LO STRANO CASO DELLA DOTTORESSA PHOEBE E DELLA SIGNORINA KARMA
Breve riassunto: Per colpa di una pozione per la voce, Phoebe si trova trasformata in un'assassina...
Data di composizione: 6/5/2002
Valutazione del contenuto: Per tutti.
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Phoebe era convinta di volersi laureare in medicina, o in
chimica, non sapeva ancora bene cosa fare. L'unica cosa certa, era che per
trovare finalmente un lavoro, avrebbe dovuto prendere uno straccio di laurea, e
allora tanto valeva prenderla in una materia che le piacesse. Viste che era una
strega che aiutava la gente, si disse, chimica non avrebbe avuto ragion
d'essere. Medicina era la facolt� giusta. Le sarebbe di sicuro stato utilissimo
per la sua lotta contro il Male. Di professione aiutante del Bene, e a tempo
perso aiutante del Bene. Tutto coincise, in quel momento.
Ma un brutto giorno, la poveretta rischi� di mandare tutto a monte.
Fu il giorno che durante le lezioni ebbe un brutto mal di gola.
- Dopo la lezione andiamo a prenderci un gelato? - propose una delle sue amiche.
- Mi spiace, Jasmine. - Phoebe dovette rifiutare - Ma col mal di gola che ho,
non riesco nemmeno a mandar gi� un bicchiere d'acqua. -
- E' un vero peccato Phoebe. Ho sentito che per questi casi bisogna stare a
letto per un paio di settimane, bevendo e mangiando pochissimo per non irritare
ancora di pi� la trachea. - i benefici della facolt� di medicina. Una volta che
interiorizzi tutte e esperienze, sei pronta a vivere pi� a lungo.
Phoebe fu l'ultima a lasciare l'aula di farmaceutica, dove stavano assistendo ad
una dimostrazione pratica per la preparazione di un unguento contro le ustioni.
La giovane pens� di usare quel laboratorio, che non veniva mai utilizzato dopo
le lezioni, e nemmeno pulito se non alle tre e mezza di pomeriggio. In quel
lasso di tempo si sarebbe preparata una pozione per quel maledetto disturbo,
cos� l'avrebbe lasciata in pace una volta per tutte.
Fortunatamente, gli ingredienti erano tutti a portata di mano, e la preparazione
era molto semplice e veloce. In pochi minuti, aveva per le mani un becker
(piccolo contenitore con beccuccio molto simile ad una caraffa senza manico)
pieno fino a tre quarti di un liquido incolore, ma con un forte odore di
limatura di ferro.
- Bleah. Non sei affatto saporito, amico. - consider� guardandolo pi� da vicino.
Sent� che qualcuno stava avvicinandosi a passo pesante. - C'� ancora qualcuno in
aula? - era il suo professore, che non l'aveva vista uscire. Veloce come un
fulmine, Phoebe mise il contenuto del becker in una bottiglietta da un quarto di
litro, mettendo via il piccolo recipiente di vetro - Sono soltanto io,
professore. - mise la bottiglietta in tasca e usc� senza dare nell'occhio. - Mi
perdoni, professore. Mi sono accorta di non aver pi� i miei occhiali da vista in
borsetta e cos� sono tornata indietro a prenderli. -
- Capisco, signorina Halliwell. Non glieli avevo mai visti indosso. -
- Sa, preferisco mettere le lenti a contatto. E' una seccatura per una ragazza
dover portare gli occhiali. -
- Non si preoccupi, signorina. Molta gente pensa che le donne con gli occhiali
siano pi� serie e in genere migliori rispetto a quelle che portano le lenti a
contatto o non portano occhiali. - la rinfranc� lui.
- Grazie mille per le belle parole, professore. Sono molto sollevata.
Arrivederci. - lo ringrazi�, sospirando perch� fosse andato tutto bene - Grazie
al cielo. Pensavo mi avesse scoperta. - e si avvi� alla sua fedele bicicletta
rossa da donna.
