Roswell.it - Fanfiction

NUOVE PROSPETTIVE


Riassunto: L�inatteso incontro con qualcuno legato alle origini di Max e la richiesta degli ambasciatori della Confederazione offrono altri indizi per la comprensione del piano di Nasedo, mentre l�approssimarsi della fine degli studi e la nascita dei gemelli rafforzano il desiderio di una vita normale.

Data di stesura: dal 26 novembre 2002 al 2 febbraio 2003.

Valutazione: adatto a tutti, o quasi...

Diritti: Tutti i diritti dei personaggi appartengono alla WB e alla UPN, e il racconto � di propriet� del sito Roswell.it.

La mia e-mailellis@roswellit.zzn.com


- Che c��? -
L�uomo sollev� le sopracciglia con fare interrogativo ed il suo compagno sbuff�.
- Sono cinque minuti buoni che mi stai fissando. Cosa c��? - chiese di nuovo.
Morgan si lasci� andare sospirando contro lo schienale della poltroncina. - Ripensavo al modo in cui hai messo fuori gioco quei contrabbandieri... -
Michael s�irrigid� impercettibilmente e rimase in silenzio, cercando di decifrare l�espressione sul bel volto virile del socio.
- Usi spesso i tuoi poteri quando lavori? -
Il giovane digit� alcuni comandi sulla tastiera del suo computer e il documento scomparve dal video. - S�. Evito di farmi vedere, naturalmente, ma li uso ogni volta che ne ho bisogno. Ho imparato diversi trucchetti molto utili, e non lasciano alcuna traccia - Sorrise con durezza. - Qualcosa in contrario? -
- No. No... - Morgan scosse piano la testa mentre con la mano tamburellava distratto sulla scrivania.
Michael incroci� le braccia sul petto, serio in volto. - Siamo diversi da voi, siamo degli ibridi, in parte umani e in parte alieni, con tutto quel che ne consegue. Lo sapevi quando mi hai chiesto di lavorare per te, e io non ho alcuna intenzione di rinunciare ai miei poteri solo perch� ti danno fastidio! -
- Non ti ho chiesto di farlo -
- Ce l�hai scritto in faccia -
Morgan si alz� bruscamente in piedi e and� verso l�ampia finestra accanto alla porta. Con la destra si prese il braccio ferito e lo tenne fermo contro il fianco.
- La riprova � che non hai voluto farti guarire da Max - Michael sollev� con indolenza le gambe sul tavolo. - Lo sai, vero, che anche i tuoi figli avranno poteri alieni? -
Per un attimo sembr� che non lo avesse sentito, poi Morgan si volse a guardarlo. - Che vuoi dire? - domand� rudemente.
Il giovane socchiuse gli occhi. - Sei un bastardo. Peccato che me ne sia accorto solo adesso... - Con un movimento fluido si alz� in piedi e and� verso la porta.
- Credo che tu mi abbia frainteso. - Con una smorfia Morgan fece qualche passo nella sua direzione. Usare i vostri poteri � pericoloso. Se veniste scoperti saremmo tutti quanti nei guai, e l�idea che anche dei bambini innocenti possano essere... torturati... solo perch�... -
Michael emise un profondo sospiro. - Scusami, hai ragione, non avevo capito. - S�infil� le mani in tasca. Isabel, Max ed io siamo cresciuti con la paura di finire su qualche tavolo operatorio. Isabel, soprattutto... Eravamo soli contro tutti, in un certo senso, perch� non c�era nessuno di cui potessimo fidarci, con cui potessimo parlare, ed � stata molto dura. Sotto questo aspetto Jason e Shiri sono pi� fortunati, perch� hanno accanto persone in grado di capirli e aiutarli. Ma non commettere l�errore di credere che, se non useranno i loro poteri, i tuoi figli saranno al sicuro... Nessuno di noi lo sar� mai -
A quelle parole l�uomo parve trasalire, poi gli volt� le spalle e torn� a sedersi dietro la scrivania. Nonostante la ferita le sue mani sembrarono volare sulla tastiera.
- Che diavolo stai facendo? - chiese perplesso Michael avvicinandosi al monitor.
Morgan continu� a premere tasti a tutta velocit�. - Non lo riconosci? - borbott� senza staccare lo sguardo dalle stringhe di dati che stava immettendo.
- Cosa? -
- Un attacco di paranoia, ragazzo mio. A quanto pare mi hai contagiato... -
- Ehi, amico, frena! Cosa c�entra la paranoia, adesso? Stavamo parlando di... Isabel... - Il nome usc� dalle labbra di Michael come un sussurro. Il dubbio e la preoccupazione velarono i suoi occhi scuri. - Cos�� successo? - chiese a denti stretti.
- Niente, spero. Ma voglio esserne sicuro -

La giornata fu molto faticosa e quando finalmente si ritrov� fuori del campus universitario Isabel respir� a fondo per rilassarsi. Lavorare in quel laboratorio di ricerca si era rivelato un�esperienza davvero interessante, ma poi c�era stato l�attacco a Liz e di nuovo il lato pi� pericoloso della sua vita aveva avuto il sopravvento. Il risultato era che, nonostante l�atmosfera simpatica e indaffarata che si respirava nell�universit� di Las Cruces, lei non vedeva l�ora di tornare ad Albuquerque. L� sarebbe stata di nuovo insieme a Max, Jason, Shiri e Liz, e cos� avrebbe sentito un po� meno la mancanza di Morgan. Si guard� intorno con fare distratto ma in realt� voleva controllare i movimenti di Ivy. La donna sembrava aver accettato senza problemi la sua risposta negativa per� aveva la sgradevole sensazione di sentirsi osservata, studiata, e le sarebbe piaciuto non doverla pi� vedere per i pochi giorni che le mancavano al termine dello stage. Purtroppo non era facile, dato che facevano parte dello stesso team di ricerca, comunque voleva essere sicura di riuscirci almeno quando erano fuori del campus! Bene, Ivy doveva essere rimasta indietro. Con un sorriso radioso tir� fuori le chiavi dalla borsetta e si affrett� verso la macchina. Doveva passare a casa per cambiarsi e prendere i libri per andare a studiare da Kendra: in questo modo Ivy non avrebbe potuto rintracciarla e lei si sarebbe sentita decisamente pi� al sicuro! Kendra era una ragazza di diciannove anni molto simpatica che aveva conosciuto quel giorno a pranzo. Stava preparando uno degli esami che anche lei aveva in programma di dare il mese successivo, cos� aveva deciso di approfittarne. Qualsiasi cosa, pur di restare alla larga da Ivy...
In quel preciso momento Ivy stava dando l�ennesimo strattone alla maniglia della porta del bagno, la cui serratura aveva deciso di dare forfait. Finalmente riusc� a sbloccarla e pot� lasciare l�angusto spazio, il respiro ancora ansante per lo sforzo. Con un gesto di stizza si lav� le mani e controll� il proprio aspetto nello specchio sopra la fila di lavandini. �Maledetta porta...� Diede un rapido sguardo all�orologio, trovando conferma ai suoi timori. Quell�inconveniente le aveva fatto perdere minuti preziosi e ormai Isabel doveva aver lasciato il campus. Avrebbe voluto seguirla e magari, con una scusa, restare con lei per il resto della serata. Desiderava parlarle fuori dell�ambito del lavoro perch� cos�, forse, avrebbe capito cosa la disturbava. Isabel Evans non era la solita stagista, ingenua e sprovveduta. No, tutt�altro, e sapeva nasconderlo molto bene. Sospirando rassegnata usc� dall�edificio che ospitava il laboratorio e si diresse al parcheggio. Sulla strada di casa si ferm� ad un grande supermercato e fece la spesa ma i suoi pensieri erano interamente concentrati sulla ragazza. Non sopportava quell�incertezza, il non riuscire a mettere a fuoco il senso di disagio che provava ogni volta che riesaminava la conversazione avuta con lei a proposito dell�offerta di lavorare per l�aeronautica, e non vedeva l�ora di avere notizie da Joel Sutton, il suo collega della base militare.
Nei due giorni che seguirono si scopr� ad ammirare suo malgrado l�abilit� con cui Isabel continuava a sfuggirle. S�, decisamente quella ragazza era speciale ed era un vero peccato che avesse deciso di seppellirsi a Roswell...
Poi il luned� mattina, mentre stava incamminandosi verso l�ingresso del laboratorio, ricevette la chiamata di Joel. Rallent� subito il passo per rimanere indietro, in modo che nessuno potesse sentirla, e ascolt� sempre pi� sorpresa lo sconcertante resoconto dell�uomo. - Non... non posso crederci!... - mormor� alla fine, sconvolta.
�- E� cos�, invece. Il nostro referente deve aver ricevuto una bella lavata di capo per aver ficcato il naso negli affari privati di uno dei loro... -�
- Morgan Coltrane, eh? -
�- Gi�, un ex operativo. E uno dei migliori, a quanto sembra -�
- Quando ha lasciato il Bureau? -
�- A dicembre dello scorso anno. Poi, alla fine di maggio, si � sposato con la tua Isabel Evans. Certo sarebbe stato molto complicato continuare a fare l�agente sul campo e allo stesso tempo metter su famiglia... -�
- S�, immagino di s�... - Ivy scosse piano la testa. - Per�... mi piacerebbe tanto sapere come si sono conosciuti. Voglio dire, lei ha vent�anni e studia ancora, mentre lui... In quale occasione si saranno incontrati? -
�- Bella domanda... Comunque, resta il fatto che il direttore del reparto ha contattato personalmente il colonnello Avery, e il risultato � stato... oserei dire... stupefacente -�
- Cio�? -
Joel rise suo malgrado, una risata calda e profonda, quasi sexy. �- Sguardo gelido, faccia di granito, schiena ancora pi� dritta del solito. Si � limitato a dire �Lasciate perdere la Evans. E� un ordine� -� Sospir�, solidale. �- Mi spiace, non mi ha lasciato alcuno spazio di manovra. Quella ragazza � definitivamente fuori della nostra portata... -�
- Maledizione! -
�- Ivy, ti conosco fin troppo bene. Dammi retta: lascia perdere la tua curiosit�, per questa volta, d�accordo? Ho la netta sensazione che resteresti con le spalle scoperte -�
- Non so perch� ma penso che tu abbia ragione... Ok, Joel, ho recepito il messaggio. -
�- Bene. Allora... a presto -�
- A presto. - La donna chiuse il cellulare e se lo infil� in tasca. �Federali. Puah, che brutta razza! Ah, Isabel, chi te l�ha fatto fare?�
A mezzogiorno e un quarto Ivy si avvicin� ad Isabel per invitarla a pranzo.
La ragazza cerc� di rifiutarsi con garbo ma davanti alla sua insistenza dovette cedere. Stavano attraversando il piazzale dirette verso un piccolo ristorante cinese quando un�auto verde scuro si ferm� poco distante da loro e ne scese un uomo alto e bruno.
- Morgan! - Gli occhi di Isabel si illuminarono di gioia nel vedere il marito, mentre la sua compagna osservava in disparte i due abbracciarsi e darsi un rapido bacio sulle labbra.
Poi la coppia si volse verso di lei. Isabel mormor� qualcosa e Morgan fiss� Ivy con attenzione.
Decisa a non farsi intimidire la donna and� loro incontro. - Salve, dunque tu sei il marito di Isabel? - Morgan strinse la mano che lei gli tendeva.
- Io sono Ivy Deynier -
- S�, me lo ha detto Isabel. - Un piccolo muscolo gli vibr� sulla mascella. - Spero che abbia rinunciato ad indagare su di lei -
Ivy sorrise un po� ironica. - Ho recepito il messaggio -
- Perfetto - Morgan si strinse la moglie al fianco. - Stavate andando a pranzo? -
- Gi�. Ti unisci a noi? -
Pi� tardi, mentre Ivy precedeva Isabel all�interno del laboratorio di ricerca, Morgan accarezz� con mano leggera la schiena della moglie. - Mi sono preso quei famosi giorni di vacanza. Ti aspetto a casa, va bene?
- Va benissimo! - La ragazza sorrise contenta. Stava cominciando a capire le parole del fratello. L�amore che provava per Morgan le dava forza, era la sua forza, e non aveva alcun senso negarlo a se stessa. Aveva bisogno di lui, per dare stabilit� ad una vita altrimenti troppo difficile da affrontare. Per forza Max si era aggrappato a Liz con tutto se stesso! Avevano bisogno di un punto fermo, di qualcuno di cui fidarsi ciecamente, su cui poter contare in ogni istante, altrimenti tanto valeva abbandonare ogni speranza di normalit� e tornare su Antar. Ma lei voleva restare sulla Terra. Amava quel pianeta, amava i suoi genitori adottivi e tutte le persone che, in un modo o nell�altro, erano diventate importanti per lei. Con passo pi� leggero si incammin� dietro la sua collega.
Quando la vide entrare Ivy le fece l�occhiolino. - Ora capisco perch� sei cos� determinata a tornare a Roswell... Complimenti, Morgan � davvero un bel ragazzo! -
- Ti ringrazio a suo nome - Isabel inclin� leggermente il capo, accenn� un sorriso e raggiunse la sua postazione. Morgan doveva avere un motivo ben preciso per essere venuto a Las Cruces. Probabilmente si trattava di Ivy. Forse aveva continuato ad indagare su di lei, nonostante tutto, e l�FBI non doveva avere apprezzato. Sapeva che negli archivi c�era una scheda su ognuno di loro, ma era protetta da un codice di sicurezza di massimo livello e la ricerca doveva essersi arenata contro quell�ostacolo. Certo, l�esistenza di quelle schede la mandava in bestia, ciononostante era un prezzo che poteva permettersi di pagare finch� il Bureau avesse mantenuto la propria parte dell�accordo... Dalla tasca dei pantaloni di seta estrasse un elastico e si leg� i capelli con fare assente prima di riavviare il programma su cui stava lavorando.
Quando torn� a casa placc� letteralmente Morgan contro la porta dell�ingresso. - Guai a te se non mi dici subito perch� sei qui! E� per Ivy, vero? -
L�uomo fece una smorfia per il dolore provocato dall�urto del braccio ferito. - S� - borbott� guardandola negli occhi, - ma � tutto a posto. Avevo avvertito David, che ha potuto bloccare il tentativo di accesso creando una scheda fantasma... -
- Che diavolo � una scheda fantasma? - chiese Isabel sconcertata.
- Una scheda temporanea. Quella donna non avrebbe smesso di cercare finch� non avesse trovato qualcosa, e noi le abbiamo dato un�esca. Che ha inghiottito con tutto l�amo, in effetti. - Davanti alla sua espressione severa si affrett� ad aggiungere una spiegazione. - D�accordo col direttore ha inserito i tuoi dati collegandoli al nostro matrimonio. E� una procedura standard, in effetti, solo che in questo caso ha dovuto creare un doppione con il livello di sicurezza di base. Quello reale avrebbe sollevato altri dubbi... -
- Gi�, lo credo bene! - La ragazza sospir� per il disappunto. - Quando ci penso mi sento come se avessi un cartello in testa con su scritto �top secret�... - Si scost� da lui e indietreggi� di alcuni passi. - Ti ho fatto male, vero? - domand� con voce sommessa.
- Mi passer� se mi farai un po� di coccole. -
- Oh, davvero? Beh, s�, potrebbe anche essere... - Lo prese per mano e lo condusse fino alla stanza da letto.

- Sei sicuro di volertene andare? -
- S�, Altezza - Lou Krentz abbass� un attimo la testa poi la eresse di nuovo. - Io... ho esaurito il mio compito, qui. I pr�ncipi sanno come difendersi, e la mia signora � al sicuro accanto a lei. Credo... credo che ormai sia tempo, per me, di tornare a casa. Vorrei partire non appena sar� possibile farlo senza rischi, naturalmente, ma desideravo comunicarglielo per tempo. -
Max lo fiss� a lungo, in silenzio. Sapeva che Lou era rimasto fino ad allora soprattutto per proteggere Shiri, per� si era accorto della sottile tensione che negli ultimi tempi lo pervadeva sempre pi� spesso. - Di che si tratta? - chiese ad un tratto.
L�ufficiale si irrigid�, chiaramente imbarazzato. - Mi sono reso conto che c�� una notevole differenza tra prendersi cura di due bambini e difendere due adolescenti. Dovrei... spiarli, in un certo senso. Sapere tutto quello che fanno, che dicono... Io non... non credo di essere in grado di farlo. -
Ripensando all�affetto che Jason e Shiri provavano per lui, al piacere con cui stavano in sua compagnia, il giovane corrug� la fronte. - Tu sei pi� un amico che una guardia del corpo, per loro... Anzi, per tutti noi. Ma... penso di capire cosa intendi... Va bene, sei libero di fare come preferisci. Sei stato fin troppo generoso a restare per tutto questo tempo su un mondo che non � il tuo... -
- Se davvero potessi aiutare i ragazzi resterei qui per il resto della mia vita, Altezza, per� loro non hanno pi� bisogno di me. -
- Forse no, comunque presto ci saranno altri bambini. -
Le labbra di Lou si tesero in un piccolo sorriso. - Gi�. E anche per questo desidero andarmene. Lei e la mia signora avete bisogno di vivere normalmente, non con un soldato sempre attorno... Ora... � tempo che io segua l�esempio del colonnello Anders. E� stato un vero piacere servirla, Altezza, e spero che un giorno torni su Antar... -
Troppo emozionato per parlare Max si limit� a portarsi una mano al petto, rispondendo al segno di saluto dell�uomo, poi rimase a guardarlo andarsene per uno dei suoi soliti giri di controllo. Lou si era dimostrato un uomo fedele e prezioso, cui non aveva mai esitato ad affidare la vita dei figli, e il minimo che poteva fare per lui era consentirgli di tornare al suo mondo. Chiuse per un attimo gli occhi. Doveva soltanto attendere che fossero tutti ad Albuquerque. Allora, con l�aiuto dei graniliti, avrebbe fatto quello che andava fatto, e nessun satellite avrebbe potuto scoprirlo. Serr� involontariamente i pugni. Non sopportava di essere tenuto sotto controllo in quel modo... Poi ud� Liz che usciva dal bagno e si affrett� a raggiungerla nella loro camera. Aveva bisogno di lei. Aveva sempre bisogno di lei.
La ragazza lo accolse sorridendo. - Hai visto quanto � aumentata la mia pancia? - disse scostando i lembi dell�asciugamano per mostrare la pelle tesa e luminosa.
- Sei bellissima... - Le mise una mano sul ventre concentrandosi per alcuni istanti. - Tutto a posto - disse poi.
- Lo so, li sento! - Liz gli copr� la mano con la propria, e trattenne il respiro quando incontr� i suoi occhi. Si lasci� sospingere sul letto, incapace di pronunciare una parola, poi lui le si inginocchi� davanti e da quel momento smise di pensare coerentemente.
Mezzanotte era passata da un pezzo quando il corpo di Max si arcu� un�ultima volta e lei gli si accasci� sopra. - Adoro il luned�... - sussurr� non appena fu in grado di parlare.
- Anch�io... - Ancora ansimante Max la sospinse di lato, le pass� una gamba sulle sue e fece scivolare una mano lungo la schiena. - Stanca? - mormor� dopo un poco, dandole un bacio sensuale sul collo.
- S�. Non potrei muovermi neppure se lo volessi. E ti assicuro che non ne ho alcuna intenzione... - Sorridendo gli circond� la vita con un braccio. - Credo di aver cominciato a fantasticare su di te il giorno stesso in cui mi salvasti al Crashdown, e ogni volta mi dicevo che ero pazza... che fra noi due non sarebbe accaduto mai niente... che tu non pensavi a me in quel modo... Poi, quella volta che mi baciasti nel retro della cucina... - Tacque, vagamente impacciata, e lui rise piano. - Quella volta hai rischiato grosso, sai? - continu� al suo posto. - In ogni caso, ti sbagliavi. Ho cominciato a pensare a te in quel modo fin da quando ho capito la differenza fra ragazzi e ragazze... -
- Davvero? Beh, lo hai saputo nascondere molto bene, devo dire! -
- A quel tempo... - Max sollev� la testa per baciarla sulle labbra, - ero un campione... - la baci� di nuovo nel nascondermi... Non mi vedeva nessuno... - Un altro bacio.
- Finch� ti sei fatto vedere da me... - Liz gli infil� una mano tra i capelli e lo baci� a sua volta. - E... sentire... - mormor� con un gemito spezzato mentre ricominciava ad amarla.
- Io e te... insieme... - le sussurr� Max fra un ansito e l�altro, - possiamo smuovere i pianeti... - Inizi� a muoversi sempre pi� velocemente, respirando il suo respiro, bevendo i suoi lamenti soffocati, premendo contro di lei come a volersi annullare nel suo corpo. - Ti amo... ti amo... ti amo... - Le circond� il volto con entrambe le mani e la baci� con infinita passione.
La ragazza gli si aggrapp� alle spalle con tutte le forze, inseguendo il ritmo ed il piacere che solo lui sapeva darle, e continu� a stringerlo anche dopo aver toccato il cielo. Erano ancora uniti, sudati e percorsi dagli ultimi, lunghi brividi, e si addormentarono cos�.
Quando i primi raggi di sole le sfiorarono il viso Liz si svegli�. Max dormiva ancora, disteso contro il suo fianco, e lei gli carezz� gentilmente il braccio con cui le cingeva il busto. �Non ne ho mai abbastanza di te, amore... E� cosi bello averti accanto in questo modo... Mi sembra... un sogno...� Si sporse in avanti per baciarlo nella fossetta alla base del collo e rimase a guardarlo finch� apr� gli occhi. - Ciao... - sussurr� allora.
Lui le sorrise e senza parlare si gir� sulla schiena trascinandola sopra di s�. Giocherell� coi suoi capelli, poi emise un profondo sospiro e prese a baciarla finch� Liz dovette scostarsi un attimo per riprendere fiato. Allora Max le mise una mano sulla nuca e l�altra sull�incavo della schiena prendendola con forza e determinazione.
Colta alla sprovvista Liz gemette e s�irrigid� prima di cominciare a muoversi all�unisono con lui. - Sei... sei terribile... - mormor� con una risatina tremante.
- No... - Il giovane la spinse maggiormente contro di s�, gli occhi chiusi ed un�espressione di pura estasi sul viso. - Solo... pazzo di te... -
Dopo, l�abbraccio di Max si fece pi� tenero, le sue labbra sfiorarono le guance di Liz con una miriade di baci leggeri, ed il battito dei loro cuori, un poco alla volta, si plac�.
La ragazza gli accarezz� il petto, a lungo, in modo quasi ipnotico. - Sar� sempre cos�, fra noi? - chiese piano.
- Io... penso di s�... se lo vorremo... - rispose lui dopo un po�.
- Io lo voglio. E tu? -
Max le infil� le dita fra i capelli. Amava toccarli, sentire il loro calore, il loro profumo. - Pi� di ogni cosa. - disse in un sussurro.
Liz chiuse per un attimo gli occhi, sentendosi incredibilmente bene. Il corpo di Max era caldo e solido sotto di lei, e con un sorriso gli diede un bacio sul torace. - Ricordi quando mia madre ci sorprese a letto insieme? -
- S�. E� stata un�esperienza... terrificante!... -
Lei si mise a ridere divertita. - Gi�. Ma prima... era stato il paradiso... -
- Lo � anche adesso. E� qualcosa cui non potrei mai rinunciare, e che difender� con tutte le mie forze... La vita non avrebbe alcun senso senza di te... -
- Sei incredibilmente romantico, lo sai? - E davanti alla sua espressione perplessa gli scost� con tenerezza i capelli dalla fronte. - Ora capisci perch� mi sono innamorata di te? Sei... quasi perfetto! -
- Quasi? - la prese in giro Max.
- Quasi - conferm� Liz, prima di dargli un rapido bacio sulle labbra. - E� ora di alzarci... - disse poi, tirandosi indietro con malinconia.
Max le carezz� fuggevolmente il braccio fino ad intrecciare le loro dita.
- Vieni... - disse ancora lei, tirandolo piano verso di s�.
Pi� tardi, mentre camminavano verso il centro di ricerche, Max si gratt� la nuca, a disagio. - Lou mi ha chiesto di tornare su Antar. -
- Come mai? -
- Ritiene di... di aver portato a termine la sua missione personale. Jason e Shiri sono in grado di cavarsela da soli, ormai, e lui si sente di troppo... -
- Capisco... - Liz si aggiust� la cinghia della borsa sulla spalla. - Partir� con una delle astronavi rimaste? -
Il giovane la guard� di sfuggita. - Preferirei usare i graniliti. E� meno rischioso -
- Temevo che avresti detto cos�... - Con un sospiro la ragazza rallent� il passo. - E quando conti di farlo? -
- Quando saremo ad Albuquerque, con l�aiuto di Isabel e di Michael. Andr� tutto bene, vedrai. -
Liz annu� in silenzio. Le dispiaceva perdere Lou. Ormai era diventato parte della famiglia, e sapeva che era sinceramente affezionato ai ragazzi. Anche loro avrebbero sentito la sua mancanza, ne era certa...
Giunti davanti al laboratorio in cui lavorava la ragazza si salutarono con un rapido bacio.
Mentre entrava Liz si accorse dello sguardo assorto di Benson su di s� e si mordicchi� le labbra imbarazzata. Aveva sentito dire che l�uomo viveva separato dalla moglie gi� da tre anni, mentre Malcolm aveva appena ottenuto la sentenza di divorzio, e temeva che potessero sentirsi a disagio davanti alle manifestazioni di affetto tra lei e Max. Poi alz� decisa la testa. Al diavolo, non aveva alcuna intenzione di salutare Max con un semplice cenno della mano soltanto perch� alcuni suoi colleghi non avevano avuto un matrimonio felice!
Nell�ampia sala dove lavorava il team di cui faceva parte Max, invece, erano in corso alcuni esperimenti e solo un paio di persone sollevarono la testa per salutarlo.
Il giovane era molto attento e preciso nel suo lavoro e si era guadagnato subito la stima incondizionata dell�affiatato gruppo di cui era entrato temporaneamente a far parte. Si aggiust� la manica del camice che aveva prelevato dal proprio armadietto, nel piccolo spogliatoio in fondo al corridoio, e si avvicin� al potente microscopio elettronico davanti al quale Ron, il suo supervisore, stava armeggiando con i campioni che dovevano esaminare quel giorno.
- Ah, Max, per favore continua tu! Tieni, prendi il registro, ci sono ancora dei parametri da segnare. Io ho un piccolo problema da risolvere con Lucas... -
- Ok - Max si sedette al posto appena lasciato libero e cominci� a controllare i valori mancanti. Aveva appena terminato di scrivere l�ultimo dato quando colse con la coda dell�occhio un tremolio bluastro. Sollev� la testa interdetto e spalanc� gli occhi per la sorpresa. Lasciata cadere la penna che teneva in mano si affrett� ad afferrare il granilite che, inaspettatamente, era apparso galleggiando nell�aria. Mentre si faceva scivolare in tasca l�oggetto ovoidale si pieg� a raccogliere la penna, guardandosi intorno per accertarsi che nessuno si fosse accorto di quel che era appena successo. Nel rialzarsi si rese conto che il rilevatore accanto al microscopio aveva tracciato l�improvvisa manifestazione di energia che aveva preceduto l�arrivo del granilite. Trattenendo il fiato depose il registro accanto a s� e pass� la mano sul piccolo apparecchio cancellando all�istante i dati anomali. Rimase immobile per un paio di secondi poi volse appena la testa e sospir� di sollievo. I suoi compagni non si erano accorti di nulla. Deglut� nervosamente chiudendo un istante gli occhi prima di recuperare il suo sangue freddo e riprendere il lavoro. Avrebbe voluto correre da Liz e rifugiarsi con lei in un posto sicuro per ascoltare il messaggio registrato nel granilite ma non poteva farlo, non in quel momento. Doveva comportarsi come al solito, senza attirare l�attenzione su di s�, tuttavia quando arriv� l�ora della pausa per il pranzo si diresse senza alcuna esitazione verso il laboratorio dove si trovava la ragazza.
Liz quasi si scontr� con lui nel corridoio. - Ciao! Vieni a pranzo con noi? -
- Veramente io... desideravo stare un po� da soli... per conto nostro... -
- Oh, certo! Non preoccuparti, Liz, sono sicuro che la compagnia di Max sia decisamente migliore della nostra! - Dean sorrise divertito poi, imitato dai colleghi, affrett� il passo e lasci� indietro i due giovani.
Senza dire nulla Liz si avvicin� al marito, gli pass� una mano dietro il collo sollevando il capo fino a posare le labbra sulle sue e lo baci�.
Max si perse nel calore di quelle labbra morbide, ricambiando il bacio con tutto l�amore che provava per lei, le mani che carezzavano avidamente il viso bellissimo e sorridente.
Quando infine si separarono Liz lo fiss� con gli occhi luminosi e le sopracciglia alzate in un�espressione interrogativa. - Max!? -
- Ho... bisogno di parlarti. Ti spiace se prendiamo un panino al bar e poi andiamo fuori? -
- No, affatto... - Cominciando a sentirsi preoccupata lasci� che lui la prendesse per mano e lo segu� senza parlare finch� si ritrovarono seduti su una panchina, all�ombra di un piccolo folto di alberi del cotone. Mi sembri molto teso - mormor�, del tutto dimentica del piccolo involto che teneva in mano.
Il giovane la guard� con intensit�, per un lunghissimo secondo, poi chin� la testa e con la punta delle dita si sfior� il rigonfiamento all�altezza della tasca anteriore dei comodi pantaloni di tela che indossava. Ho... ricevuto un avviso... -
- Che genere di... avviso? -
- Un messaggio. Da casa - La piccola esitazione prima delle ultime due parole le fece comprendere che si stava riferendo alla sua vera casa. Ad Antar. Tese una mano a coprire la sua, sforzandosi di rimanere calma. - Lo hai gi� sentito? - gli chiese piano.
Lui scosse lentamente la testa. - No, non ancora. Io... volevo farlo con te. -
- Dovremo aspettare fino al pomeriggio, allora... -
- Gi� - Max cominci� a scartare il proprio panino. - Vorrei che fosse presente anche Isabel. -
- L�hai chiamata? -
- Non ancora. Pensavo... pensavo che potremmo incontrarci a met� strada... Ma non ad Anthony. Non vorrei che qualcuno si ricordasse di noi... -
- Allora dove? - indag� Liz, dando un piccolo morso al sandwich senza avere in realt� pi� fame.
- Il paese subito prima di Anthony. Non mi ricordo come si chiami, ma dovrebbe andare bene. Aspetta, le telefono subito... - Estrasse il cellulare dal taschino della camicia e compose il numero della sorella.
Isabel ascolt� sorpresa le sue parole, poi conferm� l�appuntamento ed interruppe la comunicazione.

