tom, sapeva chi era, tutti loro sapevano chi era e sapevano anche che era meglio obbedirle all'istante e sperare che non fosse li per te. Si chiese come fosse possibile che una creatura cos� giovane e, apparentemente, cos� delicata fosse la famosa Lady di cui aveva sentito parlare. Poi vide i suoi occhi: due gelide fiamme nere che lo trapassarono da parte a parte incenerendo il suo coraggio e la sua baldanza. Lei gli fece un cenno avvicinandosi e Tom si affrett� ad aprire la porta per farla passare. Entr� e, senza proferire parola, con un singolo fluido movimento estrasse, da sotto il bolerino, una piccola pistola e, apparentemente senza prendere la mira, spar� verso Dekar colpendolo, volutamente di striscio, ad un polpaccio. Dekar si accasci� a terra con un grido di dolore, lei ripose l'arma e gli si inginocchi� davanti.
- Lo ha deluso, signor Dekar, e lui non sopporta di essere deluso.- gli disse sollevandogli il mento con un dito - Voi tre,- disse rialzandosi - da questo momento non lavorate pi� per questo signore. Voi due,- si rivolse a coloro che erano gi� nella stanza - portatelo in infermeria dopo di che assicuratevi che sgomberi la sua scrivania e lasci questa struttura: � appena stato licenziato. Tu,- disse a Tom mentre gli altri eseguivano - rimani qui.-
Si avvicin� al prigioniero e prese ad osservare le sue ferite dopo aver posato due dita sulla giugulare per assicurarsi che fosse ancora vivo.
Tom si sorprese a chiedersi che effetto dovesse fare essere toccato da quelle dita. Scacci� quei pensieri che, se intuiti, potevano fargli passare molti guai e torn� ad osservare ci� che accadeva. La ragazza lasci� cadere le braccia lungo i fianchi e scosse la testa.
- Slegalo,- disse a Tom - e adagialo con delicatezza sul letto. Poi chiama i dottori: che vengano con una barella. Quest'uomo deve subito essere trasferito al centro medico.-
Mentre Tom eseguiva lei prese il telefono cellulare e compose un numero.
- Sono io.- disse - I danni sono piuttosto gravi, il materiale non potr� divenire operativo prima di due settimane... S�, ho gi� dato ordine che venga trasferito... Come desidera, sar� da lei tra dieci minuti.- riattacc�.
Rimase ad osservare mentre Tom aiutava i due medici a caricare il prigioniero sulla barella e, mentre questi ultimi lo portavano via, scosse nuovamente la testa.
- Che spreco di tempo.- mormor�.
Tom la guard� allontanarsi sentendo un brivido corrergli per la schiena. Ora sapeva
perch� tutti avevano paura di lei nonostante fosse appena arrivata, e sapeva il perch� del soprannome che i suoi colleghi le avevano dato.
Ora, aveva conosciuto anche lui "l'Angelo di Ghiaccio".
Una settimana dopo.
Il Centro. Blu Cove, DELAWARE.
Ore 11.00 am.
Le sirene dall'arme facevano un chiasso infernale spaccando i timpani di coloro che si trovavano nella struttura con il loro ululio penetrante. Miss Parker camminava avanti e indietro nell'ufficio di Sidney mentre questi la osservava con indulgenza.
- E' scappato!- stava dicendo lei senza fermarsi - Come diavolo hanno fatto a farselo scappare? Era ferito, aveva tre costole rotte, la mascella incrinata, era avvolto in tante bende da sembrare una mummia egizia e, come se non bastasse, era sorvegliato da otto, dico otto, uomini! Ed � scappato.- si port� una mano allo stomaco.
- Calmati, Parker, o ti torner� l'ulcera.- disse Sidney con voce pacata.
- Come fai ad essere cos� calmo? A gi�, dimenticavo, tu ne sei contento.-
- Sei ingiusta, ora.-
Lei sbuff� ricominciando a passeggiare. La porta si apr� ed entr� un uomo sui trentasette con radi capelli scuri.
- Broots!- lo apostrof� Miss Parker - Cosa hai scoperto?-
- Non molto, temo. Le telecamere non erano in funzione in nessuno dei sottolivelli: non so come ha lasciato l'infermeria ne da dove � uscito.-
- Insomma non sai niente!- esclam� lei esasperata poi lo guard� - Come sarebbe a dire che le telecamere non funzionavano? Questo � impossibile.-
- Colpa dell'esercitazione antincendio: quando scattano gli allarmi antincendio le telecamere e le luci dei sottolivelli vengono escluse automaticamente per questioni di sicurezza. Infatti, in caso di incendio, l'ultima cosa che serve � un circuito elettrico attivo che possa fare altri danni.-
- Magnifico! Insomma lo abbiamo fatto uscire noi.- disse lasciandosi cadere su una sedia.
- Non ti preoccupare, Parker,- la consol� Syd - lo hai preso una volta, lo prenderai di nuovo.-
- E' quello che penso anch'io.- disse una voce alle loro spalle.
Si voltarono e videro avvicinarsi un uomo di colore. Era alto, portava la barba,indossava un costoso abito italiano sul quale spiccava una fascia dai colori sgargianti che portava a cavallo della spalla sinistra e, in mano, reggeva un bastone nero ornato da una complicata impugnatura d'argento.
- Matumbo!- esclam� Miss Parker sorpresa.
- Ho deciso di riaffidare a voi il compito di trovare nuovamente Jarod. Quando sar� di nuovo qui, Sidney torner� ad essere il suo supervisore. Inizierete subito, ma non da soli: al gruppo si unir� un'altra persona per aiutarvi.- si volt� e fece un cenno - Questa � Lady Amina,- disse presentando la ragazza che si era avvicinata - da oggi collaborer� con voi per riportare Jarod al Centro.- ci� detto si volt� e se ne and�.
I quattro rimasero un momento a guardarsi poi la nuova arrivata sorrise ai suoi colleghi.
- Lieta di conoscervi, ho sentito parlare molto di voi.-
- Ne sono sicura.- comment� Miss Parker.
Il cellulare di Lady Amina squill� e lei si allontan� di qualche passo per rispondere quindi torn�.
- Scusatemi ma devo allontanarmi. Torner� tra circa un'ora cos� potremo metterci al lavoro. Se, nel frattempo, aveste bisogno di me questo � il numero del mio telefono.- concluse posando un biglietto sulla scrivania di Sidney.
Quest'ultimo la guard� allontanarsi chiedendosi chi fosse realmente. Era affascinato da quel volto d'angelo e dal modo di muoversi di quella ragazza: se Miss Parker possedeva la maest� di una Venere del Canova, Lady Amina aveva la grazia di una Primavera botticelliana.
- E questa da dove salta fuori?- chiese Miss Parker a voce alta.
- Non lo so ma � davvero... bella.- sospir� Broots.
- La mia non era una domanda retorica, Broots. Se hai finito di sbavare vorrei che trovassi una risposta!-
- S�, Miss Parker, vado.- e con ci� si affrett� verso il proprio ufficio.
- Non puoi biasimarlo per il suo commento, Parker, � pur sempre un uomo e, quindi, soggetto al fascino femminile.-
- Non dirmi, Syd, che piace anche a te.-
- Sono un uomo anch'io.- disse lui con un lieve sorriso.
- E io che pensavo ti interessassero solo le menti disturbate.- comment� ironica - Comunque non mi fido.-
- Neppure io, almeno per il momento.-
Stesso giorno.
Il Centro. SL-14.
Ore 2.00 pm.
Amina si aggirava per la stanza che Jarod aveva occupato nel centro medico del sottolivello 14. L'odore del disinfettante impregnava la camera sterile, tutto era stato lasciato come era quando avevano scoperto la fuga del prigioniero e, lei, aveva fatto togliere corrente al sistema principale per trovarsi nelle stesse condizioni in cui si era trovato lui.
- Cosa hai pensato, Jarod? Come hai agito? Ti sei tolto le bende e le hai lasciate cadere...- disse smuovendo il mucchietto di garze per terra con un piede - Ti sei avviato alla porta oppure hai preferito i condotti?- si avvicin� al condotto di
aerazione e ne osserv� l'accesso con attenzione - No, hai usato la porta. E poi?- si chiese uscendo in corridoio - I condotti laggi�? Le scale?-
Prosegu� le sue ricerche, ogni opzione presa in considerazione ed esaminata fino a verificarla o scartarla, camminando lentamente per scale e corridoi del Centro finch� si ritrov� all'aperto: davanti all'ingresso principale. Si guard� intorno ed inizi� a ridere tra se e se sedendosi sui gradini d'entrata. Fu cos� che la trov� Sidney.
- Sembri allegra.- disse sedendolesi accanto.
- Quel tuo ragazzo � qualcosa di incredibile, sai? Anche se � pi� giusto chiamarlo uomo.-
- Cosa ha fatto di cos� incredibile?-
- E' uscito, Sidney. E' uscito da qui. Niente condotti o fognature, � uscito dalla porta principale e nessuno se ne � accorto.- concluse scuotendo la testa divertita.
- La cosa non ti offende? Dopo tutto si � preso gioco del Centro.-
- Jarod detesta il Centro e, a dirla tutta, lo capisco. Ma per quel che mi riguarda la sua fuga � un'ottima cosa per almeno due ragioni: in primo luogo questo costringer� il Centro ad una revisione totale dei sistemi di sicurezza, secondo... Io adoro le sfide e lui � la sfida pi� grossa che potr� mai capitarmi.-
- Matumbo conosce questi tuoi pensieri, come dire, insubordinati?-
- A lui importa che io faccia bene il mio lavoro, che porti a termine con successo gli incarichi che mi affida. Cosa penso in riguardo sono affari privati.- lo guard� - Conto comunque sulla tua discrezione, Sidney.-
- Certamente.- disse lui sorridendo.
Si alzarono e, rientrati, raggiunsero l'ufficio di Miss Parker dove avevano appuntamento col resto della squadra.
Stesso giorno.
Il Centro. Ufficio di Broots.
Ore 6.30 pm.
I tacchi delle scarpe di Miss Parker risuonavano sul pavimento di marmo mentre raggiungeva l'ufficio di Broots dove la aspettavano i due uomini.
- Allora, cosa hai scoperto?- chiese entrando.
Broots attese che si fosse avvicinata poi prese a parlare sottovoce.
- Non hai idea fin dove ho dovuto scavare prima di trovare qualche informazione su quella ragazza...-
- E neppure mi interessa.- lo interruppe lei.
- E io te lo dico lo stesso: sono dovuto penetrare nel computer centrale della torre per trovare le informazioni. Ho scoperto diverse cose: la data di registrazione risale a venti anni fa, lei aveva circa tre anni. Il suo nome e i nomi dei suoi genitori non compaiono e non � indicato neppure il luogo di provenienza. Questo mi ha fatto pensare che, forse...-
- Che forse anche lei � stata rapita come accadde a Jarod.- intervenne Sidney.
- Gi�. A differenza di Jarod, per�, non fu portata al Centro ma direttamente su...- esit�.
- Alla torre?- chiese Miss Parker.
- Da Matumbo. Ha firmato lui personalmente i documenti di ammissione e, sempre lui, le ha dato il nome che porta ora. Ho scoperto che l'ha allevata ed addestrata di persona. In un memorandum agli altri membri del triunvirato la definisce, cito testualmente, "la mia creatura". Ha iniziato la sua carriera operativa a quattordici anni, � stata addestrata all'uso di tutte le armi sia da fuoco che bianche. La sua preferita � la balestra, a quanto sembra. E non � tutto, ho trovato una registrazione DSA risalente al primo giorno di permanenza di Jarod al Centro, una settimana fa. Guardate.- disse inserendo il dischetto.
Si vide una stanza, Jarod era incatenato e un uomo che non conoscevano lo stava picchiando brutalmente quando la porta si apr�. Entr� Amina e, senza dire una parola, spar� allo sconosciuto ferendolo ad una gamba. Continuarono a guardare mentre faceva portare Jarod in infermeria per poi allontanarsi senza fare una piega.
- Freddina, non trovate?- comment� Miss Parker.
- Gi�.- assent� Broots - questo suo modo di fare le � valso il soprannome datole da addetti della sicurezza e spazzini: "l'Angelo di Ghiaccio".-
- Oh?- fece Miss Parker - E io che pensavo di essere l'unico ghiacciolo in giro.-
- A quanto pare non pi�.- disse Sidney.
- Tutto questo conferma la mia prima opinione: non mi fido di lei. Non credo che sia qui solo per aiutarci a catturare Jarod.- comment� Miss Parker.
- Deve avere anche l'ordine di controllarci e riferire il nostro operato a Matumbo.- disse Broots.
- Se cos� fosse ora sareste nei guai.- disse la voce di Amina alle loro spalle.
Si voltarono a guardarla, stava in piedi a pochi passi da loro e li guardava con un mezzo sorriso. Si avvicin� ed estrasse il DSA dal lettore.
- Mi stavo giusto chiedendo dove fosse finito, se Matumbo scopre che non � pi� al suo posto potrebbe inquietarsi. Ora devo andare, ci vediamo domattina.- fece per allontanarsi ma si ferm� - Oh, a proposito, mi piace sentirmi chiamare "l'Angelo di Ghiaccio" quanto a lei di sentirsi chiamare la "Regina di Ghiaccio".- disse indicando Miss Parker - Vi sarei, quindi, grata se evitaste di usarlo. Buona serata.- si allontan�.
- Accidenti.- mormor� Broots quando se ne fu andata - Ce la siamo vista brutta. Quanto credete abbia sentito?-
- Probabilmente � entrata quando ci hai riferito il soprannome.- disse Sidney.
- Come fai a saperlo?- chiese Miss Parker.
- Non lo so, ma se fosse entrata prima penso avrebbe reagito diversamente viste le nostre illazioni su un suo probabile rapimento.-
- Hai ragione. Almeno spero.- fu il commento di Broots.
Due giorni dopo.
Una baita da qualche parte.
Ore 7.00 pm.
Jarod sedeva dinanzi al fuoco fissando le fiamme. Aveva da poco finito di cambiare la fasciatura al costato ed ora stava, a torso nudo, dinanzi al caminetto.
Era riuscito a farcela: era scappato. Era passato sotto il naso della popolazione di spazzini che abitava il Centro e se ne era andato. Aveva approfittato dell'esercitazione antincendio per andarsene mischiandosi alla folla confusionaria che aveva lasciato l'edificio.
Si chiese come stesse Sidney e decise di scoprirlo. Preso il telefono satellitare compose il numero, il suo mentore rispose al secondo squillo.
- Sidney.- disse.
- Che atmosfera si respira da quelle parti?-
- Jarod! Sono lieto di sapere che stai bene. Qui si va avanti come al solito.-
- E come va l'ulcera di Miss Parker?-
- Prova a immaginarlo. Qualcosa non va? Perch� hai chiamato?-
- Volevo solo sapere come stavi. Sarete sempre voi a darmi la caccia?-
- S�... Jarod c'� qui una persona che vuole parlarti, aspetta...-
Sent� lo scatto del pulsante del viva voce e la cornetta che veniva riagganciata.
- Salve, Jarod.- disse una dolce voce femminile - Il mio nome � Lady Amina, lieta di parlarti.-
- Curiosa scelta di termini, ci conosciamo?-
- Io ti conosco, per quanto ti riguarda le volte che ci siamo incontrati eri semi
incosciente quindi, forse, non ti ricorderai di me.-
- Capisco. Toglimi una curiosit�: come mai una ragazza con una voce come la tua si trova li?-
- Semplice: sono qui per darti la caccia, da oggi dovrai giocare anche con me.-
- Pensi di riuscire a prendermi?-
- Chiss�... Certo so che non sar� facile, sei molto furbo. E sfrontato, uscire dall'ingresso principale � stato un colpo da maestro. Complimenti.-
- Non sapevo di avere degli ammiratori.-
- Oh, ne hai pi� di quanti immagini. Ora ti lascio a Syd. A presto, Jarod.-
Il rumore della cornetta che veniva risollevata poi la voce di Sidney.
- Affascinante, vero?-
- Chi �?-
- Qualcuno che ti somiglia, Jarod, qualcuno nei cui occhi brilla la stessa determinazione che brilla nei tuoi.-
- Una sfida interessante.-
- Lo ha detto anche lei. Jarod... Sii prudente.-
- Lo sar�, Sidney.- chiuse la comunicazione - Lo sar�.-
Torn� a guardare le fiamme, cos� ora le cacciatrici erano due...
Ripens� a quello che aveva detto questa Amina a proposito dell'essere uscito dalla porta principale. Come faceva a saperlo? Nessuno lo aveva visto, altrimenti lo avrebbero fermato. Ma, allora, come lo aveva capito?
Il dubbio che fosse una simulatrice lo assal�. Possibile che fosse riuscita ad entrare nella sua testa, a pensare come lui al punto da capire cosa aveva pensato e come aveva agito?
Se era cos� il consiglio di Sidney era da seguire. Non che normalmente non fosse prudente ma, nel caso le sue illazioni si fossero rivelate vere, avrebbe dovuto esserlo ancora di pi�. Sospir�.
Avrebbe mai avuto fine quell'incubo?
Tre settimane dopo.
Amarillo, TEXAS.
Ore10.15 am.
Il colpo di pistola echeggi� tra i muri dei magazzini mentre il proiettile and� a piantarsi un paio di centimetri di fianco alla ruota della macchina che, con grande stridio di gomme, svolt� un angolo sparendo dalla loro vista.
- Maledizione!- esclam� Amina con ancora la pistola in mano.
- Stai scoprendo che non � poi cos� facile prenderlo, vero?- le chiese Miss Parker.