Prima di andare a letto, Phoebe prese quella pozione che aveva prodotto in
classe. L'odore di limone la invest� non appena tolse il tappo. La prolungata
chiusura l'aveva intensificato di molto - E adesso, addio mal di gola. -
Sent� bussare alla porta, e come riflesso condizionato nascose la bottiglietta
dietro la schiena - Sorellina? - era la voce di Piper che la chiamava - Ho
bisogno del bagno. Puoi sbrigarti, per favore? -
Phoebe non si accorse che del collutorio era venuto a contatto con la pozione.
La sfortuna, era che persino il primo era trasparente, e che non notasse alcuna
differenza.
Phoebe toss� per colpa del catarro, e una volta ripresasi, bevve l'intero
preparato. Si lecc� labbra e le immediate vicinanze della bocca - Per�. Non
male. Sembra limonata. - usc� dal bagno, e diede il nulla osta per entrare alla
sorella maggiore - E' tutto tuo, sorellina. -
- Grazie mille, Phoebe. Buonanotte. -
Quella notte, ci fu un omicidio poco lontano dalla casa delle Halliwell. Prue si
stup� di vedere le linee gialle della polizia a pochi metri dalla sua porta.
Piper, che stava uscendo con lei, si chiese - Ma che diavolo sta succedendo? -
videro Morris dall'altra parte del nastro, e si avvicinarono fra i curiosi per
poter scoprire qualcosa.
- Ehi, Morris. - lo chiam� Prue.
- Ciao, ragazze. Allarmate dal trambusto, eh? -
- Diciamo di s�. Non � la prima volta che andiamo sulla scena di un crimine, ma
mai cos� vicino a casa nostra. -
- Cos'� successo? -
- Un omicidio. Un giovane uomo � stato massacrato a colpi di arma da taglio. Non
credo che ci sia di mezzo qualcosa di soprannaturale, perci� potete ance andare
a casa. Oltretutto, non potete restare qui. Fra un po' dovr� chiedervi una
deposizione, per�. -
- Va bene, se ti serve qualcosa, non hai che da chiamare. -
Mentre le due si allontanavano, un agente di polizia si avvicin� a Morris -
Tenente, abbiamo trovato uno stralcio di stoffa, nelle mani della vittima. Pi�
alcuni capelli. -
- Molto bene, fateli analizzare. Portate via il cadavere. -
Morris si allontan� dall'agente e si avvicin� al coroner - Allora? - domand� con
freddo distacco.
- Diciamo che potrei fare a meno di fare l'autopsia. Il modo in cui il cadavere
� stato sventrato sembra sia opera di un qualche animale.
- Qualcosa come un leone? - propose Morris.
Il coroner scosse la testa con sguardo basso - Non credo. E' molto improbabile
che un leone attacchi un essere umano senza divorarlo. Gli organi sono stati
strappati, ma non ci sono segni di denti o morsi. -
- Allora � un serial killer? -
- Questo lo ritengo gi� pi� probabile. Mi ricorda quel caso di serial killer cui
presi parte nel 1967. -
- D'accordo, dottore. Altro da dire? -
- Lo potr� dire con assoluta sicurezza dopo aver sezionato meglio il cadavere,
aver preso campioni di tessuto e altre analisi. Gli esiti, minimo per venerd�. -
Phoebe si alz� dal suo letto. Era festa, e lei poteva continuare a dormire
indisturbata, e quel giorno si svegli� alle dieci meno un quarto. Si alz� dal
suo letto bene ristorata, ma ancora lievemente intorpidita. Si stiracchi� e
sbatt� qualche volta la bocca per togliersi quel fastidioso sapore di impastato,
e con una mano fra i capelli si diresse in bagno a farsi una doccia. Apr�
l'acqua calda nella cabina e si tolse la giacca del pigiama, accorgendosi che
era strappata in molti punti e nelle cuciture, come se si fosse gonfiata quando
l'aveva addosso. Cosa molto strana, si disse. si guard� allo specchio,
riscontrando un'enorme macchia rossa che copriva tutto il suo vestito.
Atterrita, indietreggi� istintivamente di un passo, sussultando - Ma cosa cavolo
� successo?! Perch� sono sporca di sangue? Non sono ferita, allora perch� sono
cos� sporca di sangue? -
Si affrett� a pulirsi, come se lavando via il sangue se ne andassero anche paure
e sconforto. Non parl� di questo con le sue sorelle, una volta tornate dalla
spesa.
