Jarod il Camaleonte Fan Fiction: L'ultimo segreto

Il Camaleonte Fan Fiction

L'ultimo segreto

RIASSUNTO: seguito del racconto "La tregua". Scoperto il segreto di Catherine, Jarod e Miss Parker, con lï¿½aiuto di Sydney e Broots, lanciano la sfida decisiva contro il Centro e la storia giunge finalmente allï¿½epilogo.

DATA COMPOSIZIONE: ultimato il 24 gennaio 2004

VALUTAZIONE : adatto a tutti

DISCLAIMER
Si ricorda che tutti i diritti del racconto sono di proprietï¿½ del sito ï¿½Jarod il Camaleonte Italiaï¿½, e che tutti i personaggi della serie ï¿½Jarod il Camaleonte / The Pretenderï¿½ utilizzati nel racconto sono di proprietï¿½ MTM Productions / 20th Century Fox, e sono utilizzati senza il permesso degli autori e non a fini di lucro.

Era sopravvissuto. Ancora una volta era sfuggito a chi lo voleva fuori gioco, ridotto ad inerme marionetta per sfruttare le sue conoscenze ed impossessarsi di ciï¿½ che doveva essere suo.

Idioti a pensare di poterlo fermare! Lui era di nuovo lï¿½, determinato e pronto a tutto pur di arrivare allo scopo.

Oramai i tempi erano maturiï¿½il progetto di Catherine Parker non era piï¿½ un mistero, ne era certo. Non doveva fare altro che pazientare ancora un poï¿½, restare nellï¿½ombra, nascosto, proprio nellï¿½ultimo luogo al mondo in cui i suoi nemici lo avrebbero cercato, ad aspettare che le uniche persone in grado di farlo svelassero lï¿½ultimo segreto e lo conducessero fino alla listaï¿½ solo allora avrebbe finalmente ottenuto ciï¿½ che da sempre volevaï¿½il potere.

Da qualche parte nel Delaware ï¿½ ore 08:00 p.m.

La vecchia berlina, dallï¿½aria a dir poco anonima, procedeva alla massima velocitï¿½ consentita sullï¿½immensa superstrada, illuminata da possenti lampioni che si susseguivano velocemente lungo la corsia di destra, i cui coni di luce colpivano lï¿½abitacolo ad intervalli regolari, quasi tenessero il tempo di un noioso ritmo sincopato.

Le mani ben salde sul volante, lo sguardo concentrato sul fascio luminoso dei fari, Jarod lasciava la sua mente libera di vagare, rincorrendo le note della malinconica ballata rock trasmessa alla radioï¿½

Desperado, why donï¿½t you come to your senses?
You been out ridinï¿½ fences for so long now
. . .
Your prison is walking through this world all alone
. . .
Come down from your fences, open the gate
It may be raininï¿½, but thereï¿½s a rainbow above you
You better let somebody love you, before itï¿½s too lateï¿½

ï¿½Eï¿½ strano come certe canzoni inspiegabilmente rispecchino la tua vita, almeno in parte...come se chi le ha scritte sapesse di te, dei demoni contro cui devi combattere...ï¿½ pensï¿½ Jarod piegando le labbra in un sorriso amarognolo. Bï¿½, lui aveva trovato qualcuno che lo amasse, qualcuno che a sua volta amava profondamente, tuttavia era ancora costretto a vivere nella prigione della sua solitudine e quellï¿½arcobaleno, che a volte gli pareva dï¿½intravedere oltre il turbine diï¿½ segreti e menzogne che da sempre costellavano il suo cammino, sembrava ogni giorno piï¿½ lontano.

La sua fuga dal Centro aveva posto fine ad una prigionia che certo non rimpiangeva, ma non era stata che lï¿½inizio di un tormentoso sentiero: una volta libero, era stata la sete di giustizia a consumarlo, il bisogno di rimediare in qualche modo alle nefandezze che la spietata organizzazione aveva compiuto grazie alle sue simulazioni si era poco a poco trasformato in necessitï¿½ irrinunciabile di proteggere i piï¿½ deboli, diï¿½ aiutare gli altri ad essere felici, forse per poter vivere almeno di riflesso quella gioia che a lui sembrava essere negataï¿½o forse per appagare il suo bisogno di espiazione per quelle colpe che non erano sue, ma per le quali si sentiva responsabile. Diamine era lui il genio! Lui era il soggetto estremamente dotato, quindi era compito suo impedire che certe terribili cose accadessero, punire le ingiustizie, proteggere gli innocenti.