- Non ho mai pensato che sarebbe stato facile. Torniamo, qui non c'� pi� nulla da fare.-
Era la seconda volta in tre settimane che si trovavano abbastanza vicini a Jarod da guardarlo in faccia e, per la seconda volta, gli era sfuggito. Sam, lo spazzino di Miss Parker, e Tom, lo spazzino assegnato ad Amina, lo stesso che aveva slegato Jarod e chiamato i dottori al Centro quasi cinque settimane prima, le seguirono verso le macchine dove li aspettavano Syd e Broots. I due spazzini salirono sulla seconda macchina lasciando ai quattro superiori la prima. Tornarono a quello che era stato l'ultimo rifugio di Jarod nella speranza che questi gli avesse lasciato qualche indizio utile.
Tornarono a Blu Cove col primo aereo senza nulla in mano ma decisi a non demordere: in fondo gli erano andati vicinissimi ben due volte. Lo avrebbero preso.
Prima o poi.
Stesso giorno.
Deserto del NEW MEXICO.
Ore 11.20 pm.
Jarod stava guidando da ormai tredici ore. Si era fermato solo due volte per fare benzina e comprare qualcosa da mangiare. Aveva oltrepassato il confine da ore e stava facendo il giro del New Mexico per mettere pi� strada possibile tra se e i suoi inseguitori. Questa volta ci erano andati vicini, c'era mancato veramente poco a che lo prendessero. Era riuscito a raggiungere la macchina e a fuggire prima che accadesse. Quando aveva visto Amina prendere la pistola aveva sudato freddo ma, per fortuna, lei aveva sbagliato il colpo.
Era deciso a tornare in Texas da El Paso: aveva ancora qualcosa da fare in quello stato. Continu� a guidare senza dare peso alla stanchezza finch� ebbe passato il confine. Entrando a El Paso guard� la statale che proseguiva verso sud: da quella parte, a poche miglia, c'era il Messico. Immagin�, per un istante, di oltrepassare quella frontiera e trovare un posto tranquillo in qualche localit� amena, un luogo adatto ai bambini, dove farsi una vita e una famiglia. Quanto lo desiderava! Niente Miss Parker, niente Lady Amina, niente spazzini e, sopra tutto, niente Centro.
Si lasci� cullare da quel sogno per qualche momento poi, tornato alla realt�, si diresse verso il motel pi� vicino deciso a dormire almeno qualche ora.
Aveva ancora qualche risposta da cercare e sapeva che le avrebbe trovate solo continuando a fare ci� che faceva: scavare nei segreti del luogo che lo aveva posseduto per trent'anni.
Inspir� profondamente. Non era ancora il momento di mollare, non ancora...
Quattro settimane dopo.
Roanoke, VIRGINIA.
Ore 5.10 pm.
Il grande complesso di capannoni ed edifici commerciali era silenzioso, le uniche persone che vi si trovavano era no cinque uomini e due donne. Camminavano guardandosi intorno con circospezione, sapevano che la loro preda era li da qualche parte. Si erano separati per poter coprire pi� terreno possibile e procedevano cauti. Lady Amina camminava come sempre senza produrre nessun rumore, teneva la sua piccola pistola nella mano destra pronta ad usarla. I suoi occhi scrutavano attentamente gli edifici circostanti alla ricerca di qualcosa che le rivelasse la "sua" posizione quando, all'improvviso, si ud� uno sparo. Svelta corse nel luogo da dove era partito e trov�
Tom, il suo spazzino, e Bob, uno spazzino che le avevano ordinato di portare con se. Quest'ultimo aveva in mano una pistola fumante.
- Cosa � successo?- gli chiese.
- Lo abbiamo vosto, Lady Amina. Tom gli ha ordinato di fermarsi ma non ha obbedito, cos� ho sparato nella sua direzione. Ma devo averlo mancato poich� � scappato.-
- Ringrazia il cielo per averlo mancato! Gli ordini sono di riportarlo al Centro vivo. Cerca di ricordarlo!-
- Avevo mirato per colpirlo di striscio!-
- Dove � scappato?-
- E' entrato in quel capannone.- disse Tom indicando una porta poco distante.
- Bene, entro prima io, voi mi seguirete fra tre minuti. Nel frattempo arriveranno gli altri: metteteli al corrente. Ricordate: tre minuti.- detto questo si avvi�.
Entrata nel capannone aspett� che la porta si fosse richiusa e inizi� ad aggirarsi tra i macchinari fino ad arrivare quasi al centro della costruzione. Sbuc� in uno slargo e lo vide: era appoggiato ad una trave di sostegno, il respiro pesante, una mano premuta sul fianco destro col sangue che colava tra le dita ed il volto contratto in una smorfia di dolore. Si guardarono un istante poi Jarod appoggi� la testa alla colonna a cui si reggeva.
- Scacco.- mormor�.
Quindi accadde qualcosa che lo lasci� di stucco: riposta la pistola, Amina, corse da lui e, scostata la sua mano, esamin� il danno. Prese un fazzoletto e lo appoggi� sulla ferita.
- Tienilo premuto.- gli disse guardandosi intorno - Riesci a muoverti? Tra poco saranno qui gli altri: devi nasconderti.-
- Che vuoi fare?- le chiese.
- Preferisci le spiegazioni o la libert�?-
- Andiamo.-
Amina lo condusse presso dei macchinari complessi e lo fece entrare nel vano manutenzione di uno di questi poi, dopo avergli fatto segno di restare in silenzio, torn� al punto dove lo aveva trovato proprio nel momento in cui si apriva la porta.
- Amina?- la chiam� Miss Parker.
- Sono qui.- attese che la raggiungessero - Guardate, qui c'� del sangue. A quanto pare Bob lo ha colpito.-
- Se ne � comunque andato.- comment� Miss Parker.
- Gi�. Sentite, formiamo due gruppi: il primo continuer� la perlustrazione di questo posto per cercare indizi mentre, il secondo, perlustrer� ospedali ed ambulatori. Se � ferito ci sono buone probabilit� che si rechi in uno di questi. La citt� non � molto grande ci sono solo due ospedali e una decina di ambulatori, non dovrebbe essere difficili controllarli.-
- D'accordo,- disse Miss Parker - io mi occupo degli ospedali e tu degli indizi.-
Amina esit� come se avesse preferito il contrario poi acconsent�.
- Va bene. Sidney, Broots andate con lei. Tom, Bob ed io penseremo a questo posto.-
Si separarono. Quando il primo gruppo fu partito Amina ordin� ai due spazzini di dividersi e di perlustrare palmo a palmo tutto il complesso.
- Quando avrete finito tornate alla macchina. Se non sono gi� li aspettatemi, non venite a cercarmi, se avr� bisogno vi chiamer� io. Tornate alla macchina ed attendete ordini.- concluse facendogli cenno di andare.
Quando furono usciti torn� al nascondiglio di Jarod e lo aiut� ad uscirne.
- Quando sei entrato in questo edificio avevi un piano per andartene o speravi solo di riuscire a nasconderti?- gli chiese.
- Nell'angolo in fondo a destra,- disse lui indicando - parte un tunnel di servizio che passa sotto a tutto il complesso e sbuca ad un chilometro dal muro perimetrale.-
- Bene, andiamo.-
Facendosi passare sopra le spalle il braccio sinistro di Jarod, Amina lo aiut� a raggiungere l'accesso del tunnel. Scesero nel sottosuolo camminando il pi� velocemente possibile. Jarod teneva duro, nonostante il dolore non rallent� l'andatura sapendo che c'era il pericolo di venir scoperto. Sempre che non lo fosse gi�. Forse quell'assurda situazione altro non era che una complicata trappola, probabilmente allo sbocco del tunnel avrebbe trovato tutta l'allegra compagnia a riceverlo. Miss Parker in testa. Camminando osserv� la ragazza che era diventata la sua spina nel fianco fin da quando era entrata a far parte della squadra dei suoi cacciatori. Sidney gli aveva detto, durante una delle loro ultime conversazioni telefoniche, che si doveva proprio a lei il fatto che per ben due volte gli erano arrivati cos� vicino che solo la fortuna gli aveva consentito di fuggire. Era dunque lei a guidarli verso di lui, a capire dove fosse e cosa stesse facendo eppure ora che, ferito e sofferente, non avrebbe avuto scampo, lo aveva nascosto e lo stava aiutando a scappare. Era troppo complicata anche come trappola, forse era tutto vero: per qualche oscura ragione lo stava aiutando.
Immerso nei suoi pensieri non si era accorto che avevano quasi raggiunto la fine del tunnel. Amina lo aiut� ad appoggiarsi al muro ed and� in avanscoperta, fu di ritorno in pochi attimi e lo aiut� ad uscire. Jarod le indic� dove aveva nascosto la macchina e, insieme, la raggiunsero. Le diede le indicazioni per il suo rifugio e, una volta al sicuro, lo fece sedere sul letto.
- Hai il necessario per il pronto soccorso?- gli chiese.
- In quella valigetta.- indic� togliendosi la camicia.
Amina prese la valigetta e ne estrasse il contenuto posandolo su una sedia che aveva avvicinato al letto. Si inginocchi� ed esamin� gli strumenti indossando un paio di guanti sterili.
- Bene, c'� anche del filo da sutura.-
Facendo il pi� delicatamente possibile disinfett� la ferita concentrandosi su ci� che faceva per ignorare l'espressione sofferente di Jarod. Quando lui la vide prendere ago e filo da sutura la guard� storto.
- Fidati,- gli disse - so quello che faccio.-
Jarod sospir�: non aveva molte alternative. La osserv� lavorare ignorando il dolore e non pot� fare a meno di notare che aveva una mano leggera.
- Per�, sei brava.- comment�.
- Dovresti vedermi alle prese col ricamo.- gli rispose continuando a lavorare.
Jarod sorrise e la guard� concludere la sutura. Amina copr� la ferita con della garza sterile che fiss� con dell'adesivo cutaneo.
- Cos� dovrebbe andare.- disse rialzandosi - Riposati, devi recuperare sangue e forze.-
Lo aiut� a distendersi poi mise via il contenuto della valigetta e, preso il cellulare, compose un numero strizzandogli l'occhio.
- Tom sono io, trovato nulla? Capisco, io sono incappata in una pista ma non so se porter� da qualche parte... No, preferisco che raggiungiate Miss Parker e l'aiutiate con gli ospedali... S�, richiamo io.- chiuse la comunicazione - Questo mi da un po' di tempo.- disse sedendoglisi accanto.
- Adesso posso sapere cosa sta succedendo, o hai deciso di lasciarmi cuocere nell'incertezza?-
- Gi�, immagino che ti sentirai un pochino frastornato.-
- Eufemisticamente parlando...-
- Ok, ma per spiegarti il mio comportamento devo raccontarti la mia storia.- lo avvis�.
- Ti ascolto.- disse lui semplicemente.
Amina rimase un attimo in silenzio raccogliendo le idee poi lo guard�, dritto negli occhi.
- Il Centro ha fatto cose orribili in questi anni. Ci� che accadde a te non fu la prima e, certamente, non � stata l'ultima. Avevo poco pi� di tre anni, come te, quando fui rapita dalla mia casa. Ma io non fui portata al Centro, forse dovrei dire per fortuna. Mi portarono al triunvirato, direttamente da Matumbo, il capo in persona. Lui ha fatto di me il suo progetto speciale, mi ha allevata ed addestrata di persona per farmi diventare il suo agente personale, il prototipo dell'agente perfetto, pronto ad eseguire ogni compito che gli viene affidato e a portarlo a termine con successo qualunque cosa accada. Un'estensione della sua stessa volont�. E ci sarebbe riuscito perfettamente, anzi ci � riuscito, se non avesse commesso un unico, grande errore: la memoria. Non bisogna mai sottovalutare i ricordi di un bambino. Io rammento tutto dei miei primi anni, ricordo la mia casa ed i volti dei miei genitori. E ricordo il mio nome. Matumbo non lo conosce, non gli interessava neppure conoscere il nome della bambina che aveva strappato alla sua famiglia: era molto pi� faciledarmene un altro che soffocasse la memoria del mio. Ma non ci � riuscito. Il mio vero nome � Selene, Jarod, ma pi� nessuno mi chiama cos�. Sono cresciuta sviluppando tutte le mie capacit�, diventando esteriormente ci� che Matumbo voleva. Ma, dentro di me, ho giurato di cancellare quel posto. Ho aspettato ed aspetto tuttora, nel momento in cui si fideranno ciecamente, nel momento in cui mi affideranno i loro segreti pi� reconditi io li distrugger�, lui per primo insieme alla sua pi� nefanda creatura: il Centro.- si ferm� un attimo poi riprese - Alcuni anni fa mi capit� in mano il tuo fascicolo, le somiglianza tra le nostre storie mi colpirono. Tu eri appena scappato ed io decisi che, se ne avessi avuta la possibilit�, ti avrei aiutato. Scoprii quasi subito che Angelo ti passava delle informazioni, lo protessi di modo che nessun altro potesse accorgersene e, quando trovavo qualche informazione che potesse interessarti facevo in modo che lui ne venisse a conoscenza cosicch� da fartela avere. Quando fosti catturato, due mesi fa, Matumbo prese in mano la situazione di persona cos� io potei aiutarti personalmente. Fermai Dekar, il tuo torturatore, e, quando fosti in condizione di muoverti, programmai un'esercitazione antincendio.- concluse.
- Quindi, prima mi hai dato modo di fuggire e, poi, mi hai dato la caccia. Perch�?-
- Come dissi il primo giorno a Sidney io adoro le sfide.- rispose lei sorridendogli.
- Sei matta.- disse Jarod restituendole il sorriso.
- Un pizzico di follia � necessaria per vivere come vivo io.-
- Gi�, immagino sia cos�.-
- Ora devo andare, se non raggiungo gli altri Miss Parker potrebbe avere la brillante idea di venirmi a cercare.-
- E' un po' pericoloso, non credi? Forse dovresti lasciare il Centro.-
Amina scosse la testa - Non ti preoccupare, per il momento quello � il posto pi� sicuro. Un giorno, forse...- si alz� sistemando la fondina della pistola e gli porse un biglietto - Questo � il numero del mio cellulare, se hai bisogno chiama.-
Jarod lo prese e lo lesse memorizzandolo quindi restitu� il biglietto ad Amina.
- Caso mai mi prendessero � meglio che non me lo trovino addosso.- spieg� avendo notato lo sguardo interrogativo della ragazza.
Amina sorrise riponendolo e, con un cenno di saluto, se ne and�.
Jarod rimase un po' a fissare la porta riflettendo sugli avvenimenti della giornata. Era strano conciliare ci� che aveva scoperto con ci� che sapeva di Amina, da quando lei era entrata a far parte del gruppo di cacciatori che lo inseguivano la sua fuga era diventata sempre pi� difficile proprio grazie alle intuizioni di quella ragazza. Ora scopriva che lei era, in realt�, una sua alleata...
Scosse la testa tornando a distendersi: la vita era davvero strana, costellata di eventi imprevedibili.
Per fortuna...
Stesso giorno.
Roanoke, Stazione ferroviaria.
Ore 8.00 pm.
Miss Parker osservava l'ingresso della stazione con espressione contrariata picchiettando il pavimento con la punta del piede. Broots, seduto su una panca, leggeva la striscia umoristica di un quotidiano locale mentre Sidney rivedeva gli appunti presi quel giorno. Stavano tutti aspettando Amina, lei li aveva chiamati mezz'ora prima per informarli che la traccia che aveva seguito si era interrotta e che, quindi, erano punto e a capo. Miss Parker l'aveva informata che un uomo corrispondente alla descrizione di Jarod aveva comprato un biglietto per il treno delle 7.15 pm per Portland. Amina aveva detto che li avrebbe raggiunti subito.
- Dove accidenti si trovava, a Boston, per metterci tutto questo tempo?-
- Rilassati, Parker, arriver� tra poco, vedrai.- le disse Syd conciliante.
Miss Parker si sedette accanto a lui osservando l'andirivieni delle persone attorno a loro.
- E' da non credersi, per la terza volta gli siamo arrivati ad un passo e, per la terza volta, lui ci ha giocati.-
- Jarod � imprevedibile e prudente, nonostante fosse ferito ha preferito allontanarsi piuttosto che rischiare la cattura. Probabilmente ha comprato qualche garza e del disinfettante e si � medicato da solo.- sorrise - Dopo tutto, volendo, pu� essere un dottore.-
- O il mio incubo permanente.- mormor� lei.
Sidney le diede qualche piccola pacca affettuosa su una mano con fare incoraggiante.
Le porte scorrevoli si aprirono lasciando entrare Amina che li raggiunse.
- Scusate il ritardo ma ho faticato per trovare un taxi.-
-Non importa.- le rispose Syd - Il treno di Jarod sar� a met� strada, ormai.-
- E noi siamo ancora qui!- comment� acidamente Miss Parker.
- C'� una pista di decollo a pochi minuti da qui, possiamo noleggiare un aereo e arrivare a Portland in tempo per accoglierlo...-
- E' la prima idea sensata che sento oggi, muoviamoci!- esclam� Miss Parker.
Raggiunsero la pista il pi� velocemente possibile e si diressero negli uffici sotto la torre di controllo. L'addetto li assicur� che avevano pronti almeno tre aerei e che, quindi, potevano decollare entro pochi minuti. Disse per� che erano tutti piccoli aerei, da quattro posti pilota compreso, quindi solo tre di loro sarebbero potuti partire. Amina gli si avvicin� e sorrise.