- E� molto diverso da New York... -
- Tu hai vissuto a New York?!? E come fai a sopravvivere a Roswell? - Isabel si gir� un attimo per dare un�occhiata a Morgan, prima di tornare a concentrarsi sulla strada.
- A New York avevo un appartamento su Central Park, dove trascorrevo del tempo ogni tanto, tra una missione e l�altra. Ci andavo per riposarmi, e mi piaceva starci da solo. Semplicemente, ora... preferisco il New Mexico. - L�uomo sorrise e tese un braccio per accarezzarle la coscia.
- Sei molto gentile... -
- A dire il vero... � che sono disposto a vivere in qualsiasi luogo purch� tu stia con me. -
- S�, lo so. Quando... quando siamo scappati dall�area 51 tu hai detto che saresti venuto con noi se avessimo dovuto lasciare la Terra. Non puoi capire cos�abbia provato in quel momento... - Isabel accenn� una risatina, mentre una lacrima le brillava fra le lunghe ciglia. - E� stato come il realizzarsi di un sogno proibito - Lo guard� di nuovo, di sfuggita. - In realt� non credevo che avrei mai trovato qualcuno che mi amasse come Liz ama Max. Totalmente, senza alcun timore per quello che sono... - Gli sfior� con tenerezza la mano, che lui aveva lasciato sulla sua gamba. - Sono contenta che tu sia venuto con me... -
A quelle parole Morgan sospir� dentro di s�. Avrebbe preferito mille volte trascorrere il pomeriggio guardando Isabel studiare, e poi cenare insieme e andare a letto, ma sapeva che per lei Max veniva prima di ogni cosa. E non solo perch� era suo fratello. Per quanto gli riuscisse ancora difficile accettarlo, quel ragazzo era il sovrano di un intero pianeta e aveva obblighi cui non poteva sottrarsi, ed Isabel con lui.
- Ci siamo! - Isabel mise la freccia e si immise nella corsia laterale che le avrebbe permesso di raggiungere l�area di ricreazione scelta come punto d�incontro.
Nel vederli arrivare Liz si alz� dalla panchina e and� sorridendo verso la vettura.
- Ciao, Liz! Ehi, la pancia cresce, vedo! - Isabel chiuse con forza lo sportello dietro di s� e si affrett� ad abbracciare la ragazza. - Tutto bene? -
- S�, grazie. - Liz ricambi� con affetto la stretta, poi si volse per dare un piccolo bacio sulla mascella perfettamente rasata di Morgan. - Ciao -
Nel frattempo Max li aveva raggiunti e, dopo aver dato una stretta di mano all�uomo, avvolse Isabel in un caldo abbraccio.
- Di che si tratta? - domand� Morgan guardando i due.
- Max ha ricevuto un messaggio da Antar, ma per ascoltarlo ha ritenuto pi� sicuro che fosse presente anche Isabel. - Liz si mordicchi� le labbra, sovrappensiero. - Potrebbe trattarsi di una trappola... -
- Come?!? -
- Non sarebbe la prima volta. La loro vita non � mai stata facile, e... e hanno dovuto imparare a diffidare di tutto e di tutti... -
- Me ne sono accorto... -
Mentre si dirigevano verso la panchina da cui si era alzata Liz Isabel guard� incuriosita il fratello. - E Michael? -
- Sta controllando la zona. Ho usato l�energia dei graniliti per andare a prenderlo a Roswell, e credo stia ancora smaltendo il senso di fastidio che gli d� essere teletrasportato... -
- Beh, devi ammettere che non � una cosa molto simpatica -
Max scosse con noncuranza una spalla. - Per� � veloce. Per andare e tornare ci avrebbe impiegato pi� di quattro ore, altrimenti. -
La ragazza fece una smorfia. - Questo � vero... Allora, il messaggio? -
- Un attimo di pazienza. Michael dovrebbe essere qui fra poco... -
Si erano appena seduti intorno al tavolo da pic-nic quando il giovane li raggiunse, con la sua solita aria scanzonata. - Ehi, principessina, tutto a posto a Las Cruces? -
- Certo, grande generale! E tu che combini, senza Morgan a tenerti d�occhio? -
Michael sbuff�. - Niente di niente - Guard� Max. - Se vuoi, puoi collegarti subito -
- Ok - Max prese il granilite che si era infilato in tasca e lo fiss� concentrandosi. Il simbolo inciso su di esso si accese di un intenso chiarore azzurro prima di sprigionare un raggio luminoso.
Memore di quanto accaduto in passato Michael si mise in allerta e osserv� con attenzione il volto dell�amico, colpito in pieno dal fascio di luce.
Morgan se ne stava seduto un po� in disparte, teso e a disagio davanti a quell�evidente fenomeno alieno, e ogni tanto il suo sguardo si posava su Isabel, in piedi accanto al fratello, una mano poggiata delicatamente sulla sua spalla. All�improvviso ne comprese il motivo, e i suoi occhi si ridussero a due fessure. In quel modo Isabel si teneva in contatto mentale con Max, pronta ad intervenire in caso di necessit�. Ancora una volta si domand� come avessero fatto Maria e Liz a sopportare quella incredibile situazione fin da quando avevano appena sedici anni, poi scroll� mentalmente la testa. Gi�, per amore si poteva diventare capaci di qualsiasi cosa! Anche di abbandonare l�FBI e legare la propria vita ad una ragazzina nata su un altro pianeta...
Il tutto dur� solo pochi secondi tuttavia Max sembrava esausto quando distolse lo sguardo dall�oggetto che teneva fra le mani.
- Allora? - chiese Liz con una punta d�ansia posando le dita sottili sul polso del giovane.
Max emise un profondo sospiro. - Era di Rodhya. Una delegazione dei mondi di Karan e Veyland si � presentata al Consiglio di Antar per protestare contro la proditoria uccisione di Volnis. A quanto pare gli ambasciatori non hanno creduto alle parole del Consiglio e hanno chiesto di incontrarsi con me per un confronto diretto. Rodhya ritiene che fossero alleati con Volnis e che vogliano vendicarne la morte. Forse sono stati aizzati da Hornem, ma non ne � del tutto sicuro... -
- E� pazzesco! - Isabel si scost� bruscamente da lui agitando una mano, infuriata. - Che motivo avresti avuto, secondo loro, per far fuori quel verme? Non ci sei mica tu, al governo di Zoltar! -
- Quelli cercheranno di ammazzarti non appena ti avvicinerai al pianeta - fu il freddo commento di Michael. - Potrebbe anche essere che fossero d�accordo con Volnis quando lui ha attaccato Antar. In questo caso, si tratterebbe solo di portare a termine un lavoro lasciato a met�... -
- Ti riferisci all�eliminazione dell�intera famiglia reale? - borbott� la ragazza a denti stretti.
- Gi�. E se ci pensi bene, Isabel, questo � quello che il bastardo di Zoltar ha sempre cercato di fare. - Il giovane pos� per un attimo lo sguardo su Liz. - Io credo che dovremo stare molto attenti. Quella � gente testarda, pericolosa, e disposta a tutto. Ma sei tu il re, Max. Sta a te decidere -
Max accarezz� sovrappensiero la mano di Liz. - Non voglio fare niente finch� non avremo terminato lo stage. Quindi abbiamo tre giorni per pensarci su, dopodich� ci incontreremo venerd� a Roswell. -
- D�accordo - mormor� Isabel.
- Va bene - Michael annu� poi si guard� lentamente intorno. - Andiamocene, adesso. Non vorrei che qualcuno avesse notato la luce e venisse a dare un�occhiata... -
- Hai ragione. A presto, Isabel. Liz, tu torna pure a casa con l�auto. Io riporto prima Michael a Roswell. -
- Oddio, Max, ho ancora lo stomaco sottosopra! - protest� il giovane.
- Coraggio, grande generale, ci metteremo un attimo... - lo prese in giro Max, poi si alz� e richiam� a s� il secondo granilite, che gli porse sorridendo. - Pronto? -
- Ahh!... - Con una smorfia di disgusto Michael strinse l�oggetto con una mano e con l�altra si afferr� saldamente al braccio di Max.

- E� stato un piacere lavorare con te, Isabel, e sono ancora convinta che le tue potenzialit� siano sprecate in una cittadina come Roswell. Comunque... buona fortuna, cara! - Ivy strinse la ragazza in un rapido abbraccio e le sorrise con affetto. - Se dovessi ripensarci chiamami, ok? Io rester� a lavorare qui ancora per sei mesi... -
- Ok - Isabel fece, non vista, una piccola smorfia. �S�, come no? Ci mancherebbe solo questo!...� Si raddrizz� lentamente, aggiustandosi sulla spalla la cinghia della borsetta.
- In bocca al lupo con gli esami -
- Grazie, sei molto gentile... - La ragazza sorrise, leggermente imbarazzata. Da quando era venuta fuori quella storia non era pi� riuscita a sentirsi a proprio agio in sua presenza e adesso non vedeva l�ora di andarsene.
Ivy rimase a guardarla allontanarsi, i biondi capelli scintillanti sotto i raggi del sole, poi scosse la testa e si diresse verso la propria auto.
Salita in macchina Isabel prese direttamente la strada per Albuquerque. Quella mattina si era alzata prestissimo per radunare tutte le sue cose poi, prima di andare al campus, era passata all�agenzia immobiliare a riconsegnare le chiavi di casa. Morgan era ripartito all�alba, dopo averla tenuta fra le braccia l�intera notte, accarezzandole i capelli nel tentativo di placare l�angoscia che le aveva impedito di dormire. Avrebbe tanto voluto andare da lui, rifugiarsi contro il suo petto e lasciare che il mondo andasse avanti per conto suo. Ma doveva tornare al college, e poi venerd� si sarebbe rivista con Max e Michael per definire la questione del messaggio. Accidenti, era certa che le cose fossero pi� complicate di quanto sembrasse. Lo sentiva. Con un sospiro abbass� il finestrino e lasci� che il vento le scompigliasse i capelli. La strada da percorrere era molto lunga ma guidare l�aiutava a rilassarsi cos� sintonizz� lo stereo sulla sua stazione radio preferita e cominci� a canticchiare.
Quando arriv� ad Albuquerque l�ora di cena era trascorsa da un pezzo ma lei non aveva fame, cos� and� direttamente al campus e cominci� a vuotare le due piccole valige. Stava appendendo l�ultimo abito quando sent� squillare il cellulare. Prese sorridendo l�apparecchio e premette il pulsante di risposta. - Ciao, Max, come va? - Ascolt� per qualche secondo, mentre si chinava a riporre i bagagli sotto il letto. - Bene, allora ci vediamo venerd� pomeriggio alla caverna! - Interruppe la comunicazione e cominci� a prepararsi per la notte. L�indomani sarebbe andata come prima cosa a controllare il calendario degli esami. Voleva finirli il prima possibile per poter tornare a Roswell, da Morgan. Le mancava da morire, e le mancavano i suoi genitori. Con uno sbuffo si spazzol� vigorosamente i capelli, and� a lavarsi i denti e poi si butt� sul letto. Mordicchiandosi le labbra riprese in mano il cellulare e compose il numero del marito.
L�indomani mattina si alz� molto presto, ancora di buon umore per la lunghissima chiacchierata che aveva fatto con Morgan, e and� a correre nel parco del college. Si sentiva bene, aveva voglia di confrontarsi con gli ultimi esami che doveva ancora sostenere, e aveva deciso di non farsi sconvolgere dalle implicazioni del messaggio di Rodhya. Chiaramente avrebbero dovuto andare tutti quanti insieme su Antar, per cercare di capire cosa volessero davvero i delegati dei pianeti della Confederazione, e ormai sapeva che era del tutto inutile rinviare situazioni del genere, se non addirittura pericoloso. Quella era la sua decisione in merito e lo avrebbe comunicato agli altri il giorno dopo, a Roswell. Ma in quel momento lei era l�, sotto il cielo di un blu intenso, col sole che faceva brillare le foglie degli alberi del cotone, l�aria profumata e deliziosamente tiepida, e le sue lunghe gambe snelle toccavano leggere il terreno. Adorava correre a quell�ora, quando in giro non c�era quasi nessuno. Si concentr� sui suoni della natura intorno a lei e lasci� che la tensione, la paura, la rabbia scivolassero via. Di l� a un mese avrebbe compiuto ventun anni e voleva sentirsi normale, almeno per una volta! Continu� a correre per quasi un�ora poi rallent� il passo fino ad un�andatura normale e fece alcune profonde inspirazioni. Ruot� lentamente la testa sorridendo soddisfatta, poi si ferm� di scatto e spalanc� gli occhi sorridendo. - Patricia! -
Patricia O�Neal lasci� cadere a terra i libri che teneva in mano e si precipit� ad abbracciare l�amica. - Is! Ciao! Come stai? Quando sei tornata? C�� anche Liz? -
Isabel rise scuotendo la testa. - Sono rientrata ieri sera, mentre Liz e Max arriveranno sabato, credo. Comunque io sto bene, e anche loro. E Jason e Shiri. - Si tolse l�elastico con cui aveva legato i capelli. - E tu? Com�� andata a Denver? -
- Ah, una faticaccia! Per� mi � piaciuto molto, � stato davvero interessante... - La ragazza si scost� dal viso una ciocca dei lunghi capelli rossi. - Stai benissimo cos�, sai? Chiss�, magari uno di questi giorni li taglier� anch�io! - Si chin� a riprendere i libri poi la guard� incuriosita. - Comunque, Max � gi� qui. L�ho visto proprio ieri, in biblioteca, ma non ho fatto in tempo a raggiungerlo. -
- Non era lui. E� ancora a El Paso, te lo assicuro -
Patricia s�incammin� accanto a lei. - Senti, a me � sembrato proprio lui. Tuo fratello non � un tipo comune, e non credo di essermi sbagliata. Oddio, guarda, eccolo laggi�! Lo vedi? Quello con la maglietta grigia e i jeans! -
L�aliena segu� l�indicazione della ragazza e corrug� la fronte. - S�, hai ragione, sembra proprio lui... Ma non pu� essere... - Avanz� perplessa verso il gruppetto fermo all�ombra dell�edificio principale, seguita da
Patricia, per poi fermarsi a qualche metro di distanza. - E� impossibile... - sussurr� fissando sgomenta il giovane alto e bruno impegnato in un�animata discussione.
- Visto che avevo ragione? - disse Pat facendo un piccolo cenno col capo.
- Non � Max - rispose con voce ferma Isabel. - Per� gli somiglia in maniera impressionante. -
Il loro arrivo attir� l�attenzione dello studente, che s�interruppe e si volse ad osservarle. Fu solo questione di un attimo poi riprese a parlare coi suoi compagni, ma Isabel ebbe la sensazione che non gli fosse sfuggito niente di lei. Sentendosi estremamente a disagio indietreggi� di qualche passo mormorando a Patricia che si era fatto tardi e doveva andare a cambiarsi.
- Ci vediamo verso l�una a mensa? -
- S�, certo. A dopo - Desiderosa di allontanarsi Isabel quasi fugg� via. Percorse poco meno di un centinaio di metri poi s�immobilizz�. Aveva l�impressione che la stessero seguendo, si sentiva osservata. Fece un lento giro su se stessa e trasal� nell�accorgersi della presenza dello studente.
- Ciao. - Il ragazzo era a pochissima distanza da lei e la raggiunse senza lasciarle il tempo di allontanarsi. Non sei una matricola, vero? -
- No - Isabel lo fiss� come ipnotizzata. Era cos� simile a Max... Doveva avere quattro o cinque anni in pi�, ma per il resto era identico a lui. Chi diamine era? - Non lo sei nemmeno tu - disse con tono fermo, anche se dentro di s� si sentiva tremare.
- Non esattamente, no. Sono qui per la specializzazione. Bioingegneria. - Le prese gentilmente un polso e le scost� il braccio dal corpo. - Sei davvero bellissima! Dove ti eri nascosta? Sono qui da due settimane e non ti avevo ancora vista... -
- Sono tornata ieri sera. Ero fuori per uno stage - Isabel cerc� di sottrarsi alla sua presa ma scopr� che era molto forte. - Lasciami - ordin�, avvertendo uno strano calore nel punto in cui lui la teneva.
- Non ancora. Ma non aver paura, non intendo farti del male. - Il giovane sorrise, e lei trattenne il fiato. Santo cielo, era cos� identico a Max... I suoi caldi occhi nocciola, il suo sorriso tenero, i morbidi capelli scuri intorno al volto delicato e allo stesso tempo virile... Prima che potesse capire cosa stava per succedere si sent� spingere contro il suo corpo. Apr� la bocca per protestare ma pot� solo emettere un gemito frustrato quando lui la baci� profondamente, con prepotenza, con passione. Per l�infinitesimo spazio di un secondo credette di essere tra le braccia di Max e fu tentata di cedere, poi pens� a Morgan e si sent� morire. �No!� Prov� a divincolarsi ottenendo solo di constatare, suo malgrado, il forte desiderio che lo animava. - Smettila! - esclam� sconvolta, approfittando del momento in cui lui riprendeva fiato.
- Perch�? - mormor� il giovane premendola contro i propri fianchi e facendo scivolare una mano sotto i suoi pantaloncini.
- Perch� sono sposata - rispose gelida.
Lui la guard� intensamente negli occhi. - Non hai paura. - osserv�. Davanti al suo silenzio mosse insinuante la mano e le diede un altro bacio.
Isabel non si sottrasse.
- Come ti chiami? - le chiese con voce sommessa.
- Isabel. Isabel Evans Coltrane - precis�.
- Cole Morrison. Voglio fare l�amore con te. Adesso, subito. Lo senti che effetto mi fai? - La strinse con forza a s� poi, con la mano libera, le sollev� la magliettina intrisa di sudore. - Ora -
- No... - Scosse piano la testa, e sussult� quando lui premette le dita sulla carne morbida. - Ti prego... - disse con un filo di voce, una lacrima che le brillava sulle ciglia.
Cole le pos� le labbra sull�incavo del collo e s�inginocchi� lentamente sospingendola sull�erba calda, poi le sfil� i calzoncini e gli slip di seta.
Isabel lasci� che la guardasse, la toccasse, la baciasse, fin quando, desiderosa di averlo, gli slacci� con decisione i jeans e si arcu� contro di lui. Come nel sogno che aveva fatto tanto tempo prima Cole/Max l�am� con forza, facendola impazzire di piacere.
Quando il giovane giacque immobile, sfinito ma soddisfatto, Isabel si ritrasse da lui, mentalmente e fisicamente. Intuendone il motivo Cole le accarezz� una guancia. - Hai fatto l�amore come se fossi qualcun altro, vero? Ma... non tuo marito... -
Isabel impallid� e poi arross�. - Gi� - ammise. Fece per prendere i pantaloncini ma lui le ferm� la mano. Se vuoi possiamo rifarlo. Puoi approfittare di me... - mormor� sornione.
Lei scroll� la testa. - No, grazie - Si affrett� a rivestirsi, incapace di guardarlo in faccia.
Cole si mise a ridere e, con calma, infil� la maglietta nei calzoni e tir� su la cerniera. - Ah, Vilandra, sei sempre la stessa! Il tuo amore per Zan � la tua rovina! -
Lei lo fiss� esterrefatta mentre Cole si riagganciava con indolenza la cintura di cuoio. - Per lui hai fatto le cose pi� folli, e a quanto sembra le tue abitudini non sono cambiate... -
Isabel lo fronteggi� determinata. - Chi sei? chiese con durezza.
- Cole Morrison, te l�ho gi� detto. E, come forse avrai gi� immaginato, il discendente del progenitore di tuo fratello. Sai, mio nonno aveva scritto in un diario l�incredibile esperienza che gli era capitata durante un temporale notturno, mentre era fuori con il bestiame. Mio padre fece molte indagini per capire cosa fosse davvero accaduto, e alla fine ci riusc�. Grazie anche a Meynir, devo dire... - Davanti all�espressione sconcertata della ragazza si infil� le mani in tasca. - Gi�, Meynir venne catturato dall�FBI quando tu e gli altri non eravate ancora usciti dalle incubatrici... Lui era il compagno di Nasedo, come lo chiamavano gli indiani Mescalero, e mio padre lo trov� mentre vagava dalle parti di Tucumcari, dopo essere riuscito a fuggire dal posto in cui lo avevano rinchiuso. E� stato lui a raccontarci di Vilandra, Zan, Rath, Ava, e del pianeta Antar. Sapeva che il tempo della vostra nascita era vicino e stava cercando di tornare dove vi aveva lasciato. Purtroppo mor� prima di riuscirci, e mio padre si � dannato l�anima nel tentativo di trovarvi. Sapeva che probabilmente eravate a Roswell, ma non c�era modo di capire chi poteste essere. Finch� un giorno mi � capitato di vedere Max, e allora ho saputo. Non � stato facile seguirvi, con tutti gli spostamenti che avete fatto in questi anni, ma come vedi la mia pazienza � stata premiata... -
- Quindi non � stato per caso che sei venuto ad Albuquerque? -
- No di certo, mia bellissima Isabel. Vieni, ti accompagno alla tua stanza -
- Non mi toccare! - La ragazza ritir� di scatto la mano, nascondendola infantilmente dietro la schiena. Serr� le mascelle, infuriata con se stessa e con lui. - Perch� mi sei venuto dietro? - volle sapere.
- Volevo conoscerti. Nel senso pi� completo - Spost� il peso sull�altra gamba. - L�ultima volta che ti ho vista � stato un anno fa. Mi hai affascinato subito, devo ammetterlo: sei cos� bella... Non avrei mai immaginato che sarei riuscito ad ottenere quello che sognavo... -
- Non ti spaventava l�idea di avere a che fare con... con degli alieni? - mormor� secca.
- No. - Cole sogghign� divertito. - Sono cresciuto sapendo di voi, del fatto che il mio DNA, in qualche modo, faceva parte del vostro retaggio, e come si fa ad aver paura di un... fratellastro? -
- Max non � il tuo fratellastro -
- Ma � la persona che tu ami. E lui ama te, anche se non come... vorresti tu... -
- Io amo Morgan. Max... Max era un... - �...sogno proibito� concluse fra s� e s�, sostenendo coraggiosamente l�espressione allusiva del giovane.
- Era? Ah, s�, io potrei essere il suo gemello, e hai fatto l�amore con me... Ti � piaciuto, vero? -
- Come � piaciuto a te. Addio, Cole Morrison. Ti consiglio di non attraversarmi mai pi� la strada - Senza lasciargli il tempo di ribattere gir� sui tacchi e se ne and�.
Soddisfatto di s� Cole la guard� allontanarsi poi torn� indietro.