La disperazione ed il senso di colpa che lï¿½attanagliavano quando non riusciva nel suo intento stavano quasi per condurlo alla pazzia, ma poi, sebbene a fatica, aveva capito di non poter salvare il mondo da solo e le sue aspirazioni erano divenute quelle che accomunano tutti gli esseri umaniï¿½una casa, una famiglia, una vita serena, unï¿½identitï¿½. Sï¿½, proprio cosï¿½: unï¿½identitï¿½. Perchï¿½ anche se allï¿½inizio era stato interessante, persino divertente, calarsi nei panni di tanti personaggi diversi, oramai non ne poteva piï¿½ di vivere la vita di persone che lui non sarebbe mai stato. Jarod voleva la sua vita, voleva essere se stesso, ma cï¿½erano ancora troppe cose che non sapeva sul proprio conto.

Era cosï¿½ stanco di lottare, di inseguire una veritï¿½ che assomigliava sempre piï¿½ ad un miraggio, che gli si rivelava centellinata in piccoli frammenti, parti di un misterioso puzzle in cui il suo ruolo ancora non era ben definito. Il progetto di Catherine Parker era stato svelato e con esso la vera natura del Centro, ma cosa aveva a che fare lui con tutto questo? Perchï¿½ lo rivolevano ad ogni costo, come mai per loro riprenderlo era importante a tal punto da continuare a braccarlo invano anche dopo cinque anni dalla sua fuga?

Era stancoï¿½stanco di pensare e ripensare, di lambiccarsi il cervello con interrogativi in apparenza senza risposta, ma mai come in quel momento si era sentito motivato a non arrendersi, anzi aveva una ragione in piï¿½ per non farlo, perchï¿½ scoprire tutta la veritï¿½ e distruggere il Centro significava soprattutto poter finalmente stare accanto alla donna che amava, invece di limitarsi a sognarla.

Anche in quel preciso istante pensava a lei, rivedeva i suoi incredibili occhi blu cielo che lo fissavano ingenui e maliziosi allo stesso tempo, il suo sorriso radioso che le illuminava il volto, lï¿½espressione dura e risoluta con cui nascondeva la sua fragilitï¿½. Tutto ciï¿½ che desiderava in quel momento era stringerla tra le bracciaï¿½e partire con lei verso un altro mondo, unï¿½altra vitaï¿½ma ancora non poteva.

Avrebbe tanto voluto riunire la sua famiglia, anzichï¿½ essere costretto a vedere solo saltuariamente e di nascosto il Maggiore Charles, Emily, Ethan e Jay, il suo giovane cloneï¿½e avrebbe voluto riabbracciare sua madre, che ancora lo stava cercando proprio come lui cercava disperatamente lei, ma senza successo. Infatti, dopo quella fugace apparizione a Boston, quasi tre anni prima, Margaret sembrava essere svanita nel nulla. Nemmeno Emily nï¿½ suo padre avevano piï¿½ avuto sue notizie, eppure Jarod sentiva che la donna non si era arresa, che come lui seguitava a lottare per vedere la sua famiglia riunita ï¿½ed avvertiva anche che si trovava in grave pericolo, ma non poteva far niente per aiutarla, se non continuare a cercare, a sperareï¿½

Dio quanto avrebbe voluto che tutto finisse in quellï¿½istante! Che le sue ardue ricerche si concludessero, che le sue tormentose domande trovassero risposta. Quanto desiderava che il motivo per cui Miss Parker gli aveva lasciato quel messaggio nella mailbox ï¿½Rifugioï¿½, chiedendogli di mettersi urgentemente in contatto con lei, fosse dirgli che aveva trovato la lista, che il Centro aveva i giorni contati, che oramai erano liberiï¿½eï¿½ magari che aveva persino notizie di sua madreï¿½chissï¿½! Certo Miss Parker doveva essere preoccupata per lui, anzi, doveva avercela a morte con lui, visto che avendo letto il messaggio solo quella mattina, non si faceva vivo con lei da oltre due settimane. Purtroppo non ï¿½ facile comunicare con lï¿½esterno quando sei rinchiuso in un carcere di massima sicurezzaï¿½eh giï¿½, perchï¿½ cosï¿½ aveva passato gli ultimi giorni, impegnato a smascherare un gruppo di secondini che costringevano i prigionieri a battersi in incontri di lotta clandestini, per alimentare un lucroso giro di scommesse illegali. In tal modo avevano causato la morte di un detenuto, cercando poi di farla passare per un incidente. Quel poveretto era sul punto di uscire per buona condotta, era cambiato, aveva messo la testa a posto e desiderava soltanto ritornare al piï¿½ presto dalla moglie e dalla figliaï¿½e Jarod non poteva certo permettere che quei bastardi la facessero franca, dopo aver distrutto una famiglia che stava per riunirsi.