- Nessuno le ha chiesto un pilota, Harry,- disse leggendo il nome dell'uomo sulla targhetta che portava - A noi serve solo l'aereo, il pilota ce l'ha davanti.-
- Oh, d'accordo. in questo caso mi servono gli estremi del suo brevetto.-
Non aveva ancora finito di parlare che si vide restituire il modulo compilato.
Rispediti indietro gli spazzini i quattro cacciatori salirono sull'aereo e decollarono. il volo fu tranquillo e silenzioso, nessuno di loro amava fare conversazione, tranne forse Broots che per� si tratteneva per evitare di disturbare una gi� irritatissima Miss Parker. Le scariche di statica e qualche brano di comunicazione tra altri aerei provenienti dalla radio rompevano, di tanto in tanto, il silenzio finch� giunsero in vista delle luci di Portland, allora Amina prese la radio e contatt� la torre per l'atterraggio. L'operatore la avvis� che c'era un po' di traffico e che, quindi, avrebbero dovuto aspettare alcuni minuti prima di poter accedere ad una pista. Dieci minuti dopo non avevano ancora ricevuto un corridoio di discesa, Amina chiam� nuovamente la torre facendo loro presente che si trovava su un Cesna e non su un Boing e, quindi, non aveva una grande riserva di carburante. Finalmente, di li a poco, fu concesso loro di atterrare, noleggiata una macchina raggiunsero il pi� velocemente possibile la stazione. Il treno su cui presumibilmente si trovava Jarod sarebbe arrivato entro poco, si avviarono alla banchina ed attesero. Quando il treno arriv� si posizionarono in modo da vedere tutti coloro che scendevano per poter fermare il loro uomo, ma la banchina si svuot� e di Jarod non c'era traccia.
- Maledizione!- imprec� Miss Parker pestando un piede per terra - Ci ha giocato di nuovo!-
- Probabilmente non � mai salito su questo treno.- disse Amina.
- Gi�, � possibile che abbia comprato il biglietto solo per sviarci. Deve essere rimasto a Roanoke.- concluse Sidney.
- O, forse, � salito su un altro treno, magari diretto a Miami.- comment� Broots.
- Spero che deragli!- mormor� con rabbia Miss Parker.
- Sar� meglio tornare in aeroporto e prendere il primo volo per Blu Cove.- disse Amina - La caccia continua...-
Otto giorni dopo.
San Francisco, CALIFORNIA.
Ore 9.30 am.
Gli allievi del corso di "disegno della figura" osservavano con ammirazione il loro nuovo professore fare uno splendido ritratto ad una delle loro compagne. Il nuovo professore era arrivato quella mattina ed aveva acconsentito a dimostrare loro quello che sapeva fare. Cos�, ora, tracciava con sicurezza ed abilit� scuri tratti di carboncino sul foglio, fissato ad un cavalletto, facendo emergere il ritratto estremamente realistico dell'allieva che si era offerta come modella. Fin� in pochi minuti ed osserv� con occhio critico il proprio lavoro apportando piccole modifiche poi, soddisfatto, si rivolse alla classe.
- Ecco, ora tocca a voi.- cos� dicendo indic� loro i cavalletti.
Quando tutti gli allievi si furono sistemati fece entrare la modella e diede inizio alla lezione.
Circa un'ora dopo il silenzio della classe fu rotto dallo squillo di un cellulare. Gli allievi si voltarono verso la cattedra da dove proveniva lo squillo ma tornarono al lavoro al cenno del professore. Jarod prese il telefono e sollev� un sopracciglio riconoscendo il numero chiamante: Amina.
- Buon giorno.- disse rispondendo.
- Li da te � giorno? Informazione interessante...- esclam� allegra la ragazza.
Jarod storse il naso riconoscendo il piglio della cacciatrice - Omaggio della casa.- comment� ironico - Come hai avuto questo numero?-
- Segreto professionale. Ascolta, � stato diramato un ordine esecutivo riguardante l'ex "Progetto Gemini": soppressione totale, eliminazione di tutte le prove. E quando dicono tutte le prove...-
- Intendono anche Erik.- concluse Jarod per lei.
- Si chiama cos�?-
- S�, i miei genitori avevano deciso di chiamare cos� un eventuale altro figlio e, a lui, il nome � piaciuto.-
- E' un bel nome. Jarod...-
- Non ti preoccupare, non lo troveranno. Ho fatto fatica io a trovarlo dopo la mia seconda fuga dal Centro. Mio padre gli ha trovato un posto sicuro, dove pu� vivere sereno.-
- Ne sono lieta. Devo andare: la tua caccia continua.-
Detto ci� chiuse la comunicazione.
Jarod rimase un momento a fissare il telefono poi lo mise via e guard� preoccupato il panorama fuori dalla finestra.
Stesso giorno.
Il Centro. Blu Cove, DELAWARE.
Ore 12.32 pm.
Amina scese dalla macchina e guard� il portone del centro riponendo il cellulare. Era stato piacevole sentire una voce amica, tanto per cambiare, ma era il momento di rimettersi al lavoro poich�, per aiutare Jarod, doveva restare il squadra e, per restare in squadra, doveva rendersi indispensabile nella ricerca del simulatore. Scosse la testa sospirando: che assurdo rimpiattino...
Ripens� alle parole di Jarod a proposito di lasciare il Centro, le sarebbe piaciuto ma era pi� utile li ed, in oltre, si era affezionata a
Sidney e Miss Parker le era simpatica. Raggiunse il suo ufficio con un mezzo sorriso sulle labbra che incurios� coloro che lo videro. Si era appena seduta per scorrere la posta quando il telefono squill� sulla linea interna.
- Amina.- disse semplicemente rispondendo.
- Devo parlarti, raggiungimi.- disse una voce nota dall'altra parte del filo prima di riattaccare.
Amina sospir� riponendo la cornetta: il giorno in cui avesse sentito quell'uomo chiedere, anzich� ordinare, probabilmente avrebbe avuto fine il mondo. Con questi pensieri lasci� il suo ufficio diretta agli ascensori per la torre.
Due giorni dopo.
Ufficio di Sidney. Il Centro.
Ore 11.05 pm.
Amina sedeva da sola, al buio, sugli scalini che portavano al centro dell'ufficio di Syd osservando la sfera di plexiglass li sospesa. A quell'ora il Centro era quasi deserto e vi regnava un gran silenzio, a lei piaceva quel momento della sera e trovava quell'ufficio il pi� confortante. Immersa nei suoi pensieri non si accorse di non essere pi� sola, una figura vestita di nero le si stava avvicinando da dietro e si sedette accanto a lei facendola trasalire.
- Jarod- esclam� riconoscendolo.
- Ciao, ragazzina.-
- Sei impazzito? Cosa ci fai qui?-
- Sono venuto a trovare un paio di amici.-
- Sidney non c'�, lo trovi a casa sua.-
- Lo so.- disse lui guardando la sfera.
- Brutti ricordi?- chiese lei.
Scroll� le spalle - Non tra i peggiori. Ho passato tanto di quel tempo appeso li dentro... Mi chiedo a cosa sia servito.-
- A fare di te ci� che sei.- rispose Amina senza guardarlo.
Continuando a fissare il centro della stanza, Jarod sorrise. Rimasero li in silenzio per lunghi minuti, ogniuno immerso nei propri pensieri, poi Amina ruppe il silenzio.
- Sei qui per scoprire come vogliono procedere nei riguardi dell'ex "Progetto Gemini"?-
- Tra le altre cose. Grazie per la tua telefonata.-
- Di nulla. Ora � meglio che vada a casa: domani mi aspetta una giornata dura, devo scoprire dove sei andato.-
Jarod la guard� uscire dall'ufficio ammirando le movenze aggraziate della ragazza e ascoltando l'eco dei suoi passi spegnersi nei corridoi scuri. Rimase li ancora un attimo poi, silenzioso come un fantasma ed altrettanto invisibile, si avvi� verso il cuore informatico del Centro: l'ufficio di Broots. Vi giunse in pochi minuti e, sistemata la telecamera di modo che trasmettesse l'immagine fissa dell'ufficio vuoto, si mise al lavoro sul terminale principale entrando agevolmente anche nei file protetti.
Due ore dopo lasciava la struttura con quasi tutte le informazioni che gli servivano ed un'espressione preoccupata ed arrabbiata. Aveva bisogno di aiuto, questo gli era chiaro, ferm� la macchina davanti ad una casa isolata e raggiunse il retro dell'edificio arrampicandosi silenziosamente sul pergolato che raggiungeva il primo piano. Entr� in una stanza dalla finestra semi aperta e si ferm� per abituarsi all'oscurit� ma rimase pietrificato nel sentire il freddo metallo di una pistola appoggiarsi contro la sua nuca.
- Fermo!-
- Gran bei riflessi, piccola, davvero.-
- Jarod...- sospir� Amina riponendo l'arma.
- Scusa l'intrusione.- disse mentre lei accendeva una lampada dopo aver abbassato gli scuri.
- Cosa succede?- gli chiese indicandogli una poltrona.
Jarod si accomod� ed attese che lei si fosse seduta sulla panca ai piedi del letto prima di proseguire.
- Ho bisogno di aiuto.- esord� - Non voglio, per�, che rischi troppo quindi, se pensi che per te sia troppo pericoloso, dimmelo.-
-Cosa ti serve?-
Le porse due pagine stampate al Centro - Si tratta dei documenti su "Gemini".- si sedette accanto a lei - Vedi, vi sono diversi rimandi a file protetti. La maggior parte di quei file li ho trovati ed aperti ma gli ultimi tre non si trovano nel computer del Centro bens� in quello della torre e li, io, non posso entrare.-
- Ma io s�, giusto?-
- Solo se ritieni di riuscirci senza venir scoperta.-
Amina memorizz� i nomi dei file in questione e restitu� i fogli a Jerod.
- Vedr� cosa posso fare, ma non ti prometto nulla.-
- E' pi� di quanto sperassi.-
- Bugiardo, se cos� fosse non saresti venuto da me.- disse lei sorridendo.
Jarod le restitu� il sorriso e si alz�.
- Come rimaniamo?- le chiese.
- Ti chiamo io appena so qualcosa o appena capisco che � impossibile.-
- D'accordo, aspetter� la tua telefonata.-
- E stai lontano dal Centro o le informazioni te le dovr� portare in cella.-
- Non ti preoccupare.- la rassicur� sorridendo.
Jarod spense la lampada e, alzati gli scuri, usc� dalla stessa finestra da cui era entrato.
Il giorno seguente.
Il Centro. Blu Cove, DELAWARE.
Ore 12.34 pm.
Amina aveva raggiunto il suo ufficio nella torre pochi minuti prima della pausa pranzo e vi si era nascosta nell'attesa che tutto il personale che li lavorava raggiungesse la mensa. Quando i corridoi furono nuovamente silenziosi apr� la porta e, assicuratasi di essere sola, raggiunse la scala di servizio: la sala del cervello centrale si trovava due piani sopra e, per trovare le informazioni che cercava, doveva accedervi direttamente. Entr� nella stanza accertandosi che non ci fosse nessuno e, chiusa la porta, si mise al lavoro. I file che cercava erano sepolti sotto strati di codici ma, quando apr� il primo, comprese perch�. Salv� le informazioni su un CD e si concentr� sul secondo file. Via, via che li apriva trov� alcune informazioni protette da allarmi: se avesse cercato di scaricarle si sarebbe trovata addosso tutti gli spazzini del Centro, cos� si risolse a stamparle. Aveva appena aperto l'ultimo file quando sent� dei rumori nel corridoio: gli impiegati stavano tornando! Inser� svelta l'ultimo CD e avvi� il download, gir� la poltroncina su cui era seduta ed osserv� inorridita la maniglia della porta che girava lentamente: trovarla li dentro senza permesso e con dei documenti riservati le sarebbe valsa la condanna a morte. La porta cominci� ad aprirsi ma, proprio in quell'istante scatt� l'allarme antincendio. La porta si richiuse di scatto e, nel corridoio, si udirono passi affrettati e voci concitate. Non c'erano prove antincendio previste, forse l'incendio era vero. Amina guard� il disco ma mancavano met� dei dati: non poteva ancora andarsene!
- Tutto... Tutto a posto.- disse una voce alla sua destra.
Lei sobbalz� e guard� verso il luogo da cui proveniva la voce: il condotto di areazione. Alzatasi si avvicin� e, all'ombra della grata, vide un volto conosciuto.
- Angelo! Cosa ci fai qui?- fece una pausa notando l'espressione del simulatore - Hai attivato tu l'allarme!- comprese.
- Aiuto Amina... Aiuto ad aiutare Jarod.- Concluse Angelo con quel suo caratteristico "ghigno".
- Grazie.-
In quel momento il computer emise un debole cicalio: tutti i dati erano stati copiati. Amina estrasse il CD e lo infil� nella borsa insieme agli altri due e ai fogli stampati poi cancell� ogni traccia del suo passaggio dalla memoria del computer, si tolse i guanti da chirurgo che aveva indossato per non lasciare impronte e lasci� la stanza imboccando le scale. Non le ci volle molto per raggiungere e mischiarsi al folto gruppo di impiegati che lasciavano la struttura e, quasi per magia, si ritrov� sul piazzale esterno accanto a Sidney.
- Cosa succede?- gli chiese.
- A dire il vero speravo potessi dirmelo tu. I programmi per le esercitazioni li conosci meglio di me.-
- Posso solo dirti che non c'era nulla di programmato per oggi.-
-Allora, forse, stiamo andando a fuoco...- concluse lui osservando l'arrivo del camion dei pompieri.
Furono raggiunti da Miss Parker e Broots che li affiancarono e, insieme, rimasero un po' ad osservare gli eventi. Ad un certo punto, Amina, sbuff� annoiata e disse che aveva di meglio da fare che osservare quegli incompetenti che cercavano di capire perch� era scattato l'allarme e, salutati i colleghi, se ne and� dicendo semplicemente che si sarebbe tenuta in contatto. Miss Parker la guard� andarsene sollevando un sopracciglio ma non fece commenti poich� l'ultima volta che Amina si era comportata cos� li aveva portati ad un passo dalla cattura di Jarod.
Stesso giorno.
Dover, DELAWARE.
Ore 2.20 pm.
Jarod camminava avanti e indietro nel soggiorno dell'appartamento che aveva affittato guardando l'orologio appeso al muro. Ogni volta che passava accanto al telefono era tentato di chiamare Amina e dirle di lasciar perdere ma il timore che fosse gi� all'opera, e che quindi lo squillo del telefono avrebbe potuto tradirla, lo aveva fermato. Si chiese per l'ennesima volta cosa gli era passato per la testa la sera prima, perch�, in nome del cielo, l'aveva coinvolta.
- Maledizione!- imprec� per la centesima volta.
Lo squillo del cellulare giunse cos� inaspettato da farlo sobbalzare violentemente. Prese il telefono e ricominci� a respirare normalmente riconoscendo il numero della ragazza.
- Stai bene?- le chiese con voce roca, rispondendo.
- S�, certo. Tu piuttosto, hai una voce strana, qualcosa non va?-
- No. No, tutto bene.-
- Ti sei, per caso, preoccupato per me?-
- Diciamo solo che ho passato giorni migliori.- comment� - Ci sei ancora?- chiese visto che lei non parlava.
- S�, ci sono. E' solo che non sono abituata ad avere qualcuno che si preoccupa per me. Di solito, l'unica a cui importa qualcosa di me sono io.-
- So cosa vuoi dire... Ascolta, ci ho riflettuto e ho concluso che per te � troppo rischioso cercare quei file. Lascia perdere, me la caver� anche senza.-
- Direi che � un po' tardi per questo. Ti ho chiamato per dirti che ho le informazioni.-
- E' andato tutto bene? Non ti hanno scoperta?-
- E' andato tutto benissimo, rilassati. Avevo un... "Angelo... custode" ad aiutarmi.-
- Bene... Avrei voluto darti una mano.-
- Lo stai facendo, Jarod. Ogni volta che usi le tue capacit� per aiutare qualcuno, dai un colpo al Centro e questo, credimi, mi aiuta molto. Senti, dove ci vediamo?-
Jarod le diede l'indirizzo della casa.
- Sono nell'appartamento al primo piano.-
- Va bene, sar� li tra un'ora.- con queste parole riattacc�.
Jarod appoggi� il telefono e rimase a guardarlo per un lungo momento poi si sedette su una poltrona e, appoggiata la testa allo schienale, chiuse gli occhi sperando che il tempo accelerasse.
Qualcuno doveva aver esaudito il suo desiderio poich�, pochi istanti dopo, bussarono alla porta. Jarod sobbalz� nuovamente e si rese conto di essersi addormentato. Si alz� velocemente e, guardato dallo spioncino, apr� facendo entrare la ragazza. Amina si guard� intorno incuriosita: era la prima volta che si trovava in uno dei rifugi di Jarod in compagnia di... Jarod. Quando lo aveva soccorso non aveva avuto il tempo per osservare ci� che la circondava. Si volt� a guardarlo.
- Niente magazzini abbandonati, questa volta?-
Lui sorrise - No, questa volta no. - la guard� un istante - Lo avresti trovato?- le chiese indicando i muri che li circondavano.
- Non lo so, pu� darsi...-
Le fece segno di sedersi e le porse una tazza di caff� caldo, aveva acceso la macchina prima di addormentarsi. Amina la prese, grata, e cominci� a sorseggiare la bevanda aromatica sospirando.
- Ti va di mangiare qualcosa?- le chiese apparecchiando la tavola.
- Se insisti...- gli rispose sorridendo.