Loro la vedevano cos� atterrita, ma lei continuava a negare che ci fosse
qualcosa - No, � che sono rimasta alzata a guardare un film dell'orrore in
camera mia. Non far� mai pi� un'idiozia del genere. Sono ancora spaventata
adesso. -
- Hai fatto male. Sai di non poterli soffrire. -
- Non sapevo cosa guardare, sorellina. - si giustific� falsamente.
La sera stessa, Phoebe cominci� a sudare, nonostante fosse febbraio. Sembrava
soffrire moltissimo, si rigirava nel letto, alla ricerca pare di una posizione
comoda, ma in verit� preda di un disagio terribile. Si svegli� di soprassalto,
sudando sempre di pi� e con una fiamma di terrore negli occhi.
Sent� una grande calura dentro di s�, che cresceva sempre di pi�. Un dolore
incredibile alla bocca dello stomaco. Si pieg� in due. Volle urlare con tutto il
fiato che aveva per avvertire le sue sorelle, ma non riusciva ad emettere alcun
suono. Il dolore le impediva di parlare, riusciva soltanto a soffrire e
rantolare. Cadde dal letto. In ginocchio sul pavimento, piegata in due quasi
toccando il tappeto con la fronte. Ma d'un tratto i lamenti gutturali
cambiarono, cambiarono in una specie di bieca risata. Il dolore termin�, ma
Phoebe non aveva alcuna voglia di andare a letto.
Ancora una volta, Phoebe si era svegliata con il pigiama completamente sporco di
sangue. Non capiva cosa fosse successo. Perch� continuava ad esserci del sangue
su di lei? Non si trov� addosso alcuna ferita, la sua pelle era liscia e curata
come sempre. Allora dove si era sporcata?
- Ragazze, datemi una mano, credo finir� col suicidarmi. - Morris non sapeva che
pesci pigliare. Gi� quindici persone in quindici giorni erano state uccise.
Nessun indizio, nessuna correlazione fra le vittime, nessun identikit, nessun
testimone. Nulla di nulla. - brancolava nel buio.
- Non sapremmo come aiutarti, Morris. Potremmo fare alcune ricerche, ma avremmo
bisogno di altre notizie. Ad esempio: di come uccide le sue vittime, cos' hanno
in comune le prede� -
Phoebe li sent� parlare, sulle scale, e non ebbe il coraggio di farsi vedere,
per quello che le capitava da molte mattine. Non usciva pi� di casa, era
spaventata. Non si muoveva dalla sua camera, ma era come se si addossasse la
colpa di quei delitti. Perch�?
- Ciao, Phoebe. Stai andando a scuola? - la salut� Prue, vedendo di sfuggita la
testa della sorella.
- Ah, ciao. - finse di non averle viste - Buongiorno, Morris. Novit� sui
delitti? - sper� con tutto il cuore che avesse buone notizie che la
scagionassero, ma la sua aspettativa fu delusa del tutto - No, Phoebe, mi spiace
ma per ora non c'� niente di nuovo. A parte un pezzo di pigiama strappato. Un
pigiama da donna lilla. Ecco quello che abbiamo. -
<Il mio pigiama da donna lilla!> Phoebe cadde nello sconforto, e svenne dallo
spavento. Fu subito soccorsa da Morris e dalle due sorelle. Fu messa sdraiata
sul divano, e accudita finch� non si fu ripresa.
- Lilla� Io� - bofonchi�, non facendo capire nulla agli altri.
- Stai bene, sorellina? -
Phoebe si riprese molto lentamente, aprendo gli occhi e guardandosi intorno.
Riconobbe le facce delle sue sorelle. - Sorelline� Che � successo? -
- Sei svenuta. Sicura che vada tutto bene? -
- No, ho le vertigini� Non riesco a vedere bene. -
Il cercapersone di Morris squill� in quell'istante. - Scusate, devo andarmene.
Rimettiti, Phoebe. Auguri. -
- Grazie Morris. Lo spero anch'io. - gli sorrise.
- Dovrai avvertire di farti dare le lezioni. Adesso rimani l� e pensa solo a
riprenderti. A curarti ci pensiamo noi. - la calm� Prue.