ï¿½Blue Coveï¿½ indicava il cartello materializzatosi improvvisamente sul ciglio della strada. Eccolo di nuovo lï¿½, nel luogo dei suoi incubi peggiori, nel punto in cui tutto ebbe inizio e dove tutto forse sarebbe finito. Era estremamente rischioso per lui andarsene a zonzo in quei paraggi, anche se quello era probabilmente lï¿½ultimo angolo di mondo in cui chi gli dava la caccia avrebbe pensato di trovarlo. Tuttavia qualcuno avrebbe potuto riconoscerlo e per lui sarebbero stati guai seri, ne era consapevole, ma non aveva potuto fare a meno di spingersi fin lï¿½, non si era potuto accontentare di una semplice telefonata. Era troppo forte il desiderio di rivederla, toccarlaï¿½stringerla a sï¿½, affondando il viso tra i suoi capelliï¿½sfiorare le sue labbraï¿½

Jarod fermï¿½ lï¿½auto davanti allï¿½elegante villetta che ben conosceva: imposte chiuse, luci spente, nessuno in giro. Tutto sembrava tranquillo, poteva attenderla senza pericolo. Erano appena le otto e mezza e Miss Parker avrebbe tardato ancora un paio dï¿½ore almeno prima di rincasareï¿½sarebbe stata dura ingannare il tempo tanto a lungoï¿½

Il Centro, Blue Cove ï¿½ ore 09:45 p.m.

Come ogni sera, lï¿½ascensore raggiunse rapidamente il sottolivello 7 e le porte scorrevoli si aprirono silenziose sul vasto parcheggio sotterraneo, illuminato dalla luce diafana ed innaturale di numerose lampade al neon.

Oltrepassando la soglia, Miss Parker rivolse unï¿½occhiata infastidita ad una delle tante telecamere che la seguiva subdola, spiando ogni mossa sua e di chiunque altro si trovasse in quella sorta di prigione. Nuovi e sofisticati dispositivi di sicurezza, eludibili solo con codice, impronta digitale o scansione della retinaï¿½quasi raddoppiato il numero degli uomini di sorveglianza al perimetro dellï¿½edificio ed al suo internoï¿½massiccio aumento dei sistemi video a circuito chiuso dotati di microfoni ultrasensibiliï¿½mancava soltanto che installassero telecamere persino nelle toilettesï¿½anzi, forse giï¿½ lo avevano fatto! Da un paio di settimane una strana atmosfera aleggiava nei tetri corridoi del Centro e Miss Parker non aveva certo mancato di notarlo, nonchï¿½ di chiedere il motivo di un tale spiegamento di forze e di mezzi tecnologici. Le era stato detto di stare tranquilla (ï¿½e giï¿½ questo era bastato a metterla sul chi vive!), che si trattava soltanto di normali precauzioni per evitare nuove intrusioni, come lï¿½ultima di Jarod nellï¿½ufficio di suo padre maï¿½no, lei sentiva che qualcosa non andava. Mr. Parker e Lyle, dietro la loro solita, ostentata indifferenza, stavano nascondendo qualcosaï¿½qualcosa di grosso, che li preoccupava non pocoï¿½ ma cosa?! Che qualcuno si fosse accorto delle sue indagini? Eppure aveva preso ogni possibile precauzione, si era mossa con estrema cautela nel cercare la lista in buona parte degli archivi cartacei e magnetici del Centro, si era fatta spiegare da Broots come entrare in un qualsiasi computer via rete senza lasciare tracce, ma aveva tenuto sia lui che Sydney allï¿½oscuro di tutto, come stabilito. Quindi no, era quasi certa che quello smisurato rafforzamento dei sistemi di sicurezza non fosse dovuto alle sue ricerche, peraltro del tutto vaneï¿½ma a che cosa allora?!