Mentre Jarod dimostrava tutta la sua abilit� culinaria ai fornelli, chiacchierarono piacevolmente del pi� e del meno. Si ritrovarono a parlare delle loro reciproche esperienze sui fronti opposti dell'"allevamento" al Centro: lui simulatore, lei agente operativo. Dopo un po' cambiarono argomento di reciproco, silenzioso accordo. Scoprirono di avere molte cose in comune: dai libri alla musica, dai film all'amore per i viaggi.
All'odio per il Centro. Ma di questo non volevano parlare, solo per una volta, solo per poche ore fecero finta che il Centro non esistesse, che loro fossero solo persone "normali". Come era strana quella parola riferita a loro... Nessuno dei due riusciva a sentirla vicina, propria. Eppure la normalit� era ci� che pi� desideravano entrambi. Ma non parlarono neppure di questo, a voce alta. La consapevolezza era qualcosa che aleggiava su di loro, tra di loro, velando gli occhi di entrambi di quella patina di tristezza che non li abbandonava mai. Ma, nonostante questo, il desiderio di vivere, di sperimentare, di andare avanti era forte in loro e infondeva in loro la forza di dimenticare, anche solo per un po', di non essere ci� che desideravano.
Dopo quel pranzo tardivo, che si era protratto fino a diventare una cena anticipata, Amina si alz� per andarsene e appoggi� sul tavolo il plico di documenti ed i tre CD. Si avvi� alla porta accompagnata da Jarod il quale, prima di aprire, si chin� lievemente in avanti per posarle un bacio su una guancia, ma Amina alz� il volto proprio in quel momento e le loro labbra si toccarono. Fu un contatto cos� repentino ed inaspettato che li colse entrambi di sorpresa. Si guardarono un istante stupiti, occhi negli occhi, poi Jarod fece un passo avanti e la prese tra le braccia baciandola con struggente dolcezza. Rimasero li, uniti, illuminati dai fulgidi colori del sole morente che lasciavano, pian piano, campo alle ombre della notte che tutto celavano ed inghiottivano nella loro vellutata ed impenetrabile oscurit�.
Il giorno seguente.
Dover, appartamento di Jarod.
Ore 6.03 am.
La pallida luce dell'alba, filtrata dalle veneziane, disegnava sul soffitto della camera strane forme geometriche. Jarod le osservava tra le ciglia socchiuse, rimanendo immobile e respirando lentamente, attento a non svegliare la ragazza che gli dormiva ranicchiata accanto. Il suo braccio destro gli attraversava il torace e la sua piccola mano riposava sul cuore dell'uomo. La testa posata lievemente sulla sua spalla coi lunghi capelli ricci sparsi sui cuscini e sul braccio destro di lui che la circondava. Il respiro leggero gli solleticava la pelle e Jarod richiuse gli occhi assaporando la perfezione del momento. Quella notte, dopo tanto tempo, si era sentito finalmente in pace. Per la prima volta da che poteva ricordare aveva dormito per pi� di cinque ore consecutive e, per la prima volta, non aveva avuto incubi. Si era svegliato lentamente, sereno, ed ora si sentiva... Felice, ecco. Felice ed un poco spaventato. Era nuovo a quelle sensazioni, ma ora si sentiva finalmente a casa. Volt� appena il viso e baci� con leggerezza la fronte di Amina. La fronte di Selene, si disse. Amina era la cacciatrice, colei che lo inseguiva per riportarlo al Centro, Selene invece... Selene era la giovane donna che aveva condiviso con lui i propri segreti, e il proprio cuore. Quel pensiero gli fece aggrottare le sopracciglia. Era tutto pi� complicato, ora, e la parola pericolo era scritta ovunque a caratteri cubitali.
Appoggi� lievemente la guancia sul capo della ragazza carezzandole un braccio col pollice destro. Lei si mosse, chiuse a pugno la mano poggiata sul petto di lui e apr� gli occhi.
- Buon giorno.- le disse Jarod - Non volevo svegliarti.-
- Non fa niente, intanto mi sarei dovuta svegliare. Che ora �?-
- Le sei e quaranta.- le rispose lui guardando la sveglia.
- Le sei e quaranta?- esclam� Amina sollevandosi a sedere - Devo andare.- disse alzandosi.
- Dove?- chiese Jarod perplesso.
Lei si volt� a guardarlo, stupita dal suo tono.
- A casa. Voglio fare una doccia e cambiarmi prima di andare in ufficio.-
- Selene � una follia!-
- Cosa hai detto?- chiese lei spalancando gli occhi.
- Ho detto che � una follia.-
- No, prima.-
Jarod sorrise dolcemente - Selene.- sussurr�.
- Dio... Non sentivo pronunciare questo nome da pi� di venti anni...-
- Se non ti va che lo usi...-
- No, mi piace sentirtelo pronunciare. Mi ricorda chi sono.-
Jarod le prese una mano e la tir� delicatamente a se abbracciandola, le pos� un bacio su una tempia e la strinse senza farle male. Selene ricambi� l'abbraccio chiudendo gli occhi, desiderando poter rimanere li con lui. Ma doveva proteggerlo e, per farlo, sapeva di dover tornare al Centro. Rimase immobile ancora un attimo poi, controvoglia, si sciolse dall'abbraccio e lo guard� negli occhi carezzandogli una guancia.
- Devo andare.- disse posandogli due dita sulle labbra per impedirgli di protestare - Devo.-
Si alz� dal letto e si vest� ignorando lo sguardo contrariato dell'uomo. Si avvicin� alla porta ma si ferm� prima di varcarla, voltandosi.
- Esamina quei documenti, Jarod. Troppi innocenti hanno gi� sofferto, cerchiamo di evitare che il numero aumenti.- detto ci� si volt� e lasci� l'appartamento.
Jarod si lasci� ricadere tra le lenzuola e rimase a fissare il soffitto per lunghi minuti.
- Sono impazzito...- mormor� infine.
Stesso giorno.
Il Centro. Blu Cove, DELAWARE.
Ore 8.58 am.
Amina attravers� il portone del Centro con passo sicuro, il volto coperto dalla consueta maschera di fredda efficienza, lo sguardo duro. Si diresse verso il proprio ufficio senza degnare di uno sguardo gli impiegati che incontrava. Apr� le porte dell'ufficio e si blocc�: seduto sulla sua poltrona, intento a leggere una delle sue cartelline, c'era Lyle. L'ex dirigente, se cos� lo si poteva definire, era caduto in disgrazia in seguito ai numerosi fallimenti riportati dopo la precedente fuga di Jarod ed era stato assegnato come "aiutante" a Miss Parker, la quale lo spediva il pi� lontano possibile appena ne aveva l'opportunit�. Doveva essere appena tornato dall'ultima spedizione che lo aveva tenuto lontano quasi tre mesi. Peccato... Amina non era dell'umore migliore per parlare con quel tipo, a dire il vero non era dell'umore migliore punto e basta e forse, pensandoci bene, una litigata con Lyle poteva anche servire...
- Per quanto possa disturbarti l'idea, quella poltrona e quei documenti non ti appartengono quindi sei pregato di chiudere la cartellina, alzarti e lasciare immediatamente il mio ufficio o, ti prometto, ti ritroverai a strisciare in un buco pi� fondo di quello in cui ti trovi ora.- disse gelida.
Lyle la guard� un istante soppesando la minaccia e colei che l'aveva pronunciata, quindi si alz� lentamente.
- E tu chi saresti?- chiese.
- Dipende. Sicuramente un tuo superiore ma, se ti ritrovo qui dentro senza il mio specifico permesso, potrei diventare il tuo peggior incubo.- concluse con un tono di voce cos� dolce da far rabbrividire l'uomo.
- Sembra una minaccia seria.- disse lui con finta baldanza.
- Oh, lo �. A ben pensarci, l'abito scuro da spazzino ti donerebbe...-
Lyle sorrise, poco pi� di uno stiramento di labbra - Non so perch�, ma sono di altro avviso.- disse.
- Gi�, immagino. Addio.- concluse Amina aprendo la porta.
Capito il messaggio Lyle l'attravers� senza altri indugi e sobbelz� quando venne sbattuta alle sue spalle.
"Accidenti che caratterino..." pens�.
Rimasta sola, Amina, si sedette alla scrivania e controll� i documenti che stava curiosando lui: nulla di importante, poco pi� di un ammasso di false piste lasciate da Jarod nel corso degli anni passati. Si rilass�, sapeva di non aver lasciato nulla di utile alla cattura del simulatore in ufficio, ma non si poteva mai sapere.
Si mise al lavoro: doveva scoprire dove era stato Jarod. Sapeva dove era adesso ma, dove si trovava quando lei lo aveva chiamato? Questa era una domanda che necessitava di risposte. Lavorava da un po' quando squill� il telefono.
- Amina.-
- Trovato nulla di utile?- chiese Miss Parker.
- Non ancora, c'� qualcosa che mi sfugge tra gli indizi, ma credo di esserci vicina.-
- Capisco. Speravo ci fossero novit�: questa inattivit� mi uccide.-
- Abbi pazienza. Oh, a proposito di novit�: � tornato tuo fratello.-
- Splendido! Ci mancava solo lui.-
Amina sorrise senza commenti - Ci sentiamo pi� tardi.- disse riagganciando.
Lavor� ininterrottamente fin quasi le due quando decise di fare una pausa. Prese il sacchetto dei tramezzini e si avvi� all'aperto. Il Centro sorgeva in mezzo ad un vasto e lussureggiante parco, tempo prima lei aveva scoperto un piccolo angolo tranquillo in riva al lago artificiale: una radura con un tronco caduto da usare come panca. Lo raggiunse e si sedette sbocconcellando un tramezzino immersa nei suoi pensieri. Si riscosse sentendo vibrare il cellulare e rispose senza neppure guardare chi chiamava.
- Pronto?-
- Il tramezzino non � buono?-
- Jarod! S�, � buo... Come fai a sapere che sto mangiando un tramezzino?-
- Segreto professionale.-
Amina si guard� intorno e, sull'altra riva del lago, intravide un luccichio tra gli alberi.
- Binocoli.- comprese.
- Brava, hai indovinato.-
- Sai cosa succeder� se ti trovano li?-
- Che tu dovrai programmare un'altra esercitazione antincendio.-
- Nossignore. Se questa volta ti prendono sar� solo colpa tua quindi te la dovrai cavare da solo.-
- D'accordo "signorina cacciatrice". Ora vorresti, per favore, passarmi Selene? Vorrei invitarla a cena.-
- Tu, mio caro, sei pazzo.- disse lei sorridendo.
- Sono propenso a darti ragione, ma ormai � fatta, cosa ci vuoi fare...-
- Perch� non chiami Sidney e glielo chiedi?-
- Cosa dovrei dirgli? Che voglio uscire con una delle mie inseguitrici? Si preoccuperebbe.-
- E a ragione. Ciao.- disse chiudendo la comunicazione.
Jarod comprese che per il momento era meglio non insistere e non prov� a richiamare. Rimase a guardarla attraverso il binocolo, la vide mettere via i resti del tramezzino, alzarsi e bloccarsi con un'espressione concentrata quindi si volt� verso di lui sorridendo, gli occhi che le brillavano, punt� un dito verso la sua direzione e le sue labbra gli dissero: "Ti ho trovato!". Perplesso la guard� correre via chiedendosi cosa intendesse dire, poi un lento sorriso gli schiuse le labbra.
- Vuoi vedere che...- mormor� sopra pensiero allontanandosi.
Amina entr� come un fulmine nell'ufficio di Sidney dove trov� i suoi colleghi e si ferm� sulla porta.
- Fate i bagagli, signori,- disse raggiante - si va in California!- detto ci� usc�.
Miss Parker, Sidney e Broots si guardarono perplessi ma si prepararono per il viaggio senza commenti: non era la prima volta che quella ragazza agiva cos�.
Il giorno dopo.
San Francisco, CALIFORNIA.
Ore 8.30 am.
L'appartamento di Jarod nel Campus era piccolo ma ben arredato. Quando entrarono notarono al centro della stanza principale tre cavalletti coperti, si avvicinarono e tolsero i teli. Posati sui cavalletti c'erano tre quadri, ovviamente opera di Jarod: il primo raffigurava loro quattro ed era intitolato "I cacciatori", il secondo era una vista del Centro e si intitolava "La gabbia" ed il terzo raffigurava Jarod. Il titolo, come era prevedibile, era "La preda", alle spalle del simulatore era dipinta una finestra aperta fuori dalla quale era visibile un'insegna che diceva "Catch me".
- Spiritoso.- comment� Miss Parker.
Amina osserv� quella scritta con crescente senso di deja vu ma non riusciva a ricordare dove l'aveva gi� vista. Rivoltarono l'appartamento in cerca di altri indizi ma, Jarod, non aveva lasciato altro. Caricati i quadri in macchina tornarono verso l'aereoporto, ad un certo punto Amina sobbalz� sul sedile.
- Fermati!- esclam� facendo inchiodare Miss Parker.
- Cosa succede?- chiese stupita quest'ultima.
- Guardate.- disse Amina indicando il lato opposto della strada.
Nel punto indicato dalla ragazza cera un locale sulla cui porta troneggiava un'insegna nota che diceva "Catch me". Miss Parker posteggi� ed i quattro scesero dirigendosi verso il locale, entrati raggiunsero il bancone e mostrarono al barista una foto di Jarod.
- Ha mai visto quest'uomo?- chiese Amina.
- Il professor Ballard, certo! Devo molto a quell'uomo.-
- Ma non mi dica...- comment� Miss Parker.
- Gi�.- continu� lui - Vedete, mia figlia frequentava una scuola d'arte, uno dei professori la molestava e lei lo ha denunciato al preside. Questo professore, per�, riusc� a spaventare i compagni di mia figlia che non testimoniarono, cos� lei fu espulsa e denunciata per calunnie. Il professor Ballard � riuscito a provare che mia figlia diceva la verit� e, ora, quel professore � in prigione e mia figlia, ieri, � tornata a scuola.-
- E' tipico di Jarod.- disse Sidney.
- Scusate, una di voi due si chiama, per caso, Miss Parker?- chiese il barista guardando le due donne.
Quella pi� alta fece un segno e lui le consegn� un pacco che aveva sotto il bancone.
- Il professor Ballard mi ha chiesto di consegnarle questo, quando fosse venuta.-
Miss Parker prese il pacco e, ringraziato l'uomo, i quattro cacciatori uscirono dal locale. Si fermarono sul marciapiede ed aprirono il "regalo". Il pacco conteneva un altro quadro che raffigurava nuovamente Jarod ma con una mano alzata in segno di saluto, il titolo era "Bye, bye" ed era accompagnato da un biglietto: "Questa volta non mi hai preso", il non era sottolineato. Miss Parker guard� la scritta stringendo gli occhi.
- Non lo sopporto! Dio, vorrei torcergli il collo!- disse inviperita.
Si avviarono alla macchina ma, prima che potessero salirvi, furono fermati dallo squillo del cellulare di Amina.
- Come va la gita a San Francisco?- chiese Jarod.
- Sinceramente avrei preferito farne a meno.-
- Ma come? E' una citt� d'arte, con una cos� bella Accademia...- disse lui prima di riattaccare.
Amina ripose il telefono e scosse lievemente la testa.
- Cosa voleva?- chiese Miss Parker.
- Sapere se la gita ci � piaciuta.-
- Come fa?!- esclam� la donna - Come diavolo fa a sapere sempre dove siamo e cosa stiamo facendo?-
- Se lo sapessomo, Parker, lo avremmo gi� ripreso.- consider� Sidney.
- Sentite,- disse Amina - ho di nuovo la sensazione che mi sfugga qualcosa. Voi tornate pure a Blu Cove, io prender� il prossimo aereo: voglio tornare nel suo appartamento e controllare di nuovo.-
- Non c'� pi� nulla da trovare, Lady Amina. Abbiamo guardato ovunque.- disse Broots.
- Pu� darsi, ma preferisco controllare.-
- Come vuoi, noi torniamo.- le rispose Miss Parker.
Amina prese la sua borsa e li guard� partire quindi si avvi� verso il Campus ma, quando vi giunse, ferm� un taxi e si fece portare al museo di Belle Arti: se aveva capito il messaggio vi avrebbe trovato Jarod.
Il museo si articolava su una vasta area verde all'aperto. Amina si aggirava tra i suoi giardini osservando la folla di persone cercando, con lo sguardo, tracce del simulatore. Finalmente, dopo mezz'ora, lo vide. La stava osservando dall'altra parte di una fontana circondata da vasi di piante in fiore, si guardarono un istante poi lui si chin�, come per osservare un fiore pi� da vicino e, con discrezione, lasci� cadere qualcosa nel vaso. Si rialz� e, dopo averla guardata ancora un attimo, si allontan� senza voltarsi. Amina raggiunse il vaso e con noncuranza raccolse quello che Jarod aveva lasciato: un pacchetto di fiammiferi di un Hotel prestigioso all'interno del quale stavano scritti i numeri 305. Cammin� per un'altra ora nel museo ammirando le opere poi si diresse senza fretta verso l'uscita e, salita su un taxi, raggiunse l'albergo e buss� alla camera 305. Jarod apr� e la fece entrare, si chin� per posarle un lieve bacio sulle labbra e sorrise.
- Ciao.- salut�.
- Ciao.- rispose lei restituendogli il sorriso.
Un paio d'ore dopo Amina usc� dal bagno della camera avvolta in un accappatoio bianco con i lunghi capelli ancora umidi per la doccia e si sedette ai piedi del letto. Trasse le gambe sotto di se in una posa pi� comoda e osserv� l'uomo ivi disteso che la guardava a sua volta. Rimasero in silenzio poi lui si sollev� su un gomito per guardarla meglio.
- Cosa succede?- chiese sotto voce.