- Ciao, Isabel! -
- Ciao... - La ragazza lasci� che Michael l�abbracciasse e per un istante si abbandon� contro di lui. Si sentiva male al vedere Max, e l�ormai pi� che evidente gravidanza di Liz aggravava il suo senso di colpa. A malincuore si sciolse dalla stretta e lanci� un�occhiata a Morgan, in piedi accanto a Maria. Erano tutti presenti, e non aveva senso girare intorno al problema. Mise le braccia conserte e si appoggi� con la schiena alla parete rocciosa. - Io credo che dovremmo andare su Antar e parlare con loro. Vogliono vendicarsi di te, di tutti noi, e non intendo permettergli di distruggerci. Riusciremo a fermarli, Max, ne sono sicura! -
Michael annu�. - Anche io sono del parere che dobbiamo affrontarli. E l�unico modo � recandoci su Antar. Il prima possibile, direi... -
Max si pass� una mano fra i capelli. - Lo penso anch�io. Ma Jason e Shiri resteranno qui. Non voglio che corrano pericoli. - Guard� di sfuggita Liz. - E anche tu, Liz. Se pure non fossi incinta, non potrei sopportarlo se ti accadesse qualcosa... -
- Ma io... - cerc� di protestare lei, venendo per� subito interrotta da Shiri. - Noi veniamo con te, pap�. Siamo in grado di aiutarti, ed � ora che cominciamo ad assumerci qualche responsabilit�. Fino adesso abbiamo creato solo... guai... - aggiunse timidamente, - ma possiamo davvero darti una mano. -
- No. Resterete qui, con vostra madre. E questo � quanto -
- Pap�, ti prego! - insist� Shiri, prima di girarsi verso Jason, che fece un passo avanti. - Tutti insieme saremo ancora pi� forti. Vogliamo venire con voi. Per favore... -
- No -
- Sia io che Shiri siamo in grado di usare i nostri poteri, e ritengo giusto che la Confederazione sappia che non sei solo! -
- Non lo sono, infatti. Con me verranno Isabel e Michael - Max si stava irrigidendo. Non voleva che i suoi figli rischiassero la vita su un mondo che pi� volte aveva tentato di eliminarlo, ed era deciso ad impedire loro di seguirli in quel viaggio pieno di incognite.
- Noi veniamo con te. - Jason si affianc� alla sorella. - Non puoi lasciarci qui. E tu lo sai... -
- Intendi dire che vi teletrasportereste sulla nave? - chiese Max come se non volesse credere alle proprie parole.
- Infatti - Il ragazzino sollev� deciso il mento. - Ritengo che sarebbe pi� semplice per tutti se partissimo con voi. -
Michael s�infil� le mani in tasca. - Comincio a pensarlo anch�io... - borbott�. Poi si guard� con attenzione intorno. - Maria e Liz resteranno qui, con Morgan. E noi... pi� siamo e meglio �. Su questo non ci sono dubbi -
- Non mettertici pure tu! - lo riprese Max, severo.
- Dai, Max, lo sai quanto me! Jason e Shiri sono molto potenti, e possono farci comodo. Finch� non arriveremo su Antar non possiamo sapere come stanno esattamente le cose, e magari non sar� neppure necessario un intervento di forza ... -
Liz avrebbe voluto protestare, dire che anche lei voleva seguirli. Non sopportava di rimanere ancora una volta indietro, senza sapere cosa stesse succedendo alle persone che amava, ma vide la tensione sul bel viso di Max e decise di non insistere. Tuttavia nei suoi occhi si poteva leggere la desolazione, e Maria si affrett� ad abbracciarla, dandole un po� di conforto. - Noi vi aspetteremo qui, come sempre. Per�, per favore... non lasciateci sole troppo a lungo... - La ragazza guard� tristemente Michael, che si mosse a disagio.
Max si morse nervoso le labbra. - Io non voglio che voi due veniate con noi. Non voglio che mettiate a repentaglio la vostra vita - ribad�.
- Sei in minoranza. E temo che stavolta sarai costretto a capitolare - Michael gli diede una pacca amichevole sulla spalla. - Ok, andiamo e cerchiamo di sbrigarla in fretta. Ne ho fin sopra i capelli di tutta la Confederazione! -
- Non me ne parlare... - mormor� Isabel, suscitando un accenno di sorriso in Jason.
Morgan si avvicin� alla moglie e la strinse dolcemente a s�. - Quando contate di partire? - chiese piano.
- Questa notte. I miei hanno organizzato un vero e proprio banchetto. Hanno invitato anche i genitori di Liz e i Valenti. Ci resterebbero molto male se ce ne andassimo prima... -
- Gi�, posso immaginarlo. - L�uomo le diede un bacio leggero sulla tempia. - Andiamo, ho bisogno di parlarti. - La sospinse verso il cunicolo che portava all�uscita, sentendo i passi degli altri che li seguivano, poi prese il sentiero che si allontanava in direzione del deserto.
Quando furono ad una certa distanza dalla caverna Morgan si ferm� e si mise davanti alla ragazza, prendendole il viso fra le mani. - C�� qualcosa che ti tormenta, principessa. Ti prego, parlamene... - Al suo cenno di diniego le sollev� un poco il capo costringendola a guardarlo. - L�ho sentito ieri, quando ti ho telefonato, e da quando sei arrivata a Roswell posso anche vederlo. Isabel, dimmi cosa c��... - insist�.
- Io... non posso - Isabel lo fiss� con occhi colmi di lacrime. - Ti prego, non chiedermelo... -
- Ma ti fa stare male! Parlamene, per favore, e vedrai che dopo ti sembrer� meno importante! -
- Non � possibile, Morgan... - Gli prese le mani con le proprie, cercando di abbassarle, ma lui mantenne la presa e lei croll�. - Mi odierai... - bisbigli� disperata.
- No, non potrei mai. Ti amo troppo per permettermi di allontanarmi da te, credimi... -
- Cambierai idea -
- No - ripet� convinto.
- La cambierai - Isabel lo disse di nuovo, a fior di labbra, poi, con un sospiro rassegnato, raddrizz� le spalle e tir� su col naso. - Ieri mattina ho incontrato un ragazzo, mentre correvo nel parco. Si chiama Cole Morrison, e suo nonno � il progenitore di Max. Ho... ho fatto l�amore con lui. - Vide il volto di Morgan diventare di pietra mentre le sue mani la lasciavano andare, e si sent� morire. - Io... pensavo di aver superato quella fase, ma quando mi ha toccata... E� stato come essere toccata da lui e... non sono riuscita a trattenermi... Io non amo Max come amo te. E�... � diverso... ma volevo provare, almeno per una volta, la sensazione di... - Sollev� lo sguardo al cielo, le ciglia luccicanti per le lacrime che ormai non riusciva pi� a trattenere, e dopo un breve silenzio torn� a guardarlo negli occhi. - Dopo, Cole mi ha chiamata col mio vero nome. Sa tutto di noi, anche quello che provo per mio fratello... Io... non so che intenzioni abbia. Non me lo ha detto, e io non gliel�ho chiesto. A quel punto volevo... volevo solamente andarmene... Mi sono quasi strappata la pelle di dosso a furia di strofinarmi sotto la doccia, ma quei ricordi sono sempre nella mia testa... E Max lo scoprir�. Verr� a saperlo nel momento stesso in cui mi toccher� - Deglut� a fatica. Perdonami... -
L�uomo rimase a lungo immobile, sconvolto. Quando l�aveva incontrata per la prima volta aveva avuto la sensazione che stesse fuggendo da qualcuno, ma non avrebbe mai immaginato che potesse trattarsi di suo fratello... Poteva accettarlo? Poteva davvero, in tutta onest�, convivere con una cosa del genere? Eppure, aveva gi� provato a stare senza di lei, e non ce l�aveva fatta. Gli era entrata nel sangue, era come una droga. Ne aveva bisogno come dell�aria che respirava, e sapeva che quel bisogno era reciproco. Lentamente, facendo forza su se stesso, sollev� di nuovo le mani e le pos� sulle sue tempie.
Comprendendo cosa volesse Isabel fece il vuoto nella sua mente e lasci� che guardasse dentro di lei.
Morgan socchiuse gli occhi per concentrarsi su quello che stava percependo, e alla fine chin� la fronte contro la sua. Aveva visto il suo amore per lui, la passione quasi dolorosa che provava nei suoi confronti, e intu� che quel rapporto fugace con qualcuno tanto somigliante a Max era servito solamente a placare un desiderio nato da un�infanzia e un�adolescenza troppo difficili da capire per chi non era vissuto nella terribile consapevolezza di essere diverso e, per questo, in continuo pericolo di vita. In quel modo Isabel si era liberata di un�ossessione che doveva averla tormentata per anni, e lui non poteva che esserne felice. Adesso Isabel era tutta sua. Lo aveva letto nel modo in cui si era visto nella sua mente, e, come aveva detto lei stessa, non c�era possibilit� d�inganno. Isabel lo amava davvero. Si chin� un poco per sfiorarle le labbra con le proprie. - Diglielo. Ha il diritto di saperlo, e di sapere che c�� qualcuno che conosce il vostro segreto. Capir�, perch� anche lui ti vuole bene... -
Per un istante Isabel lo fiss� come se non avesse capito, poi gli circond� il collo con entrambe le braccia e lo baci� con infinita tenerezza, senza accorgersi delle gocce tiepide che le scendevano lungo le guance.
Di l� a un paio di ore si ritrovarono tutti quanti seduti intorno alla tavola imbandita preparata da Diane Evans. La donna era evidentemente felice di avere intorno i figli e i nipoti, aveva sempre desiderato quella simpatica confusione, e suo marito Phillip guardava da lei ai ragazzi con un sorriso bonario sulle labbra. Perfino i Parker sembravano a loro agio in presenza di Max, ed Amy, ormai superato lo choc della scoperta della vera identit� di Michael e dei suoi amici, chiacchierava tranquilla con tutti quanti.
Mentre Jim Valenti raccontava un divertente aneddoto Shiri si volse di scatto verso Isabel, poi guard� il fratello e si rese conto che anche lui stava fissando la zia. Sentendosi osservato, il ragazzino distolse l�attenzione dalla giovane donna e cerc� gli occhi di Shiri poi, insieme, tornarono a studiare Isabel, e Liz, cui non era sfuggita tutta quella manovra, si lasci� andare esasperata contro lo schienale. - Jason? - chiam� piano.
- S�, mamma? - La voce di Jason risuon� altrettanto bassa ma distratta, come se lui stesse pensando ad altro.
- Se tu e Shiri avete qualcosa di urgente da dire ad Isabel fareste meglio a chiederle di seguirvi in camera vostra. -
Preso in contropiede Jason scosse una spalla. - La zia � molto nervosa, tutto qui. Possiamo parlarle dopo cena... -
- D�accordo. Allora smettetela di fissarla: non � per niente educato, sapete? -
- Ok - Imbarazzato, il ragazzino lanci� un�ultima occhiata alla sorella poi riprese a mangiare come se niente fosse accaduto.
Ma ad Isabel non era sfuggita la breve conversazione fra lui e Liz, e d�improvviso realizz� che i nipoti dovevano aver avvertito la sua ansia. Si mordicchi� nervosamente le labbra. Nello scegliere il posto a tavola aveva fatto in modo di stare il pi� lontano possibile da Max, per evitare che lui potesse anche solo involontariamente sfiorarla, e Morgan, seduto accanto a lei, le teneva di continuo la mano sulla sua, come a volerla rassicurare. Aveva per� dimenticato la grande sensibilit� dei due ragazzi, e decise che non poteva rimandare il colloquio con suo fratello. Quella faccenda andava risolta prima che Jason e Shiri scoprissero il motivo del suo malessere, e nel frattempo doveva controllare meglio le proprie emozioni. Con un sospiro si port� alle labbra il bicchiere colmo d�acqua e bevve un lungo sorso, poi prese una bottiglia di salsa Tabasco e ne vers� gran parte del contenuto sul tortino di carote e spinaci che aveva nel piatto.
Dopo cena, mentre Liz e Maria servivano il caff�, la ragazza si avvicin� a Max e gli fece cenno di andare con lei nel giardino sul retro. Quando si furono seduti in un punto tranquillo, sufficientemente isolato dalla casa in modo che nessuno potesse ascoltarli, Isabel si strinse le ginocchia al petto e cominci� a parlare, lo sguardo fisso davanti a s�. Spieg� quello che era successo il giorno prima, cos� come lo aveva raccontato a Morgan, poi ripet� esattamente ci� che Cole le aveva detto riguardo Meynir, e alla fine tacque, esausta e tremante.
Max la guard� senza sapere cosa dire, addolorato per lei, infine si curv� un poco in avanti e se la strinse dolcemente al petto. - E� tutto finito, Isabel... Ormai ne sei fuori... - Le accarezz� piano i capelli, cercando di calmarla, la mente in subbuglio al pensiero di quello che doveva aver provato trovandosi davanti qualcuno identico a lui. Gi� una volta era successo, quando un mutaforma aveva assunto le sue sembianze per uccidere Liz, ma in quell�occasione Isabel aveva reagito d�istinto per salvare l�amica, mentre in questo caso Morrison le aveva offerto quanto lei, pi� o meno inconsciamente, aveva sempre desiderato. Doveva essere stato spaventoso, una vera e propria tentazione diabolica, e quel ragazzo aveva giocato con freddo calcolo coi suoi sentimenti. Cole Morrison doveva avere qualcosa in mente, qualcosa di spiacevole, o non si sarebbe comportato in quel modo, ne era pi� che certo! Ed era il discendente del suo progenitore. Maledizione, come potevano partire in quel momento, con una persona che sapeva tutto di loro e di cui non avevano alcun controllo? Eppure non era possibile rinviare il confronto con Karan e Veyland... Forse doveva chiedere a Michael di restare sulla Terra...
In quel momento Isabel si agit� un poco per liberarsi dal suo abbraccio. - Avrebbe potuto vederci chiunque... Io... ho commesso una vera pazzia... - mormor� quasi tra s�, pianissimo, poi sollev� implorante lo sguardo su di lui. - Max... potresti... potresti verificare se... sono rimasta incinta? -
A quelle parole il giovane emise un profondo sospiro. �Oh no, Isabel... Non ora... non con lui...� Senza dire nulla le mise una mano sul ventre e si concentr� per un istante, poi la riabbass�, sollevato. - No. Isabel... ora non devi pensarci pi�... Forse... forse doveva accadere, prima o poi, perch� tu fossi veramente libera... Mi dispiace essere stato la causa di tanto dolore... -
Isabel abbozz� un sorriso triste. - Tu non ne hai alcuna colpa... E, come hai detto, adesso sono libera... - Si pass� una mano fra i capelli, preoccupata. - Quando avremo finito con Antar dovremo occuparci di lui. Cole Morrison potrebbe crearci dei grossi problemi... -
- S�, lo so. Stavo pensando di parlare con Michael... -
- Non accetter� mai di rimanere qui. Forse Lou... -
- No. Questo viaggio � l�occasione ideale per riportarlo a casa, e non voglio farlo sentire obbligato a restare. Per� sarebbe meglio se Liz si trattenesse a Roswell. Non mi va l�idea che lo incontri da sola... Potrebbe... potrebbe prendersela con lei... -
- S�, � un�ottima idea. Sempre ammesso che tu riesca a convincerla... -
Max sorrise suo malgrado, poi si alz� in piedi e le porse una mano per aiutarla a fare altrettanto. Torniamo dentro, adesso. -
Bene o male riuscirono a mantenere una parvenza di normalit� fin quando, verso le undici, i Parker ed i Valenti si congedarono dai loro ospiti. Allora Isabel, con una certa esitazione, si schiar� la gola e rivel� ai genitori, a Liz e a Michael l�esistenza di Cole Morrison.
La fissarono tutti sgomenti. Per Diane e Phillip fu sconvolgente realizzare veramente come fosse stato possibile dare la vita a Max ed Isabel, mentre Liz e Michael pensarono subito al rischio che Morrison rappresentava per tutti loro.
Lou Krentz cap� solo che un nuovo pericolo si era profilato all�orizzonte, ma prima ancora che potesse offrirsi di continuare a proteggere Liz mentre gli altri partivano per Antar Max mise una mano sulla spalla della moglie. - Morrison � interessato a noi, quindi non dovrebbe fare nulla finch� torneremo ad Albuquerque. Liz, - Strinse leggermente le dita e la ragazza lo guard� con fare interrogativo. - vorrei che tu stessi qui, con i miei genitori. Mi sentirei pi� tranquillo... -
Liz scosse piano la testa. - Non puoi chiedermi di restare a Roswell, senza niente da fare se non pensare a quello che potrebbe succedervi... Andr� comunque al college, ma star� molto attenta, te lo prometto... -
Il giovane la guard� intensamente negli occhi. Odiava l�idea di separarsi da lei, avrebbe preferito mille volte portarla con s�, per� doveva pensare ai due bambini che aveva in grembo. Sapeva che anche per Liz era molto doloroso stargli lontano, e non volle insistere oltre. Quasi senza rendersene conto le infil� le mani fra i capelli. - Ti amo, Liz, e ho fiducia in te. Ma... ti prego... non esitare a rivolgerti a mio padre, o a Morgan o allo sceriffo... -
- Stai tranquillo... - Gli sorrise con dolcezza, e le sue labbra incontrarono quelle di lui.
Shiri distolse lo sguardo dai genitori e chiuse per un attimo gli occhi. Chiss� come stavano Bren e Lhara... Bren le mancava terribilmente e sper� di riuscire ad incontrarlo presto.
Michael era molto nervoso, non gli piaceva affatto l�idea di un perfetto sconosciuto al corrente di ogni cosa che li riguardava, e non condivideva la convinzione di Max che Liz, e Maria, fossero al sicuro. Serr� i pugni, frustrato, e trasal� quando Maria infil� un braccio sotto il suo. - Sta� calmo, vedrai che andr� tutto bene! -
- Lo spero davvero... -
Lei si alz� in punta di piedi e gli diede un bacio sulla guancia. - Coraggio, grande generale, va� e torna vincitore! Dopodich� potrai affrontare quel piccolo terrestre... -
Lui sbuff� poi la strinse in un rapido abbraccio. - Fai la brava bambina, mi raccomando! -
- Contaci - Maria gli sorrise intenerita, poi pass� a salutare Jason e Shir. - Abbiate cura di voi e, soprattutto, di quei tre scapestrati... -
I ragazzini la ricambiarono con affetto dopodich� salutarono i nonni ed uscirono insieme agli altri.
Raggiunsero la caverna con il fuoristrada di Max e la jeep di Michael, e Liz, Maria e Morgan rimasero a distanza di sicurezza a guardare l�astronave. Quando il velivolo scomparve nell�oscurit� del cielo Liz si pos� una mano sullo stomaco. - Mi sembra di essere tornata indietro nel tempo... - mormor� sconfortata.
Maria le accarezz� il braccio con fare rassicurante. - Stavolta sei sposata con lui, e questa non � la tua prima gravidanza. Andr� tutto bene, vedrai! -
- Certo. Certo che andr� tutto bene. Non pu� essere altrimenti... - Liz si asciug� con la punta delle dita una lacrima importuna e si sforz� di sorridere. - Ora possiamo tornare a casa. -
- Sei sempre dell�idea di partire domattina per Albuquerque? - si inform� Maria.
- S�. Se non faccio qualcosa impazzisco! - Con fare deciso la ragazza si avvicin� a Morgan. - Buona notte - gli disse abbracciandolo brevemente, poi sal� a bordo del fuoristrada e ripart� sgommando.
- E� dura, per lei, stare lontano da Max... E� sempre stato cos�... - comment� Maria scuotendo la testa.
L�uomo ripens� per un istante allo splendido volto di Isabel, circondato dai lisci capelli biondi, e strinse le mascelle. - La capisco... - mormor�, poi la segu� sulla jeep. - Vuoi che guidi io? - si offr�.
- No, ti ringrazio. Anche io ho bisogno di distrarmi... - ammise passandosi velocemente la mano su una guancia, ma il chiarore della luna piena rivel� il luccich�o sulla sua pelle vellutata.