Miss Parker si ripromise di indagare a fondo, per scoprire quale nuova porcheria stesse bollendo nella pentola del Centro, quindi procedette risoluta verso il suo posto auto, lo sguardo gelido e lï¿½espressione altera di sempre dipinta sul bel volto. Guardandola incedere decisa sui suoi tacchi vertiginosi, fasciata dallï¿½immancabile, raffinatissimo tailleur, nessuno avrebbe potuto immaginare che da qualche mese qualcosa in lei fosse radicalmente cambiato, che nel suo cuore apparentemente di ghiaccio pulsasse invece il calore di un tenero sentimento, di un amore che credeva perduto per sempre, insieme quella felicitï¿½ che non aveva piï¿½ provato dopo la morte di sua madreï¿½un amore al quale purtroppo aveva ormai capito di dover rinunciare.

Concedendosi un lungo sospiro carico di sconforto,ï¿½ si sistemï¿½ al volante, mise in moto e si allontanï¿½ in tutta fretta da quel luogo che la soffocava fin da quando era venuta al mondo. Quel luogo che si sarebbe sempre insinuato tra lei e Jarod come unï¿½ombra malevola, un subdolo veleno nellï¿½aria, trasformandosi col tempo in ostacolo tangibile, in un muro invalicabile, a dispetto dei sentimenti che provavanoï¿½o che credevano di provare lï¿½uno per lï¿½altra. Ci aveva riflettuto a lungo ed aveva dovuto ammetterlo: nonostante desiderasse credere con tutta se stessa alle sue parole, un sottile ma persistente dubbio che Jarod un giorno si sarebbe reso conto di non averla mai veramente amata continuava a tormentarla e quella spada di Damocle appesa sulla testa avrebbe finito per logorareï¿½ il tenero, profondo affetto (ï¿½amore) che da sempre sentiva per lui. Doveva farsene una ragione: il loro legame, germogliato tra le oscure pareti di quellï¿½inferno, forseï¿½anzi, quasi sicuramente non sarebbe mai nato in circostanze diverse. Il Centro li aveva costretti a crescere insieme, li aveva avvicinati provocando la loro solitudine ed il loro dolore, poi li aveva separati. Aveva portato via loro tutto ciï¿½ che di piï¿½ caro avevano al mondo ed infine li aveva messi uno contro lï¿½altra, inducendo lei a dargli la caccia, a tenerlo lontano dalle persone che amava, obbligando la sua stessa famiglia a separarsi, a fuggire, a nascondersi.

Cose del genere non si potevano certo cancellare con un colpo di spugna: lei stessa non riusciva a perdonarsi per tutte le sofferenze di cui era stata causa insieme al Centro, come potevano farlo Jarod e la sua famiglia? Lui al momento lo negava, le diceva che il passato non aveva importanza, ma Miss Parker era certa che quel passato sarebbe sempre rimasto tra loro ed avrebbe finito col separarli, perciï¿½, per non rovinare tutto, per preservare almeno la sincera amicizia che dividevano fin da quando erano bambini, non le rimaneva cheï¿½Dio quantï¿½era difficile! Ma era davvero inevitabile? Avrebbe dato qualsiasi cosa per poter passare il resto della sua vita accanto a Jarod, lo desiderava a tal punto che forse la sua sola volontï¿½ sarebbe bastata a far avverare il suo sognoï¿½sï¿½, forseï¿½

No, ma cosa stava dicendo?! Tutto giocava a loro sfavore, persino quel funesto presagio che ormai da settimane le tormentava il sonnoï¿½e se si fosse avverato, per lï¿½uomo che amava sarebbe stata la fineï¿½

Ah basta! Non voleva nemmeno pensarci.

I fari delle auto che incrociavaï¿½ lungo la strada le apparivano ormai come chiazze di luce senza forma, attraverso il velo di lacrime che, pur lottando strenuamente non era riuscita a trattenere. Le si spezzava il cuore al solo pensiero, ma doveva farlo, non aveva altra scelta. Doveva allontanarlo da lei, perchï¿½ il Centro era piï¿½ che mai un pericolo per Jarod e lei suo malgrado ne faceva ancora parte.