- Deve rimanere tutto come prima, Jarod.- disse lei con voce grave - Tu devi continuare a scappare ed io devo continuare ad inseguirti. Se ci fermiamo sar� la rovina per entrambi, senza contare che le tue capacit� sono preziose e non vanno sprecate: devi continuare ad aiutare chi � in difficolt�. Non solo per dovere o perch� � la cosa giusta da fare, ma anche perch� tu stesso lo desideri. Lo si legge nei tuoi occhi: ogni volta che aiuti qualcuno un po' del peso che ti grava sull'anima viene tolto.-
- Lo so, hai ragione. Questo � l'unico modo per restare vivi, ed � l'unico modo per continuare a vederci.- disse lui dopo un attimo di riflessione.
- Come speri di fare?-
- Come � accaduto oggi. Certo non dopo tutte le missioni, ma capiter� altre volte che tu decida di di trattenerti in un luogo pi� degli altri per verificare un presentimento... E poi c'� sempre la casa di Dover, ho intenzione di tenerla.-
- E' un rischio.- disse lei.
- Voglio correrlo.- le rispose guardandola negli occhi.
Amina gli sorrise. Rimasero ancora un po' in silenzio poi, lei, si alz� e cominci� a vestirsi.
- Vai gi�?-
- S�, ho detto che avrei preso l'aereo della sera: parte fra meno di tre ore.-
- Ti annoierai in aeroporto...-
- Voglio prima passare al Campus cos�, se dovessero controllare, scoprirebbero che ci sono stata davvero.-
- Che ragazza prudente.- la prese in giro lui - Avete trovato i miei messaggi?-
- Tutti e quattro i quadri.- rispose lei annuendo.
- Avete trovato solo i quadri?-
- Lo sapevo!- esclam� Amina guardandolo - Lo sapevo. C'� qualcosa d'altro, vero? Doveva esserci poich� i quadri non davano indizi su dove eri diretto.-
- Invece vi ho lasciato anche un indizio su dove sarei andato, su dove dovrei essere anche ora. Mi meraviglio di te per non averlo trovato.-
- Rimedio subito: vado a cercarlo.- disse lei infilandosi le scarpe e prendendo la borsa.
- Non vuoi sapere dov'�?-
- No! Lo trover� da sola. Tu vai dove devi andare e non preoccuparti: ti trover�!- detto questo gli mand� un bacio in punta di dita e lasi� la stanza.
Jarod si lasci� ricadere sul letto scuotendo la testa. Aveva riconosciuto il piglio della cacciatrice e non aveva il minimo dubbio che avrebbe trovato sia l'indizio che lui.
Nel frattempo Amina era salita su un altro taxi ed era diretta al Campus. Durante il tragitto riflett� sulla stranezza della vita che le aveva fatto incontrare l'uomo perfetto ma che rendeva complicato ogni incontro ed impossibile, almeno per il momento, un qualche futuro insieme.
Stesso giorno.
Il Centro. Blu Cove, DELAWARE.
Ore 11.48 pm.
Miss Parker sedeva alla sua scrivania scorrendo alcuni documenti nell'attesa del rientro di Amina. Era sicura che non avesse trovato nulla ma era altres� certa che, finch� non ne avesse ricevuto conferma, non sarebbe riuscita a dormire. In quel momento la suoneria silenziosa del suo telefono si accese e lei alz� il ricevitore.
- Parker.-
- Sar� li tra dieci minuti.- disse Amina - Vediamoci da Sidney.- riattacc�.
Finalmente era tornata. Aveva preso l'aereo delle cinque pomeridiane, ora di San Francisco, e doveva essere atterrata da circa venti minuti. Miss Parker si alz� e si diresse agli ascensori, le era sembrato che la ragazza fosse un po' contrariata e non sapeva darle torto: aveva mandato Lyle a prenderla per toglierselo di torno, sembrava infatti deciso a non tornare a casa finch� non ci fosse andata anche lei. Non era stato un pensiero molto carino spedirlo ad Amina reduce dal viaggio ma, in quel momento, non le era venuta nessuna idea migliore. Represse i sensi di colpa ed entr� nell'ufficio di Sidney dove trov� anche Broots, a quanto pareva quella sera nessuno aveva voglia di andarsene a dormire.
Dopo qualche minuto giunse l'ultimo membro del gruppo. Amina entr� con il suo consueto passo silenzioso e si avvicin� alla scrivania su cui fece cadere una busta bianca.
- Grazie per la scorta.- disse a Miss Parker.
- Mi dispiace.- disse questa - La prossima volta penser� a qualcosa di meglio.-
- Trovato nulla?- chiese Sidney.
- S�, quella.- disse indicando la busta - L'ha lasciata nella casella di posta interna, quella che usano gli studenti per comunicare coi professori. Non l'avevamo controllata.-
Sidney prese la busta e l'apr�: conteneva una chiave, una di quelle semplici chiavi che vengono normalmente usate per gli armadietti delle scuole e delle stazioni di pulman e treni. I quattro rimasero a fissare quella chiave quasi si aspettassero che questa gli dicesse cosa apriva, poi si guardarono.
- L'ho provata in tutti gli armadietti del Campus con quel numero, ce ne erano tre, e andando all'aeroporto, mi sono fermata alla stazione centrale dei treni quindi in quella degli autobus: niente. Qualunque cosa apra non si trova a San Francisco.-
- Allora che si fa?- chiese Broots.
- Mettiti al computer.- disse Miss Parker - Voglio che rintracci tutte le strutture che usano armadietti di quella marca. Sulla chiave c'� il numero 1121 quindi dovrai isolare le strutture che hanno istallato pi� di mille e cento armadietti.-
- Cosa vuoi fare?- chiese Sidney.
- Ci saranno centinaia di strutture!- esclam� quasi contemporaneamente Broots.
- Non mi interessa! Lo trover� a costo di aprire tutti gli armadietti d'America!-
- Non sar� necessario.- intervenne Amina - Una volta che avremo la lista baster� seguire un po' di logica.-
- Giusto.- convenne Miss Parker - Al lavoro, Broots!-
L'uomo esit� un attimo come a voler aggiungere qualcosa ma, notata l'espressione delle due donne, vi rinunzi� e si affrett� verso il proprio ufficio.
Il giorno seguente.
Ufficio di Broots. Il Centro.
Ore 3.12 am.
Sidney raggiunse l'ufficio di Broots e affianc� le due donne dinanzi la scrivania del genio informatico mentre questi finiva di stampare i risultati della ricerca. Tolse il foglio dalla stampante e lo pass� ad Amina.
- Bene.- disse lei scorrendo la lista - ci sono solo cinquantotto strutture che hanno montato pi� di mille e cento di quegli armadietti, potremo cos�...- si interruppe.
- Cosa c'�?- chiese Miss Parker.
- Indovinate una struttura a caso che li ha, vi do tre possibilit�, ma ve ne baster� una.-
Miss Parker la guard� come se fosse impazzita poi not� la particolare luce che brillava negli occhi della ragazza e impallid�.
- No! Non � possibile...- disse con voce soffocata dalla rabbia.
- Il Centro?- chiese Sidney.
- Gi�, il Centro.-
Prima che qualcuno potesse dirglielo, Broots torn� al computer per trovare la collocazione dell'armadietto.
- Trovato! L'armadietto 1121 si trova...- si interruppe deglutendo ed alz� gli occhi sugli altri - Si trova nel bagno dell'ufficio di Miss Parker.- concluse con voce flebile.
Miss Parker si sedette su una sedia impallidendo mentre Amina si lasci� andare ad una risata.
- Incredibile!- esclam� calmatasi - Quando lo prenderemo non sapr� se ucciderlo o dargli un premio.-
- Uccidilo,- disse Miss Parker - altrimenti lo far� io.-
Lasciarono l'ufficio di Broots e raggiunsero quello di Miss Parker, entrati in bagno si avvicinarono all'armadietto. Sidney porse la chiave a Miss Parker che, dopo una breve esitazione, l'infil� nella toppa e gir� la serratura. Lo sportello si apr� rivelando, tra gli asciugamani puliti, un pacco con su scritti i loro nomi nella grafia di Jarod. I quattro si guardarono per un istante e lo presero.
Quattro mesi dopo.
Santo Domingo, CARAIBI.
Ore 2.10 pm.
Con uno schianto assordante la porta di quercia dell'appartamento cadde, divelta dai cardini, dal possente calcio dei due spazzini. Miss Parker e Amina entrarono, immediatamente seguite dai due spazzini quindi da Sidney, Broots e Lyle. Si dispersero nell'appartamento ma fu presto chiaro che era vuoto. Amina entr� in cucina, seguita da Sidney, e pos� una mano sulla tazza di caff� che era sul tavolo.
- E' ancora tiepido, deve essere uscito da una decina di minuti al massimo.-
- E di fretta, direi. Per� non ha lasciato molto dietro di se.- constat� Syd.
- Forse aveva gi� fatto le valigie perch� aveva deciso di partire comunque. Noi gli abbiamo solo fatto anticipare la partenza.-
- Rimane da chiedersi come ha fatto a sapere che stavamo arrivando...-
- A questo posso rispondere io.- disse Broots raggiungendoli - Venite.-
Li condusse in uno sgabuzzino stipato di attrezzature per la sorveglianza, moderne e costose. E funzionanti, due schermi video riportavano l'immagine di due incroci.
- Guardate, teneva sotto controllo le due imboccature della strada che porta qui, ogni volta che una macchina svolta le telecamere attivano lo zoom ed inquadrano il conducente ed il passeggero. Ci ha visti appena abbiamo svoltato in questa strada ed ha avuto tutto il tempo di prendere le sue cose ed andarsene.-
- Come � possibile? Lui era in cucina a prendere il caff�.- chiese Miss Parker.
- Qui c'� un'antenna di trasmissione.- riprese l'uomo - Probabilmente teneva sempre con se uno di quei piccoli video portatili.-
- Bene,- disse Lyle - almeno ora sappiamo come ha fatto a fuggire anche questa volta.-
- Perquisiamo l'appartamento.- ordin� Amina - Vediamo di scoprire dove � diretto.-
Si sparpagliarono, Miss Parker ordin� ai due spazzini di smontare l'impianto video e caricarne i pezzi in macchina. Frugarono ovunque senza trovare nulla di particolarmente interessante poi Amina pass� accanto al telefono e vide il blocchetto per gli appunti e, presa una matita, scur� la superficie del primo foglietto portando alla luce alcune scritte.
- Parker!- chiam� - Guardate,- disse quando gli altri la raggiunsero - qui c'� la data di oggi poi c'� scritto "St. C. molo 6". Broots, mettiti al computer e vedi quale dei porti della citt� ha un molo sei e scopri per cosa sta "St. C.".-
- Subito.-
Attacc� il suo portatile alla presa del telefono e si mise al lavoro. Dieci minuti dopo li chiam�.
- Sia il porto pescherecci che il porto principale hanno un molo sei.- rifer� agli altri - Per quanto riguarda la sigla credo sia l'abbreviazione del nome di alcune navi.-
- Alcune?- chiese Lyle.
- Gi�. Il San Carlos � un peschereccio attraccato al molo sei dei pescatori mentre la Santa Clara e la Santa Cristina sono due navi da crocera...-
- Fammi indovinare.- lo interruppe Miss Parker - Sono entrambe attraccate al molo sei del porto?-
- In effetti...-
- Quando salpano?- chiese Amina.
- Il San Carlos salpa alle quattro mentre le altre due salpano entrambe alle quattro e mezza.-
- E i due porti quanto distano tra loro?- volle sapere Sidney.
- Un ora di macchina. Correndo.-
- Dobbiamo separarci. Lyle, prendi Tom e Sam e raggiungete il San Carlos. Frugatelo da cima a fondo e, se trovate Jarod, avvisate via telefono.- disse Amina, poi vedendo che rimanevano fermi - Muovetevi, quel peschereccio salpa tra tre quarti d'ora e vi ci vorranno tutti per raggiungerlo.- li guard� uscire e si volse ai suoi compagni - Noi andiamo al porto.-
- Sbrighiamoci.- incalz� Miss Parker.
Arrivarono al porto che erano quasi le quattro e dieci. Syd ed Amina si diressero immediatamente al terminal prenotazioni lasciando a Miss Parker e Broots l'incarico di sorvegliare la banchina, furono di ritorno in pochi minuti e li raggiunsero.
- Come sempre non gli piace renderci le cose troppo facili.- disse Amina rivolto ai due - Un certo Jarod Turner ha prenotato una cabina sulla Santa Clara mentre un certo Jarod Backer ha prenotato sulla Santa Cristina.-
- Gli venisse un colpo...- mormor� Miss Parker.
- Non c'� da stupirsi: un comportamento diverso non sarebbe stato da lui.- comment� Sidney.
- Sentite.- continu� Amina - Non possiamo aspettare di vedere dove sale anche perch�, con ogni probabilit� � gi� a bordo, e non riusciremmo mai a setacciare le due navi prima che salpino: l'unica possibilit� � imbarcarci anche noi, all'ultimo momento, ovviamente. Al terminal abbiamo prenotato due cabine su ogni nave. Ci divideremo cos�: Miss Parker, che soffre il mal di mare, e Broots, che ha una figlia da accudire, salperanno sulla Santa Cristina che raggiunger� il primo scalo domani a quest'ora. Mentre Syd ed io che non abbiamo problemi prenderemo la Santa Clara che non toccher� terra per i prossimi tre giorni. Vi va bene?-
-S�, � una buona idea.- disse Miss Parker - Non mi sorride molto il pensiero di dover stare a bordo pi� del necessario...- sospir�.
Presero gli ultimi accordi decidendo di rivedersi al Centro con o senza Jarod. Preferibilmente con...
Salirono sulle navi per ultimi un momento prima che chiudessero gli imbarchi e, alle quattro e mezza precise, si staccarono dalla banchina e presero il largo. Appena sistemate le loro poche cose nelle cabine, che si trovavano su due ponti diversi, Syd ed Amina iniziarono a setacciare la nave alla ricerca del simulatore. Vi erano dei posti in cui non potevano entrare poich� erano riservati all'equipaggio ma, con un po' d'astuzia, riuscirono ad intrufolarsi. A ora di cena non avevano ancora trovato nulla e, pensando che se lui viaggiava come passeggero dovesse essere nel salone da pranzo, scesero a mangiare. Seduti in un tavolo d'angolo osservavano tutti coloro che si trovavano nel grande ambiente fingendo di essere li in vacanza come gli altri. Essendo la nave quasi al completo dividevano la tavola con una coppia di sposi che festeggiavano i venticinque anni di matrimonio ed avevano deciso di concedersi una seconda luna di miele. Diedero per scontato che Sidney ed Amina fossero padre
e figlia e loro non li contraddissero, lasciarono che fossero loro a portare avanti la conversazione di modo da guardarsi intorno a piacere. Dopo cena l'orchestra attacc� con dei ballabili e, recitando la parte dei vacanzieri fino all'ultimo, si unirono agli altri per le danze. Amina concesse il primo ballo a suo "padre" e ball� per un po' con un paio di ragazzi in vacanza post laurea. Verso le undici ostentando una grande stanchezza adducibile al volo della mattina ed al conseguente cambio di fuso orario Syd ed Amina si ritirarono. Si salutarono in ascensore dandosi appuntamento per l'indomani a colazione decisi a continuare le ricerche ed Amina si diresse alla sua cabina. Una volta chiusa la porta accese la luce e si guard� intorno ad occhi spalancati: la cabina sembrava essersi trasformata in un giardino fiorito, fresie e rose bianche, i suoi fiori preferiti, ochieggiavano da ogni angolo del salotto e, attraverso la porta che dava sulla camera vide che perfino sul letto erano sp
arsi negligentemente petali profumati. Sent� un rumore dietro di se e si volt�: appoggiato con noncuranza allo stipite della porta di comunicazione con la cabina accanto, e che lei sapeva di aver lasciato chiusa, stava Jarod. Indossava un paio di morbidi pantaloni neri ed una camicia bianca slacciata, teneva in mano una bottiglia di champagne e due coppe e sul volto gli aleggiava un'aria sorniona con le labbra atteggiate ad un mezzo sorriso da perfetto gigol�.
- Ciao, ragazzina.- disse piano.
Amina si avvi� lentamente nella sua direzione e, arrivata ad un passo da lui, gli artigli� con gl'indici i passanti dei pantaloni facendoglisi pi� vicina inclinando in dietro la testa per guardarlo in viso e gli restitu� il sorriso.
- Ciao, signor Turner.- rispose prima di sollevarsi in punta di piedi e baciarlo - Grazie per i fiori.-
- Di nulla. Chiss� se anche Miss Parker ha gradito i suoi...-
- Sei incorreggibile. A quest'ora sar� furiosa.-
- Gi�,- il sorriso si allarg� - in effetti l'idea era quella.-
Amina si allontan� di un passo rabbuiandosi un po'.
- Non mi va che la torturi, sai?-
- Non la sto torturando, Selene. Tra circa cinque minuti le verr� recapitata una lettera che, per inciso, fino a tre giorni fa era nascosta nella cassaforte dell'ufficio di suo padre.-
- Sei tornato al Centro?! Ma sei impazzito?- si interruppe - Che lettera?-
- L'ultima lettera che sua madre scrisse prima di venir uccisa, nella quale dice addio al marito esternando tutta la sua riprovazione per l'operato del Centro. E' probabile che il signor Parker l'abbia trovata nella borsa della moglie dopo che le hanno sparato: non credo che quella donna l'avrebbe lasciata in giro prima di essere ben lontana da Blu Cove.-
- Lo penso anch'io...-
- Ma ora basta parlare della famiglia Parker.- disse avvicinandosi al tavolo dove pos� i bicchieri e la bottiglia cosicch� da poterla stappare.