- Ciao! Ehi, sei di nuovo in dolce attesa! Congratulazioni! -
- Ciao, Tony! - Liz sorrise contenta nel rivedere l�amico. - Com�� andato il tuo stage? -
Il ragazzo si strinse nelle spalle. - Dopo due settimane c�� stato un incidente, cos� hanno deciso di allontanare noi studenti, per prudenza, e ci hanno mandato presso una succursale, a Dallas. E da l� ci hanno rispedito a casa dopo un mese... -
- Mi spiace. E Patricia? -
- Anche lei � tornata qualche giorno prima del previsto, ma � stato solo un caso. Tu? -
- Oh, � stato molto interessante. - Liz riusc� a malapena a trattenersi dal ridere. Interessante... Il suo capo era in realt� un mutaforma, che l�aveva rapita e portata su Zoltar. Ma a parte quello, era davvero stata un�esperienza positiva... - Come vanno le cose con Patricia? -
- Non ne parliamo, ti prego! -
- Cosa vuoi dire? - si preoccup� la ragazza.
Tony apr� la porta della mensa e attese che lei fosse passata prima di risponderle. - Ha deciso che la nostra storia non ha un futuro e mi ha educatamente scaricato. -
- Ed � cos�? - Liz prese un vassoio e glielo porse. - Intendo, davvero era una storia senza futuro? -
- Non lo so. S�, forse. Cio�... Negli ultimi tempi le cose andavano un po� a rilento... insomma... non so, non c�era pi� quella forza... quell�intensit�... Pensavo che fosse un problema mio, ma poi... poi, la settimana scorsa siamo andati al cinema insieme e dopo... abbiamo parlato, e alla fine... niente... Ci siamo salutati con un abbraccio, e questo � stato tutto... -
- Forse si tratta solo di un brutto momento... - cerc� di consolarlo lei, ma Tony sorrise con amarezza. No, era gi� nell�aria quando siamo andati a Santa Fe. Io... mi sentivo quasi impacciato, a volte. Non riuscivo a capire di cosa si trattasse, finch� l�altro giorno... Evidentemente doveva andare cos�... - Prese una confezione di posate di plastica. - Mi piacerebbe avere la stessa fortuna di Max. Voi due siete perfetti, insieme... -
Liz scoppi� a ridere. - Ah, ti ringrazio! Ma non � stato facile, sai? Comunque, non disperare: vedrai che prima o poi incontrerai la ragazza giusta per te! -
- Mi auguro che anche Patricia trovi qualcuno di adatto a lei. E� una persona meravigliosa. Merita di essere felice... -
- E lo sar�, vedrai! - Prese un paio di tovaglioli di carta e glieli mise sul vassoio. - Tieni, e adesso fammi vedere cosa c�� da mangiare: questi due piccoli sono molto esigenti, sai? Dolce, e piccante. Ma leggero, altrimenti non ce la faccio a digerire... -
- Sono due?!? Va tutto bene? -
- S�, adesso s�. Fino a qualche giorno fa mi sentivo sfinita dalla stanchezza solo per aver apparecchiato in tavola ma ora � passato, grazie al cielo! - Tese un braccio per afferrare il piatto fumante che le stavano porgendo poi prese una bustina di salsa Tabasco. - Non avrei mai creduto che un giorno l�avrei usata per condire la pasta... - borbott�.
- E� buona, anche se un po� troppo forte per i miei gusti. - comment� Tony.
- Gi� - Liz si serv� di una porzione di verdure miste e poi prese una fetta di dolce alla crema. - Ma ora basta, o finir� col diventare una piccola botte! -
- Non � possibile. Hai un corpo assolutamente perfetto, anche adesso che ti � cresciuta la pancia!... -
- Grazie! - La ragazza gli sorrise sollevando le sopracciglia, sorpresa per la sua galanteria.
Mentre mangiavano Liz spieg� che Max era rimasto a Roswell con Isabel per aiutare il padre per un lavoro e Jason e Shiri avevano voluto trascorrere un po� di tempo coi nonni. - Ma ho saputo che c�� un nuovo studente, mi pare si chiami Morrison, Cole Morrison, che somiglia a Max come una goccia d�acqua. Tu hai avuto occasione di vederlo, per caso? -
- No, veramente no. Dici che � identico a lui? -
- Pare di s�. Per�, ad essere sinceri, non � che muoia dalla voglia di conoscerlo. Sai, il fatto che sia cos� simile a Max mi mette un po� a disagio... -
- Pensi che potresti sentirti attratta da lui? - indag� incuriosito il giovane.
- Oh no, Max � speciale e non c�� la minima possibilit� che mi interessi qualcun altro, per�... non lo so, mi sentirei... strana... Forse perch� mi ricorderebbe il periodo in cui Max aveva perso la memoria e... No, non voglio incontrarlo - termin� con decisione.
- Gi�, capisco... Bene, allora... ai gemelli Evans! - esclam� Tony sollevando la bottiglia di succo di frutta in un brindisi scherzoso.
- Ai gemelli Evans - ripet� Liz, facendo cin cin con la propria bottiglia di acqua minerale.
- Avete gi� pensato ai nomi? -
- S�. Ethan e Claudia. Non � stato semplice, ma alla fine abbiamo raggiunto un accordo. -
- Con Max? -
- No, con loro. - Liz si batt� piano sulla pancia. - Dovevi sentire come hanno scalciato, quando gli abbiamo fatto sentire questi nomi... -
- Oh!... - Tony sorrise divertito, poi si fece serio. - Sta arrivando Patricia - disse con voce piatta.
- Dai, Tony, non fare quella faccia! Siete sempre amici, no? E poi, finch� studiate entrambi qui, vi incontrerete un�infinit� di volte, quindi cerca di abituarti, ok? - Avuto un piccolo cenno di assenso in risposta alz� il braccio e fece segno alla ragazza, che si affrett� a raggiungerli. - Ehi, ciao, Liz! Sono davvero contenta di rivederti! - Si chin� a baciarla sulla guancia, poi sorrise a Tony. - Ciao, Tony, tutto ok? -
- S�, grazie - Tony la guard� con espressione indecifrabile, ma Liz pot� avvertire la sua sofferenza. Sapeva cosa stava provando, era capitato anche a lei quando Max aveva avuto l�incidente durante la partita di basket, tuttavia c�era poco che potesse fare se non imparare a convivere con quella situazione, aspettando che prima o poi il dolore si attenuasse. Ma anche Patricia sembrava imbarazzata. Forse quei due non erano destinati a stare insieme, per� c�era stato amore, fra di loro, e adesso dovevano imparare ad andare avanti da soli. Era molto duro, lo sapeva benissimo, per� ce l�avrebbero fatta. Era nella natura delle cose. Il mondo non si fermava soltanto perch� la loro storia era finita, e purtroppo lo si imparava sempre nella maniera pi� dura...
- Ho visto Isabel, un paio di giorni fa, ma da allora non l�ho pi� incontrata. Che corsi frequenta? - domand� Patricia, per rompere il silenzio.
- Non lo so, con esattezza, per� adesso � a Roswell, con Max. Dovevano dare una mano al padre, e cos� staranno via per un po�. Con loro ci sono anche Jason e Shiri. -
- E sei qui tutta sola? Perch� non sei rimasta a Roswell pure tu? -
- Io... ho preferito venire qui per avvantaggiarmi con gli esami. Sai, quando i due piccoli nasceranno avr� molte cose da fare, e... Ecco, ho ritenuto pi� opportuno approfittare di queste ultime settimane di libert�...
- Credo di capire cosa intendi! - Pat rise divertita. - Non sar� facile gestire due neonati contemporaneamente! -
- No, infatti. - Liz rise a sua volta, sforzandosi di non pensare a come sarebbe diventata la sua vita di l� a breve.
Quando ebbero finito di mangiare uscirono insieme dalla mensa e Tony le salut� per dirigersi verso la biblioteca.
Rimaste sole Patricia si gratt� pensosamente una tempia. - Tony non l�ha presa molto bene... - cominci�. Ma davvero, Liz, ad un certo punto ho capito che volevo qualcosa di pi�... pi� profondo, sconvolgente... Con lui mi sentivo bene, sicura, ma... ho scoperto di volere altro, dalla vita. Puoi capirmi, Liz? -
La ragazza annu�. Un gesto lento, colmo di dolce mestizia. - S�, certo... Anche per me � stato cos�... Quando ho conosciuto Max mi sono resa conto che con lui mi sentivo davvero viva... - Fece una piccola smorfia agitando sorridente una mano. - A quel punto ho deciso che valeva la pena di stravolgere tutto il mio piccolo mondo ben organizzato pur di stargli vicino... E... so di aver fatto la scelta giusta. -
- S�, si vede. - Pat sorrise a sua volta. - Spero di avere la tua stessa fortuna, ed il tuo coraggio -
- E sar� cos�, quando incontrerai la persona adatta a te. Credimi... -
- Peccato che non vada in giro con un bel cartello appeso al collo: �Eccomi, sono qui!� -
- Hai ragione... Anzi, a volte � molto ben mimetizzata... -
- Ok, non voglio pensarci, adesso, altrimenti mi deprimo e non riesco a concentrarmi sullo studio! Quanti corsi ti mancano per finire? -
- Tre. Ma conto di sostenere un esame gi� la settimana prossima, anche se sar� dura senza aver avuto la possibilit� di frequentare. -
- Cosa farai, dopo la laurea? -
- Torner� a Roswell, con Max. L� ci sono le nostre famiglie, il marito di Isabel, e Maria e Michael, che sono come dei fratelli, per noi... Non � una grande citt�, e forse non offre molte prospettive di lavoro, per� � dove siamo cresciuti e dove ci sentiamo davvero a casa. Spero che verrai a trovarci, un giorno... -
- Sicuro! Sai, non ci sono mai stata per� � un posto che mi ha sempre incuriosita, con tutte quelle storie sugli alieni... - Patricia la guard� divertita. - Dimmi la verit�: ci sono davvero? Gli alieni, intendo... -
Liz scroll� il capo. - Oddio, no, certo! Ma c�� un�infinit� di locali a tema, a cominciare da quello dei miei genitori, il Crashdown Caf�, e puoi trovare tutti i souvenirs pi� assurdi che desideri! -
- Dev�essere un posto divertente -
- Se vuoi metterla cos�... -
- E... quando viene Max? -
- Non lo so con esattezza. Forse... fra una decina di giorni, oppure... di pi�... -
Vedendo che l�argomento aveva rattristato l�amica Patricia le pass� un braccio intorno alle spalle. - Dai, puoi sempre telefonargli, no? -
Liz si morse nervosa le labbra. - S�, certo... - mormor�, ma la luce nei suoi occhi si era offuscata. Scusami, io... devo andare a studiare. Ciao. -
- Ciao... - Patricia la guard� allontanarsi, perplessa, poi consult� l�orologio e sospir�. �Accidenti, se non mi sbrigo faccio tardi alla lezione!�
Nei giorni che seguirono le due ragazze trascorsero insieme buona parte del tempo libero studiando a casa di Liz finch� giunse una telefonata da Amy. La donna era agitatissima e preg� Liz di andare subito a Roswell perch� Maria stava molto male e continuava a chiedere di lei.
Non sapendo cosa pensare la giovane, che aveva appena terminato la prova d�esame, si strinse preoccupata i libri al petto poi si affrett� a tornare a casa. Mise un ricambio d�abiti in uno zaino, chiam� Patricia per avvertirla che sarebbe stata via alcuni giorni, dopodich� afferr� le chiavi del fuoristrada e se ne and�.
Si sforz� di restare calma mentre guidava ma le sue dita tamburellavano senza sosta sullo sterzo. Sperava sinceramente che si trattasse solo di un�esagerazione da parte di Amy, tuttavia non vedeva l�ora di verificare da s� e sospir� sollevata quando, finalmente, giunse a Roswell. Parcheggi� davanti alla casa dove abitava Maria e suon� con forza il campanello.
Le apr� Amy, pallida e con gli occhi gonfi. - Oh, Liz, grazie al cielo sei qui! Vieni, ti prego! - La prese per mano e quasi la trascin� nella camera da letto dove, sepolta sotto un cumulo di coperte e col viso madido di sudore, giaceva Maria.
La ragazza, nonostante la gradevole temperatura di fine estate, tremava per il freddo e respirava a fatica.
Liz si precipit� al suo fianco, sconvolta, e le sfior� gentilmente la fronte. - Maria, che cosa ti � successo? - chiese prossima alle lacrime.
Maria batt� un paio di volte le palpebre poi riusc� a mettere a fuoco l�immagine dell�amica. - Liz... Oddio, Liz, mi sento cos� male... - Tent� di umettarsi le labbra riarse e Liz si affrett� a prendere il bicchiere pieno d�acqua che stava sul comodino. Le sollev� un poco la testa e l�aiut� a bere qualche goccia di liquido, poi Maria si abbandon� all�indietro, sfinita. - Una... una settimana fa mi sono comparse... delle macchioline... di luce, Liz... e... ho pensato di... essere incinta... - Accenn� un sorriso, e una goccia di sangue le apparve all�angolo della bocca. - Poi... - con un sospiro chiuse gli occhi. - ho cominciato a sentirmi... debole... Mi faceva male dappertutto... e avevo tanto freddo... e poi caldo... E faccio... degli strani sogni... Ti ricordi quando... quando Michael...? - S�interruppe, troppo stanca per continuare, ma Liz aveva capito. S�, rammentava benissimo il giorno in cui Michael, in preda al delirio, aveva perso conoscenza ed era finito avvolto in un bozzolo che solo le pietre di River Dog erano riuscite a distruggere. Per� Maria non aveva sangue alieno, e non si era certo sottoposta ad una cerimonia indiana, quindi come mai...? Poi, di punto in bianco, cap�. Certo, Maria non aveva sangue alieno, ma era incinta e forse... quella era la reazione scatenata dalla presenza in lei di un organismo non umano! Se davvero le cose stavano cos� cosa poteva fare, lei? Ci sarebbe voluto l�intervento di Max, o di Shiri, ma loro si trovavano in un�altra galassia e non c�era modo di avvertirli... Con delicatezza riadagi� la testa di Maria sul cuscino e rimase a guardarla con gli occhi colmi di lacrime per un tempo infinito poi, piano piano, tir� via le coperte fino a scoprirle il corpo. Le sollev� allora il bordo della camicia da notte e vide che, in effetti, il suo basso ventre brillava di mille puntini luminosi. Sorrise con malinconia. - S�, Maria, aspetti un bambino... - bisbigli� con voce incrinata, e questo ti sta... uccidendo... - aggiunse in un soffio. Non credeva che l�avesse sentita, ma l�attenzione della ragazza era concentrata su di lei e quelle parole appena mormorate le aveva udite perfettamente. Liz... puoi... puoi aiutarmi? - disse in un soffio.
- Io... non lo so! - In preda alla disperazione Liz la ricopr� con gesti affettuosi, una coperta dopo l�altra, finch� di Maria fu visibile solo il viso cereo.
- Per favore... -
Liz sent� alle sue spalle un singhiozzo soffocato. Si volse di scatto e vide Amy, che si torceva disperata le mani. - Amy, io... -
- Non c�� proprio niente che tu possa fare? Ti prego!... -
La giovane si pass� le mani tremanti fra i capelli. - Non ne ho idea... - confess� piangendo. Chiuse gli occhi cercando di riflettere, poi si rialz� in piedi. - Forse... potremmo provare con una trasfusione... Nel mio sangue ci sono cellule aliene, e sono incinta. Se non funziona... - Scosse la testa, non sapendo che altro dire, poi sorrise stancamente ad Amy. - Devi farlo tu. Non possiamo andare in ospedale... -
- No, certo, � chiaro... - Amy si asciug� le guance col palmo delle mani. - Vado a comprare il necessario. Torno fra poco - Corse via, piena di speranza, dopo averle lanciato uno sguardo grato.
Pi� tardi, sotto gli occhi attenti di Jim, che era arrivato pochi minuti dopo la moglie, Liz osserv� il suo sangue rosso e denso fluire nella siringa per poi essere iniettato nelle fragili vene di Maria.
Terminata l�operazione rimasero tutti e tre a studiare con ansia la ragazza, quasi rantolante.
- Potrebbe volerci un po� di tempo... - mormor� lo sceriffo, cercando di tranquillizzarle.
Liz prese nella sua una mano di Maria. - Ce la deve fare. Non saprei proprio cos�altro tentare... E non sono nemmeno sicura che questo non la faccia stare peggio... -
- Perch� tu non hai avuto questa reazione, quando sei rimasta incinta la prima volta? - le chiese Amy, perplessa.
Lei sospir� impacciata. - L�essere stata guarita da Max ha provocato dei... dei cambiamenti, in me... Il mio sangue non � pi� completamente... umano, e si modifica ad ogni gravidanza... Ma c�� un aspetto positivo: non mi ammalo da quando avevo sedici anni! - termin� con un accenno di sorriso.
Amy scosse la testa, borbottando qualcosa all�indirizzo di Michael, poi and� in cucina a preparare una tisana rinvigorente per la figlia.
Rimasti soli Jim si avvicin� a Liz e le strinse comprensivo una spalla. - Star� meglio, ne sono certo. Ma davvero aspetta un bambino? -
- S�. Quando... quando il piccolo comincia a formarsi appaiono dei punti di luce sulla pelle, ed � questo che ha fatto capire a Maria di... - Deglut� con forza, cercando di non crollare. - Spero di non essermi sbagliata... Maria sta troppo male... non pu� resistere fino al ritorno di Max... -
- Sarai stremata, hai guidato da Albuquerque fin qui ed Amy ti ha prelevato una montagna di sangue. Va� a casa e riposati: ti chiameremo non appena ci sar� qualcosa di nuovo, te lo prometto! -
Sia pure di malavoglia Liz dovette convenire con lui. - Sar� dagli Evans. - mormor�, poi si chin� a deporre un bacio sulla guancia pallida dell�amica e se ne and�.
Diane l�accolse con grande affetto e ascolt� attenta il suo racconto. - Oh, santo cielo, mi spiace moltissimo! Maria � una cos� cara ragazza! Spero davvero che vada tutto bene... -
- Anche io... -
La donna la guard� intenerita. - Ma adesso vai a dormire un po�, d�accordo? Hai l�aria disfatta, e Max non ne sarebbe affatto contento! Avanti, sali in camera e cerca di stare tranquilla -
- Ok - Troppo stanca per protestare Liz si avvi� su per le scale, completamente dimentica dello zainetto lasciato accanto alla porta d�ingresso.
Era quasi l�ora di cena quando Diane l�and� a svegliare. - Liz... Liz, c�� una telefonata per te. E� Amy... - le disse toccandole piano una spalla.
La ragazza si mise a sedere di scatto. Si sentiva pi� stanca di quando si era coricata ma si affrett� a seguirla al piano sottostante. - Amy? - mormor� ansiosa nel ricevitore.
�- Liz! Oh, Liz, Maria ha smesso di rantolare e la febbre � calata un poco! Ti ringrazio, tesoro, ti ringrazio con tutto il cuore! Se non fosse stato per te... -� Si mise a piangere, e Liz dovette faticare per trattenere a sua volta le lacrime. - Vengo subito l� - disse decisa, poi riattacc� e sorrise a Diane. - Maria sta meglio. Io... io torno da lei. Ci vediamo pi� tardi... -
- D�accordo, cara. Ti lascer� qualcosa da mangiare in caldo nel forno, ok? -
Lei annu� con gratitudine dopodich� usc� per andare dall�amica.
In effetti Maria aveva un aspetto pi� sano, per quanto il suo corpo fosse ancora scosso ogni tanto da lunghi brividi. Quando sent� la voce di Liz apr� gli occhi e il volto le s�illumin�. - Ciao... - bisbigli�.
- Ciao! - Liz le sedette accanto e le accarezz� i capelli. - Ci hai fatto prendere un bello spavento, sai? -
- Giuro che non l�ho fatto apposta... - Fece un profondo respiro, quasi assetata di aria. - Sar� una bellissima sorpresa, per Michael... Lui... non ne ha mai parlato... ma sono sicura che sar� felice di sapere che avremo un figlio... -
Liz annu� convinta. - Oh s�, ricordo la sua espressione quando ti guardava tenere in braccio Jason! Vuole far credere di essere un duro, ma in realt� ha il cuore tenero... -
- Lo so - Maria accenn� un sorriso e cerc� di girarsi sul fianco.
- Come ti senti? -
- Meglio, grazie. - Aveva parlato con voce abbastanza ferma, ma gli occhi le si chiusero e si addorment� di botto.
Sentendosi vagamente inquieta la ragazza si alz� e guard� Amy. - Forse sarebbe il caso di fare un�altra trasfusione. -
- Non pensarci neppure! Caso mai vedremo domattina, se proprio insisti, ma adesso vai a casa e non preoccuparti. Ti sar� eternamente grata per quello che hai fatto, per� non voglio che per aiutare Maria tu finisca col rimetterci la salute! Non potrei mai perdonarmelo... -
Liz la strinse in un rapido abbraccio. - Allora d�accordo, torner� domani! Ciao, e salutami Jim -
Quando fu di nuovo a casa Evans trov� Phillip e Diane che l�attendevano con ansia. Si affrett� a spiegare loro che Maria stava decisamente meglio, ma l�uomo la fiss� serio. - A dire la verit� noi pensavamo a te. Diane aveva ragione, sei dimagrita, e non � una buona cosa quando si � in stato interessante... -
La ragazza si sedette a tavola mentre la suocera le metteva davanti una serie di pietanze. - S�, � vero, ma... io... -
- Ti manca Max, lo capisco, per� questo non significa che debba lasciarti andare in questo modo. Sei una ragazza intelligente, Liz, e credo che tu sappia perfettamente cosa � giusto fare. Quindi, per favore, cerca di aver cura di te, oltre che di Maria!... -
Liz lanci� uno sguardo mesto alla donna poi inizi� a mangiare. Piano, con gesti lenti, sforzandosi di non mostrare il leggero senso di nausea che le serrava lo stomaco, aggiunse un po� di salsa piccante e riusc� a vuotare il piatto. - Vi... vi chiedo scusa per� adesso vorrei andare a dormire... -
- Ma certo, cara, vai pure! - Diane le sorrise mentre lasciava la cucina, poi radun� le stoviglie sporche e le mise nel lavandino.
- Spero che i ragazzi tornino presto. Liz mi � sembrata davvero a pezzi - osserv� Phillip.
La donna si mise a lavare i piatti con notevole energia. - Beh, lei e Max sono molto legati, e ogni volta che devono separarsi... - Scroll� la testa, sentendosi inutile. - Non dovrebbe essere in questo modo, non mi sembra una cosa sana, per� li posso capire. La loro vita � piena di pericoli e... e di sofferenza... Max compir� ventun�anni fra due mesi e ne ha gi� passate cos� tante, e Liz con lui... Credo che l�unica cosa che possiamo fare sia stargli vicino e aiutarli ad andare avanti. -
- Lo stai gi� facendo. Per questo Max e Isabel ti amano tanto... -
Diane si volt� a guardarlo. - Amano anche te. Oh, Phillip, chi avrebbe mai potuto immaginare la verit� quando ci trovammo davanti quei due bambini con gli occhi cos� tristi e spaventati... -
Per tutta risposta lui abbozz� un sorriso poi le si accost� e le diede un bacio sulla guancia. - Penso che, in fin dei conti, abbiamo fatto un buon lavoro: sono diventati due giovani molto in gamba! -
Il giorno successivo, come promesso, Liz torn� a trovare Maria. Con lei c�era anche Diane, che rimase colpita nel notare il deperimento della ragazza.
- Ha dormito tutta la notte per� � ancora debole... - rifer� Amy studiando ansiosa la figlia.
- Facciamole un�altra trasfusione. - disse Liz con tono deciso.
- Te la senti davvero? Non vorrei che... - obiett� la donna.
- E� tutto a posto, Amy. Prendi pure la siringa - La ragazza si mise a sedere davanti alla toletta e attese pazientemente che Amy le prelevasse il sangue.
Diane avrebbe voluto protestare. Liz non aveva una gran bella cera e non trovava opportuno che si sottoponesse a quell�operazione, ma poi si rese conto che sarebbe stato del tutto inutile. Aveva imparato a conoscere la testardaggine di quella benedetta figliola, e non pot� fare altro che restare in silenzio a guardare mentre le mani esperte di Amy guidavano l�ago nel suo braccio.
La giornata si trascin� lentamente. Avvertito da Liz, anche Morgan pass� a trovare Maria, e quando giunse la sera la ragazza pot� alzarsi e fare una doccia sotto l�occhio vigile della madre.
Il mattino successivo Maria si svegli� prestissimo. Sentendosi molto meglio scost� felice le lenzuola e si mise a rovistare nei cassetti.
Amy la trov� che stava infilando degli abiti in una valigia. - Che diamine stai facendo? - la sgrid�.
- Buongiorno, mamma - la salut� lei, continuando il suo lavoro.
- Buongiorno. Insomma, si pu� sapere che succede? -
- Ho deciso di andare ad Albuquerque con Liz. Non so con esattezza quando Michael torner�, e tu hai il tuo lavoro e non puoi continuare a stare a casa mia lasciando Jim da solo, quindi parto insieme a lei. Ci faremo compagnia, e poi, se dovessi sentirmi di nuovo male, � l�unica che possa darmi una mano. Chi altri conosci che abbia avuto bambini da un alieno? - concluse facendo una buffa smorfia.
- Ah, nessuno, questo � pi� che certo! Per� non mi sembra una gran bella idea... Insomma, anche Liz � incinta, e ha tutta l�aria di essere prossima al parto... -
- Mamma, nessuno sa con esattezza quando partorir�! E poi forse � meglio se ci sono io: l�ho gi� aiutata a far nascere Jason, e se Max non si sbriga a tornare potrei doverlo fare di nuovo! -
Per nulla rassicurata la donna rote� gli occhi. - Grandioso! - esclam�, prima di tornare in cucina per preparare la colazione.