Ma lui non lï¿½avrebbe mai accettato. Per quanto Miss Parker si fosse prodigata a spiegarsi, non avrebbe mai capito le sue motivazioni, quindi non cï¿½era che unï¿½unica soluzione: doveva mentirgli, dirgli che tra loro era finita, che aveva commesso un errore, che in realtï¿½ non lo amava affatto. Sï¿½, non appena il suo dannato cellulare si fosse deciso a squillare, non appenaï¿½ Jarod si fosse messo in contatto con lei glielo avrebbe detto, anche se era meschino, anche se era da vigliacca fargli sapere una cosa del genere per telefono e lei lo sapeva bene.

ï¿½Certo che lo soï¿½ma so anche che non potrei mai farlo guardandolo dritto negli occhiï¿½ï¿½

Il Centro, Blue Cove ï¿½ ore 10:00 p.m.

ï¿½Lo hai trovato?ï¿½ chiese Mr. Parker con unï¿½impercettibile nota dï¿½ansia nella voce, non appena Lyle ebbe varcato, con aria inquieta, la porta a vetri del suo elegante ufficio.

ï¿½No. Sembra proprio essere sparito nel nullaï¿½ replicï¿½ questi a denti stretti, piuttosto seccato di dover ammettere il proprio momentaneo fallimento.

ï¿½Diamine, non puï¿½ certo essere andato lontano nelle sue condizioni!ï¿½ esclamï¿½ irritato il direttore del Centro, sobbalzando sulla poltrona in pelle e rinunciando per un attimo il suo imperturbabile autocontrollo.

ï¿½La mia squadra sta ancora setacciando la zona palmo a palmo. Se si trova nei paraggi non ci sfuggirï¿½ promise il figlio, ostentando una sicurezza che era ben lontano dal provare. Non poteva proprio permettersi di fare fiasco, non quella volta e lo sapeva bene, prima ancora che suo padre lo confermasse.

ï¿½Sarï¿½ meglio, perchï¿½ in caso contrario le conseguenze sarebbero tragiche per teï¿½e anche per meï¿½ï¿½

Davanti a quel tono duro, unito allo sguardo torvo che balenï¿½ nei gelidi occhi grigi del genitore, Lyle faticï¿½ non poco a tenere la propria tensione sotto controllo.

ï¿½Non preoccuparti, non ti deluderï¿½ ï¿½ promise apparentemente tranquillo, ma quanto mai ansioso di andarsene ï¿½ Eï¿½ tutto?ï¿½

ï¿½Sï¿½anzi, no. Ancora una cosa: sta attento a come ti muovi ï¿½ lo ammonï¿½ serio Mr. Parkerï¿½ - Tua sorella non ï¿½ affatto stupida, al contrario, sono certo che giï¿½ sospetta qualcosaï¿½

ï¿½Sospetta che lui sia..?ï¿½ azzardï¿½ allarmato Lyle.

ï¿½No, non ne sa niente. Ma tutte queste nuove misure di sicurezza lï¿½hanno messa sul chi vive e dubito che abbia preso per buone le spiegazioni che mi sono inventatoï¿½

ï¿½Se la conosco bene come credo, questo significa che comincerï¿½ ad indagareï¿½

ï¿½Allora fa in modo che non scopra la veritï¿½! ï¿½ replicï¿½ bruscamente Mr. Parker - Attira la sua attenzione su qualcosï¿½altro. Lei non deve sapere, altrimenti manderï¿½ tutto a monte!ï¿½

ï¿½Ma perchï¿½ ï¿½ cosï¿½ importante per te catturare quellï¿½individuo? - chiese Lyle cedendo alla curiositï¿½ - Oramai, nelle sue condizioni, non puï¿½ certo nuocertiï¿½

ï¿½Perchï¿½ lui conosce la veritï¿½ï¿½quella veritï¿½ che sto cercando da una vita e che spettava a me sapere, non a luiï¿½ confessï¿½ il direttore del Centro con malcelato rancore, gli occhi ridotti a due fessure.

ï¿½Ma di che parli?ï¿½

Mr. Parker sospirï¿½ pesantemente. Quel suo figlio non era proprio una cima in quanto ad intuito! Certo sua sorella era tuttï¿½altra cosa, gli era senza dubbio superiore, ma sfortunatamente somigliava troppo alla madreï¿½in tutti i sensi!