Riemp� le coppe e ne porse una alla ragazza.
- Ai prossimi tre giorni.- disse lei.
- Alle prossime tre notti.- rispose Jarod nuovamente con quell'aria da uomo di mondo.
Il giorno seguente.
Mar dei Caraibi.
Ore 8.00 am.
Seduta al tavolo della colazione, Amina, represse uno sbadiglio sorseggiando il caff�, mentre aspettava che Sidney la raggiungesse. Guardandosi intorno si lasci� andare per qualche istante all'illusione di essere davvero in vacanza e che l'uomo che stava aspettando non fosse suo "padre" ma l'uomo meraviglioso che aveva lasciato addormentato nel proprio letto meno di mezz'ora prima. Sarebbe stato cos� bello... Si risvegli� dal sogno ad occhi aperti dandosi della sciocca, doveva proteggere Jarod e se stessa per questo aveva un ruolo da recitare: quello della cacciatrice senza altro pensiero che catturare la sua preda. L'uomo pi� anziano si sedette accanto a lei salutandola ed ordin� la colazione ad un cameriere prontamente accorso. Quando furono soli decisero di separarsi: Amina si sarebbe occupata dei quartieri dell'equipaggio e delle cucine, se l'avessero scoperta avrebbe potuto fare la parte della ragazzina ingenua ed un po' svampita e dire che si era persa, mentre Sidney avrebbe c
ontrollato tutti i ponti. Decisero di non vedersi a pranzo di modo da scegliere per conto proprio quele fosse il momento migliore per fare una pausa e si diedero appuntamento per cena.
Pur sapendo che non avrebbe trovato ci� che cercava Amina ispezion� comunque le parti della nave a lei assegnate e, verso il tardo pomeriggio, fece in modo di essere trovata in una delle zone vietate ai passeggeri di modo da portare la recita fino in fondo quindi, dopo essere stata bonariamente redarguita da un attempato nostromo, si diresse alla boutique del ponte passeggiata decisa a trovare qualcosa di carino per la sera. Acquist� un delizioso completo in pizzo macram� nero composto da una gonna lunga e stretta con uno spacco vertiginoso sul fianco ed un bustino senza spalline con scarpe e borsetta coordinate. Tornata in cabina si concesse una lunga doccia e avvoltasi nell'accappatoio si sedette in mezzo al letto per pettinare le lunghe ciocche umide. Jarod si affaccio silenziosamente nella stanza e si appoggi� allo stipite della porta ad ammirare la sua ragazza. Quel pensiero lo fece sorridere e lo sguardo gli si addolc�, era strana, quasi incredibile, la serenit� che provava da
quando la loro storia era cominciata. Non avrebbe mai creduto che un giorno sarebbe riuscito a venire a patti coi demoni che lo tormentavano da quando aveva scoperto il reale uso che il Centro faceva del suo lavoro eppure quella ragazzina, che aveva dodici o tredici anni meno di lui, era riuscita a compiere il miracolo. Al suo fianco aveva scoperto cosa significasse dormire una notte intera e svegliarsi coi ricordi indugianti di un piacevole sogno. Un sogno ricorrente che esternava il suo desiderio di avere una famiglia, con lei...
Amina, nel frattempo, ignara della presenza dell'uomo aveva continuato a sciogliere i nodi formatisi tra i suoi riccioli. Ad un certo punto alz� lo sguardo e, nel vetro del televisore, vide l'immagine riflessa di Jarod e sorrise.
- Hai intenzione di rimanere li?- chiese voltandosi.
- Che alternative mi dai?-
- Potresti entrare.-
- E poi?- chiese lui sollevando maliziosamente un sopracciglio.
- Non saprei, fatti guidare dalla fantasia...-
Jarod sorrise e, avvicinatosi al letto, si inginocchi� sulle coperte alle spalle di Amina e la abbracci� posandole un lieve bacio dietro l'orecchio destro. Lei rise per il solletico che il suo respiro le causava e si gir� perch� lui potesse estendere quella cortesia anche alle labbra poi si alz� per vestirsi: aveva appuntamento con Sidney di li a mezz'ora. Rientr� in bagno e ne usc� dopo poco con addosso la gonna ed il corpino e si sedette davanti allo specchio della camera per raccogliere i capelli in un nodo elaborato che lasciava sfuggire qualche ricciuta ciocca sbarazzina. Stese un lieve velo di trucco sugli occhi e sulle labbra e, indossate le scarpe coi tacchi, si alz�.
- Come sto?- chiese.
Jarod, semisdraiato sul letto, la stava percorrendo da capo a piedi con gli occhi la cui espressione andava facendosi pi� intensa via via che l'esame procedeva.
- Sembri una strega.- le disse con voce morbida - Bella ed assolutamente peccaminosa. Non intendo lasciarti girare vestita cos� in mezzo a tutti gli scapoli della nave. Non senza una scorta armata.-
Amina rise e si appoggi� alla parete.
- Come sai che ci sono cos� tanti scapoli a bordo?-
- Pensi veramente che ieri sera non sia venuto nel salone? Avrei potuto reagire male se quei due bellimbusti con cui hai ballato non l'avessero piantata di farti gli occhi dolci!-
- Oh, Jarod! Sei geloso!- esclam� Amina ridendo deliziata.
- E molto possessivo.- disse lui raggiungendola con un fluido scatto felino.
La intrappol� contro la parete ma prima che potesse baciarla squill� il telefono. Lei gli sgusci� da sotto un braccio ed and� a rispondere. Torn� qualche attimo dopo con un'espressione a met� tra il dispiacere e il sollievo.
- Era Syd.- disse - Non si sente bene: si � preso un'insolazione ed il medico della nave gli ha consigliato di stare a riposo per questa sera e domani, quindi non verr� a cena.-
- Non ha detto altro?-
- Di scendere nel salone e divertirmi. E mi ha detto di considerarlo un ordine del dottore.-
Jarod sorrise - Non deve stare poi tanto male se riesce ancora a scherzare, ma forse � meglio che vada a dargli un'occhiata.-
Amina era preoccupata per entrambi gli uomini ma annu�: se era quello che lui voleva doveva andare. Jarod esit� un momento poi torn� nella sua cabina facendole segno di seguirlo, da dentro un armadietto prese il suo telefono satellitare e, strizzandole un occhio, compose il numero della nave e si fece passare la cabina di Sidney.
- Ciao Syd, come va?-
- Jarod! Come facevi a sapere che sono su questa nave?-
- Ho le mie fonti... Tutto a posto?-
- Insomma, oggi ho passato troppo tempo sotto il sole e mi sono preso un'insolazione.-
- Devi stare attento: lavorando al Centro non si � abituati al sole. Io lo so bene. E' grave? Hai la febbre?-
- Appena qualche linea, non ti preoccupare. E' appena andato via il medico e mi ha dato un paio di pastiglie assicurandomi che domani sera sar� nuovamente in forma.-
- Ne sono lieto. Allora ti lascio riposare: dormire � la cura migliore, in questi casi.-
- Come vuoi, dottore.- comment� scherzosamente Syd.
- Buona notte.- riagganci�.
Amina lo guard� interrogativamente curiosa di sapere cosa Sidney gli avesse detto per farlo sorridere.
- Sta bene, deve solo riposare.-
- Bene... Io avrei fame.- disse lei dopo una piccola pausa.
- Dammi due minuti: mi vesto e scendiamo.-
- Dovrei cenare con te?- chiese alzando un sopracciglio.
- Ad una condizione.- disse lui avvicinandosi - Che Amina resti qui e con me scenda Selene. Pensi sia fattibile?-
Lei lo guard� negli occhi per un lungo momento poi sorrise lievemente.
- S�, penso di si.- disse dolcemente.
Cinquantadue ore dopo.
Il Centro. Blu Cove, DELAWARE.
Ore 11.50 pm.
Appoggiata al muro alle spalle della scrivania di Sidney, Amina, osservava Broots e Miss Parker discutere. Erano tornati tutti a mani vuote, com'era prevedibile e per alcuni auspicabile, ed ora stavano cercando di capire cosa era andato storto. Se avesse voluto Amina avrebbe potuto illuminarli, ma non ci teneva particolarmente. Si stacc� dal muro ed and� a sedersi sui gradini che portavano al centro della stanza attigua e, come era gi� successo innumerevoli volte, osserv� la sfera di plexiglass. Ripens� agli ultimi due giorni, a cominciare dalla sera in cui aveva cenato col suo cavaliere. Jarod l'aveva circondata di premure senza dare nell'occhio: la sera seguente quando Sidney fosse nuovamente stato seduto al tavolo non volevano che qualcuno gli parlasse di Jarod. Quando la cena era finita avevano ballato a lungo chiacchierando di mille inezie, come una coppia, come persone qualunque. Avevano continuato a parlare anche dopo essersi ritirati, fino a notte fonda, fino a restare senza
voce ma, a quel punto, le parole non erano pi� servite. Erano state sostituite dagli sguardi, dalle carezze, dai baci... Il giorno seguente, quando tutti gli altri turisti erano a prendere il sole o in piscina, avevano passeggiato sui ponti deserti, mano nella mano, decisi a godere di ogni istante di quell'insperata tregua che il mondo gli aveva concesso.
Nulla di questi pensieri trapelava dall'espressione del volto o degli occhi della ragazza apparentemente distaccata come sempre. Sospirando si volt� verso i contendenti per vedere Broots, nuovamente alla tastiera del computer, alla ricerca del bandolo di quell'ennesima matassa con Miss Parker che osservava lo schermo da sopra la sua spalla, rendendolo ancora pi� nervoso di quannto gi� non fosse. Sidney, nel frattempo, dava voce ad una serie di ipotesi non ultima quella che Jarod avesse giocato loro solo uno scherzo: fiducioso del fatto che avrebbero trovato l'appunto era partito verso la sua prossima meta mentre loro si imbarcavano per quell'inutile crociera. Amina nascose un sorriso alla parola inutile: per lei era stata tutt'altro.
Ma le parole di Sidney si rivelarono quasi profetiche, almeno all'apparenza, poich� Broots scopr� qualcosa che a Santo Domingo gli era sfuggito: dal molo sei del porto, alle quattro e mezza, era partito un piccolo pulmino da turismo diretto al monastero di Santa Chiara, sulle colline circostanti la citt�. Nella lista dei passeggeri figurava un certo J. Hunt. "St. C. molo 6 ore 4.30 pm.", Jarod li aveva giocati nuovamente.
Dieci settimane dopo.
Blu Cove, DELAWARE.
Ore 7.05 am.
Amina ferm� la macchina a lato della strada e scese respirando a pieni polmoni la fresca aria mattutina. Stette alcuni istanti ad osservare il cielo limpido poi si avvi� verso la casa davanti alla quale si era fermata e buss� alla porta. Sidney apr� dopo pochi minuti, ancora in vestaglia, e guard� sorpreso la sua mattiniera visitatrice.
- Amina! Cosa fai qui? Di sabato poi.-
- Syd, ho bisogno che tu venga con me. E' una cosa importante, ti prego vestiti e seguimi.-
- E' successo qualcosa?- chiese facendola entrare.
- No, ma � importante, per me, che tu venga.-
Sidney non pose altre domande e si allontan� per tornare in pochi minuti vestito e pronto a muoversi. Stava per prendere il cellulare ma Amina lo preg� di non farlo e gli chiese di lasciare a casa tutto ci� che poteva contenere una trasmittente, orologio compreso. Lui era molto sorpreso ed incuriosito da quel comportamento insolito, ma fece ci� che la ragazza gli chiedeva ed uscirono. Si diressero verso la macchina e lui not� che non era quella di Amina ma una monovolume anonima presa a noleggio. Sal� accanto ad Amina sempre pi� sconcertato ma deciso a capire cosa accadeva. Viaggiarono in silenzio per una mezz'ora fino a raggiungere un piccolo aeroclub dove salirono su un cesna ad ala alta e decollarono.
- Ora posso sapere cosa sta succedendo?- ruppe il silenzio Syd.
- So che sei un po' confuso e ti ringrazio per avermi seguito alla cieca, ma devo chiederti di avere ancora un po' di pazienza. Tra circa un'ora saremo nuovamente a terra e, di li a poco, ti spiegher� tutto.-
- Immagino che dovr� aspettare, allora...-
Trascorsero il resto del viaggio parlando del pi� e del meno, finch� atterrarono in una piccola pista polverosa nel bel mezzo di nulla. Ai margini della pista c'era un'auto, vi si diressero e salirono. Le chiavi erano inserite nel quadro, Amina mise in moto e ripartirono. Sidney si guardava intorno cercando di orientarsi senza, per�, riuscirvi. Dopo poco pi� di un quarto d'ora di viaggio in mezzo ai boschi vide aprirsi davanti a loro una piccola valle, nel mezzo della quale stavano un gruppo di Tipee. Amina posteggi� poco prima di raggiungere il villaggio e scese facendo segno a Sidney di fare lo stesso. Sempre pi� perplesso, l'uomo, la segu� fino alle prime tende poi lei lo preg� di attendere un momento e si allontan�.
- Ciao, Syd, sono contento di vederti.- disse una voce alle sue spalle.
Sidney si volt� sorpreso trovandosi faccia a faccia con il ragazzo che aveva cresciuto.
- Jarod! Cosa fai qui? Devi allontanarti subito: non sono solo, Amina � con me.-
- Lo so, non ti preoccupare.-
- Stai bene.- constat� l'uomo pi� anziano.
- Anche tu. Come va il lavoro?-
- Come al solito. L'unica cosa che al Centro non manca � la monotonia degli eventi...-
- Ricordo.-
Sidney si guard� nuovamente intorno preoccupato.
- E' meglio che tu vada, Amina sar� di ritorno tra poco. Non voglio che ti catturi.-
- Di questo non devi preoccuparti.- disse lei avvicinandosi e mettendosi accanto a Jarod.
Sidney la guard� stupito: si era cambiata d'abito ed ora indossava un completo di pelle scamosciata avorio consistente in un corpetto corto con maniche sfrangiate ed una gonna asimmetrica da cui ne spuntava un'altra pi� lunga fatta esclusivamente di frange che le arrivava fino ai piedi coperti da morbidi mocassini anch'essi di pelle. Sempre pi� stupito not� che Jarod le aveva passato un braccio dietro la schiena e la sua mano posava sul fianco sinistro di lei.
- Avremmo voluto dirtelo prima,- prosegu� la ragazza - ma la prudenza ce lo ha impedito.-
- Il motivo per cui sei qui,- continu� Jarod - � che vorremmo che tu fossi il nostro testimone di nozze.-
- Nozze?- chiese sbalordito Sidney.
- S�, tempo fa ho aiutato questa trib� ed il capo ha acconsentito a celebrare il nostro matrimonio. Vedi, nessuno di noi due sa quale sia il proprio cognome e questa cerimonia � l'unica che non li richiede. Per i Pellerossa � il nome proprio che conta, quello che racchiude l'essenza della persona. A nessuno dei due andava di sposarsi sotto falso nome.- concluse.
Sidney non sapeva che dire, continuava a spostare lo sguardo dall'uno all'altra cercando di assimilare ci� che aveva sentito. Comprese, da come si guardavano, la profondit� dei loro sentimenti e si chiese quando e come fossero nati e cresciuti. Alla fine non trovando una risposta decise di chiederla a loro.
- Stiamo insieme da circa sette mesi.- gli rivel� Jarod.
- Sette mesi! Ma come � possibile?- guard� la ragazza - Nessuno si � mai accorto di nulla.-
- Lo spero bene altrimenti a quest'ora mi troverei rinchiusa nell'ala Rinnovamento, nella migliore delle ipotesi.- sorrise - Sono una brava attrice, vero?-
- Eccezzionale.- comment� Sidney, mentre un largo sorriso gli distendeva i tratti.
Visto che mancava ancora un po' di tempo prima della cerimonia gli raccontarono per filo e per segno la loro storia a partire da Roanoke fino a quel momento, compreso l'episodio della crociera. Omisero solo il fatto che era stata Amina a permettere a Jarod di scappare nuovamente dal Centro e che avevano un appartamento a Dover.
Venne il momento della cerimonia. Fu una giovane donna ad avvertirli che tutto era pronto cos� si avviarono al centro del villaggio dove gli appartenenti alla trib�, con indosso gli abiti tradizionali da cerimonia, li attendevano riuniti. Quando giunsero Sidney fu fatto accomodare subito fuori dal cerchio degli anziani, i due sposi al centro, accanto al fal� cerimoniale, stavano di fronte al capo il quale diede il segnale a coloro che si trovavano presso i tamburi dando il via alla musica. Fu lo sciamano il primo ad invocare la benevolenza e la benedizione degli spiriti sugli sposi attraverso un canto antico dalle sonorit� quasi ipnotiche. Quando questo primo canto fin� gli sposi furono avvolti nella medesima coperta e guidati nella danza rituale dalla voce del capo trib� che inton� il canto che era augurio di felicit� e prosperit�: il canto dell'unione. Jarod ed Amina, uniti sotto la coperta, danzarono intorno al fuoco mentre lo sciamano spargeva su di loro fumi benedicenti. Quando
il canto fin� il capo trib� si avvicin� per imporre la propria benedizione e mischi� il loro sangue a simboleggiare l'unione delle loro vite a delle loro anime. Finito che ebbe i due novelli sposi furono liberati dalla coperta e presentati alla trib� come componenti di un solo corpo ed una sola anima: erano sposati. Sidney si avvicin� e li abbracci� entrambi visibilmente commosso. Si sentiva privilegiato, amava quel giovane uomo come un figlio ed era molto affezionato anche alla ragazza che gli stava accanto, si sentiva felice e fiero che avessero voluto condividere quel momento cos� speciale con lui.