- Grazie. Sono fortunata ad avere due sorelle come voi, ragazze. -
Phoebe rimase a pensare sdraiata sul letto, alle macchie di sangue che la
coprivano da quindici giorni. Si convinse, era lei l'assassina. Doveva fermarsi,
ad ogni costo. Anche a costo della sua stessa vita. Cos� decise di ammanettarsi
ad un termosifone della sua camera - E adesso voglio vedere come faccio ad
andarmene. -
Si mise a letto, per una volta tranquilla.
Phoebe si ridest� con un gran mal di testa. Si rigir� fra le coperte calde, e
sorrise - Ce l' ho fatta, finalmente. - ma il terrore si impadron� di nuovo di
lei, quando vide che per l'ennesima volta pigiama e coperte erano coperte di
sangue.
Phoebe non scendeva pi� da camera sua. - Piper la chiam� sulle scale,
preoccupata del suo ritardo per la colazione - Phoebe! E' tardi, alzati, o
arriverai in ritardo per le lezioni! -
Prue, qualche tempo dopo, ribad� la sua invocazione, stavolta salendo per le
scale - E allora, Phoebe? Ti muovi? Hai gi� fatto parecchie assenze, quest'anno.
Vuoi essere bocciata? E allora! - Prue spalanc� di scatto la porta, e quello che
vide la lasci� senza fiato. Non pot� trattenere l'urlo di terrore che le venne
spontaneo. Phoebe giaceva, esanime all'apparenza, in mezzo al sangue che
impregnava le lenzuola colorate del suo letto. Piper arriv� trafelata,
appoggiandosi allo stipite della porta - Che � successo, Prue? Perch� hai
urlato? - Prue aveva ancore entrambe le mani davanti alla bocca. Singhiozzava
convulsamente. Piper rimase sconcertata dal suo comportamento, finch� non vide
anche lei Phoebe. Le venne istintivo fiondarsi sul letto dove dormiva la
sorella, e provare a svegliarla, un gesto estremo di disperazione per non
arrendersi all'orripilante idea della morte di una sua consanguinea. Strill� il
nome di Phoebe molte volte. Lei si risvegli� di soprassalto, spaventata dalle
urla - Ma che succede, ragazze? E' gi� ora di andare a scuola? -
Le altre due si sentirono molto pi� sollevate, e abbracciarono forte la loro
sorella - E che avete stamattina? - chiese confusa. Ma guardando le coperte,
cap� di dover dare loro delle spiegazioni. Dire che lei uccideva persone
innocenti ? Che l'assassina era lei?
- Ve lo giuro, sorelline. Io non so come abbiano fatto a sporcarsi di sangue. Io
so soltanto che quando mi avete svegliata, ho trovato sangue dappertutto. -
spieg� Phoebe, mentendo clamorosamente.
- Forse potrebbe essere legato agli omicidi. -
- Non penserete che sia stata io ad aver commesso gli omicidi? -
- Non me la sento di escluderlo, tesoro. Comunque, Cole e Leo stanno gi� facendo
indagini. Si sono offerti volontari. -
- Sentite, sorelline� Io sono certa di non essere stata io, per� Vorrei che mi
aiutaste, se davvero mi volete bene. - era un messaggio abbastanza straziante, e
Phoebe quasi si mise a piangere.
- Faremo il possibile, credimi. Non piace neanche a noi pensarti assassina. -
- Vi ringrazio, sorelline. Mi sento pi� tranquilla, ora. -
- E io gi� ho un piano. - propose maligna Prue.
Phoebe fu ammanettata ad un termosifone della cucina - Ecco qui, sorellina.
Acqua fresca, cibo a volont�. C'� tutto quello che ti piace, come puoi ben
vedere. - spieg� Piper, con quella sua aria da maestra distaccata e sufficiente.
- Sono proprio fortunata ad avere due sorelle come voi, ragazze. - le ringrazi�
Phoebe in un tono compreso fra il riconoscente ed il sarcastico.
- Noi siamo di l�, se ti servisse qualcosa. Non esitare ad urlare, tesoro. -
Phoebe cap� che la sorella doveva avere paura di lei, nonostante quei suoi modi
di fare leggeri e gentili.