- Sicura di sentirti meglio? - Liz guard� l�amica con una punta d�ansia.
- Oh, Liz, certo! E ti sarei estremamente grata se la smettessi di chiedermelo! Sembri proprio mia madre...
- Scusami, solo che l�altro ieri sembravi pi� morta che viva, e allora... -
- Grazie tante! - Maria abbass� di qualche centimetro il finestrino e lasci� che l�aria calda le scompigliasse i capelli. - Comunque � vero, sai? Mi sentivo sul punto di morire, quando sei arrivata tu... Ti devo la vita -
- Non dire sciocchezze! Piuttosto... spero proprio che non debba assistermi per la nascita dei gemelli... -
- Pensi che potrebbe succedere presto? -
- Non lo so - Liz si morse le labbra con fare assente. - Dopo aver lasciato El Paso stavo davvero bene, per� da un paio di giorni ho spesso la nausea e... non so che dirti... Credo che Diane abbia ragione, dovrei mangiare di pi�, ma la sola idea del cibo mi fa sentire male... -
- Mi stai mettendo paura... -
Liz scoppi� a ridere. - Scusa, non volevo! D�accordo, parliamo d�altro. Cos�hai detto a quelli del locale? -
- La verit�. Che aspetto un bambino e ho bisogno di un periodo di riposo. Non mi sono sembrati troppo contenti, anche se mi hanno fatto gli auguri e assicurato che avranno sempre un posto per me... Comunque ti confesso che al momento cantare non � in cima alla lista dei miei pensieri -
- Lo capisco. Sai, credo che Michael sar� un padre meraviglioso. Riesco quasi ad immaginare la faccia che far� quando gli dirai che aspetti un figlio... -
Stavolta fu Maria a ridere, una risata piena di gioia. - S�, anch�io! - Poi, sentendo la musica che usciva dallo stereo, abbandon� la testa contro il sedile. - Oh, adoro questa canzone! - e sovrappose la sua voce forte e calda a quella dell�artista.
Arrivarono ad Albuquerque nella tarda mattinata e Liz fece una sosta al supermercato. - Volente o nolente devo nutrirmi, e in ogni caso non posso far morire te di fame! - disse mentre richiudeva lo sportello della vettura.
- Giusto. - Maria la prese allegramente sottobraccio ed entr� con lei nel grande magazzino.
Una volta a casa Liz telefon� a Patricia e la invit� a cena per quella sera. - C�� anche Maria, � venuta a tenermi compagnia!... -
La ragazza accett� di buon grado e si offr� di portare il dolce.
Il giorno successivo Liz aveva lezione e si fece promettere da Maria che se ne sarebbe stata buona buona a casa. - Preferisco che te la prenda con calma, ok? Forse il mio sangue ti ha fatta stare meglio, ma mi sentirei pi� tranquilla sapendoti qui. -
- Sai, sei davvero peggio di mia madre! In ogni caso... d�accordo, per oggi non uscir�. Ma domani sar� tutta un�altra storia! -
- Va benissimo! - Liz le sorrise e si chiuse dolcemente la porta alle spalle.
Nell�aula di fisica incontr� Tony e sedette accanto a lui. - Ciao, tutto bene? -
- S�, grazie. Ho saputo del tuo esame: congratulazioni! -
- Sono stata fortunata. Le domande erano piuttosto facili... -
- Per te, forse. Ma ho parlato con George, e lui ha detto che di alcune non ne aveva capito neppure il senso! -
Liz scosse divertita la testa. - Se avesse passato pi� tempo sui libri anzich� al bowling forse sarebbe andato meglio, non credi? -
- Mmm... - Tony accavall� le gambe e si guard� intorno. - Oh oh... Non voltarti. C�� Cole Morrison due file dietro di noi -
Con un tuffo al cuore la ragazza scivol� un poco verso il basso cercando di mimetizzarsi. - Non voglio che mi veda. - spieg� notando la sua perplessit�.
- Ma... non ti conosce! Santo cielo, Liz, non ti sembra di esagerare? -
- No - La risposta recisa non ammetteva repliche, cos� il ragazzo si limit� a sbuffare e sistem� il blocco per gli appunti davanti a s�.
Mentre camminava lungo il sentiero che conduceva all�edificio dove si trovava la biblioteca Liz si sent� apostrofare da una voce dura. - Signorina Parker, o meglio, signora Evans -
Spalancando gli occhi per la sorpresa si volt� e rimase agghiacciata. - Gabriel Ross... -
- Venga, ho bisogno di parlarle - Fece per prenderla per un braccio ma lei si tir� indietro bruscamente. Che cosa vuole? -
- Non intendo discuterne qui -
- E io non intendo seguirla. - Gir� sui tacchi per allontanarsi ma l�agente federale le afferr� la spalla stringendo forte. - Non ti conviene fare una scenata, piccola. Seguimi senza fare storie -
- No. Cosa vuole? - ripet�, girando il viso per guardarlo negli occhi.
- D�accordo. - Ross lasci� andare la presa e la fiss� gelido. - Il satellite ha registrato due macchine e nove persone in un�area del deserto vicino Roswell, poi le persone sono diventate tre e le macchine sono tornate in citt�. Che fine hanno fatto gli altri? -
- E io come faccio a saperlo? -
- Non giocare con me, non ti conviene. So gi� che Coltrane e Maria DeLuca sono ancora nel New Mexico, come te. Dove sono i fratelli Evans e Michael Guerin? E chi era l�altro individuo? -
Terrorizzata a morte ma decisa a non mostrarlo Liz deglut� a fatica. - Io non so di cosa stia parlando. Max e Isabel sono al campus, e Michael � a Roswell. -
- I miei uomini hanno controllato: loro non sono pi� qui. I patti erano chiari, non dovevate fare alcuna mossa sospetta. Adesso tu sarai il nostro ostaggio, e quando gli Evans e Guerin si rifaranno vivi verranno catturati e rinchiusi in un posto sicuro. Come avrebbe gi� dovuto essere... -
- No! - Liz fece per correre via ma fin� addosso a qualcuno. Cerc� inutilmente di liberarsi mentre due forti braccia le cingevano la schiena, e tremando si appoggi� contro il nuovo venuto.
- Perch� stava minacciando mia moglie? -
A quelle parole la ragazza si sent� svenire. Oddio, no, non era possibile!...
- Max Evans?!? Quando diamine � tornato? -
- Non mi sono mai mosso da questo posto. Se ne vada, adesso, e non si faccia pi� vedere! - Cos� dicendo il giovane fece scivolare una mano intorno alla vita di Liz e la sospinse in avanti. - Andiamo... -
Non sapendo che altro fare lei obbed� e si lasci� condurre via in silenzio, senza osare alzare lo sguardo sul suo inatteso salvatore.
- Sei una ragazza molto sfuggente, sai? - mormor� questi ad un certo punto, quando furono abbastanza lontani da Ross.
- Io... ti ringrazio per avermi aiutata, per� adesso vorrei tornare a casa. -
- Ah no, mia cara, non ci penso neppure! - Cole la prese per un polso e la costrinse a seguirlo fino al suo miniappartamento, poco distante dal college.
- Allora, signora Evans... Cosa si prova ad essere sposati con un alieno? -
Liz prese esitante il bicchiere che lui aveva appena riempito d�acqua e se lo port� alle labbra cercando di prendere tempo. Era terrificante trovarsi davanti qualcuno cos� simile a Max, e trattenendo a stento un gemito si lasci� cadere sulla sedia accanto a lei. - I... Isabel ci ha parlato di te... - riusc� soltanto a dire.
- Isabel... Quella stupenda ragazza dalle gambe lunghissime... Chiss� se la sua progenitrice ha avuto dei discendenti? - Ridacchiando si appoggi� con la schiena al bordo del lavandino e la guard� attento. - Ma anche tu sei molto carina, sai? Max ha avuto davvero buon gusto, devo dire... -
- Che cosa vuoi? -
- Soltanto parlare, stai tranquilla. Cerca di capirmi: sono molto curioso di avere notizie della persona costruita col DNA di mio nonno... Con Isabel non ce n�� stato il tempo, avevamo ben altro da fare... -
- Che... che vuoi dire? -
- Oh, non te l�ha raccontato? -
- Cosa? - Liz era rigida, quasi distaccata, mentre il suo cervello lavorava freneticamente per trovare una via d�uscita.
- Abbiamo fatto l�amore nel parco del campus. Lei aveva una voglia matta di farsi il fratello, ed � stata ben contenta di ripiegare su di me. In fondo siamo identici, non trovi? -
Quelle parole crude fecero sbiancare la ragazza. Ripens� al sogno che aveva portato Isabel da Morgan e sospir� dentro di s�. Ora capiva come mai Shiri e Jason si fossero comportati cos� stranamente, la sera della loro partenza... Isabel doveva essere ancora sconvolta per ci� che aveva fatto con Cole Morrison, e di sicuro era quello l�argomento di cui doveva parlare con Max. Non poteva fargliene una colpa, sapeva benissimo cosa significasse essere ossessionati da qualcuno, e si augur� che fosse finalmente riuscita a trovare un po� di pace.
- Non dici niente? Non ti sconvolge sapere che Isabel provi un tale desiderio nei confronti di Max? -
Liz non rispose. Non intendeva discutere con una persona abietta come quella dei sentimenti che univano Isabel a suo fratello, e non voleva pensare a cosa doveva aver provato Max nel sapere cos�era successo all�unica persona sopravvissuta della sua vera famiglia. Non poteva.
- Vedo che presto ci sar� un altro ibrido... Certo che se la gente sapesse la verit� sarebbe un bel guaio, vero? -
- Tu... hai intenzione di dirlo a qualcuno? - domand� Liz, un dubbio nei caldi occhi bruni.
- No. Almeno per adesso. Comunque sarei curioso di sottoporti a qualche esame io stesso. Non per niente ho scelto bioingegneria come specializzazione... Mi piacerebbe scoprire com�� stato manipolato il mio codice genetico per consentire ad una forma di vita aliena di sopravvivere... - Cos� dicendo le and� accanto e le premette forte le mani sul pancione. - E� incredibile... - disse con espressione intensa.
La pressione aument� e Liz si lasci� sfuggire un gemito. - Smettila, per favore... - mormor�.
- Dovr� prelevarti un po� di liquido amniotico. E gi� che ci sono cercher� di arrivare al feto. E� sicuramente l� che trover� un bel po� di cose interessanti, non credi? - La costrinse ad alzarsi in piedi e le blocc� le mani dietro la schiena. - Farai la brava bambina, vero? - Si chin� su di lei e le diede un bacio sensuale sull�orecchio.
Rabbrividendo Liz chiuse gli occhi. �Max, aiutami... Max, ho bisogno di te!�
- Come, non ti piace? Eppure so che ami molto tuo marito... - la prese in giro Cole. Le circond� il volto con le mani. - Non puoi andare dalla polizia, non puoi denunciarmi, e questo render� tutto pi� semplice. Ho solo bisogno di un paio d�ore dopodich� potrai andartene... -
- Non hai paura di quello che ti far� Max, quando torner�? -
- Non pu� farmi niente perch� non pu� permettersi un�indagine. E� sempre stato molto attento a non attirare l�attenzione su di s�... E poi, in fin dei conti, sto solo ripetendo l�esperimento che Nasedo e Meynir hanno fatto con mio nonno... -
- Ma se non starai attento potresti uccidere il bambino! - cerc� di protestare Liz.
- Vorr� dire che riprover� con Maria DeLuca. Anche lei ha rapporti sessuali con un alieno, e prima o poi rester� incinta, giusto? -
Liz si sent� paralizzata dall�orrore. Non poteva permettere che quel mostro arrivasse a Maria! In qualche modo doveva fermarlo lei!...
- Vieni, dobbiamo andare. Il mio laboratorio si trova dall�altro lato della citt� -
- Io... non ho alcuna intenzione di venire con te! -
- Ti prego, Liz, mi dispiacerebbe doverti fare del male... -
- Tu mi... mi stai gi� facendo del male! - ribatt� Liz cercando di scostarsi da lui.
Cole ridacchi� divertito. - Adesso stai diventando melodrammatica... Dai, ci vorr� pochissimo, te lo prometto! -
- No - La ragazza mosse lentamente la testa. Non poteva permetterlo... non poteva lasciargli fare qualcosa di cos� spaventoso... - Cole... ripensaci... Ti scongiuro, ripensaci!... -
- Sto aspettando questo momento da quando avevo quattordici anni. Come puoi credere che rinunci proprio adesso? -
- Io... ti capisco, ma... ti rendi conto di quello che vuoi fare? -
- Perfettamente -
Davanti alla sua irremovibilit� Liz sent� la furia montarle dentro. - Max non ha alcuna colpa per quello che Nasedo e Meynir hanno fatto a tuo nonno, n� tantomeno io e i miei figli! Loro sono speciali, generosi, profondamente... umani! Al tuo posto mi sentirei onorata per aver reso possibile il ritorno alla vita di Max! Lui ha fatto cessare una guerra che insanguinava Antar da decine di anni, e ha liberato due mondi da un pazzo che li stava portando alla distruzione! Dovresti... dovresti essere fiero di sapere che � stata una parte di te a permettere tutto questo! -
- E tu lo sai cosa significa scoprire che c�� un ibrido alieno che ha la tua stessa faccia? Quando ho visto Max per la prima volta mi � quasi venuto da vomitare! Quel mostro � identico a me! -
- Max non � un mostro... - bisbigli� Liz mentre una lacrima le scivolava lungo il viso.
- Oh s� che lo �! Un corpo umano con sangue alieno! E� rivoltante! E tu... e Maria! Come fate ad amare degli esseri cos�... cos� repellenti! -
- Hai detto di aver fatto l�amore con Isabel. Anche lei � repellente? -
- Non nell�aspetto fisico, no... Ma dentro ha la perfidia di Vilandra, una donna che, non potendo possedere il fratello, ha tramato per causarne la morte! -
- Che cosa dici?!? - esclam� Liz spalancando gli occhi. - E� stato Volnis a tramare per eliminare la famiglia reale di Antar! -
- Su istigazione di Vilandra. Meynir lo sapeva, ed era preoccupato che la storia potesse ripetersi. Per questo ha cercato in tutti i modi di tornare alla caverna dove erano state nascoste le incubatrici... -
- Ti sbagli! Vilandra � stata uccisa con Zan il giorno del suo matrimonio! -
- Perch�, all�ultimo momento, ci aveva ripensato. Era andata proprio da Meynir, che faceva parte delle guardie del corpo della famiglia reale, per avvertirlo della possibilit� di un attacco, ma lui non ebbe il tempo di organizzare un�adeguata difesa e le cose andarono come sappiamo... Isabel non � migliore di Vilandra, credimi! -
- Ti sbagli! Sono... sono persone diverse, con esperienze diverse, e sentimenti diversi... Isabel � molto attaccata a Max ma ama Morgan... -
- E Max ama te, invece di Ava, la sua sposa mancata... O forse dovrei dire Tess... - Cole la prese per i fianchi e si sedette sul tavolo attirandola fra le sue gambe divaricate. - Quanto manca al parto? -
- Io... non lo so - rispose lei disorientata per il brusco cambiamento di discorso.
- Stare con quell�alieno ti ha procurato un bel po� di problemi, vero? -
Liz lo fiss� a lungo negli occhi. - Ne � valsa la pena - rispose alla fine.
- Cos�hanno di cos� interessante, questi esseri abominevoli, da attirare l�attenzione di persone come te? -
- Non sono abominevoli, e ti pregherei di smetterla di parlare cos� di loro. -
Cole le mise le mani intorno al collo e insinu� la punta delle dita fra i suoi capelli. Vide un�ombra attraversarle lo sguardo e sorrise divertito. - Cosa c��? Anche Max ti tocca cos�? -
- Smettila -
- Hai una bocca adorabile... - Il giovane si curv� in avanti e le prese le labbra in un bacio lento e sensuale poi, a malincuore, la lasci� andare. - Tu non sei come Isabel. Tu ami davvero Max e non intendi lasciarti toccare da nessun altro... Sei una perla rara, Liz Parker Evans... -
La ragazza rimase in silenzio, senza sapere come reagire.
- Mi dispiace davvero, ma devo proprio farlo! - Le strinse l�avambraccio in una morsa ferrea e scese dal tavolo tirandosela dietro. - Adesso dobbiamo andare -
- Cole! -
- E� inutile, Liz... -
- Cole, sai chi era quell�uomo? Quello da cui stavo scappando? Era Gabriel Ross, un agente dell�FBI appartenente all�unit� speciale che si occupa della caccia agli alieni! Lui conosce Max e finir� col capire che siete due persone diverse! -
- Allora sar� troppo tardi. Avanti, stiamo perdendo tempo... - Spalanc� la porta di casa e si ferm� di colpo. Davanti all�uscio stavano Ross e altri due uomini. - Cole Morrison, giusto? - Senza aspettare la sua risposta prese Liz per una spalla costringendola a fare un passo avanti. - Lei viene con noi, e tu farai meglio a restare qui se non vuoi finire in un mare di guai! -
- Basta! - Liz sollev� di scatto le braccia liberandosi dalla stretta di entrambi i suoi persecutori. - Voi non avete alcun diritto di portarmi via! Lasciatemi in pace! - Si port� le mani alle tempie, esasperata. - Non abbiamo fatto niente di male, non abbiamo infranto il patto! E non siamo cavie da laboratorio! - Una fitta al basso ventre le strapp� un lamento soffocato. - Parlo seriamente, capitano Ross, o mi vedr� costretta a dirlo al presidente... Ho modo di farlo, e lo sa bene... - Si sostenne la pancia con entrambe le mani, il viso una maschera di dolore. - Non voglio pi� vedervi... nessuno dei due! - Cos� dicendo si allontan� nel corridoio e raggiunse barcollando il portone d�ingresso. Fece un cenno verso un taxi che stava passando in quel momento e con un sospiro si affrett� a salire a bordo, sentendosi finalmente al sicuro.
Nel vederla cos� sconvolta Maria la costrinse a sedersi sul piccolo divano del soggiorno e le port� un bicchiere d�acqua. - Santo cielo, Liz, sei pallida come un cencio! -
Con un certo sforzo la ragazza rifer� tutto quello che le era successo e Maria le prese con affetto una mano. - Forse dovremmo tornare a Roswell. L�, almeno, ci sono Jim e Morgan... -
- No... Non intendo permettere all�FBI di averla vinta, e Cole deve capire che le sue intenzioni sono assolutamente senza senso! -
- E come pensi di riuscirci? Se non fosse stato per l�arrivo di Ross a quest�ora saresti legata su un lettino! Mio dio, rabbrividisco solo al pensiero! -
- Devo riuscirci... altrimenti... altrimenti avremo un altro nemico da cui guardarci... E quell�uomo � pericoloso, credimi! -
- Ne sono pi� che convinta! - Maria le scost� i capelli dal viso sudato. - Pensi che... siano le doglie? - chiese vedendola stringere le labbra sbiancate dal dolore.
- Non... non lo so... - Cerc� di inspirare a fondo per rilassare i muscoli poi abbozz� un sorriso. - E� passata... Ti prego, mi aiuti a raggiungere la mia camera? Ho assoluto bisogno di sdraiarmi un poco... -
- Certo, vieni... -
Mentre si girava per prendere una copertina di cotone in cui avvolgerla Maria vide un foglietto svolazzare in terra. Mormorando delle scuse si chin� a prenderlo e sorrise. - Liz, hai comprato un biglietto della lotteria? Non l�avevi mai fatto prima! -
- Ah, s�, l�ho preso qualche giorno fa perch� non avevano sufficienti spiccioli per il resto... -
- Ti spiace se vado a controllare? -
- No, fai pure. Buona notte... -
- Buona notte - La ragazza strinse fra le dita il biglietto e torn� nel soggiorno, dove sedette davanti al computer.
Pochi minuti dopo era di nuovo accanto a Liz e la scuoteva forte per svegliarla. - Liz! Liz! Hai vinto! Liz, mi hai sentito?! -
- S�, Maria, e devono averti sentito anche i morti... -
- Dai, Liz, � importante! - Poi, quando lei apr� gli occhi e la fiss� insonnolita, agit� allegramente il prezioso pezzo di carta. - Hai vinto il primo premio! Sono 850,000 dollari, ti rendi conto?!? Adesso potrai comprare la casa che Diane ed io abbiamo visto! E� a due piani, color crema e bianco, con un bellissimo giardino! E� stupenda, ed � a met� strada fra noi e gli Evans! Ah, ti piacer� di sicuro! -
- Maria, calmati, ti prego... Che cosa stai dicendo? -
- Hai vinto il primo premio del Powerball! Un jackpot da 850,000 dollari! -
- Stai scherzando, vero? -
- No, Liz, non potrei mai su un argomento come questo! Guarda, ho stampato la pagina! - Le mostr� il foglio che teneva nell�altra mano e Liz dovette convenire con lei. - Gi�, il numero sembra proprio lo stesso... - mormor�.
- Non mi sembri contenta... Liz, ti rendi conto che tu e Max non avrete pi� bisogno di preoccuparvi per i soldi? Potrete scegliere il lavoro che preferite, senza stare a pensare se lo stipendio � buono o no! E� fantastico, semplicemente... fantastico! -
- E� assurdo. Insomma, non avevo mai comprato un biglietto della lotteria, e adesso vinco addirittura il primo premio? Dev�esserci un errore... -
- Nessun errore! E poi, lo sai come si dice: la fortuna � cieca! Ma tu non pensarci: telefono al signor Evans e gli chiedo se pu� occuparsene lui. In fin dei conti � un avvocato, no? -
- S�, ma... -
- Niente ma. Tu rimettiti a dormire, al resto ci penso io! - e se ne and� canterellando soddisfatta.
- Oh, Maria... - Con un sospiro la ragazza si gir� faticosamente dall�altra parte e cerc� di riaddormentarsi. Ci riusc� in pochi istanti, troppo stanca per sentirsi eccitata all�idea della vincita, mentre Maria chiacchierava allegra con Phillip Evans.
L�indomani l�uomo si rec� ad Albuquerque per prendere in consegna il biglietto. - Ciao, Maria, e Liz? -
- Dovrebbe arrivare da un momento all�altro. Aveva una lezione importante e non voleva mancare... Posso prepararle un po� di caff�? -
- Certo, cara, sei molto gentile! -
- Si figuri... -
Poco pi� tardi, come previsto, Liz rientr� e lasci� che l�uomo l�abbracciasse affettuosamente. - Mi spiace averti creato tutto questo disturbo, ma... -
- Non preoccuparti, tesoro, Maria ha fatto benissimo a rivolgersi a me! Nelle tue condizioni � meglio che resti tranquilla a casa mentre io mi occupo di tutti i noiosi dettagli burocratici. Ho solo bisogno di una firma qui, per la delega... -
- Grazie, Phillip. - Liz tracci� il proprio nome dove lui le aveva indicato poi lo invit� a trattenersi per il pranzo.
- No, preferisco tornare a Roswell. Ma tu... come ti senti? E tu, Maria? Anche se, ad essere sinceri, mi sembri in ottima forma... -
- Infatti sto benissimo, grazie. Invece credo che Liz dovrebbe affaticarsi di meno. Studia troppo, per i miei gusti. -
- Oh, Maria, finiscila! - ribatt� Liz agitando una mano come a volersi schermire.
- E� la verit� -
- Liz, cerca di riguardarti o dovr� dirlo a Diane... - la minacci� amichevolmente l�uomo.
Con un sorriso la ragazza lo scort� fino alla porta. - Star� attenta, te lo prometto -
- Bene, e anche tu, Maria, mi raccomando! - Phillip fece loro un segno di saluto e risal� sulla sua auto.
- Non riesco ancora a crederci... - mormor� Liz girandosi verso l�amica.
Maria le fece la linguaccia e scoppi� a ridere. - Se vuoi ti d� un bel pizzicotto! -
- No, grazie! -
- Senti... devi proprio tornare al campus? -
- S� -
- Stai attenta. Se Cole dovesse riprovarci... -
- Maria, chieder� a Tony di accompagnarmi, va bene? -
- Perfetto - Le sfior� la pancia con la punta delle dita. - Come va? -
- Sono ancora tranquilli. Speriamo che duri cos� per un po�... Vorrei che Max fosse con me, quando... -
- Ci sar�, vedrai! - tent� di rassicurarla lei.
Nei giorni che seguirono Morrison cerc� pi� volte di avvicinarla di nuovo ma sia Patricia che Tony si diedero da fare per non lasciarla mai sola, e il giovane dovette rivedere i propri piani. Sapendo che non sarebbe pi� riuscito a bloccarla nel campus cominci� a tenere d�occhio la sua casa.
Un pomeriggio, dopo aver salutato Patricia, che l�aveva accompagnata, Liz si rese conto di aver dimenticato nella stanza dell�amica uno dei libri che le servivano per l�esame che avrebbe dovuto sostenere di l� a breve. - Accidenti, devo andare assolutamente a prenderlo! - esclam� sconfortata.
- Telefonale e dille di portartelo domani al campus, no? - le sugger� Maria.
- Ne ho bisogno adesso, altrimenti non riuscir� a finire il ripasso... - Senza ascoltare oltre le proteste dell�amica prese le chiavi del fuoristrada e usc�. - Faccio presto, sta� tranquilla! - Ebbe il tempo di fare solo pochi passi quando Cole le si par� davanti. - Oh no! - Cerc� di tornare indietro ma lui fu pi� svelto e la prese per un polso. - Lasciami andare! - grid�. Riusc� a liberarsi tuttavia Cole la rincorse e la spinse facendola cadere a terra. - Sta� ferma, maledizione! -
- Lasciami... - ripet� Liz, il respiro affannoso. Un dolore violento, improvviso, le strapp� un urlo soffocato. Cole la teneva ancora bloccata con tutto il peso del proprio corpo e una nuova fitta le attravers� la schiena. Lasciami! - grid�.
Sentendo il panico nella sua voce il giovane si scost� e la gir� di lato. - Accidenti... - Aveva la gonna bagnata ed il viso stravolto dalla sofferenza. Senza starci a pensare la sollev� in braccio e si diresse verso la casa aprendo la porta con una spallata.
- Ehi! - Maria si avvicin� fuori di s� dalla rabbia. - Che le hai fatto?! - url�.
- Sta per avere il bambino! Dov�� un letto? -
- Oddio!... Presto, vieni! - Lo guid� fino alla stanza di Liz e Max e cominci� a cercare degli asciugamani puliti, che poi stese sul materasso tutto intorno alla ragazza. - Ti avevo assicurato che Max sarebbe stato con te, ma non intendevo questo... questo stupido idiota! - mormor� mentre aiutava Liz a sollevarsi un poco contro la testiera. - Adesso respira profondamente mentre io vado a prendere altri asciugamani, ok? E non avere fretta, mi raccomando! - Lanci� un�occhiata sprezzante a Morrison. - Tu va� in bagno: serve una bacinella, la pi� grande che trovi, e riempila di acqua calda! - Si mise a frugare nell�armadio finch� scopr� dei teli molto morbidi e sorrise soddisfatta. - Questi dovrebbero andare bene... -
Mentre Liz lanciava l�ennesimo grido di dolore uno strano suono attir� l�attenzione di Maria, che si volse di colpo. - Max! -
Dietro di lei stavano Max e Jason, pallidi e ansiosi. - Liz! - - Mamma! -
Entrambi si avvicinarono alla ragazza, che sorrise incredula. - Max!... Sei tornato per me... -
- Sempre, amore, sempre... - Le pass� dolcemente una mano fra i capelli fradici di sudore e le diede un piccolo bacio sulle labbra. - Adesso ci sono io... puoi rilassarti... -
- Grazie - Con una smorfia fece forza sui talloni nel tentativo di attenuare il dolore, poi la mano di Max si pos� sul suo ventre e un piacevole calore la invase. - Grazie... - ripet� guardandolo negli occhi.
Il giovane si gir� un attimo verso Morrison. - Jason, portalo via di qui - ordin� con voce gelida, poi torn� a concentrarsi su Liz. - Ora puoi spingere: Claudia � nella giusta posizione per uscire -
- Va bene. - Fiduciosa, Liz fece come le aveva chiesto e di l� a poco la neonata venne alla luce. Max si affrett� a distaccarle il cordone ombelicale prima di porgerla a Maria, poi fu la volta della nascita di Ethan. Senza distogliere l�attenzione dal viso stanco ma felice di Liz prese un asciugamano e cominci� a pulirla con gesti delicati e teneri. - Riposati un po�, dopodich� potrai fare la doccia... -
- Preferirei farla subito, mi sento tutta appiccicosa. -
- Non se ne parla nemmeno - Si volt� verso Maria, che gli porse subito Claudia, gi� lavata ed avvolta in un panno pulito. - E� bellissima! - disse sorridendo. - Ma anche Ethan � uno spettacolo... - Il bambino era ancora immerso nell�acqua tiepida e sgambettava sollevando schizzi tutt�intorno a s�.
Liz tese le braccia per ricevere la figlia ed il suo viso si accese di una luce che fece riempire di lacrime gli occhi di Max. Dio, quanto la amava... Con gesto gentile le scopr� un seno e la guard� allattare per la prima volta la bimba.
Mentre la boccuccia di Claudia succhiava con avidit� la ragazza sollev� lo sguardo sul marito. Fu uno sguardo intenso, colmo d�amore, e Max sent� che per lei sarebbe riuscito a sconfiggere qualsiasi nemico.
Nel piccolo soggiorno, intanto, Cole Morrison continuava a fissare Jason, un�espressione indecifrabile negli occhi nocciola.
- Che cosa volevi da mia madre? - domand� ad un tratto il ragazzo.
Morrison sollev� ironico le sopracciglia. - Liz � tua madre?!? Scusa, ma... quanti anni hai? -
Jason scosse con indifferenza le spalle. - A quanto sembra la nostra parte aliena � pi� forte del tuo DNA umano -
- Per� senza il mio DNA umano Sua Altezza Reale Zan di Antar sarebbe ancora un mucchietto di cellule inutili... -
- Questo non ti autorizza a perseguitare mia madre -
- Io non perseguito nessuno, ragazzino! Voglio soltanto capire se il fatto che mio nonno e mio padre siano entrambi morti di cancro a quarant�anni sia legato a quel piccolo prelievo apparentemente innocuo - Il tono di Cole Morrison era diventato freddo, secco, e Jason serr� impercettibilmente le labbra, a disagio. Senza dire pi� nulla rimase rigido a fissarlo finch� la porta della camera dei suoi genitori si apr� e apparve Max. Allora fece un piccolo gesto nella sua direzione. - Ti consiglio di parlarne direttamente con lui - mormor� senza staccare lo sguardo dal suo volto teso.
Lentamente Cole si gir� verso l�alieno. Era una sensazione cos� strana, come fissarsi allo specchio, eppure c�era qualcosa, in Max Evans, che lo rendeva diverso. Sapeva che doveva avere all�incirca vent�anni, per quanto i suoi occhi tradissero una forza ed una sicurezza interiori che sembravano smentire la giovane et�. Si rendeva conto che non era colpa sua se, oltre mezzo secolo prima, un essere proveniente da un altro mondo aveva scelto Richard Morrison, un tranquillo allevatore di pecore, per ottenere il materiale genetico necessario a riportare in vita quello che era rimasto del suo signore. Ma troppe strane coincidenze si erano succedute da allora, e lui voleva sapere la verit�. A qualsiasi costo. Senza farsi intimidire dall�aura di potere che entrambi emanavano indic� il divano alla sua sinistra. - Credo che sarebbe meglio mettersi seduti. E� una lunga storia... -
- La conosco gi�. O perlomeno, conosco la parte che hai raccontato a mia sorella - Un piccolo muscolo vibr� nella mascella di Max. - Jason, vai da Liz - aggiunse, senza voltarsi verso di lui.
Il ragazzo non era ancora uscito dalla stanza quando Cole esclam� con un certo sprezzo: - Isabel ha il fascino di una regina e il cuore di una puttana. Meynir sapeva della sua passione per te, ed era certo che fosse stata lei a passare a Volnis le informazioni che gli avevano permesso di attaccare nel momento giusto... -
Jason chiuse per un attimo gli occhi e la sua mano trem� per la rabbia mentre girava la maniglia poi, con un certo sforzo, lasci� che la porta lo separasse definitivamente da tutta quella cattiveria.
Max, invece, si sent� sommergere ancora una volta dal dolore e dalla disperazione di Isabel quando era fuggita da lui per finire tra le braccia di un perfetto sconosciuto. Ricord� la sua angoscia nel sapere del bambino che aveva cominciato a crescere dentro di lei, e la desolazione di quei bellissimi occhi scuri quando gli aveva chiesto di fermarlo. Vilandra poteva averlo amato e tradito, Isabel poteva aver trovato il modo di sopravvivere attaccandosi profondamente a lui, ma era comunque sua sorella. Una persona cui voleva bene con tutto se stesso, che aveva sempre cercato di proteggere e difendere, ed il fatto che lei fosse morta al suo fianco, su Antar, e avesse pi� volte messo a repentaglio la propria vita durante quegli ultimi anni per aiutarlo a fronteggiare un destino che altri avevano scelto per loro, la rendeva ancora di pi� degna di rispetto e amore.
- Liz, invece, non ha risposto al mio bacio, eppure voi due siete praticamente una cosa sola. -
Un�improvvisa furia spazz� via qualsiasi altro pensiero. - Cosa le hai fatto?!? - Con un balzo gli fu addosso e gli premette le mani sulle tempie fissandolo negli occhi cos� intensamente che, suo malgrado, Cole rivisse ogni istante dei suoi confronti con la ragazza e Max ne ricevette immagini e sensazioni velocissime ma precise. - Tu, maledetto bastardo! - Lo scost� con violenza da s� e rimase a guardarlo col respiro ansante. - Stai lontano da lei, mi hai capito? Sta� lontano da tutti noi! Se a Liz o ad Isabel dovesse succedere qualcosa niente mi impedir� di ucciderti, credimi! -
- Come Nasedo ha fatto con mio nonno? - Cole strinse un pugno con rabbia e prosegu� sibilando, risentito per l�espressione combattiva del giovane alieno, - Lui aveva trentacinque anni quando venne rapito, e a quaranta � morto per un tumore al cervello. Mio padre nacque due anni dopo quell�incontro, e anche lui � morto di tumore al cervello a quarant�anni. Io ne ho ventotto. Pure io morir� di cancro a quarant�anni?! -
Max scosse lentamente la testa. - Io... io non lo so... Ma non credo che il fatto che Nasedo abbia prelevato il DNA di tuo nonno abbia dato il via a tutto questo... Non posso crederlo... -
- Sai chi siano le altre persone che sono servite al tuo amico? - lo sfid� il giovane. - Sai se sono ancora vive? -
- No. Tu sei l�unico collegato ai nostri progenitori di cui abbiamo notizia -
- Allora non puoi essere certo che la morte prematura di mio nonno e mio padre, e forse la mia, non siano il prezzo da pagare per la tua vita! -
Quell�affermazione sconvolgente fece rabbrividire Max, che avanz� fino a fermarsi a pochi centimetri da lui. - Ti prego, lascia che verifichi... Non ti far� del male, e ci vorr� solo un momento. -
- Non ci penso neppure! -
- Per favore! E� l�unico modo che abbiamo per sapere se quello che sospetti sia la verit� -
- Lo � -
- Per favore... -
Cole serr� le labbra. - Non azzardarti a toccarmi! -
- Hai paura di scoprire che le cose non stanno come credi tu? -
Colpito nell�orgoglio il giovane sollev� un poco il mento. - Acc�modati... -
Senza dire altro Max gli pose una mano sul petto e si concentr�. Ad un tratto gli occhi gli si dilatarono ed una profonda ruga gli segn� la fronte. Ansim� per lo sforzo e poi stacc� di colpo le dita, ancora soffuse di una debole luminosit� azzurrognola. Fece un respiro profondo per riprendere fiato dopodich� lo guard� in volto. - C�era un errore nel tuo DNA. L�ho... corretto... -
Incerto se credergli o meno Morrison lo fiss� in silenzio e Max and� a sedersi sul divano. - La causa del cancro che ha ucciso tuo padre e tuo nonno era un difetto genetico. Adesso non c�� pi� -
- Ma davvero?!? E io dovrei credere che Nasedo abbia usato materiale difettoso per l�erede al trono di Antar?! -
Max distolse lo sguardo da lui. - Nasedo aveva altri progetti per me... Oserei dire che la scelta di tuo nonno non sia stata affatto casuale... -
- Cio� voleva che tu morissi prima del tempo? -
- S�, forse. Ma i suoi piani sono andati diversamente da come sperava -
- E� stato ucciso dagli Skins, gi�... -
�Non solo...� pens� Max, �io ho ucciso Tess. Ma questo non � necessario che tu lo sappia...�
- E adesso? Anche il tuo DNA, e quello dei tuoi figli, hanno il difetto che causa il cancro, no? -
- No, � gi� stato... riparato - Era vero. Quando aveva dovuto curare se stesso, e poi Jason, l�energia focalizzata all�interno dei loro corpi aveva rintracciato e aggiustato tutte le cellule danneggiate, senza alcuna distinzione, mentre Shiri era stata concepita successivamente. Il progetto di Nasedo era fallito nella sua interezza, e lui non poteva che esserne lieto. Con un cipiglio che rese il suo volto quasi remoto torn� a studiare Cole Morrison. - Avevo un debito, nei tuoi confronti. Ma ora consideralo saldato. Te lo ripeto: lascia in pace la mia famiglia. -
Il giovane scosse appena il capo. Aveva intrapreso gli studi di medicina per poter indagare a fondo su quella storia, e sapeva del danno nel suo codice genetico. Era in grado di scoprire se Max gli avesse mentito o meno... - Se quello che hai detto � vero, ti devo le mie scuse. Se invece mi hai raccontato solo una balla, beh, non ci sar� posto abbastanza lontano dove potrai nasconderti! - Senza aggiungere altro se ne and�.
Rimasto solo Max reclin� il capo fra le mani, i gomiti poggiati sulle ginocchia. Nasedo doveva aver sempre saputo di Vilandra, e aveva cercato di approfittare della situazione per mettere Ava/Tess sul trono al suo posto. Il risultato era stato una sanguinosa guerra durata pi� a lungo di quanto chiunque avrebbe potuto immaginare. E tutto per niente. Lui era il sovrano di Antar, e sia Nasedo sia Tess erano morti ormai da tempo... Con un sospiro si alz� e torn� da Liz. Lei era sempre l�, col suo amore e la sua incrollabile fiducia, e gli sorrise con tale dolcezza che sent� le palpebre pungergli pericolosamente. Avrebbe voluto sdraiarsi accanto a lei, cingerla fra le braccia e guardarla per il resto della sua vita. E baciarla, e amarla... Si limit� a sedersi al suo fianco e prendere Claudia, mentre era la volta di Ethan di attaccarsi al seno della madre.
Maria e Jason, in piedi dall�altra parte del letto, sorrisero inteneriti nel vedere la piccola addormentarsi beata contro la spalla di Max, poi la ragazza fece segno a Jason di prendere in braccio la sorellina mentre lei si occupava di Ethan dopodich� lo invit� a seguirla in soggiorno. - Quei due muoiono dalla voglia di stare un po� da soli... - gli bisbigli� all�orecchio con un sorriso.
In effetti, non appena la porta si fu chiusa alle loro spalle, Max si adagi� contro Liz, che fece scivolare una mano sul suo petto. - Sono cos� felice che tu sia qui... Mi sei mancato terribilmente... - Si sollev� un poco per baciarlo sulle labbra. Fu un bacio profondo, intenso, che fece scorrere un lungo brivido nella schiena di Max.
- Anche tu. Oh, Liz, vorrei che fossi sempre con me... -
- Sei stato tu ad insistere che restassi qui - borbott� lei imbronciata.
- E ci resterai, amore. Con Claudia e Ethan. Non voglio che vi succeda qualcosa, e su Antar la situazione � pi� complicata di quanto pensassi. - Sospir�, e le tocc� il viso in una lenta carezza. - Cole Morrison voleva vendicarsi perch� credeva che l�intervento di Nasedo su suo nonno ne avesse provocato la morte per cancro, e che la stessa cosa fosse successa a suo padre. Invece... la causa era un errore genetico che... che ho riparato... Ora non ti dar� pi� fastidio... - La sent� irrigidirsi e cerc� il suo sguardo. - Cosa c��? - chiese piano.
Dopo una breve esitazione Liz si pass� la punta della lingua sulle labbra. - Ross ha cercato di portarmi via, come ostaggio, e Cole si � spacciato per te. L�FBI ha scoperto che tu e gli altri non siete tornati con noi a Roswell -
- Maledizione... -
- Non preoccuparti, Max, a lui penseremo io e Morgan. Ma tu... sta� attento, ti prego... -
- Tranquilla, tesoro, intendo tornare da te il prima possibile e tutto intero!... -
- Guarda che ci conto! - Incantata dallo sguardo intenso del giovane Liz sorrise maliziosa e gli slacci� i pantaloni. Lo am� con ardore, mentre lui ripeteva all�infinito il suo nome, poi torn� a distendersi al suo fianco e lo guard� adorante.
Anche Max la guard�, ancora scosso dalla violenza della passione suscitata in lui, poi le sollev� la maglietta facendogliela passare al di sopra della testa. Le baci� la pelle calda del petto e sfior� con dolcezza le parti rese sensibili dall�aver allattato i due gemelli, dopodich� le sfil� la gonna e con un gemito di anticipazione si sdrai� su di lei.
Liz non provava pi� dolore, per quanto fosse trascorso pochissimo tempo dal parto, e reag� con immediato desiderio ai suoi movimenti sensuali. Trem� e gemette fra le sue braccia, ricevendo e dando piacere, finch� si rilass� sfinita sotto di lui. - Max... potrei continuare a far l�amore con te fino alla fine del tempo... - mormor�.
- Anch�io - Lui la baci� ancora una volta sulle labbra dopodich� l�avvolse nel lenzuolo stropicciato e imbevuto del loro sudore, si riabbotton� i pantaloni e la sollev� tra le braccia. - Adesso, per�, sar� meglio andare a fare una bella doccia, che ne dici? -
- Mm - Liz annu� e gli pass� le mani dietro il collo. Gli occhi socchiusi, infil� le dita fra i suoi capelli. Sono cos� morbidi... Oh, Max, ti amo... ti amo tanto... - bisbigli�. Si lasci� portare fino in bagno e lavare con incredibile delicatezza. L�acqua della doccia scrosciava su di loro, ed era cos� piacevole restare aggrappata a quel corpo solido e forte mentre veniva massaggiata amorevolmente finch� ogni minima tensione spar�. Rise piano quando, poi, lui le tampon� la pelle con un asciugamano morbidissimo. Fu un�operazione lunga, ma cos� gradevole e stimolante che al termine si sent� rinvigorita come non mai. Con un sospiro gli depose un bacio sul cuore. - Grazie, Max... -
Accennando un sorriso il giovane si asciug� a sua volta, con molta meno gentilezza, poi rimise gli abiti sgualciti e la guard� mentre, stretta in vita la cintura dell�accappatoio verde menta, lo precedeva in soggiorno.
Quando li vide arrivare Jason si morse le labbra. Non avrebbe voluto separarsi cos� presto da sua madre, e provava un tenero affetto per i due nuovi fratellini, ma non poteva fare diversamente. And� verso di lei e l�abbracci� forte. - Ciao, mamma... - mormor�, prima di salutare anche Maria.
Max si limit� a sfiorare le labbra di Liz con un bacio leggerissimo. Non sarebbe riuscito a staccarsi da lei, altrimenti, e non poteva permetterselo, non in quel momento. Strinse poi Maria in un veloce abbraccio e prese il granilite che aveva lasciato sul tavolino.
Nel vedere l�oggetto ovoidale, scuro e lucido, Liz sent� gli occhi riempirlesi di lacrime. Comprese che, in quel modo, Max aveva evitato che Jason dovesse fare un eccessivo sforzo per teletrasportare entrambi, e per l�ennesima volta ringrazi� il destino che aveva posto sulla sua strada una persona meravigliosa come lui. Si sforz� di sorridere, mentre i due sparivano nel nulla, poi lasci� che l�amica le mettesse fra le braccia il corpicino tiepido di Ethan. - E� la giusta medicina, in casi come questi... - le disse con simpatia.
- E� vero! - conferm� ridendo suo malgrado, mentre le lacrime le scivolavano libere lungo le guance.
Mentre cullava il bimbo sent� lo squillo del cellulare. - Maria, ti spiace pensarci tu? - chiese piano.
- Affatto! - La ragazza and� a prendere l�apparecchio mentre Liz tornava in camera da letto per vestirsi.
�- Liz? -�
- Diane! No, sono Maria. Liz era occupata, cos� ho risposto io... -
�- Ah, s�, Amy mi aveva detto che eri partita insieme a Liz... Beh, ne sono contenta! Mi dava un po� di preoccupazione saperla tutta sola, nelle sue condizioni... E tu, invece, come stai? Ho saputo che sei in attesa... -�
- Sto bene, ora, grazie. Comunque... Liz... ecco, ha partorito oggi pomeriggio. -
La notizia lasci� per un attimo senza fiato la donna. �- Oh santo cielo! E... com�� andata? -�
- Benissimo, grazie a Max. E� riuscito ad arrivare in tempo e l�ha assistita. Devi vederli, Diane, sono un vero amore! -
�- Max � tornato?!? -�
- Solo per poche ore, poi � dovuto riandare via. - spieg� Maria.
�- Ah... -� Sforzandosi di soffocare la delusione la donna le domand� con una punta d�ansia se sarebbe potuta andare a trovarle quel fine settimana.
Voltandosi a guardare la porta chiusa della camera da letto dell�amica Maria sorrise. - Ho un�idea migliore. Pensi di riuscire ad organizzare un appuntamento con l�agenzia per vedere quella villetta sulla S Lea Avenue? -
�- Ma certo, cara. -�
- Allora cerco di convincere Liz a venire a Roswell sabato prossimo! -
�- Perfetto! A sabato, dunque... -�
- Bene. Ciao, Diane -
La donna salut� a sua volta e poi chiuse la comunicazione.
Soddisfatta, Maria si diresse verso la camera e s�immobilizz� sulla soglia, sbigottita. - Liz! -
L�amica aveva indossato una gonna di cotone con una delicata fantasia sui toni del verde ed un corpetto bianco che si allacciava sul davanti con tre bottincini di madreperla. Stringeva al seno Ethan, placidamente addormentato, e fissava il grande lenzuolo ammonticchiato per terra ai suoi piedi.
- Liz? - ripet� pi� piano, con tono interrogativo.
Liz pieg� un poco in avanti la testa poi si volse a guardarla. Nei suoi occhi brillava una strana luce. - Mi sono resa conto di essere stata molto egoista, oggi. - Le tremarono un poco le labbra - Quando ho visto Max ho pensato soltanto al fatto che fosse qui con me, che mi avrebbe aiutata a partorire, che avrei potuto di nuovo baciarlo... Non gli ho neppure chiesto notizie di Shiri, o di Michael e Isabel... Tutto quello che volevo era... lui... - Dopo un brevissimo silenzio riprese a parlare, sconsolata. - Ho salutato appena Jason, e mi � dispiaciuto vederlo andare via, ma... � stato veder scomparire Max che mi ha spezzato il cuore... - Sospir� smarrita. - Mi ha detto solamente che le cose, su Antar, sono pi� complicate di quel che avesse immaginato, e io non gli ho fatto domande. Volevo che pensasse a me, che tutta la sua attenzione fosse rivolta a me... -
Maria ramment� l�espressione sofferta del giovane quando aveva guardato Liz poco prima di prendere il granilite. - Credo... che tu ci sia riuscita perfettamente - mormor�.
- Non mi sono comportata in maniera corretta, n� verso di lui n� verso di te. A volte mi domando se il mio modo di amarlo non sia troppo... soffocante - Le punt� addosso i suoi bellissimi occhi scuri, colmi di mestizia. - E non ti ho dato la possibilit� di parlargli, di domandargli di Michael... Mi dispiace, Maria, mi dispiace cos� tanto... -
La ragazza diede una piccola pacca sulla schiena di Claudia, che continuava ad agitarsi per tenersi dritta contro la sua spalla. - Non preoccuparti - Poi aggiunse con una smorfia, - Se gli avesse dato un messaggio per me sono sicura che Max me lo avrebbe riferito, quindi, a quanto sembra, neppure Michael si � preso il disturbo di pensare a qualcun altro che non sia se stesso... Solo che lui lo fa l�abitudine... -
- Ti ama davvero, Maria - osserv� Liz, dispiaciuta per l�aria rassegnata dipinta sul suo volto.
- Lo so. Oh, Liz, lo so, ma qualche volta vorrei che me lo dimostrasse con la stessa tenerezza che Max usa con te! - sbuff�, vagamente irritata, e le labbra di Liz si tesero in un sorriso pieno di affetto. - Max ed io siamo profondamente uniti, anche se adesso c�� un�intera galassia fra di noi, e devo smetterla di comportarmi come una ragazzina incapace di fare un passo da sola... Michael � molto diverso da lui, preferisce non mostrare i suoi sentimenti per paura di restare ferito, ma sono certa che quando nascer� il vostro bambino imparer� ad aprirsi. Ricordi come ti guardava mentre tenevi Jason in braccio, al mio matrimonio? Devi solo avere un po� di pazienza... -
- Sai, Liz - rispose allora Maria, corrugando la fronte - questi alieni hanno pi� debolezze umane di noi! -
A quelle parole il sorriso della ragazza si allarg�. - Oh, te ne sei accorta anche tu? -
Cercando di liberare i lunghi capelli color miele dalle piccole dita contratte della neonata Maria torn� in soggiorno. - Era Diane, prima. Le ho detto che sabato andremo a Roswell, cos� lei vedr� i bambini e tu vedrai la casa. -
- Quale casa? - domand� Liz perplessa, lo sguardo fisso sulla schiena dell�amica, che le rispose senza voltarsi. - Quella per te e Max, naturalmente -
- Cosa?!? -
- Ci avevi dato l�incarico di trovarne una, no? E visto che quella che ci � piaciuta di pi� � ancora in vendita, e adesso puoi permettertela, ho chiesto a Diane di fissare un appuntamento. Sono sicura che piacer� anche a te... - Con fare imperturbabile prese l�elenco telefonico e cominci� a sfogliarlo.
- E ora cosa stai facendo? -
- Hai due gemelli, nessun lettino n� una carrozzina, e neppure i vestiti. Forse � il caso che si vada a fare un po� di shopping... -
- Adesso!? -
- Hai forse qualcosa di meglio da fare? - ribatt� Maria, quasi sfidandola.
- Ehm... No... no, affatto. - cedette lei, poi and� verso il divano e vi depose il figlio. - Ti spiace tenerlo d�occhio mentre rifaccio il letto? -
- Mmm - fu l�unica risposta che ottenne.
Il centro commerciale scelto da Maria si rivel� una vera miniera di tesori per bambini da zero a dieci anni ma Liz si oppose con fermezza all�esuberanza dell�amica. - Avr� pure vinto il primo premio della lotteria ma non ho ancora intascato quei soldi e non intendo azzerare il conto in banca! Quindi prenderemo solo il passeggino doppio, dove possono anche dormire, i pannolini e due cambi di vestiti per ciascuno. E niente altro! -
Sia pure di malavoglia Maria dovette capitolare e poco dopo l�aiut� ad agganciare i due sedili del passeggino, smontabili, all�interno del fuoristrada. Claudia e Ethan sembrarono apprezzare enormemente quella sistemazione perch� non fecero che ciangottare allegri per tutto il tragitto di ritorno a casa.
- Santo cielo, e fra non molto toccher� a me!... - La ragazza, seduta accanto ai bambini, si mise una mano sulla pancia ancora piatta e sospir�. - Michael sar� al settimo cielo per la gioia, invece io sto cominciando ad essere terrorizzata a morte... -
Una volta a casa Liz allatt� i figli poi, con l�aiuto di Maria, li lav� e li mise a dormire dopodich�, sfinita dalla stanchezza, si sdrai� e chiuse gli occhi. - Che giornata! - mormor�.
Distesa accanto a lei Maria fece un grande sbadiglio. - Gi�. Ehi, lo sai che alla fine il tuo libro � rimasto da Patricia? -
- Oddio, hai ragione! - Con aria desolata la ragazza tese una mano per spegnere l�abat-jour. - Pazienza, ci andr� domani... -
Senza volerlo Maria scoppi� a ridere, poi si gir� dall�altra parte e croll� in un sonno profondo, subito imitata dall�amica.