I festeggiamenti proseguirono fino a pomeriggio inoltrato quando un giovane indiano si avvicin� a Sidney insieme ad Amina.
- Questo e John Alce Nero.- disse la ragazza - E' un ottimo pilota, ti riaccompagner� a Blu Cove. Ci rivedremo luned� in ufficio.-
- Intendi tornare al Centro?- chiese Sidney alquanto stupito.
- Certo! Per proteggere coloro che amo � necessario. Jarod ormai lo ha accettato. Un giorno me ne andr� ma non � ancora giunto il momento.-
- Se ne sei convinta allora d'accordo.- l'abbracci� ancora una volta - A luned�.-
Allontanandosi si ferm� accanto a Jarod, salutandolo gli pose una mano sulla spalla con orgoglio misto ad affetto. Gli raccomand� la giovane moglie e sorrise pronunciando quelle parole poich� mai, neppure nelle sue pi� rosee previsione, era riuscito ad immaginare che Jarod potesse trovare quel conforto, ed era felice di aver avuto torto. Part� lasciando i novelli sposi all'intimit� del loro tipee, il cuore leggero come una piuma per la soddisfazione.
Due mesi dopo.
St. John Higt School, Washington D.C.
Ore 3.10 pm.
Appoggiato allo schienale di una panca di pietra, Jarod aspettava l'arrivo di Erik. Le lezioni erano finite da pochi minuti e sapeva che l'avrebbe raggiunto di li a poco. Sebbene lo nascondesse era preoccupato: Amina gli aveva telefonato nel cuore della notte per avvertirlo che, il giorno seguente, per ordine della torre sarebbe iniziata la caccia al ragazzo, che fino ad allora era sfuggito alle loro ricerche, partendo da tutte le scuole provviste di pensionato. Sapevano entrambi che le scuole delle grandi citt�, frequentate da un gran numero di ragazzi, e che quindi potevano nasconderne uno in particolare nel mucchio, sarebbero state setacciate per prime. Jarod aveva preso il primo aereo per andare a portar via suo fratello: per niente al mondo avrebbe permesso che gli accadesse qualcosa. Aveva appuntamento con la ragazza alla baita il sabato successivo, li avrebbero deciso come muoversi.
Le sue riflessioni furono interrotte dall'arrivo del ragazzo, si era alzato ulteriormente nelle ultime tre settimane, sapeva che sarebbe diventato alto come lui entro i prossimi quattro anni ma, questo, non gli imped� di stupirsi. Guard� in quegli occhi che erano i suoi e sorrise.
- Ciao Erik, come va lo studio.-
Il pi� giovane guard� il fratello sollevando un sopracciglio con quell'espressione tanto comune ad entrambi, a met� tra il divertimento e l'esasperazione.
- Hai fatto quattro ore di aereo per venirmi a chiedere come va la scuola?- chiese.
- Pi� o meno. Quanto ti ci vuole a preparare le tue cose?- chiese Jarod tornando serio.
- Il tempo di andarle a prendere: tengo sempre il borsone pronto. Non si sa mai.-
- Sei previdente.-
- Ho avuto un buon maestro.- concluse il ragazzo voltandosi per correre nella sua camera.
Jarod lo osserv� allontanarsi. Avrebbe compiuto diciassette anni entro poco tempo, cinque settimane stando alle date sui documenti riservati che aveva trovato Amina. Sapendo finalmente la data di nascita lui e la moglie avevano deciso di organizzargli una festa di compleanno a sorpresa. E Jarod era convinto che il regalo pi� bello che il fratello avrebbe ricevuto quel giorno sarebbe stato la consapevolezza della propria data di nascita.
Erik fu di ritorno in pochi minuti con un borsone a tracolla. Si avviarono alla macchina e, depositato il borsone nel porta bagagli, partirono verso l'aereoporto. Jarod aveva raccontato al preside che c'era stata un'emergenza in famiglia e che il ragazzo doveva tornare a casa per alcuni giorni, il preside non aveva sollevato obiezioni non sospettando nulla. In aereo i due chiacchierarono un po', Erik volle sapere di Amina, sapeva da tempo che lei ed il fratello stavano insieme e che si erano sposati. Si era rammaricato di non poter assistere al matrimonio ma proprio quel giorno aveva dovuto sostenere un esame e, comunque, sia Jarod che Amina avevano ritenuto troppo rischioso per lui lasciare la scuola. Con tutti gli agenti del Centro in giro qualcuno avrebbe anche potuto vederlo e, se correre quel rischio non fosse stato il minore dei mali, non lo avrebbero fatto uscire dalla scuola neppure in quel momento.
Quando finalmente atterrarono raggiunsero la macchina e si diressero verso le montagne. Ad Erik la baita in mezzo ai boschi piaceva molto. Forse perch� era stato il primo posto che aveva visto dopo aver lasciato il Centro, forse perch� era stato il primo posto dove si era sentito libero ed al sicuro. Non aveva importanza, in fondo, era solo contento di tornarvi. Una volta arrivati scesero dalla macchina, Jarod osserv� il fratello respirare l'aria profumata a pieni polmoni e sorrise. Prese il borsone ed entr� in casa lasciando il ragazzo libero di guardarsi in giro a piacimento. Sapeva che la scuola non gli piaceva molto poich�, essendovi rinchiuso, gli ricordava tristemente sia Donoterase che il Centro e, come era stato per lui, ogni volta che si trovava all'aperto era restio ad abbandonare gli ampi spazi che aveva intorno. Poggiato il bagaglio per terra accanto alla porta prese il telefono satellitare e compose un numero.
- Amina.- rispose una voce nota.
- Ciao, ragazzina.-
- Ciao. A cosa devo la chiamata?- chiese lei con voce distaccata.
Jarod odiava quel tono ma sapeva che faceva parte del ruolo di cacciatrice cos� represse un sospiro stizzito.
- Nulla, mi stavo annoiando ed ho pensato di sentire come andava da quelle parti.-
- Va a meraviglia, come sempre. Dove sei?-
- Spiritosa.- rispose lui continuando la finzione a beneficio degli eventuali ascoltatori indesiderati.
- Ho sempre avuto un gran senso dell'umorismo.-
- Gi�, piacevole quasi quanto quello di Miss Parker. Ma questa volta voglio risponderti. Sto per fare una gita al lago, perch� non vieni anche tu?-
- Volentieri, se solo fossi un pochino pi� preciso nelle indicazioni sar� lietissima di raggiungerti.-
- Non ti sembra di volere un po' troppo? In fondo ti pagano per trovarmi, non posso fare tutto io.- disse chiudendo la comunicazione.
Ora Amina sapeva che lui ed Erik erano alla baita e non si sarebbe preoccupata ulteriormente: c'era un piccolo lago a circa un'ora di cammino dalla casa e, negli ultimi mesi, vi si erano recati spesso.
Come chiamato dai suoi pensieri il ragazzo entr� in quel momento e disse che avrebbe disfato i bagagli, Jarod fu d'accordo e rispose che, nel frattempo, avrebbe preparato qualcosa per la cena quindi, mante il fratello saliva di sopra, si diresse alla cucina.
Tre giorni dopo.
Baita di Jarod.
Ore 5.15 am.
Amina spense il motore della macchina e si lasci� andare contro il sedile sospirando. Aveva guidato tutta la notte, cambiando auto tre volte, per giungere alla baita il pi� presto possibile ma non aveva fatto i conti con la stanchezza accumulatasi in trenta ore di veglia. Senza fare rumore scese dalla macchina, entr� in casa e sal� al primo piano entrando nella camera matrimoniale. Suo marito dormiva pacificamente e lei si ferm� un istante a guardarlo con un sorriso: sembrava un bambino indifeso e, in un certo senso, lo era. Si spogli� in silenzio e si infil� sotto le coperte addormentandosi quasi all'istante. Jarod si svegli� tre ore dopo e fu lieto ed, allo stesso tempo, turbato di trovare la moglie raggomitolata al suo fianco: felice che fosse a casa e turbato dal fatto che non aveva sentito ne la macchina ne lei. A quanto pareva la sicurezza che gli ispirava quel posto gli consentiva di dormire profondamente ma non era certo che fosse una buona cosa avendo il fiato dei suoi ins
eguitori sul collo. Attento a non svegliarla si alz� e scese di sotto, trov� Erik in cucina intento a preparare la colazione.
- Amina dorme ancora?- gli chiese.
- S�. Come sai che � di sopra?-
- L'ho sentita arrivare, erano da poco passate le cinque. Non ti sei accorto di nulla?- chiese con un mezzo sorriso.
Jarod scosse la testa apparecchiando la tavola, ed il ragazzo sollev� gli occhi al cielo con un sospiro esagerato.
- Stai perdendo colpi, fratello.- comment� - Forse � la vecchiaia che si fa sentire...- concluse con una risatina.
Jarod gli tir� il tovagliolo che aveva in mano fingendo un cipiglio minaccioso.
- Attento a come parli, ragazzino, hai ancora parecchio da imparare da questo vecchio.-
- Ok, d'accordo, non ti scaldare.- rispose Erik alzando le mani in gesto di resa.
Il loro scherzoso alterco fu interrotto dallo squillo di un cellulare. Si guardarono stupiti un attimo prima di comprendere che era quello di Amina, Jarod si slanci� su per le scale sperando di riuscire a zittirlo prima che svegliasse sua moglie ma si ferm� sulla porta della camera vedendola prendere l'oggetto strillante.
- Cosa diavolo c'�.- esclam� nell'apparecchio - Sono in vacanza, Broots! Hai familiarit� col significato di questa parola?- ascolt� un momento - E dove sarebbe?- altra pausa - Magnifico, dicono che la Florida sia molto bella di questa stagione: divertitevi!- disse.
Chiuse la comunicazione e spense il telefono prima che l'interlocutore potesse aggiungere altro. Alz� gli occhi e vide avvicinarsi Jarod il quale si sedette sulla sponda del letto sollevando interrogativamente un sopracciglio.
- Ti hanno trovato.- rispose alla muta domanda.
- Dove?-
- Miami.- disse lei laconica.
- Per�, sono svegli. Ero li quando mi hai avvisato di andare a prendere Erik.-
- Una cosa � certa: al momento li non ti troveranno.- concluse lei alzandosi.
- Perch� non dormi ancora un po'? E' ancora presto.-
- Che ore sono?-
- Le otto e mezza.-
Amina si avvolse nella vestaglia e scosse la testa: non aveva voglia di tornare a dormire. Jarod le si avvicin� e la baci� dolcemente quindi, mano nella mano, scesero raggiungendo Erik in cucina per la colazione. Seduti al tavolo chiacchierarono piacevolmente di svariati argomenti, ridendo e scherzando come gente comune, come una famiglia, ed era questo che loro tre si sentivano. Jarod si trov� come al solito in minoranza durante la discussione poich� Amina ed Erik amavano fare comunella per stuzzicarlo. Era stato sorpreso dallo scoprire che i due si erano conosciuti quando Erik era ancora un bambino di sei o sette anni. Amina, essendo il braccio destro di Matunmbo, era a conoscenza di Gemini, anche se non aveva idea di ci� che realmente Erik era. Aveva sempre pensato che fosse uno dei tanti bambini che il Centro aveva selezionato nel corso degli anni per farne un simulatore, sapeva che aveva un grande potenziale ma non aveva idea che si trattasse del "gemello genetico" di Jarod. Qu
ando lo aveva scoperto ne era stata scioccata e aveva dovuto far ricorso a tutto il suo autocontrollo per non fare qualcosa di inconsulto ed irreparabile. Solo il pensiero che i tempi per la distruzione del Centro non erano ancora maturi l'avevano trattenuta ma, quel giorno, aveva giurato di fare tutto quanto era in suo potere perch� cose del genere non accadessero mai pi�. Aveva voluto molto bene a quel bambino a cui si era affezionata come ad un fratello minore e, quando Jarod l'aveva liberato dalla prigionia, si era sentita felice come non le era mai, fino ad allora, capitato. Ritrovarlo dopo aver intrecciato la relazione col marito era stata una grande gioia che aveva ulteriormente allietato quel rapporto. Ora, dopo tante sofferenze, tutti e tre avevano qualcuno da amare, avevano una famiglia, la cosa che avevano pi� desiderato nella loro solitaria infanzia.
Trascorsero due giorni sereni e spensierati facendo lunghe passeggiate per i boschi, pescando nel piccolo lago vicino alla baita e giocando come tre bambini. Per Amina furono due giorni perfetti, per Jarod furono due giorni felici.
Decisero che Erik sarebbe rimasto con Jarod, almeno per un po', e lui si era dimostrato entusiasta all'idea di poter sfruttare le sue grandi potenzialit� per aiutare gli altri come faceva da anni il fratello maggiore, senza contare che avrebbe potuto imparare molto di pi� al fianco di Jarod che in una scuola per quanto di ottimo livello: in fondo, Jarod, poteva insegnargli ad essere tutto ci� che voleva e poteva essere, e questo era ci� che lui voleva apprendere.
Cinque mesi dopo.
Boston, MASSACHUSETTS.
Ore 10.40 pm.
Jarod camminava di buon passo per una delle stradine del porto avvolto nella bruma notturna che sfocava i contorni degli edifici che lo circondavano. Era deciso a raggiungere il suo attuale rifugio per cambiarsi prima di dirigersi alla casa che aveva affittato in citt� dove, pi� tardi, si sarebbe incontrato con Amina. Sorrise chiedendosi quale scusa avrebbe inventato questa volta per scappare dal Centro, diventava sempre pi� difficile trovarne delle nuove e, per questo motivo, due settimane prima lei gli aveva chiesto di organizzare la sua scomparsa ufficiale, qualcosa di eclatante, mortale e che non lasciasse molte speranze di ritrovare il corpo. Lui era felice che si fosse decisa a lasciare il suo lavoro: non si era mai sentito tranquillo a saperla la dentro, a spingerla verso quella decisione era stato anche il fatto che avevano trovato una sistemazione sicura per Erik. Dopo quattro mesi al seguito del fratello, infatti, il ragazzo aveva deciso di sfruttare le sue capacit� di mim
etismo per confondersi nel mondo senza nascondersi. Per maggiore sicurezza Amina lo aveva convinto a trasferirsi in uno dei pochi paesi dove il Centro non aveva una base fissa e, di conseguenza, uno stretto controllo: l'Australia. Da tre settimane abitava a Sydney, aveva un appartamentino, frequentava la scuola ed aveva trovato un lavoro part-time in una piccola azienda di programmazione computer. Nonostante avesse solo diciassette anni era molto indipendente e, in ogni caso, sapeva di poter contare sull'aiuto del fratello.
Jarod si riscosse dai suoi pensieri accorgendosi di essere quasi al rifugio ma, rendendosi conto dell'innaturale silenzio che regnava nel vicolo, si ferm�. C'era decisamente qualcosa che non andava e la stretta che provava allo stomaco era una conferma, silenziosamente si accost� al muro e sbirci� oltre l'angolo dove si trovava la porta che avrebbe dovuto varcare: il suo sesto senso non lo aveva ingannato. Semi nascosti dalla nebbia, due uomini alti e vestiti di scuro, attendevano presso la porta l'arrivo della preda. Prima che potessero vederlo si ritrasse e ritorn� sui suoi passi, sapeva di non aver lasciato nulla di importante o compromettente nel rifugio e, quindi, non valeva la pena arrischiarsi a restare.
Una figura indistinta si stacc� dal muro qualche passo avanti a lui che si ferm� con tutti i sensi all'erta, pronto a reagire.
- Ciao, Jarod, nuovamente faccia a faccia.- disse Miss Parker.
Un rumore di passi alle sue spalle lo fece voltare e vide sopraggiungere Lyle ed Amina, mentre Broots e Sidney si tenevano pi� indietro. Deciso a non cedere senza lottare Jarod scatt� verso un piccolo vicolo alla sua destra e si mise a correre pi� veloce che poteva incalzato dai suoi inseguitori.
- Jarod fermati! Non hai vie di scampo.- gli grid� dietro Miss Parker.
Lui non le diede retta, ormai conosceva quel porto come le sue tasche e sapeva che, con un po' di fortuna, sarebbe potuto scomparire. Continu� a correre facendo alcune deviazioni fino a sbucare in uno spiazzo affacciato sul mare, si blocco trovandosi davanti Lyle con la pistola spianata. Come diavolo aveva fatto a precederlo?
- Sorpreso?- gli chiese l'altro ironico - Sai, non sei l'unico ad aver fatto un po' di tutto nella vita: anch'io conosco piuttosto bene questo porto.- concluse.
Mentre lui parlava, Jarod, si era mosso circolarmente fino a trovarsi col mare alle spalle: alla peggio sarebbe potuto scappare a nuoto. Lyle intu� i suoi pensieri ed agit� lievemente la canna della pistola in segno negativo.
- Non credo di potertelo permettere.- disse.
- Non mi riporterai al Centro.-
- Chi ha detto che voglio riportartici?- chiese Lyle con uno sguardo alterato - Sai mi hai procurato un sacco di fastidi. Per colpa tua ho fatto la figura dell'idiota diverse volte e sono stato privato del mio incarico. Mi hanno assegnato come "aiutante" a mia sorella! Te lo immagini niente di pi� umiliante? No, Jarod, non ho alcuna intenzione di riportarti al Centro. Non vivo, per lo meno.- concluse con tono quasi amabile.