- Sono MOOLTO fortunata. - ribad� Phoebe, tagliente. D'improvviso si sent�
bruciare alla bocca dello stomaco, un dolore estremamente forte e pungente.
Sent� tre conati di vomito salirgli roventi fino in gola. Toss�, strozzandosi
con la sua stessa saliva. LE sue sorelle accorsero immediatamente, alle retate
dai suoi singulti e dal forte rumore sordo che si era sentito quando Phoebe era
caduta a terra.
- Che ti succede, Phoebe? - le chiese Prue risollevandola da terra, ancora con
le isteriche convulsioni della strozzatura.
- Riprenditi, ti prego. - la incit� Piper, facendola guardare in su e battendole
grosse pacche sulla schiena. Phoebe reag� rabbiosamente alle premure delle
sorelle, scaraventandole lontano con una forza inaudita. I suoi singulti fecero
presto posto ad un roco e bieco rumore gutturale, mentre il suo corpo andava via
via riducendosi, diventando sempre pi� tozzo. Le sue sorelle maggiori
assistettero inebetite a quella trasformazione aberrante. - So� sorellina� -
azzard� titubante Piper - Stai bene?� -
- Chi ti ha chiesto niente, idiota? Per poco non mi ammazzavi con quelle tue
pacche, dannata! - rugg� Phoebe, con una voce irriconoscibile. Guard� con
un'occhiata animalesca le due donne. Quella non era pi� Phoebe. Persino il suo
volto aveva subito una grottesca trasformazione, annerendosi e storpiandosi.
Sebbene alterati, alcuni dei suoi tratti somatici la facevano riconoscere, ma al
contempo la rendevano ancora pi� disarmonica.
La non-Phoebe si alz� e sradic� catene e termosifone, e prese per la gola le sue
sorelle. Prue cerc� di dissuaderla - Phoebe� Che cosa� stai facendo� - se non
fosse stato per la provvidenziale apparizione di Cole, avrebbe spezzato loro il
collo con una facilit� impressionante.
La non-Phoebe emise un altro ruggito, prima che cambiasse voce e tornasse a
quella suadente di Phoebe - Aiutatemi� - implor�, ma fu solo per un minimo
istante, perch� poi scapp� da una finestra, dileguandosi veloce come il vento.
- Che � successo a Phoebe? - chiese Cole, in apprensione nonostante la
mascherasse molto abilmente.
- Non lo sappiamo. Ma sembra che si sia trasformata in una specie di gobbo di
Notre Dame con una forza da gorilla iperdopato. -
- Che si sia di nuovo messa a pasticciare con le pozioni magiche? -
- Guardate cos' ho trovato nel cestino dei rifiuti in bagno. - Prue torn� con
una piccola bottiglietta, ancora con il fondo bagnato. Piper la esamin� con
attenzione, ma non pot� dire nulla su due piedi - Non ci penso nemmeno ad
assaggiarla. Far� subito un'analisi. - and� nel seminterrato, analizzando i
componenti del liquido. Dopo pochi istanti ebbe pronti i risultati - Ecco qui la
composizione. E' ancora calda di forno. Allora� I componenti sono quelli per la
preparazione di un collutorio magico molto potente ma anche molto semplice in
quanto a preparazione. Quello che non va � il collutorio a base di fluoro.
Probabilmente Phoebe non si � accorta dell'aggiunta, ed il fluoro ha scatenato
in lei quella reazione abominevole. -
- Conoscete una cura? -
- Una cura non credo, ma un modo per cavarla dagli impicci prima che combini
qualche altro guaio dev'esserci. Cole, per piacere, dovresti cercare di
ritrovarla prima che combini qualche altro danno irreparabile. Ha gi� ucciso
troppo, per i miei gusti. -
- Conta su di me, Prue. - e si volatilizz� come neve al sole.
- Speriamo che faccia in tempo. - preg� Prue, tornando alla ricerca di una
formula sul Libro delle Ombre.
Cole era abituato agli ambienti tetri ed inquietanti, ma da quando si era
addolcito per colpa (o merito) di Phoebe aveva cominciato ad averli in astio.