- Max! Jason! - Isabel si precipit� verso di loro. - Cosa � successo? -
Max abbozz� un pallido sorriso. - Liz ha avuto i bambini. Stanno bene tutti e tre... -
- Finalmente una buona notizia!... - mormor� Michael guardando la ragazza stringere in un unico abbraccio il fratello e il nipote. Poi and� verso l�amico e gli scompigli� i capelli. - Congratulazioni, Max -
Dopo essersi staccata da loro Isabel li sospinse gentilmente verso il morbido divano senza braccioli appoggiato contro la parete della piccola stanza che usavano come sala di riunione privata. - Sai, devo ammettere che � stato divertente vedere la faccia di quelle mummie mentre gli ribadivo il concetto che tu eri occupato altrove e quindi avrebbero dovuto aspettare che li facessi chiamare! Dials sembrava sul punto di avere un colpo apoplettico... -
- Fantastico... - L�alieno si appoggi� allo schienale ed emise un profondo sospiro. - Altre novit�? -
- Siete stati via solo tre ore e mezza - La voce di Michael era stanca. Il complotto ordito da Karan e Veyland insieme a Zoltar si era rivelato estremamente ben architettato e riuscire a ricostruirne le fila era un compito arduo che aveva messo a dura prova le sue doti investigative. Isabel aveva cercato di dare una mano tentando di ricordare ogni particolare di quello che aveva fatto come Vilandra ma, nonostante quello che aveva sempre creduto, il suo doppiogioco con Volnis era stato di scarso valore dato che la sorte di Zan era stata segnata gi� da tempo. Certo, l�intervento della principessa di Antar poteva in un certo qual modo aver reso le cose pi� semplici, ma il destino di Zan si sarebbe compiuto comunque.
Max guard� il fido compagno negli occhi. - Ne ho io per te, allora. Inserisci nell�equazione Nasedo. Non solo aveva scelto di aiutare Tess a prendere il mio posto nella guida di questo pianeta, ma aveva fatto in modo che io non potessi vivere troppo a lungo. Il mio progenitore aveva un difetto genetico che mi avrebbe portato alla tomba entro i quarant�anni -
- Non � possibile! - Michael era sconvolto. Per qualche tempo aveva sperato che l�alieno chiamato Nasedo dagli indiani Mescalero fosse il suo vero padre, poi aveva scoperto la verit�. E cio� che si trattava di un mutaforma incaricato di proteggere i reali. Ed infine il tradimento ultimo. Il tentativo di eliminazione di Max quando lui si era reso conto delle manovre sue e di Tess per regnare su Antar sotto il blando controllo di Zoltar. Ma che avesse deciso di uccidere Max ancor prima che nascesse, o, per meglio dire, rinascesse era davvero dura da accettare. Aveva sempre saputo di non potersi fidare di nessuno, a parte Max ed Isabel, e Liz, Maria ed Alex, ma non avrebbe mai potuto immaginare quell�enormit�! Eppure... se gli agenti dei tre pianeti alleati non si fossero infiltrati profondamente nel sistema come avrebbe potuto Nasedo essere prescelto per portare in salvo quel che rimaneva dei reali di Antar? Quella informazione dava nuova luce ai loro sospetti. I signori di Antar, con l�ancestrale saggezza che si tramandavano insieme al segreto dell�energia dei graniliti, dovevano essere eliminati per consentire agli altri mondi del sistema di conquistare il loro potere predominante. Un potere economico e sociale che n� Volnis di Zoltar n�, a quanto sembrava, Dials di Karan e Gahr di Veyland avrebbero cercato di mantenere in piedi. Alleanze di quel genere, infatti, non avevano mai lunga durata: prima o poi i vincitori si sbranavano fra di loro e a rimetterci, come al solito, sarebbe stata la gente comune. Era successo su Zoltar, e senza il deciso intervento di Bren sarebbe capitato anche su R�nida. �Il potere corrompe. E solo qualcuno come Max poteva rimanere pulito...� Guard� con affetto il suo amico, poi gli batt� gentilmente sulla gamba. - Vai a dormire. Ti sveglier� in tempo per prepararti all�incontro con quelle iene, stai tranquillo! Anche tu, Jason: non ce la fai pi�... -
Con una smorfia Jason si alz� e si ritir� nella camera da letto che divideva con la sorella.
Shiri lo accolse con un sorriso di gioia e lo strinse forte a s� poi, vedendolo stravolto dalla stanchezza, lo sospinse verso il bagno. - Dopo una doccia bollente ti sentirai meglio, credimi! E potrai raccontarmi tutto domani, ok? -
- Ok -
Circa sei ore pi� tardi Isabel torn� negli appartamenti privati in cui avevano trovato rifugio e si lasci� cadere su un�ampia e comodissima poltrona. - Dorme ancora? - chiese guardando Michael con aria preoccupata.
- S�. Jason si � svegliato poco fa e Lou si � gi� dato da fare perch� gli venga servita una cena pantagruelica. Quel ragazzo deve farsi una famiglia: non pu� stare dietro a Shiri e Jason come se fossero figli suoi!... -
Isabel rise e si scost� alcuni riccioli dalla fronte. Nonostante l�aria affaticata era bellissima come sempre, coi capelli morbidamente appuntati sulla nuca e l�elegante completo pantalone verde scuro di un tessuto simile a seta lucida.
�Decisamente regale...� pens� Michael deponendo sul tavolo il fascio di carte che stava studiando. - Tutto bene? -
- Rodhya � molto in gamba, sa cogliere le sfumature in un modo che ha dell�incredibile, ma trovarsi davanti Dials e Gahr insieme � davvero stressante! Invece, non capisco il gioco di Hornem... Quell�uomo non mi � mai piaciuto, anche se sta facendo un buon lavoro su Zoltar. -
- Beh, � comprensibile: non ha certo tentato di far ragionare Volnis quando lui decise di ammazzarvi! - Si pass� le mani sugli occhi arrossati. - Cosa ne pensi del fatto che Nasedo abbia preso materiale genetico danneggiato per Max? Credi davvero che sia stata una mossa deliberata? - chiese col tono di chi non riusciva a credere all�evidenza.
- Se Max dice che le cose stanno cos�, allora � vero. E s�, credo che Nasedo fosse capace di tutto pur di raggiungere i suoi scopi... Se devo essere sincera mi ha sempre fatto venire i brividi, fin da quando ti aiutai a mandargli quel segnale, davanti alla biblioteca... - Accavall� con cura le lunghe gambe snelle. Se avessi saputo prima che Tess era cresciuta sotto la sua guida forse sarei stata pi� cauta con lei. E forse avrei risparmiato a Max un bel po� di guai... Santo cielo, l�ha perfino sposata! -
- Senti, � inutile starci a rimuginare sopra, quel che � fatto � fatto, e l�importante � che ora stia con Liz. Le � sempre stato dietro fin dai tempi delle elementari... -
- Gi� -
Michael la guard� incuriosito. - Cos�hai? Mi sembri... stravolta... -
La ragazza scosse piano la testa. - Sono solo stanca. Lo sai che non mi piace questo posto... Vorrei tornare a casa, sulla Terra... -
- Non dirlo a me! L�FBI dovrebbe venire qui per fare un po� di addestramento!... -
- Max... -
- Parlavate di me? -
La voce ancora leggermente roca per il sonno fece sobbalzare i due amici, che si girarono all�unisono verso la porta.
- Max! - Isabel gli sorrise con affetto. - Ben svegliato! -
Il giovane, un po� imbarazzato per aver dormito pi� a lungo di quanto avesse inteso fare, si avvicin� a Michael e prese la bottiglia di cristallo colorato che aveva accanto. Vers� in un bicchiere il liquido azzurrognolo in essa contenuto, una bevanda fortemente speziata che ricordava molto l�acqua minerale con aggiunta di salsa Tabasco e latte, poi si guard� intorno. - Jason sta ancora dormendo? -
- No. A quest�ora dovrebbe stare divorando il pasto procuratogli da Krentz. - Michael diede una rapida occhiata all�orologio che portava al polso, un oggetto di assoluta precisione che faceva parte della dotazione standard militare del pianeta. - E tu? Vuoi che dica a Lou di procurare qualcosa anche per te? -
- Ti ringrazio ma non ho molta fame, in questo momento... -
- Ti conviene mangiare, invece - lo contraddisse la sorella, tornando seria. - Quei due bastardi non hanno pi� intenzione di aspettare, e Hornem � arrivato circa un paio di ore fa. Rodhya ha fatto tutto quello che poteva, e io ho cercato di guadagnare altro tempo, ma loro vogliono te. Avrai bisogno di un bel po� di energie per tenergli testa... -
- Lhara? -
- Il suo apparecchio dovrebbe atterrare a breve. Ho ricevuto la conferma dalla torre di controllo dello spazio aereo esterno. - rispose Michael con tono professionale. Vestito di una semplice uniforme marrone, senza gradi o insegne a indicare il suo rango, sembrava un�altra persona, non pi� lo scontroso ragazzo ribelle che parlava solo con Max ed Isabel, ma un giovane uomo deciso e sicuro di s�. - Isabel ha ragione. Stai meglio, ora che hai dormito, ma ti sentirai ancora pi� in forma dopo aver mangiato. Credimi, approfittane adesso perch� dubito che poi ne avrai il tempo... -
Dopo un attimo di riflessione Max scroll� il capo. - D�accordo. Vado a... -
- No, ci penso io. Michael, aggiornalo tu, per favore! - lo interruppe Isabel dirigendosi verso la porta.
- Bene. Allora, come dicevo Lhara sta venendo qui, e questo vuol dire che Bren ha finalmente ripreso in mano la situazione. Ti confesso che non ero certo che ci sarebbero riusciti cos� in fretta... -
- Hai gi� organizzato il servizio d�ordine per lei? -
- Come prima cosa, non appena ho avuto la conferma del suo arrivo. Le ho destinato l�appartamento dell�ala ovest del palazzo del governo, il pi� isolato: non ho alcuna intenzione di permettere a quegli avvoltoi di infastidirla! -
- Bene, perfetto. Ah, Michael... - Un sorriso affettuoso gli illumin� il volto. - Ho visto Maria, era con Liz. L�ho trovata molto bene, devo dire... -
Il giovane lo guard� sorpreso. - Che diamine � andata a fare ad Albuquerque? -
Max fece un piccolo gesto con la mano. - Forse l�ha raggiunta per farle compagnia. - Una ruga gli segn� la fronte - Liz avrebbe dovuto avere i bambini fra circa dieci giorni, e invece... Nonostante tutto la lascio sempre sola quando ha pi� bisogno di me... -
- Non potevi saperlo - tent� di confortarlo l�amico. - Voglio dire, � impossibile calcolare con certezza la durata di queste gravidanze met�... met� ibride e met� umane! - Si pass� una mano fra i capelli scompigliandoli furiosamente. - Ecco perch� dovevamo restare alla larga da loro... -
Max scroll� le spalle imbarazzato. - Non potevo lasciarla morire quel giorno al Crashdown, Michael, mi dispiace... -
- Ormai � andata cos� - Il giovane assunse una posizione pi� eretta. - E chiss�, forse se non si fossero immischiate nelle nostre vite adesso non saremmo qui. Voglio dire... fino a quel momento non avevamo fatto altro che nasconderci. Dopo, invece, le cose sono andate anche troppo in fretta, per i miei gusti, ma... abbiamo scoperto la verit� sulle nostre origini e portato a termine il compito per cui tua madre si � data tanto da fare per aiutarci a sopravvivere. Direi che, tutto sommato, � andata bene. E adesso, con un altro piccolo sforzo, riuscirai a diventare il leader dell�intero sistema stellare... -
- La sai una cosa, Michael? -
- Cosa? -
- Vorrei avere la forza di mandarli tutti al diavolo! -
Sul volto di Michael apparve una smorfia. - Non ne sarai mai capace, temo. Ma adesso basta chiacchierare! Allora, quando vuoi convocare i nostri amici? -
- Domani pomeriggio. Hai trovato quelle informazioni che ti avevo chiesto? -
- S�. -