Jarod aveva intuito il pericolo in cui si trovava: Lyle era instabile, al limite della follia, ed ora si trovava davanti quello che riteneva essere la causa di tutti i suoi guai. Ed aveva una pistola. Jarod cominci� ad arretrare e, a questa sua mossa, Lyle sorrise.
- Spiacente, " amico", non te lo posso permettere.- si interruppe sorridendo - E, questa volta, non c'� il tuo fratellino a salvarti.- concluse alzando la pistola.
Mir� al cuore di Jarod ed esplose il proiettile, che colp� Amina in pieno petto. La ragazza era sopragiunta in tempo per capire cosa stava succedendo e si era precipitata in avanti per fermare Lyle, si era parata davanti al marito, frapponendosi tra lui e la pistola, proprio nel momento in cui il pi� folle dei Parker aveva premuto il grilletto. Jarod si slanci� in avanti per sostenerla nel momento in cui un secondo sparo echeggiava tra le costruzioni. Miss Parker, arrivata subito dopo la ragazza, aveva visto il fratello fare fuoco e colpirla cos�, senza esitazioni aveva sollevato la sua arma e gli aveva sparato colpendolo al cuore. Non contenta si avvicin� al corpo steso a terra e piant� un proiettile in mezzo agli occhi dell'uomo ormai morto.
- Prova a tornare adesso.- mormor� con odio rivolta al cadavere.
Ripose l'arma voltandosi e la scena che le si par� dinanzi la pietrific�: Jarod, inginocchiato per terra, sosteneva le spalle e la testa di Amina sul cui petto andava allargandosi una macchia irregolare di sangue, una rosa scarlatta e mortale.
- Tieni duro, ragazzina.- stava dicendo lui - Ti porto in ospedale, guarirai presto.-
- Jarod...- mormor� lei alzando gli occhi per incontrare quelli del marito.
- Ssht, piccola, non sforzarti a parlare.-
- Non ha... pi� importanza.- disse lei con sforzo.
Miss Parker si avvicin� e si inginocchi� dall'altra parte della ragazza che, in quell'ultimo anno, era diventata la sua migliore amica.
- Amina...- sussurr�.
La ragazza volse lentamente il capo fino a guardarla e Miss Parker le strinse piano una mano.
- Maryanne... Ho un favore... da chiederti.-
Miss Parker spalanc� gli occhi ma, la gola stretta da un nodo, si limit� ad annuire.
- Abbi cura... di Jarod. Avr�... avr� bisogno di qualcuno... accanto. Promettimi... che...- si interruppe.
- Te lo prometto.- disse Miss Parker, le lacrime che scendevano lungo le guance.
Amina riport� la sua attenzione sull'uomo che amava e sorrise lievemente in un inutile tentativo di alleviarne il dolore.
- Jarod...- disse - Ti affido Ma...maryanne... Aiutala ad arrivare... alla verit�. Se... lo merita.-
Incapace di parlare lui la fiss� rispondendole con lo sguardo. Lei sollev� una mano e la pos� sulla sua guancia in un gesto tanto struggente quanto semplice continuando a guardarlo dritto negli occhi, come se quell'unico legame fosse in grado di trattenere la vita che stava velocemente abbandonando il suo esile corpo. Lacrime di commozione le inondarono gli occhi scuri annebbiando ulteriormente il suo sguardo finch� traboccarono dalle ciglia.
- Ti amo...- disse con voce flebile.
- E io amo te. Pi� di quanto le parole possano dire.- rispose lui - Non andartene, ti prego. Non mi lasciare.- supplic� sull'orlo della disperazione.
- Ba... Baciami...- chiese lei.
Jarod si chin� sulle sue labbra e le copr� con le proprie in un dolcissimo bacio. La mano di Amina scivol� a terra, lasciando sul volto di Jarod quattro strisce di sangue, nel momento in cui la vita la abbandonava definitivamente. Jarod si accorse di quello che stava accadendo e sollev� il volto a guardare quello della moglie ormai privo di colore.
- Selene.- la chiam� piano - Selene!- ripet� a voce pi� alta scuotendola dolcemente.
Miss Parker si port� una mano alla bocca soffocando i singhiozzi mentre Jarod strinse a se il corpo esanime della ragazza. Sidney arriv� in quel momento seguito da Broots e, nel vedere la scena, comprese ci� che era accaduto.
- Troppo tardi.- mormor�.
Intanto Jarod aveva cominciato a piangere, la fronte contro quella di Amina, finch� il dolore non gli esplose nel petto facendogli alzare il volto verso il cielo.
- Dio!- grid� con rabbia disperata - Devono morire tutti coloro che amo?-
Si accasci� esausto e singhiozzante e non si accorse che Syd gli si era inginocchiato accanto e gli aveva appoggiato una mano sulla apalla in un futile tentativo di consolarlo. Miss Parke era conscia di non comprendere fino in fondo ci� che era accaduto ma ci� che aveva legato, e che ancora legava, la sua migliore amica a Jarod gli era palesemente chiaro. Sentiva dentro di se il dolore dell'uomo che era stato il suo compagno d'infanzia e, lasciando cadere definitivamente la maschera della fredda professionista, gli pass� una mano consolatrice tra i capelli come aveva fatto quando erano bambini, tanto tempo addietro.
Fu Sidney il primo a risquotersi e guardandosi intorno comprese che quel luogo non era sicuro e che , presto, gli spazzini del Centro sarebbero arrivati.
- Jarod.- chiam� con urgenza - Devi andartene.-
Il giovane si limit� a scuotere la testa.
- S�, invece. Gli uomini del Centro saranno qui tra poco. Devi andar via.- insist�.
- No, non la lascio.-
- Non puoi pi� fare nulla. Ti prego.- cerc� di farlo ragionare.
- No...- mormor�.
- Sei un maledetto stupido!- esclam� con rabbia Miss Parker.
Era stupita lei stessa dalla sua reazione ma era anche decisa a mantenere la promessa che aveva fatto ad Amina. Jarod e Sidney la guardarono sconcertati e lei si rivolse al primo.
- Amina � morta per impedire che ti facessero del male, per impedire che ti catturassero e adesso tu vuoi lasciare che ti prendano senza lottare? Il suo sacrificio � dunque stato vano! La sua vita significava cos� poco per te che puoi buttare via ci� che ha fatto? Non credevo che tu fossi una persona simile!-
Jarod, dopo quello sfogo rabbioso, parve scuotersi dal proprio torpore. Abbass� un'ultima volta lo sguardo sulla moglie e, adagiato con tenerezza il suo corpo per terra, si alz� barcollando prontamente sorretto da Sidney.
- Non ti preoccupare,- disse quest'ultimo - ci occuperemo noi di lei. Verr� trattata con tutte le cure.-
Jarod annu� lievemente e dopo un attimo di esitazione si volt� allontanandosi, le spalle curve quasi che sostenessero il peso di tutto il dolore del mondo. E, forse, era cos�.
Scomparve in un vicolo buio, inghiottito dalla nebbia fumosa che permeava il porto, pochi istanti prima che gli spazzini raggiungessero il luogo della tragedia.
Quattro giorni dopo.
Cimitero di Blu Cove. DELAWARE.
Ore 4.30 pm.
Una piccola folla elegantemente vestita circondava il feretro di colei che era stata una di loro, pur senza esserlo davvero. Il parroco della piccola chiesa del cimitero stava impartendo l'ultima benedizione alle spoglie mortali di Amina sotto gli sguardi pi� o meno distaccati delle persone che lo circondavano. Tre volti soltanto esprimevano dei sentimanti. Miss Parker osservava la scena senza vederla, la mente persa nei ricordi degli ultimi giorni.
Quando gli spazzini erano arrivati lei aveva ordinato che i due corpi fossero portati immediatamente a Blu Cove intimandogli di trattare con ogni riguardo quello della ragazza. Una volta al Centro lei, Sidney e Broots, che avevano concordato una versione dei fatti, raccontarono che Amina aveva fermato Jarod ma Lyle, sopragiunto dopo, vedendo sfumata la possibilit� di riottenere prestigio riportando il simulatore al Centro aveva alzato la pistola facendo fuoco sulla ragazza e che, Miss Parker, arrivata in quel momento gli aveva sparato a sua volta per reazione e per impedirgli di nuocere a qualcun altro. Dissero che nel caos seguito a questi avvenimenti Jarod era riuscito a fuggire e, purtroppo, Amina non era sopravvissuta alla ferita. Il signor Parker era rimasto sconvolto nell'apprendere che il figlio aveva sparato ad un suo superiore mentre Matumbo, seppure seccato per la perdita della sua pi� preziosa collaboratrice, aveva lodato Miss Parker per la tempestivit� con cui aveva pun
ito il reo risparmiando loro la noia di eliminarlo.
Il corpo di Lyle era stato cremato, Miss Parker aveva voluto assistere, la bara scoperta, all'interno della quale si poteva vedere il corpo dell'uomo, era entrata nel forno e ne era uscito solo un mucchietto di cenere che era stata dispersa senza cerimonie.
Ed ora, in quel pomeriggio nuvoloso, si stavano celebrando le esequie di Amina. Erano presenti tutti gli alti ranghi del Centro a partire da Matumbo. Sidney, accanto a lei, era visibilmente commosso, la sera prima era andato a trovarla a casa accompagnato da Broots e aveva raccontato ad entrambi la verit� sul rapporto che aveva legato Jarod e la ragazza. Miss Parker faceva ancora fatica a credere di non essersi mai accorta di nulla eppure, stando alle parole di Sidney, quei due erano stati insieme per un anno e, da circa sei mesi, si erano sposati. Ripens� a quello che era successo al porto di Boston e risent� le parole che i due si erano scambiati prima che Amina spirasse. S�, si erano amati, e molto, quelle poche frasi le avevano rivelato quanto profondo era stato quel sentimento. La sua mente corse inevitabilmente a Thomas, il suo Tommy, ed un'eco del dolore che aveva provato, e che ancora provava, le percorse l'anima. Poteva ben capire ci� che Jarod stava passando e le tornarono
in mente le parole che lui le aveva detto all'epoca: "Non smettere mai di cercare quei pezzi mancanti.". E lei non aveva mai smesso, ancora oggi, a tre anni e mezzo di distanza, era alla ricerca di quei pezzi mancanti, di quelle tracce che l'avrebbero portata alla verit�.
Immersa in questi pensieri non not�, come d'altronde nessun altro, una figura nerovestita che, all'ombra di una frondosa quercia, assisteva in disparte al funerale. Jarod sentiva un dolore sordo e terribile in fondo all'anima, il cuore gli provocava una fitta ad ogni battito e lui non sapeva come alleviarla. Teneva gli occhi fissi sulla cassa di pino dentro la quale riposava il corpo di sua moglie cercando di farsene una ragione. L'idea che lei non ci fosse pi�, che non avrebbe pi� sentito la sua voce, guardato i suoi occhi, baciato le sue labbra lo stava facendo impazzire rendendogli faticoso ogni respiro e doloroso ogni pensiero. Il nome di lei gli rimbombava nella mente come un appiglio a cui ancorare la ragione, per non perdere il senno, per non lasciarsi andare, per non disonorarne la memoria dando sfogo alla furia che gli ribolliva nel petto alla vista di quegli ipocriti che assistevano al funerale senza averne alcun diritto...
Gli torn� alla mente il fratello. Erik aveva chiamato a casa loro a Boston tre ore dopo la morte di Amina, aveva chiamato per salutarli, perch� sapeva che ci sarebbe stata anche lei. Jarod non era quasi riuscito a parlare, non sapeva trovare le parole per dirgli ci� che era successo. Ma non era stato necessario, Erik aveva capito, gli era bastato sentire la voce del fratello per capire. Era scoppiato a piangere e Jarod era rimasto ad ascoltarne i singhiozzi senza riuscire a dirgli nulla per confortarlo perch� neppure lui trovava conforto. Erik avrebbe voluto prendere il primo aereo e raggiungerlo ma Jarod gli aveva chiesto di non farlo: sarebbe stato troppo doloroso trovarsi insieme senza di lei. Ed era anche pericoloso, Selene aveva desiderato pi� di ogni altra cosa che loro due fossero al sicuro, era loro compito ora esaudirla. Erik aveva capito...
Quando il parroco fin� la benedizione la piccola folla si disperse allontanandosi dal cimitero, rimasero solo quattro persone: i tre colleghi ed amici di Amina e la figura solitaria sotto l'albero. Miss Parker si avvicin� al feretro e vi pos� sopra un giglio notando, solo in quel momento, una composizione floreale che si differenziava dalle altre per i fiori che la componevano: un cesto di rose bianche al centro delle quali spiccava un gruppo di profumate fresie. Non erano certo i fiori che si potevano comunemente vedere ad un funerale e, guidata da un presentimento, si avvicin� e prese il biglietto che li accompagnava leggendolo a voce alta a beneficio di Sidney e Broots: " Io l'amavo, l'affetto di quarantamila fratelli non potrebbe eguagliare il mio amore...". La grafia era di Jarod.
Alz� lo sguardo dallo scritto sollevando un sopracciglio interrogativamente. Broots era interdetto quanto lei ma Sidney si fece avanti e prese il biglietto osservandolo con un mesto sorriso.
- Amleto.- mormor�.
- Cosa vuol dire?- chiese Miss Parker.
- E' una delle scene pi� struggenti dell'Amleto in cui il protagonista piange la morte di Ofelia, la donna che amava. Amleto � disperato poich� con lei vengono sepolti anche il suo cuore ed i dolci sentimenti che era ancora in grado di provare, nonostante tutto.-
- Come Jarod...-
- Gi�. Temo che qualcosa si sia definitivamente spezzato dentro di lui. Gli sono stati portati via tutti coloro che amava in maniera brutale, prima il fratello ed ora la sposa.-
- E' quello che � successo anche a te, Miss Parker.- disse Broots, lei lo guard� - Prima tua madre e poi...-
- E poi Tommy.- concluse lei a voce bassa - Dobbiamo trovarlo: non � bene che resti solo, io almeno avevo voi accanto.- disse con pi� forza.
- Non lo troveremo, non se lui non vuole.- concluse Sidney.
I tre rimasero in silenzio qualche istante poi, riposto il biglietto sui fiori, si allontanarono.
Jarod li osserv� andare via e si lasci� scivolare a terra, seduto sul prato con la schiena appoggiata al tronco della quercia rimase li a tenere compagnia alla moglie fino al calare delle tenebre. Quella notte neppure una stella brill� nel cielo coperto.
Il giorno seguente, nel primo pomeriggio, Sidney, Broots e Miss Parker tornarono al cimitero per vedere la lapide che era stata deposta sulla tomba di Amina. Giunti davanti al tumulo si fermarono ammutoliti: una semplice lapide di chiaro marmo grigio riportava il nome, l'anno di nascita e quello di morte. Era poggiata su un basamento che si allungava verso destra a fare da piedistallo ad una statua di marmo bianco alta circa sessanta centimetri. La statua ritraeva un angelo con le lunghe ali ripiegate, il volto della statua era conosciuto a tutti loro ed era cesellato con una cura che palesava l'amore infinito che l'artista aveva nutrito verso la persona li raffigurata. Sul basamento a fianco della statua stava la firma dello scultore: Jarod, la scritta era molto piccola, bisognava cercarla per poterla leggere. Avvicinatasi per poter osservare tutti i particolari, Miss Parker, not� che il piccolo angelo teneva tra le mani una rosa anch'essa di marmo e che, sulle code della fusciacca
che stringeva l'abito della statua, erano incise quattro parole: Amica, Compagna, Moglie, Amante.
- E' ironico, non credete?- disse Broots - "L'angelo di ghiaccio" immortalato in un angelo di pietra...-
- Ha voluto porle accanto una testimonianza concreta del suo amore e, allo stesso tempo, ha reso immortale la sua bellezza, i tratti del suo viso.- concluse Sidney.
Rientrati al Centro si radunarono tutti e tre nell'ufficio di Sidney poich� nessuno di loro aveva voglia di stare solo. Syd si sedette alla scrivania e cominci� a scorrere la posta con gesto automatico ma, alla quinta lettera, si ferm� riconoscendo la scrittura. Pos� le altre buste ed apr� quella che aveva in mano, ne estrasse un foglio e lo scorse velocemente.
- No...- mormor� sconvolto.
- Cosa succede?- chiese Miss Parker allarmata.
- E' la fotocopia di alcuni risultati medici: Amina era incinta, di sei settimane.-
Miss Parker si port� una mano alla bocca scioccata mentre Broots prese il foglio che Sidney aveva lasciato cadere sul pino della scrivania.
- Guardate la data di consegna dei risultati.- disse - E' la stessa della sparatoria!-
- E' probabile che, quando quella sera � tornato a quella che era la loro casa, Jarod abbia trovato quella busta ad accoglierlo.- concluse Sidney.
- Cos�, quando Lyle ha sparato, non gli ha ucciso solo la moglie, ma l'intera famiglia!- mormor� con dolore Miss Parker.
- Mio Dio! Quanto pu� sopportare un uomo prima di impazzire?- si chiese a voce alta Broots.
Nessuno seppe rispondergli, ognuno perso nei propri pensieri. Syd smosse la busta che aveva contenuto quell'infausta notizia e si accorse che dentro c'era dell'altro, ne estrasse un biglietto vergato a mano dal simulatore.
- Oh, Jarod.- sussurr� dopo averlo letto.
Miss Parker allung� una mano e lo prese, lo lesse ed alz� lo sguardo al cielo per poi chiudere gli occhi nel tentativo di fermare le lacrime. Riabbass� il volto e li apr� tornando a fissare il cartoncino, e lo rilesse.
Poche parole. Un'unica frase:
"Tutto ci� che desideravo era amare, e un po' di serenit�".
(scritto da Sara)