Tuttavia, poteva essere un posto molto accogliente per un essere assetato di
sangue. Si addentr� fra i piccoli banchi di nebbia formati dall'aria calda che
usciva dalle fognature, e si incontrava con la fredda aria di gennaio. Era uno
spettacolo desolante, e i rumori contribuivano nettamente ad innalzare
l'adrenalina da paura in chi vi si addentrava. E c'era anche un discreto
venticello freddo che si insinuava fra le pieghe dei vestiti. - Fa freddo� -
comment� alzando il bavero della giacca. Si mise a cercare Phoebe chiamandola -
Phoebe! Sei qui? Rispondi, sono Cole. Phoebe! Vieni fuori, voglio aiutarti. -
Cole sent� un ringhio alle sue spalle, e si volt�, sentendo un fruscio. Doveva
per forza essere Phoebe. Stava cercando di prenderlo alle spalle. Phoebe non era
pi� la solita, per� non avrebbe voluto farle male, se non era strettamente
necessario. Avvert� che si lanciava alle sue spalle, e scomparve di conseguenza.
Us� sul mostro una presa al collo, bloccandolo per un attimo. Ma con la sua
forza incredibile riusc� a prendere un braccio del demone e a sbatterlo su di
una pila di spazzatura. Cole non ci mise molto a rialzarsi - Se non altro, i
miei allenamenti hanno fatto effetto. - prefer� riprendere per un attimo il suo
aspetto demoniaco, per combattere contro la non- Phoebe alla pari. Non era
facile, con la paura di ferirla. Il combattimento prese subito una brutta piega
per la giovane, che si ritrov� svenuta per una forte botta in testa. Cole la
prese fra le braccia e la port� via svanendo.
Prue e Piper erano intente a setacciare il libro alla ricerca di una minima
notizia su qualche cosa che le potesse ad aiutare a salvare Phoebe.
Cole riapparve proprio in quel momento, con Phoebe in braccio. Sembrava morta.
- Oddio, Phoebe. -
- Non preoccupatevi, � svenuta. -
- Non le avrai fatto del male, spero? - si raccomand� Piper.
- Non le ho fatto male. E' soltanto scivolata e ha battuto la testa. Adesso
dobbiamo metterla in un posto dove sia lei che gli altri siano al sicuro. -
sugger�.
- E dove? Questa ha pure rotto delle manette. -
- Pazzesco� E' una furia. -
- Gi�. Evidentemente diventare bestie, demoni, e cambiare sesso sono prerogative
di famiglia. -
- Spiritosa. Intanto, io ho trovato una formula che la nostra sapiente chef
dovr� cucinare per salvare la propria sorellina. -
- Prue, perch� non la fai con me? - Piper prese la sorella per il braccio e se
la port� in cucina, con Libro e tutto. Cole si preoccup� che Phoebe fosse ben
legata, con delle pesanti catene, di quelle che si usano per chiudere i cancelli
dei capannoni. - Mi spiace, Phoebe, ma cerca di capirmi. - disse allacciando il
lucchetto che le teneva ferme le mani. Se ne and�, raggiungendo le altre due
sorelle, intente a preparare la pozione - Phoebe � a posto. Speriamo che non sia
abbastanza forte per non spezzare anche quelle. -
- Grazie al tuo allenamento speciale. - sorrise Piper.
- Hmpf. - sbuff� - Se lo avessi saputo, ci avrei pensato due volte prima di
proporglielo. Come andiamo, qui? -
- Stiamo facendo lavorare il cervello, ma a quanto pare siamo lontane dal
traguardo. -
- Se soltanto sapessimo che ingredienti ha usato di preciso, potremmo andare
molto pi� spedite, ma cos� siamo in alto mare. -
- Ci dev'essere un modo per comunicare con Phoebe, per tornare in s� stessa. Tu
ne sai qualcosa? - si rivolse a Cole.
- Che io sappia no. Sembra che sia come il dottor Jekyll. -
- Intendi che quella � la parte malvagia di Phoebe? - Prue alz� le sopracciglia,
impressionata - Cavolo. -
- Io ho gi� provato a farla rinsavire, me � stato tutto inutile. Forse dovreste
provare voi. Io sono il suo fidanzato, ma voi siete le sue sorelle. A voi
potrebbe dare pi� ascolto di quanto non abbia fatto con me. -
- Forse hai ragione, Cole. Per� io ho paura che potrebbe ammazzarci cinque volte
prima di capire quello che le diciamo. -
- Posso provare a bloccarla. - propose Piper, ma Prue scans� la proposta.