La sala conteneva solamente un tavolo di materiale nero traslucido, di forma ovale, con cinque sedie dalle linee essenziali. Tre finestre altissime e strette lasciavano filtrare l�intensa luce violacea del tardo pomeriggio. L�atmosfera quasi ovattata che vi regnava conferiva all�ambiente un senso di austero potere. Quello era il luogo dove si riunivano i signori che governavano i cinque mondi del sistema di Orialis, su Antar, ma erano trascorsi moltissimi anni dall�ultima volta che era stato utilizzato per quello scopo. Troppi, secondo Max. I motivi di disaccordo erano andati inasprendosi sempre di pi�, con conseguenze catastrofiche per la popolazione inerme, tuttavia quella era la prima, e forse l�unica, occasione che lui aveva per cercare di porvi rimedio. Osserv� con attenzione i volti seri e impassibili dei quattro sovrani e fece un impercettibile segno col capo invitandoli a sedere.
Lhara era assolutamente splendida, con un abito rosso cupo lungo e dritto, un sottile diadema composto da una catenella con al centro una piccola pietra purpurea a goccia. I lunghi capelli biondi erano raccolti in una morbida treccia ripiegata sulla nuca e gli occhi limpidi rivelavano la nuova sicurezza di s� acquisita a caro prezzo in quegli ultimi mesi.
Hornem, alto e slanciato, indossava un sobrio vestito nero e studiava alternativamente la giovane regina e Max, domandandosi quanto profondo fosse il legame che univa quei due. Conosceva bene, infatti, gli sforzi di Volnis di impadronirsi di R�nida ed il ruolo svolto dall�ibrido semiumano nel rintuzzarli, ma gli Alehnikar lo avrebbero sostenuto, nella sottile lotta che stava per avere inizio intorno a quel tavolo?
Dials, di corporatura media, aveva folti capelli ramati ed una barba in cui cominciavano ad apparire un bel po� di fili bianchi. La luce combattiva dei suoi occhi verdi rendeva quasi invisibili i segni incisi dal tempo sulla pelle scurita dal sole, e la scelta dell�abbigliamento, da lavoro anzich� da cerimonia, era un aperto segno di sfida all�uomo, o meglio al ragazzo, che aveva in s� il sigillo di Zan di Antar.
Anche Gahr, di poco pi� anziano del collega, era vestito in maniera neutrale. A settantanove anni aveva un portamento altero e allo stesso tempo distaccato che aveva tratto in inganno persone ben pi� esperte e smaliziate di Max.
Tuttavia Max aveva dovuto combattere troppe battaglie, e troppo presto, e sapeva perfettamente cosa aspettarsi da quella piccola assemblea. Si appoggi� allo schienale semirigido, diede un�occhiata circolare per avere la conferma dell�attenzione di tutti, e soltanto allora cominci� a parlare. - Vi ho chiesto di intervenire a questa riunione, qui su Antar, perch� voglio che non ci siano possibilit� di equivoci. A volte i messaggi possono venire male interpretati, e quindi ho ritenuto pi� opportuno un incontro diretto. Grazie per essere venuti - Il suo sguardo passava lento da un interlocutore all�altro, cogliendo ogni minimo segno di reazione su quei volti apparentemente impassibili. - I rapporti fra i cinque pianeti del sistema non sono mai stati facili. La federazione che unisce Zoltar, Karan e Veyland si � spesso trovata in contrasto con le politiche di Antar e R�nida, e non sempre si � riusciti a trovare una soluzione diplomatica. Ma nessuno, mai, aveva cercato di risolvere i problemi eliminando fisicamente la controparte finch� i soldati di Volnis attaccarono il palazzo reale il giorno del matrimonio di Zan. - Max fece una brevissima pausa tuttavia nessuno dei presenti sembr� reagire alle sue parole. - Mia madre riusc� tuttavia a recuperare materiale genetico sufficiente per consentire la riproduzione degli eredi legittimi, prima di soccombere a sua volta, e solo grazie a lei, pochi anni fa, ho potuto fare ritorno su questo pianeta. Pur di fermare la guerra civile che stava distruggendo Antar mia sorella ed io ci consegnammo a Volnis, ma il vero prezzo richiesto per la concessione dello statuto federale era la nostra morte. Riuscimmo a salvarci, e per qualche tempo il pianeta � stato governato da colei che avrebbe dovuto essere la sposa di Zan. Ma Volnis voleva tutto, voleva possedere questo pianeta, e solo quando ha tentato di uccidere mia moglie l�ho attaccato personalmente. Non � stato un assassinio, ma un atto di legittima difesa. Hornem lo sa bene - Cos� dicendo volse appena il capo in direzione dell�uomo, - e sa altrettanto bene che non ha dovuto subire alcuna ingerenza da parte mia nel governo di Zoltar. Quindi, le vostre accuse sono completamente infondate. Forse siete stati male informati, o consigliati - Il tono era divenuto freddo, cinico - per� adesso sapete la verit�. E se insisterete nel volere la mia testa... ebbene, dovrete gettare via la maschera e dichiarare quali sono le vostre reali intenzioni -
Negli occhi di Dials balen� per un attimo una luce di odio intenso ma la sua voce pacata non lasci� trasparire nulla. - Tutti noi sappiamo che preferisci essere chiamato Max, invece di Zan. Questa tua precisazione, a mio giudizio, � molto rivelatrice. Zan di Antar era l�erede al trono del pianeta, Max Evans � un ibrido che solo saltuariamente si occupa dei bisogni di quella che dovrebbe essere la sua patria. Devi scegliere, - sorrise con disprezzo - Max di Antar. O qui o sul mondo dove hai cercato rifugio. Rodhya � una persona molto in gamba, non discuto, ma il Consiglio da solo non � sufficiente. E ogni volta che sei tornato hai, diciamo cos�, messo a posto le cose spargendo sangue. Un sistema rapido, non c�� che dire, tuttavia non lo ritengo adatto ad un mondo civile. Quando anche R�nida aprir� gli occhi rimarrai isolato e Antar si trover� ad attraversare il periodo pi� buio della sua storia. Perch� puoi anche non credermi, ragazzo, ma ti assicuro che non ti verr� permesso di continuare a spadroneggiare come hai fatto finora... -
A quelle parole Lhara s�incup�. R�nida aveva gi� aperto gli occhi, grazie al cielo, ed aveva compreso l�errore commesso. Lei e Bren si erano letteralmente consumati per riportare un po� di pace nel loro mondo ed erano ben consapevoli di quanto Max aveva fatto per aiutarli, quindi non avrebbero mai permesso alla federazione di distruggerlo. Ma lei era divenuta di fatto la regina del suo pianeta da cos� poco tempo che ritenne pi� saggio rimanere in silenzio e continuare ad ascoltare. Tanto Max sapeva che avrebbe sempre potuto contare sul suo appoggio...
Fu la volta di Hornem, di intervenire. - Devo ammettere che quello che hai detto, Max, � vero. Volnis era accecato dal desiderio di possedere la fonte di energia dei graniliti ed era disposto a tutto pur di raggiungere quell�obiettivo. A quel tempo io ero solamente il suo braccio destro, anche se il pi� delle volte non venivo ascoltato, e non sono mai stato d�accordo col suo modo di agire. Vero, non ho cercato di fermarlo, ma cos�avrei ottenuto? Soltanto di essere sostituito con qualcun altro, pi� malleabile di me. - La sua voce era gentile, tuttavia Max ricordava fin troppo bene l�espressione calcolatrice di quegli occhi scuri. Hornem aveva sempre condiviso la politica aggressiva del suo presidente, e soltanto la morte di Volnis lo aveva ricondotto ad un atteggiamento pi� pacifico. Ormai aveva ottenuto tutto quello che era possibile, il governo di un intero pianeta, dunque poteva permettersi di essere magnanimo. Finch� non avesse cominciato a volere di pi�. Attese quindi con nascosta curiosit� di sentire cos�altro il suo antico avversario avrebbe detto...
- Mio malgrado mi sono ritrovato coinvolto in una interminabile successione di guerre. Prima per conquistare Antar, poi R�nida... Adesso desidero solamente la pace. A qualsiasi prezzo -
Il giovane sorrise dentro di s�. Gi�, Hornem lo avrebbe ucciso con le sue stesse mani se gli fosse convenuto... Ma cosa c�era di nuovo in tutto questo? Si gir� allora in direzione di Gahr. Forse lui avrebbe osato parlare pi� apertamente?
Gahr ricambi� il suo sguardo con fermezza. - La tua apparente giovinezza pu� far dimenticare che, in realt�, tu avevi gi� vissuto quasi trent�anni... Sei stato lontano per molto tempo dal tuo mondo d�origine, e anche questo pu� trarre in errore. Tu conosci perfettamente la travagliata storia del sistema di Orialis, e se davvero avessi voluto diventare il leader supremo ci saresti, forse, gi� riuscito... Sei una persona leale, come lo era tuo padre prima di te, ma Dials ha ragione. Non puoi continuare ad esercitare la tua sovranit� da un intero universo di distanza... Devi scegliere. La Terra, o Antar -
- Altrimenti? -
- Altrimenti sceglieremo noi per te. - Gahr rispose tranquillo, con un sorriso appena accennato, e Lhara si scopr� a trattenere il fiato mentre posava gli occhi sul volto serio di Max.
- No. Antar rester� un pianeta libero. La Confederazione dovr� fare a meno delle sue risorse. - Max decise che era giunto il momento di passare all�attacco. - Io so che Volnis � stato semplicemente l�esecutore materiale di quanto progettato dalla Confederazione nel suo complesso. Forse R�nida � stato solo un ripiego per compensare la propria frustrazione, ma quello che ha fatto ad Antar aveva il vostro pieno appoggio. E tu, Hornem, resterai a guardare quello che succede finch� ti converr�. Perch� questo � il solo modo di agire che conosci - Le sue accuse risuonarono pesanti nel silenzio assoluto che regnava nella sala, e Lhara gli lanci� uno sguardo di ammirata approvazione. S�, aveva davvero moltissimo da imparare dai reali di Antar...
Dials strinse i denti, furibondo, mentre Gahr si limit� ad un piccolo inchino col capo. - E sia - disse piano.
Max lo fiss� dritto negli occhi, cercando di capire il significato di quella parola, poi, senza alcun preavviso, sent� un violento dolore ai polmoni e cominci� ad ansimare.
- Zan! - Lhara si alz� di scatto e corse verso di lui mentre i tre uomini rimanevano impassibili a guardare.
In preda alla disperazione il giovane cerc� di concentrarsi abbastanza da richiamare a s� un granilite e quando lo ebbe fra le dita lo serr� con tutta la forza che gli restava. - Io... non ho mai... cercato la... vendetta... - mormor� sconvolto, - mai... Ma questa volta... - Una lacrima gli scivol� lungo la guancia pallida, dopodich� si teletrasport� altrove.

Max si curv� singhiozzando sul corpo insanguinato del figlio e, lasciato cadere in terra il granilite, pose entrambe le mani sul suo petto. - Ti prego, Jason, guardami... - bisbigli�. Continu� a chiamarlo, inutilmente, poi rialz� la testa e vide Shiri, che giaceva poco distante dal fratello. Aveva una piccola macchia rossa all�altezza del cuore, doveva essere morta sul colpo. Lou, invece, era qualche metro pi� avanti. Erano stati colti tutti di sorpresa, e il fedele maggiore non aveva avuto alcuna possibilit� di difendersi. Straziato dalla sofferenza si guard� lentamente intorno e scopr� di trovarsi in uno dei corridoi che conducevano alla sala dove era stato fino a pochi minuti prima. La Confederazione aveva gi� fatto la scelta per lui. E come prima mossa aveva eliminato i suoi figli. Una vampata di rabbia lo scosse dal profondo e con improvvisa decisione si rimise in piedi. Sollev� delicatamente Jason e lo depose accanto alla sorella, poi si inginocchi� tra di loro e prese in mano il granilite chiudendo gli occhi. �Michael, blocca tutte le uscite del palazzo del governo e fai rintracciare tutti gli uomini che non appartengono alla nostra guardia. Subito! E di� a Isabel di sostituirmi alla riunione� Lanciato l�appello mentale abbandon� ancora una volta l�oggetto ovoidale dopodich� mise la destra sul torace di Jason e la sinistra su Shiri. Con un sospiro reclin� il mento concentrandosi pi� intensamente che pot� e ben presto la fronte gli si ricopr� di sudore freddo. Non era facile intervenire su due persone allo stesso tempo, scendere al profondo livello di connessione che gli permetteva di modificare le strutture cellulari danneggiate, condividere i ricordi, assorbire sensazioni e dolore. Ma quelli erano i suoi figli, il risultato dell�amore che lo legava a Liz, e per loro avrebbe tentato l�impossibile, anche se il cuore di Shiri era stato attraversato da un proiettile e Jason stava morendo soffocato dal sangue che gli aveva invaso i polmoni... Un singhiozzo spezzato gli sfugg� dalle labbra. Li avrebbe riportati indietro. Tutti e due.
Richiam� a s� tutta la sua energia, tutto il misterioso potere racchiuso nella sua mente, e alla fine, ancora una volta, il miracolo avvenne. Avviare il processo era complicato, coinvolgente e molto doloroso, ma poi il ripristino delle cellule difettose diventava quasi istantaneo, e cos� ci volle solo una manciata di secondi prima di sentire i due cuori riprendere a battere con lenta regolarit�. Allora si sedette sui talloni, tremando per la spossatezza. Osserv� di nuovo quei due giovanissimi volti, il pallore che a poco a poco svaniva, poi trasse un sospiro e lasci� che lo sguardo si posasse sul corpo inerte di Lou. Gli occhi lucidi di lacrime, si raddrizz� e fece qualche passo barcollante verso di lui. Ansimava ed era ancora scosso da tremiti tuttavia si mise in ginocchio e gli pose una mano sul petto. - Lou... - Fece fatica a concentrarsi, poi flash in bianco e nero di immagini frammentate gli saettarono dolorosamente nel cervello. Sbatt� le palpebre, sorpreso, e in un ultimo tentativo di mettere a fuoco la struttura cellulare appoggi� l�altra mano sul braccio del giovane ufficiale ma lo sforzo gli fece perdere i sensi.
Quando, pochi secondi pi� tardi, il drappello di guardia impegnato nella sorveglianza di quel piano apparve all�imbocco del corrodoio il comandante sgran� gli occhi. Tramite il comunicatore che portava al polso era gi� stato informato dei nuovi ordini e aveva deciso di serrare i tempi del controllo del suo settore, immaginando che l�area della sala dove si stava svolgendo la riunione fosse quella pi� a rischio. Ma mai si sarebbe aspettato una scena del genere! Fece segno ai suoi uomini di verificare che la zona fosse sicura poi si affrett� verso i corpi distesi a terra. Per prima cosa tocc� il collo di Max, e trasse un sospiro di sollievo. �E� vivo, per fortuna!� Verific� allora le condizioni degli altri, poi attiv� il comunicatore. - Rapporto sicurezza uno. C�� stato un attacco. Sua Altezza e i pr�ncipi sono vivi, il maggiore Krentz � morto. Mandate rinforzi a coprire le vie di accesso: il bastardo potrebbe essere ancora qui... - Un rumore di passi affrettati lo fece voltare. Rialzandosi in piedi curv� appena la testa per parlare ancora nel trasmettitore. - E� tutto. Avvertite Rath che la principessa Vilandra � in area - Si port� la mano al petto in segno di saluto. - Altezza... -
Isabel si mise a correre verso di lui, apparentemente inconsapevole di aver rischiato di venire colpita dal soldato che stava procedendo nella sua direzione con l�arma spianata. - Max! -
- E� svenuto, ma i ragazzi stanno bene - l�avvert� subito l�uomo, scostandosi in modo da permetterle di verificare di persona.
- O mio dio... - Isabel si inginocchi� accanto al fratello e lo prese per una spalla tirandolo dolcemente verso di s� fino a farlo adagiare per terra. Dallo strappo nel tessuto del giubbetto di Krentz comprese che Max doveva aver tentato di guarirlo, senza tuttavia riuscirci, e col cuore dolente pass� una mano sugli occhi della fedele guardia del corpo. - Riposa in pace, Lou... - mormor�.
- Zia Isabel... -
Sentendo la voce sommessa di Jason si gir� e lasci� che il nipote si rifugiasse fra le sue braccia. - Ci hanno colti di sopresa... Erano in due, e ci stavano aspettando, credo, perch� non abbiamo sentito niente... - Emise un sospiro profondo, quasi un gemito. - Lou � morto, vero? -
La ragazza gli accarezz� con affetto la schiena. - S� - riusc� a dire solamente.
- Shiri... - Jason volse il capo quel tanto che gli permise di vedere la sorella, e le labbra gli tremarono. Anche lei era morta, ma pap� � riuscito a riportarla indietro... - Non parl� dell�orribile sensazione di completa solitudine, di nero vuoto che aveva provato nel momento in cui la vita aveva abbandonato Lou e, soprattutto, Shiri. Non aveva la forza di farlo, ma sapeva che la zia aveva capito perch� sent� la sua mano tremare.
- Altezza, per favore, porti i ragazzi nella sala: � il posto pi� sicuro, finch� non avremo ripulito tutto il piano! - L�ufficiale comandante del drappello fece un cenno in direzione del corridoio alle proprie spalle poi, seguendo lo sguardo di lei, annu� impercettibilmente. - Mi prender� cura io di lui, principessa. E� il mio sovrano... -
Prima che Isabel potesse obiettare qualcosa Shiri si sollev� a sedere. - No, ci penso io... - Dopo che Max l�aveva guarita era rimasta immobile, ad occhi chiusi, cercando di recuperare il suo equilibrio. Le forti emozioni trasmessele dal padre, unite alla consapevolezza della scomparsa di Lou, l�avevano quasi sopraffatta e aveva avuto bisogno di isolarsi un po�. Da qualche parte, in fondo alla sua mente, aveva percepito l�arrivo dei soldati e della zia, ma era ancora troppo presto. Adesso, invece, si sentiva pronta ad affrontare di nuovo il mondo esterno. - E� solo stanco - disse, dopo aver sfiorato con la punta delle dita una tempia di Max.
In quel momento arriv� Michael, seguito da sei uomini. - Maledetti... - disse fra s� e s�, poi si avvicin� all�amico e lo prese in braccio. - Ok, riportiamolo nella sala. Adesso, qui, ci sono pi� soldati che ragni... Isabel, cerca di tenerlo buono, quando si riprender�: non voglio che qualcuno si diverta al tiro al bersaglio anche con lui! E voi, ragazzi, sicuri di stare bene? -
Annuirono entrambi, poi Shiri si morse nervosamente il labbro inferiore. - Io... vorrei che ci lasciassi venire con te... -
- Non pensarci nemmeno, piccola! - Abbozz� un sorriso per scusarsi del tono brusco. - Ho il sospetto che sarete pi� utili in quella stanza. Non mi va l�idea di sapere Lhara sola con quegli avvoltoi... -
- Pensi che sia stata la Confederazione ad organizzare l�attacco? - chiese Isabel, sconcertata.
- Chi altri ha interesse a eliminare i reali di Antar, secondo te? - borbott� Michael sbuffando. - Accidenti, odio vedere Max in queste condizioni! -
Quando entrarono nella sala Max stava cominciando a riprendersi e l�amico lo adagi� con cura sul pavimento, sotto gli occhi esterrefatti dei presenti.
- Zan! Cos�� successo? - chiese Lhara agitatissima, precipitandosi su di lui.
Mentre Isabel, lo sguardo duro fisso su Dials e Ghar, andava a mettersi davanti al fratello costringendo, in questo modo, i due a restare fermi dov�erano data la scarsit� di spazio, Michael flett� con rabbia le dita. Qualcuno ha sparato a Jason, Shiri e Lou, e Max ha esaurito le sue energie per riportarli indietro. Per Lou era troppo tardi ma, come puoi vedere, i reali sono sopravvissuti. E intendo fare di tutto per proteggerli - A sua volta lanci� un�occhiata colma di odio verso i signori di Karan e Veyland, poi si rivolse sprezzante a Hornem. - Fra poco dovrai prendere una decisione. O noi, o loro - e se ne and� richiudendo con forza la porta.
Jason lo sent� dare ordini a due soldati perch� restassero di guardia, poi si tolse il giubbetto e si curv� a sistemarlo sotto la testa del padre.
In quel momento Max fremette e riapr� gli occhi. Nel vedere il figlio chino su di lui sent� il cuore battergli pi� in fretta, poi volse lo sguardo di lato ed incontr� quello di Shiri. Non era riuscito a salvare Lou, ma i suoi bambini erano l�, e questo voleva dire che il futuro aveva ancora una speranza. Perch� senza di loro non ci sarebbe stato futuro, per lui. Sapeva che Liz lo amava abbastanza da perdonarlo, se li avesse persi, ma lui non avrebbe mai potuto perdonare se stesso, e si sarebbe annientato nel tentativo di distruggere i nemici della sua famiglia. Comunque, erano ancora in pericolo. Finch� non avesse fermato una volta per tutte lo strapotere della Confederazione quegli uomini avrebbero cercato di ucciderli, perch� non c�era altro che potessero fare. Con un sospiro fece forza sui gomiti e si mise a sedere, subito sostenuto da Isabel. Senza dire nulla la guard� negli occhi e lei lo aiut� ad alzarsi in piedi.
Davanti alla sua espressione i signori della Confederazione tornarono ai loro posti mentre i ragazzi ed Isabel si disponevano ai lati di Max. Lhara osserv� la scena con attenzione prima di sedersi a sua volta. Stava piano piano afferrando cos�era successo e si chiese cosa avrebbe fatto, ora, il signore di Antar.
Max avanz� con esasperante lentezza e si lasci� quasi cadere sulla sedia a lui destinata. - Avete fatto la vostra mossa. E avete perso - I suoi occhi s�incupirono. - La Confederazione ha rivelato apertamente come intende portare avanti questa partita, e adesso � il mio turno. - Si protese un poco in avanti, le mani aperte sul piano lucido del tavolo. - Io sono il signore di Antar, e Antar � fuori della Confederazione. Il Consiglio, presieduto da Rodhya, mantiene i suoi poteri, e il Comitato di Sicurezza ha il compito di impedire ogni forma di ingerenza esterna -
- Il Comitato di Sicurezza? - domand� perplesso Dials.
Con un sorriso sarcastico il giovane lasci� che lo sguardo gli si posasse su Hornem. - L�economia � la forza e, al tempo stesso, il punto debole di ogni governo. Ci si pu� ritrovare conquistati senza neppure accorgersene... Non permetter� che succeda di nuovo. Antar rester� libero -
Questa volta Lhara intervenne. La sua voce limpida e pastosa risuon� ferma mentre annunciava la decisione presa. - R�nida � al fianco di Antar -
Hornem si lasci� andare contro lo schienale ridendo con fredda ironia. - Che altro avresti potuto dire, quando tutti noi sappiamo che Zan... - Fece un piccolo inchino col capo verso il giovane - scusa, Max... - si corresse, - ha dato asilo a te e tuo fratello? Questa non � ingerenza esterna? -
La ragazza si irrigid�. - Ci ha aiutati a sopravvivere, e a tornare nel nostro mondo. Liberi. Brentelwoodein ed io abbiamo lottato da soli per riconquistare la fiducia di R�nida! - Guard� l�uomo con atteggiamento di sfida. - E Antar ha la mia fiducia -
- Bene! Allora io sono diventato l�ago della bilancia, giusto? -
- Sbagliato - Un muscolo vibr� nella mascella di Max. - Lhara ed io siamo alleati, non federati. I nostri pianeti uniranno per libera scelta le loro forze per mantenere a distanza la Confederazione e chiunque altro cercher� di imporre la propria presenza ad ogni costo. Di sangue ne � stato versato fin troppo, e non intendo continuare in questo modo - Serr� le mani a pugno. - Avete cercato di assassinare i miei figli, e un uomo leale � morto. Non vi permetter� di continuare cos�... La gente come voi capisce solo la forza bruta, e questo � quanto avrete - Si gir� a guardare Isabel con intensit�, poi ridistese le dita e nei suoi palmi apparvero i graniliti.
Con un sospiro lei gli prese un polso e lasci� che la sua energia confluisse in quella del fratello.
- Pap�? - chiese Jason sottovoce, desiderando aiutarlo.
- No - fu la risposta altrettanto sommessa di Max, prima di scivolare in un profondo stato di concentrazione.
- Aspetta! - Il tono imperioso di Isabel penetr� nella mente del giovane, che si costrinse ad ascoltare il suo reale accorato appello. �Cosa vuoi fare? Ucciderli, come hai fatto con Volnis? Ma non puoi risolvere un conflitto stellare uccidendo i sovrani che lo hanno scatenato! E�... � orribile, e non � da te! Ti prego, dimmi come intendi fermarli... prima di fare qualcosa di cui potresti pentirti...�
�Io... non lo so. In questo momento sono cos� pieno di rabbia che vorrei soltanto...� Sconfitto, Max allent� la stretta sui graniliti e chiuse per un istante gli occhi, tornando subito dopo a fissare i suoi avversari. - Andatevene. Tornate sui vostri pianeti e non rimettete mai pi� piede su Antar. O su R�nida. Gli uomini che avete sguinzagliato nel palazzo saranno rimandati indietro dopo essere stati interrogati. Tranne quelli che hanno sparato. Loro resteranno qui, in prigione. -
- Allora sar� il tuo isolamento ad aprirci la strada verso Antar... - lo schern� Gahr.
- Antar non sar� isolato. Ma ogni contatto, economico o diplomatico, verr� sottoposto al Comitato di Sicurezza. - Cerc� lo sguardo di Lhara, che annu� con decisione. - Lo stesso sar� per R�nida - Si morse leggermente il labbro inferiore. - Hornem, che tu decida di fare o meno parte della Confederazione, dovrai sottostare lo stesso a queste regole. Non ho alcun diritto di usare i miei poteri per obbligarvi al rispetto della volont� della nostra gente, ma niente mi impedir� di usarli per difenderci... Andatevene, adesso. Andate via... - Attese che i tre uomini lasciassero la sala, poi si alz� lentamente in piedi e si volse in direzione dei figli, che si slanciarono fra le sue braccia.
I bellissimi occhi nocciola di Max si velarono di lacrime mentre stringeva forte i due ragazzi contro di s�.
Isabel si pass� furtiva un dito sulla guancia al vivido ricordo dei loro corpi stesi nel sangue, e dopo aver esitato un istante si gir� e usc�. Vedendo i tre in fondo al corridoio li segu�, non prima di aver fatto cenno ad una delle guardie di andare con lei. �Non vi permetter� di fare altro male, maledetti bastardi...� Mentre camminava si concentr� su Michael e lo aggiorn� sugli ultimi sviluppi del confronto con la Confederazione dopodich� lo preg� di mandare una squadra per scortare i tre uomini fino all�aeroporto. �Non voglio che abbiano la possibilit� di combinare altri guai!�
Michael non attese di sapere altro, e poco dopo la ragazza lo vide arrivare con i soldati richiesti. Finalmente... - borbott�, poi si accost� all�amico. - Voglio tornare a casa. Questo posto � una vera trappola per noi... e non lo sopporto pi�! -
- Beh, abbiamo trovato le prove che � stata la Confederazione a mandare qui Volnis, quindi basta andare su Karan e Veyland, polverizzare qualche palazzo e il gioco � fatto, no? -
Isabel gli diede un�occhiataccia. - Non farti sentire da Max, hai capito?!? -
Era notte fonda quando si ritrovarono negli appartamenti privati della famiglia reale.
Shiri si era rannicchiata sul divano e continuava a dividere la propria attenzione fra il padre e Lhara. Lei le aveva parlato di Bren, di quello che avevano fatto insieme per riportare la pace su R�nida, e delle lunghe chiacchierate sui signori di Antar. - Siete degli amici preziosi, e... e credo che mio fratello ricambi l�affetto sincero che tu provi per lui... - le aveva detto poco prima di lasciare la sua stanza per raggiungere gli altri nel salotto piccolo. E ora provava una strana sensazione. Avrebbe voluto che Bren fosse l� con loro. Sentiva la sua mancanza e aveva tanto sperato di poter andare su R�nida per salutarlo, tuttavia sapeva che di l� a poco sarebbero ripartiti per la Terra, e chiss� quanto tempo sarebbe trascorso prima che le si presentasse un�altra possibilit�... Ma era anche consapevole del profondo desiderio di Max di lasciare Antar prima che a lei o a Jason succedesse ancora qualcosa.
Jason, invece, era seduto per terra, un braccio poggiato sulle gambe del padre e lo sguardo fisso su Isabel.
- E sei convinto che se ne resteranno buoni buoni a casa loro? - domand� Michael scettico.
- Non proprio, ma Isabel ha ragione. Non � una buona politica liberarsi di un avversario uccidendolo. Soprattutto quando questo ha fatto la stessa cosa con te... -
- Gi�, � anche grazie a Dials e Ghar che le nostre versioni originali sono state fatte fuori, a suo tempo, per� la lezione, a Volnis, non � servita! -
- Neppure a quei due bastardi, se � per questo - interloqu� Isabel, con voce fredda. - Come non � servito con l�FBI. Certo, la voglia di cancellare dalla faccia del pianeta chi ti vuole morto � tanta, ma io non me la sento di considerarlo l�unico mezzo per mettere a posto le cose... -
- No, � vero, per�... per� a volte non se ne pu� fare a meno... - Lhara ripens� al padre, ai suoi piani per eliminare Bren, e rabbrivid�.
- Comunque � meglio cercare prima delle alternative. In ogni caso vediamo come andr� col Comitato di Sicurezza. Ho parlato con Rey Hansell, e penso che riuscir� a fare un ottimo lavoro. Lhara, io credo che tu e Bren sarete in grado di tenere lontane le grinfie della Confederazione dal vostro mondo, ma non esitate a rivolgervi a Rodhya o a Hansell se doveste aver bisogno di qualche consiglio. Sono due persone molto in gamba e degne della massima fiducia. - Max si lasci� sfuggire un sorriso - Questo non significa che cercher� di portarti via il trono. Non vorrei neppure il mio... -
Lhara ricambi� il sorriso poi si alz� in piedi. - E� stata una giornata faticosa, soprattutto per voi. Spero che la Confederazione, e Hornem, abbiano finalmente capito di non essere i signori del sistema! - Torn� seria. - Vi chiedo ancora scusa per essermene andata senza salutarvi, l�altra volta, ma... - Deglut�, un po� a disagio. - Sono davvero onorata di avere la vostra amicizia. E� molto importante, per me... Grazie! - Si avvicin� ad ognuno di loro, abbracciandoli con affetto. Quando fu la volta di Shiri la strinse forte e le bisbigli� all�orecchio: - Salutami Kyle. Ed io saluter� Bren per te... -
La ragazzina annu� arrossendo leggermente prima di lasciarla andare.
L�indomani, dopo aver scortato la giovane regina fino all�aeroporto, Max e Michael si recarono al palazzo del governo, dove erano gi� ad attenderli Isabel, Jason e Shiri, ed insieme fecero il loro ingresso nella sala consiliare.
La riunione si protrasse per l�intera giornata perch� Max voleva essere certo che sia il Consiglio sia il Comitato avessero le idee ben chiare, poi venne il momento in cui poterono congedarsi da Rodhya e Hansell.
Quando furono a bordo dell�astronave che li avrebbe ricondotti sulla Terra Isabel costrinse il fratello ad andare a riposarsi. - Sembri distrutto, e non intendo sfracellarmi al suolo subito dopo il decollo! Quindi... - Gli indic� con decisione la porta della cabina che avrebbe diviso con Michael e Jason, poi and� a sedersi davanti ai comandi. - Coraggio, Shiri, facciamogli vedere come siamo in gamba! - Fece l�occhiolino alla nipote, che si affrett� ad accendere i motori sorridendo imbarazzata. - Veramente, Jason � molto pi� bravo di me... - ammise.