- No, troppo pericoloso. Quando sei nervosa non azzecchi mai il potere giusto.
Potresti farla esplodere senza volere. -
- Verr� a darvi una mano, ragazze. - si fece avanti Cole.
- D'accordo, Cole. Per� vedi di non farle del male. E' pur sempre nostra
sorella, anche se adesso � un mostro. -
La non-Phoebe era raggomitolata in un angolo, ringhiando come un cane bastonato,
rancoroso verso il padrone ingiusto. Quelle pesanti catene erano troppo dure
anche per la sua incredibile forza fisica. Inoltre era saldamente ancorata,
senza possibilit� di fuga. Prue e Piper le si fecero incontro, cercando di
raddolcirla con parole confortanti - Phoebe� - inizi� Prue - Siamo noi. Come ti
senti? -
La bestia emise un latrato animalesco, e si avvicin� a gattoni alle due. Era
molto pi� brutta del solito, segno forse che anche la sua personalit� si stava
convertendo al male e aveva delle ripercussioni sul suo aspetto fisico.
- E' mostruosa� - sussurr� Piper alla sorella maggiore.
- Ascolta, sorellina. Noi vogliamo aiutarti. -
La creatura rispose con un latrato, avvicinandosi sempre di pi� ma venendo
bloccata dalle catene.
- Vogliamo aiutarti, ma dobbiamo sapere prima cos' hai messo nella pozione che
ti ha trasformata. So che mi stai sentendo, sorellina. Aiutaci, cosicch� noi
possiamo farti tornare normale. -
L'animale sembr� non capire le parole di Prue, e si limit� a guardarla docile
come un cagnolino - Forse � veramente troppo tardi. Non possiamo fare pi� nulla
per lei. - sussurr� Piper, sconsolata.
- No, io non voglio arrendermi e dare tutto per scontato. Dobbiamo avere almeno
una possibilit�. -
La belva emise alcuni suono che parevano essere umani - So� re� l� line� -
Prue e Piper si avvicinarono al mostro che un tempo era loro sorella, e le
diedero ascolto - Vo� levo soltanto farmi passare il mal di gola� - si
giustific�.
- Phoebe� Dicci cos' hai messo nella pozione, ti prego. Vogliamo aiutarti. -
- Era solo una pozione per il mal di gola� - Sembr� sentirsi male per un forte
mal di stomaco, e alla fine del conato torn� ad essere una belva disumana, e
cerc� di azzannare le sue sorelle, che si ritrassero spaventate. Cole allontan�
la non-Phoebe con una sfera a basso voltaggio.
Le due Halliwell maggiori rimasero a pensare al da farsi, senza riposarsi e
senza mangiare, senza un attimo di tregua setacciarono ogni antico libro di
magia, compreso il loro Libro delle Ombre. Ma nessuno sembrava poterle dare un
valido aiuto. Per loro ci fu soltanto un'ulteriore preoccupazione: se non
l'avessero fatta tornare normale prima che la sua personalit� fosse stata del
tutto animale, l'avrebbero persa per sempre.
- Non c'� pi� nulla. Abbiamo letto tutti i libri della citt�, ma non abbiamo
trovato nulla di utile. -
Prue richiuse violentemente la copertina del libro che aveva appena ultimato di
leggere. - Ma non � possibile che Phoebe sia condannata! Non voglio crederci. -
e si rituff� nella lettura.
- Non credo che rileggendo quei tomi la salverete. - intervenne Cole.
Prue alz� la testa dalla sua lettura e sbott� - Come puoi parlare cos�? Tu non
vuoi salvarla? -
- Certo che voglio salvarla. Ma non � con la magia che potremo farlo. -
- Cosa intendi? - disse Prue, prendendolo per il bavero della camicia in un
accesso d'ira. Lui le prese la mano e la rimise gi� da dosso - Spiegati. -
- Lo stato in cui si ritrova Phoebe � quasi come quello di un wendigo, no? -
- Gi�, ma Phoebe ha assunto una pozione, e non � stata ferita da un wendigo,
come � successo a me. Non ha nessuno che le ha trasmesso la maledizione. -
Cole sospir�, andandosene senza dire una parola, brillando e scomparendo come
suo solito. - Non posso pensare che sia cos� cinico da non volere che Phoebe
torni quella di prima. -
- Io sono convinta del contrario, sorellina. Cole tiene a Phoebe come noi, se
non di pi�. Sono sicura che anche lui sta cercando un sistema per salvarla. -
Cole non aveva idea di come fosse successa quell'abominevole trasformazione, ma
era ben deciso a fermarla e a debellarla per il bene della sua amata Phoebe. Non
era una maledizione, e non poteva terminare con la fine della vita del mostro
infettante. Per� se Phoebe si era ribellata una volta alla predominanza del suo
istinto omicida, forse poteva rifarlo, se non era troppo tardi. Decise di
tentare quella strada, aveva poco tempo e per di pi� non gli veniva in mente
altro.
Il mostro mugol�, accorgendosi della presenza di qualcuno, e si volt� di
conseguenza. Cole la rabbon�, identificandosi - Buona, Phoebe. Sono io. - la
bestia non sembr� riconoscerlo, e cerc� di saltargli addosso, ma subito bloccata
dalla catena corta. Si dibatt� furiosamente per liberarsi, mentre Cole gli
diceva parole dolci ma la contempo decise - Ascoltami, tesoro. So che sei pi�
forte della tua stessa crudelt�. Non lasciare che ti domini, respingila! Puoi
farcela. - <Se non altro far� guadagnare tempo utile a Prue e Piper per trovare
una magia risolutiva.> - Ribellati! Tu sei pi� forte! - per tutta risposta, la
non-Phoebe, si ribell� alle sue parole, ferendolo con una manata, che gli lasci�
addosso il segno delle cinque unghie. Cole si lasci� sfuggire un urlo, avvertito
da Prue e Piper. Le due accorsero, e vedendolo sanguinare copiosamente lo
portarono via da l�. - Come stai, Cole? -
- Non molto bene� - disse, cercando di rialzarsi - Forse � gi� troppo tardi,
ragazze. Il suo spirito ora � completamente demoniaco. -
- No - disse Prue, scacciando quel nefasto pensiero dalla sua mente - Non voglio
arrendermi. -si diresse verso sua sorella e le parl� in modo risoluto. Phoebe,
smettila. Non farti controllare dalla malvagit�! Dominala. -
- Qualcuno mi sta copiando. - scherz� Cole, subito azzittito da una fitta.
Nulla da fare. Phoebe continuava ad essere preda del male, senza via di scampo.
Pareva non ci fosse veramente altra scelta che eliminarla come un qualunque
altro demone, se solo non fosse stata loro sorella. Sfortunatamente nessuno si
sentiva di terminarla, e francamente non avrebbero potuto tenerla in quello
stato.
Sembrava impossibile, ma era proprio cos�. La loro sorellina, la mascotte della
famiglia, la pi� amata, era divenuta una serva del male. Seppur a malincuore,
Prue si vide costretta ad ucciderla, come un qualsiasi altro demone. And� a
prendere una corta spada rituale, che tenevano in soffitta. Nel guardarla e
nell'immaginare che avrebbe dovuto usarla su Phoebe le venne il voltastomaco.
Rigettava quell'idea con tutte le sue forze, ma ormai lei era sotto la nefasta
influenza dell'Oscurit�, e non poteva essere pi� salvata. Cerc� di trattenere le
lacrime, mentre tornava nello scantinato. Una volta l� non vide pi� n� Cole n�
Piper e tantomeno Phoebe. Confusa, li chiam�, ma non ottenne alcuna risposta.
Ripet� la sua invocazione, ma ancora niente. Si accorse che un pezzo del
pavimento era divelto, ma non fece a tempo ad affinare i suoi sensi.
Il silenzio, alterato solamente dal clacson lontano di una macchina di
passaggio, fu l'ultima cosa che ud�.
Scritto da MoonWalker