Con un�esclamazione di gioia Diane si slanci� verso Liz e la strinse con affetto poi si chin� sul passeggino e studi� attenta i due neonati. - Oh, santo cielo, ma sono una meraviglia! - disse piano. Tese una mano per sfiorare la guancia soffice di Claudia, che spalanc� gli occhioni nocciola e sorrise.
- Lei � Claudia, mentre dietro c�� Ethan... - le spieg� la ragazza.
- Dio mio, Liz, �... � incredibile... Sono cos� contenta che abbiate avuto altri due bambini... - Diane si gir� un attimo per guardarla negli occhi. - A volte avevo l�impressione che Max e Isabel fossero troppo soli... Non invitavano mai nessuno a casa, e... - Scosse piano la testa, la voce incrinata per l�emozione. - E� stata una vera fortuna, per Max, incontrarti... -
Liz sorrise divertita. - Veramente la fortuna � stata mia! - Alz� lo sguardo sull�elegante costruzione a due piani. - Mi sembra bellissima... -
- E devi vederla dentro! - Maria ammicc� soddisfatta. - Sono sicura che ne resterai entusiasta! - La prese sottobraccio sospingendola verso l�ingresso, mentre Diane si affrettava a seguirle spingendo il passeggino, pi� interessata ai due neonati che alla villetta.
L�agente immobiliare che le stava aspettando rispose esaurientemente a tutte le loro domande, e alla fine Liz si rivolse alla suocera. - Diane, pensi davvero che possa andare? -
La donna le sorrise con affetto. - Ci sono venuta ieri insieme a Phillip, giusto per sentire anche il suo parere, e anche lui ha convenuto che si tratta di una casa solida e sicura. L�importante � che piaccia a te. - Il sorriso le si allarg�, mentre un�aria di complicit� le illuminava lo sguardo. - E sono certa che Max concorder� con la tua decisione... -
- Di questo ne sono pi� che certa anch�io! - esclam� Maria ridendo. - Allora? Che ne dici? - sollecit� l�amica.
Liz fece un lento giro su se stessa. Avevano esplorato con attenzione entrambi i piani, curiosato in tutte le stanze, studiato il panorama che si godeva dalle finestre, le cui grandi vetrate lasciavano entrare a fiotti la luce solare dando all�insieme un�aria allegra e confortevole. S�, adorava quella casa, e gi� immaginava come avrebbe potuto arredarla... Sospir�, consapevole di stare per prendere una decisione molto importante, poi raddrizz� la schiena e si fece coraggio. - Va bene. La prendo -
- Wow! - Maria si impossess� del passeggino. - Mentre voi prendete gli ultimi accordi io porto i due pargoletti a fare un giro fuori! - E se ne and� tutta contenta.
Poco pi� tardi venne raggiunta da Diane e Liz, ancora sottosopra per l�eccitazione, e sugger� di andare a festeggiare al Crashdown. - Cos� anche i tuoi genitori potranno vedere Claudia e Ethan -
- Ottima idea! Ci ritroviamo l�, allora? -
- Ok. - Liz si diresse verso il fuoristrada, ma mentre tirava fuori dalla borsetta le chiavi si gir� verso Diane. - Avverti anche Phillip: mi farebbe piacere che ci fosse pure lui... -
- Certo, lo chiamo subito! - La donna prese il cellulare e telefon� al marito, poi sal� sulla sua auto e si diresse verso il locale dei genitori di Liz.

- Mamma? - Liz si affacci� nel disimpegno da cui si passava alla zona privata e sorrise alla madre, che si affrett� a posare i libri contabili che aveva in mano e corse ad abbracciarla. - Liz! Quando sei arrivata? -
- Al Crashdown cinque minuti fa, a Roswell pi� o meno verso le undici... -
- E...? -
La ragazza s�illumin� in volto. - S�, ci sono anche loro! Vieni! - La prese per un polso e se la tir� dietro fino al tavolo dove si erano gi� sistemati gli altri.
Nancy Parker salut� cordialmente gli Evans e Maria, poi si avvicin� al passeggino e contempl� estasiata i due bimbi. - Ciao... - disse piano, sorridendo commossa quando loro agitarono le manine verso di lei. Poi si raddrizz�, e si rese conto di qualcosa. - Max non c��? -
Liz infil� le mani nelle tasche posteriori dei jeans, imbarazzata. - Ehm... no... Lui �... � rimasto ad Albuquerque... Doveva studiare per un esame. - termin�, cercando di suonare convincente.
Sua madre la fiss� sdegnata. - Vorresti dire che ti ha fatto venire fin qui da sola?!? Ma... hai partorito appena tre giorni fa! Poteva anche fare uno sforzo e accompagnarti, no? -
- Mamma, ti ho detto che aveva da fare! Credimi, se avesse potuto sarebbe venuto con noi! - cerc� di placarla Liz.
- Beh, io non capisco! Diane, Phillip, scusatemi ma penso che vostro figlio sia davvero un irresponsabile! -
In quel momento arriv� Amy, trafelata. - Per fortuna siete ancora qui! Maria, mi dispiace, ma avevo dimenticato a che ora sareste venute e... Ciao, Nancy. Diane, Phil... - Si accorse poi della tensione che c�era nell�aria e sorrise a disagio. - Ho... interrotto qualcosa? - Ma prima che qualcuno potesse parlare vide i due bambini e si avvicin� a loro. - Ehi, siete due veri angioletti! - esclam� estasiata.
Maria rote� gli occhi con una smorfia. Sua madre sapeva essere una vera forza della natura, a volte! In meno di venti secondi era riuscita ad interrompere una conversazione che stava cominciando a diventare molto imbarazzante, aveva salutato tutti e si era accattivata la simpatia degli ultimi nati della famiglia Parker Evans... Guard� Liz, un po� preoccupata. La vide tesa, rigida, senza pi� una briciola dell�entusiasmo per la nuova casa, e se ne dispiacque.
Mordendosi le labbra Liz prese il menu e cominci� a studiarlo, nonostante lo conoscesse a memoria. - Se non ti dispiace, mamma, vorrei ordinare. Ho molta sete - disse con voce distante.
- Ti prego, Liz, non fare cos�... - cerc� di rimediare Nancy. - E� solo che io mi preoccupo per te, e sapere che hai dovuto guidare cos� a lungo, con due neonati... -
- C�era Maria, con me. E Claudia e Ethan sono molto tranquilli, come puoi vedere - ribatt� lei senza distogliere lo sguardo dal foglio ricoperto di plastica.
- Scusami... - mormor� allora la donna.
A quel punto Liz depose il menu sul tavolo e la guard� dritta in volto. - Mi fa male sentirti parlare in questo modo di Max ogni volta che non fa esattamente quello che tu pensi dovrebbe fare! E� vero, a volte il nostro comportamento pu� sembrare incomprensibile, ma ti prego di credermi: Max � l�unica persona al mondo con cui desidero stare, e questo deve bastarti! - Detto questo si rivolse a Phillip Evans. - Phil, qui ci sono i dati dell�agenzia. Puoi occupartene tu, per favore? -
L�uomo prese il biglietto da visita e, dopo avergli dato una rapida occhiata, lo infil� nella tasca interna della giacca. - Certo, cara. - rispose semplicemente.
Nancy sospir�. Perch� non riusciva a recuperare il rapporto che aveva una volta con sua figlia? Le spalle le si abbassarono. �Forse perch� non riesco ad accettare il fatto che sia cresciuta...� Dopo una breve esitazione sedette davanti a lei e le copr� una mano con la propria. - Liz, mi dispiace... Hai ragione, sapere che sei felice con Max dovrebbe bastarmi, e invece... - Accenn� un pallido sorriso. - Sono contenta che tu abbia sposato un ragazzo di cui sei profondamente innamorata e che ricambia il tuo amore, e ti chiedo scusa per le parole che ho detto. -
La ragazza fece un piccolo cenno col capo, a indicare che accettava le scuse, poi si schiar� la gola. - Dov�� pap�? -
- E� dovuto andare in banca, ma dovrebbe essere di ritorno a momenti. Vi va di fermarvi qui a pranzo? - chiese speranzosa.
- Ok - accett� Liz, dopo una brevissima esitazione.
- Restate anche voi, vero? - chiese ancora Nancy rivolgendosi agli Evans.
- Certo, perch� no? -
- Amy? -
- Grazie, volentieri. Posso... posso dirlo a Jim? -
- Naturalmente! -
Da quel momento in poi la conversazione and� avanti senza problemi e quando Liz dovette allontanarsi per allattare i bambini Nancy si offr� di andare con lei per aiutarla.
Nel tardo pomeriggio le due ragazze ripartirono per Albuquerque.
- Allora? Non mi sembra che sia andata cos� male, no? -
Liz mise la freccia e super� l�auto che la precedeva, poi rallent� fino al limite di velocit� consentito. - Gi� - Sorrise. - Quella casa mi piace davvero, sai? -
- Ne sono contenta. - Si gir� a dare una carezza ad Ethan. - Liz, cosa... cos�hai provato la prima volta che Jason ti ha detto... che era... beh... un maschietto? -
- Veramente non si � trattato di parole, ma solo di una percezione. Ho... sentito... che era un �lui�! -
- Ah... - Maria torn� a guardare davanti a s�. Dopo pochi minuti si gir� verso di lei. - Sentito come? -
- Che era giusto parlargli come se fosse un maschio... Insomma, qualcosa del genere. -
- Capisco... -
- Maria? -
- Cosa? -
- E� un maschio? -
La ragazza fece un sorriso smagliante. - Credo di s�! -
- Fantastico! - Liz guard� i figli dallo specchietto retrovisore. - Ehi, fra non molto avrete un cuginetto con cui giocare! -
Stavolta Maria si mise a ridere. - Aspetta almeno che sia nato, prima! -
Nei giorni che seguirono Maria aiut� moltissimo l�amica, occupandosi dei due neonati mentre lei si concentrava nello studio, e quando arriv� il gioved� l�accompagn� al campus.
Liz era molto agitata, sapeva di avere la testa presa da troppi pensieri, e temeva di non essersi preparata a sufficienza, eppure voleva con tutta se stessa superare quell�esame. Cos� gliene sarebbero rimasti soltanto due, e magari avrebbe potuto aiutare Max, cui invece ne mancavano quattro... Doveva farcela, accidenti!
Quando entr� nella stanza dove stavano gi� prendendo posto altri studenti era talmente carica di energia nervosa che affront� la prova come se fosse il suo peggior nemico, con freddezza e determinazione. E fu ricompensata, perch� ottenne il massimo dei voti. Sentendosi leggera come una piuma corse fuori dell�edificio e abbracci� forte Maria, poi si chin� a deporre un bacio sulla fronte dei figlioletti. - La vostra mamma � stata grande, sapete? -
- Gi�, ma io mi sono quasi intossicata a furia di annusare olio di pino per calmarmi! Sai che ti dico? La prossima volta ti aspetto a casa! -
- Guarda che hai insistito tu per accompagnarmi! - protest� ridendo Liz.
Maria fece per obiettare ma sent� il trillo del suo telefonino e cominci� a rovistare nella borsa. - Dove diavolo si � infilato? Ah, eccolo! - Si affrett� a prendere la comunicazione, e il volto le s�illumin� di gioia. - Michael! -

- Oddio, eccoli! Mamma mia, Liz, e adesso che faccio? Glielo dico subito? Aspetto di essere a casa? Oppure � meglio domani, dopo che si sar� riposato? Il viaggio da Antar � sempre cos� faticoso... -
- Maria, falla finita, ti prego! Vedrai che riuscirai a capire qual � il momento adatto! - Scuotendo esasperata la testa Liz sterz� bruscamente per evitare un sasso rotolato fin sul bordo della strada sterrata e avanz� fino ad uno spiazzo abbastanza largo da consentirle di fare inversione di marcia. - Avanti, scendi! Ai bambini ci penso da sola, ok? -
- Ok - In preda all�ansia la ragazza scese dalla vettura, dimenticando di richiudere lo sportello dietro di s�.
Liz tir� il freno a mano, si gir� per controllare che i figli stessero bene e poi scese a sua volta. - Tra poco sar� di ritorno con Max e gli altri, per cui comportatevi come si deve, d�accordo? -
Ebbe il tempo di fare solo pochi passi prima che Max si precipitasse verso di lei e la stringesse in un caldo abbraccio. Con un sospiro di felicit� gli pass� un braccio intorno alla vita e l�altro intorno al collo, prima di incollare le labbra alle sue.
Dietro di loro Jason fece un cenno alla sorella. - Vieni, devono essere in macchina! -
- Non dovremmo prima salutare la mamma? -
- Shiri, vuoi vederli adesso o fra un�ora? -
Con una spallucciata la ragazzina gli si affianc� e poco dopo se ne stava accovacciata in ammirata contemplazione dei due piccoli.
- Claudia, Ethan, vi presento Shiri! -
- Smettila, stupido! - Shiri diede una leggera spinta al fratello, poi slacci� la cintura che teneva bloccato Ethan e lo prese in braccio. - Santo cielo, come sei piccolo! -
Jason la guard� con affetto. - Tu eri come lui, quando mamma ti affid� a me dicendomi di portarti su Antar... -
- Davvero? -
- S�. Ero cos� preoccupato che potessi farti male stringendoti troppo forte... e allo stesso tempo avevo paura di perderti. Non avevo mai portato nessuno con me, prima... -
- Ma io ti sentivo. Ricordo che la tua mente era collegata con la mia... avvertivo i tuoi pensieri, le tue emozioni... - Shiri si volse a sorridergli. - Sei molto simile a pap�. -
- Lo prendo come un complimento. -
- Lo � - Cos� dicendo la ragazzina arretr� fino ad uscire dal fuoristrada. - Guarda, c�� la zia Isabel! -
- Oddio, Shiri! - Sentendosi gli occhi inspiegabilmente pieni di lacrime Isabel le si avvicin� e guard� incantata il neonato.
- Questo � Ethan. Jason si sta invece occupando di Claudia... -
- Posso... posso prenderlo in braccio? -
- Certo! - Shiri le consegn� il bimbo e sorrise incerta. Poteva percepire il profondo turbamento che agitava la zia ma non era sicura di comprenderne il motivo. Poi, sentendo un rumore di passi, si gir� e vide il fratello.
- Credo che stia per addormentarsi... - le bisbigli�.
Nel frattempo Maria aveva cercato rifugio fra le braccia di Michael e lo stava baciando con passione, ma ad un tratto il ragazzo le prese il volto con entrambe le mani e lo scost� da s�. - Chi diavolo � Mathias? -
- Come? - Maria lo fiss� confusa, e lui ripet� duramente: - Chi � Mathias? Perch� pensi a lui mentre baci me?!? -
- Ma...Mathias? -
- S�, Mathias! - Il nome gli usc� dalle labbra come una bestemmia, e una luce omicida gli apparve negli occhi mentre si allontanava da lei con disgusto. - Sono stato via meno di tre settimane, e tanto ti � bastato per... Lo sapevo che non dovevo fidarmi... Lo sapevo! -
Maria lo fiss� incredula. - Ma... che accidenti stai dicendo? - Gli afferr� un braccio, aumentando la stretta quando lui cerc� di liberarsi. - Che accidenti stai dicendo? - domand� ancora, pallida per la furia che stava montando in lei.
- Mi stai prendendo in giro? -
- Come... come puoi pensarlo? Santo cielo, Michael, ti rendi conto di quello che stai dicendo?! - Sconvolta, la ragazza lo lasci� andare. - Tu... pensi davvero che io potrei avere un... un altro uomo? Per chi diavolo mi hai preso? - Senza accorgersi delle lacrime che avevano cominciato a rigarle le guance si afferr� i lembi della maglietta e la sollev� fino a scoprire la pelle scintillante dello stomaco. - Mathias � tuo figlio! - disse con voce stridula, prima di fuggire via.
Michael rimase a guardarla allontanarsi senza saper cosa fare. Non riusciva a capire. Mathias... era suo figlio? Maria stava aspettando un bambino? Il loro bambino? Ma come...? Disperato per l�enormit� dell�errore commesso cominci� a correrle dietro gridando il suo nome finch� riusc� a raggiungerla e ad afferrarla da dietro. - Maria, ti prego, perdonami!... - La blocc� con forza, arrivando quasi a sollevarla da terra, incurante dei suoi calci furiosi. - Maria, per favore! -
- Lasciami andare, idiota! -
- No, mai! Mai... mai... - Angosciato, premette la guancia contro la sua. - Ti chiedo perdono... Ho detto delle cose orribili... scusami... Io... io ho perso la testa... Quando ho sentito che, mentre ti baciavo, nella tua mente c�era... amore... per Mathias... mi sono sentito malissimo... Non avevo capito... Perdonami... -
Maria cerc� di trattenere i singhiozzi e smise di scalciare. Michael era cresciuto cercando di tenere tutti a distanza per evitare di soffrire pi� di quanto avesse gi� sofferto, e nonostante l�amore che provavano l�uno per l�altra continuava a sentirsi insicuro. - Michael... - mormor� con voce soffocata dal pianto, - sono incinta di un mese. Mathias � nostro figlio... - Dalle labbra le usc� una risata strozzata. - Il giorno dopo aver capito che era un maschio stavo sfogliando una rivista e quando... quando ho letto quel nome... ho sentito che era il nome giusto... -
- E�... un bel nome... - sussurr� Michael sfiorandole con un bacio gentile la pelle umida di pianto.
- Non devi dubitare di me. Non potrei mai tradirti... - La voce di Maria era quasi impercettibile, ma lui la sent� perfettamente. - Lo so. Mi spiace averti ferito... Io... ti amo tanto eppure... riesco a farti sempre del male... -
- E� vero. -
Il giovane si sent� morire dentro. - Maria... -
Tirando su col naso lei chin� il mento. - Non preoccuparti... Per favore, mettimi gi�, mi sta venendo da vomitare... -
In preda all�ansia Michael abbass� le braccia finch� la sent� toccare di nuovo il terreno. - Cosa posso fare per aiutarti? -
- Tienimi... tienimi contro di te... - Sentendosi a pezzi Maria appoggi� la nuca contro la sua spalla, il viso rivolto verso l�alto, e fece dei lenti respiri profondi.
Mentre con una mano la sosteneva a s� con l�altra le carezz� la fronte e i capelli. - Va meglio? - chiese dopo un po�.
- Mm... -
- Maria? -
- S�? -
- Posso... posso toccarti la pancia? -
- E� ancora troppo piccolo... - Sorridendo con dolcezza gli spost� la mano sul ventre, sotto i morbidi pantaloni di tela.
Al contatto con le sue dita qualcosa sembr� vibrare, e Michael chiuse gli occhi, commosso fino alle lacrime. - Ciao, Mathias... -

Liz si stacc� da Max per riprendere fiato e gli sorrise, ma subito dopo un pensiero le fece corrugare la fronte. - Dobbiamo sbrigarci ad andare via da qui! - Lo guard� ansiosa. - Se il satellite ha registrato la vostra presenza Ross ci sar� di nuovo addosso! -
Il giovane serr� le mascelle. - Hai ragione... - mormor� cupo. Lanci� un�occhiata intorno a s�. Isabel e i ragazzi stavano accanto al fuoristrada, ma dov�era Michael? Poi lo vide in fondo al sentiero, abbracciato a Maria. - Michael! Dobbiamo andarcene subito! -
L�alieno si volse a guardarlo perplesso ma non fece domande e, presa la compagna per un braccio, l�aiut� a risalire il ripido pendio.
Nell�udire il richiamo di Max Isabel si gir� verso di lui. - Cosa c��? - chiese sconcertata.
- Il satellite spia - fu la scarna risposta.
- Maledizione! - Senza bisogno di altre spiegazioni la ragazza pass� il bimbo a Shiri. - Monta su, svelta! Jason, sali dietro! -
Mentre Liz e Max facevano di corsa gli ultimi metri che li separavano dalla vettura, Isabel si affrett� ad infilarsi al posto di guida e avvi� il motore, poi si sporse un poco dal finestrino. - Michael, muoviti! - grid� incitando l�amico.
La strada dissestata non consentiva una forte velocit� eppure non era facile evitare i tratti pi� malridotti, ciononostante ascolt� con attenzione il breve resoconto di Liz sulle minacce di Gabriel Ross, e alla fine si morse le labbra preoccupata.
Michael, invece, imprec� apertamente. - Quel bastardo non ci lascer� mai in pace, qualsiasi cosa diciamo o facciamo! - disse risentito, poi, all�ennesimo sobbalzo, si volse preoccupato verso Maria e la vide pallida e tesa. Allora la sollev� leggermente e se la sistem� sulle gambe. - Cerca di non vomitarmi addosso... - borbott�. Le parole erano brusche, ma la tenerezza con cui vennero pronunciate riscald� il cuore della ragazza, che accenn� un sorriso. - Far� del mio meglio. - promise.
- Mi dispiace che stiate cos� stretti, l� dietro - esclam� ad un tratto Liz, - ma non volevamo attirare ulteriormente l�attenzione arrivando con due macchine... - Guardando di sottecchi Isabel aggiunse che Morgan era a Clovis e sarebbe passato ad Albuquerque l�indomani.
- Ok - fu l�unico commento dell�aliena, che continu� a guidare stringendo lo sterzo finch� le nocche le divennero bianche.
Quando finalmente giunsero a casa degli Evans trovarono ad attenderli anche Amy e Jim Valenti, che desideravano soprattutto sincerarsi del fatto che Maria stesse davvero bene.
Sulle prime Michael non cap� l�ansia con cui Amy li accolse, ma quando si rese conto di quello che era successo preg� Max di controllare le condizioni della ragazza.
- Vuoi dire che hai iniettato sangue tuo nelle vene di Maria?!? - domand� Isabel fissando Liz esterrefatta.
Stringendosi nelle spalle lei guard� Max posare la mano destra sul ventre dell�amica. - Stava morendo. Ho pensato che fosse l�unica cosa che avrebbe potuto aiutarla... Renderla, in qualche modo, simile a me... a voi... - Cerc� i suoi occhi, l�ombra di un sorriso sulle labbra.
Isabel comprese che quelle parole non volevano essere un insulto e le restitu� il sorriso. - A quanto pare ci sei riuscita -
In quel momento Max lasci� ricadere il braccio. - E� tutto a posto - rassicur� Maria.
Michael, fermo accanto a lei, respir� di sollievo, rendendosi conto solo allora di aver trattenuto il fiato per tutto il tempo, e se la strinse al fianco piegandosi a baciarle i capelli. - Ti amo... - disse pianissimo.
Liz si avvicin� alla coppia. - Maria, ti spiace se porto dentro la tua valigia? Si sta facendo tardi e vorrei essere di ritorno ad Albuquerque prima di sera... -
- Lascia, ci penso io! - si offr� subito Jim, guadagnandosi l�eterna riconoscenza di Michael.
- Bene. - La ragazza salut� con affetto Amy e Diane, poi si avvicin� esitante a Phillip, che le sorrise soddisfatto e l�abbracci�, consegnandole senza farsi vedere una piccola busta. - Queste sono le chiavi di casa, e il resto della vincita � gi� stato versato in banca... - le bisbigli�.
- Grazie - Liz gli diede un bacio sulla guancia, sotto lo sguardo indulgente di Diane e quello sconcertato di Max ed Isabel.
Dopo aver sistemato i gemelli nei seggiolini sedette al posto di guida e si lasci� andare con un sospiro contro lo schienale. - Se non vi spiace vorrei passare un attimo dai miei. Giusto il tempo di salutarli... -
A Max non sfugg� la lieve tensione che le irrigid� il corpo. Senza dire nulla le mise una mano sulla gamba, e lei si gir� un istante a guardarlo. Quel tocco, per quanto leggero, aveva subito irradiato un gradevole calore in tutto il suo corpo calmandola. Sorrise, rasserenata. All�improvviso si sent� contenta di vedere i genitori. In fin dei conti desideravano solo il suo bene, anche se a volte sembravano ostinarsi a non capire... E poi, quando fossero stati soli, nella loro stanza, avrebbe detto a Max della casa che aveva comprato. Gli sarebbe piaciuta, ne era certa. Finalmente un posto tutto loro, dove vivere in pace. Forse. Perlomeno finch� Ross non avesse deciso che il patto era stato violato, oppure qualcuno, dall�altra parte dell�universo, avesse avuto bisogno del signore di Antar. Ma fino a quel momento lei e Max sarebbero stati insieme. Come sempre... Il sorriso le si allarg�. Si sentiva felice.
Dietro di lei Isabel scosse sconcertata la testa. Qualsiasi cosa accadesse, bastava che quei due stessero vicini e di colpo tutto sembrava normale! Era bello sapere di avere accanto qualcuno capace di farti stare bene, comunque ed in ogni caso... Si mordicchi� pensosa le labbra e guard� fuori del finestrino. Avrebbe tanto voluto che Morgan fosse l�, con lei... Poi ebbe un�idea e il volto le si schiar�. L�indomani si sarebbe comprata un vestito nuovo e fatta sistemare i capelli dal parrucchiere, poi avrebbe prenotato un tavolo nel ristorante pi� romantico di Albuquerque per una cena a lume di candela... Pregustando la piacevole serata reclin� la testa di lato e si addorment�.

Dio, com�era bello sentire il suo respiro tiepido... Piano, per non svegliarla, le mise la punta delle dita sul ventre e si concentr�. Poteva percepire il ritmico pulsare della vita che stava crescendo dentro di lei, e avvert� una fortissima emozione. Si protese leggermente in avanti, fino quasi a sfiorarle le labbra. Avevano fatto l�amore a lungo, con passione, eppure non si sentiva affatto stanco. L�alba era ormai prossima e attese con ansia il momento in cui i primi raggi di sole avrebbero acceso di riflessi d�oro i suoi morbidi capelli. Si sentiva in colpa per aver dubitato di lei, ma era felice perch� sapeva di essere stato perdonato. Ripet� fra s� il nome che aveva scelto per il loro bambino. Mathias... Era un nome dolce, che ricordava il suo. Maria. Un nome che portava inciso nel cuore. Anche se non l�avrebbe confessato mai a nessuno.

Scritta da Elisa


Torna all'indice delle Fanfiction

Torna a Roswell.it