ï¿½Parlo di un segreto Lyle ï¿½ chiarï¿½ infine seccato, fissando il vuoto davanti a sï¿½ ï¿½ Di un segreto che Catherine scoprï¿½ tanti anni fa riguardo al Centroï¿½un segreto di portata tale da esserle costato la vitaï¿½un segreto ï¿½ aggiunse puntando sugli occhi di Lyle uno sguardo carico di cupidigia ï¿½ che mi consentirebbe di tenere in pugno il Triumvirato, invece di dover dipendere da quei dannati zulu!ï¿½

ï¿½E Catherine avrebbe rivelato unï¿½informazione cosï¿½ importanteï¿½a lui?! ï¿½ osservï¿½ scettico lï¿½altro ï¿½ Ma comï¿½ï¿½ possibile?! Non si puï¿½ certo dire che corresse buon sangue tra loroï¿½

ï¿½Non so come ci sia riuscito, ma lui lo ha scoperto ï¿½ asserï¿½ Mr. Parker, sicuro di quanto diceva ï¿½ e noi dobbiamo assolutamente riportarlo qui per convincerlo a parlare, con le buone o con le cattiveï¿½

ï¿½E quando lï¿½avrï¿½ fatto?ï¿½

ï¿½Non mi sarï¿½ piï¿½ di alcuna utilitï¿½ ï¿½ dichiarï¿½ tranquillo Mr. Parker, nella sua voce unï¿½inquietante nota di cinismo, il suo volto come sempre una maschera impassibile - Perciï¿½, come si fa con le cose superflue, ce ne sbarazzeremo ï¿½definitivamenteï¿½.

Casa di Miss Parker, Blue Cove ï¿½ ore 10:30 p.m.

Miss Parker entrï¿½ in casa, si chiuse la porta alle spalle ed appoggiï¿½ la borsetta sulla mensola, quindi, come era solita fare, cercï¿½ a tastoni lï¿½interruttore per accendere la luce, quando improvvisamente si sentï¿½ afferrare con forza alle spalle.

ï¿½Ma che..?!ï¿½ ebbe appena il tempo di farfugliare, prima di ritrovarsi bloccata con la schiena al muro, il cuore che le batteva allï¿½impazzata nel petto.

ï¿½Okay. Niente panicoï¿½ si impose, cercando lucidamente di ipotizzare perchï¿½ quellï¿½individuo di trovasse in casa sua: rapinatore ï¿½maniacoï¿½sicario del Centroï¿½

Mentre quelle congetture tuttï¿½altro che rassicuranti attraversavano la sua mente in una frazione di secondo, la donna, con gesto rapido ed improvviso, tentï¿½ di estrarre la sua 9mm dalla fondina, ma invano, perchï¿½ prima ancora che la sua mano potesse agguantarla, il misterioso aggressore le aveva giï¿½ ghermito entrambi i polsi, immobilizzandola contro la parete.

A quel punto Miss Parker, disorientata, fu sul punto di gridare, quando il fantomatico assalitore le chiuse la bocca ï¿½con un bacio! Solo allora i suoi nervi poterono rilassarsi. Avrebbe riconosciuto dovunque quelle labbra morbide come il velluto che accarezzavano lente e sensuali le sue, quelle dita sottili e forti che sï¿½insinuavano sotto la sua camicia di seta e le sfioravano languidamente la schiena, facendole accapponare la pelle.

ï¿½Ora mi ricordo perchï¿½ ti trovo irresistibile..!ï¿½ ammise la donna tra sï¿½ e sï¿½, avvinghiandosi a lui, affondando voluttuosamente le dita tra i suoi capelli, senza riuscire a trattenere la propria passione, desiderando ardentemente che le sue mani non finissero mai di toccare ogni centimetro del suo corpo.

ï¿½ï¿½Dobbiamo smetterla di vederci cosï¿½, Miss Parker ï¿½ le mormorï¿½ Jarod allï¿½orecchio, il respiro affannoso - O la gente comincerï¿½ a spettegolare..!ï¿½

Ripreso possesso dei propri sensi, lei arrivï¿½ finalmente ad accendere la luce: ï¿½E tu non dovrai preoccuparti di stare a sentire, perchï¿½ se mi fai prendere un altro spavento del genere ti strappo le orecchie!!!ï¿½ sibilï¿½ allontanandolo mentre Jarod ridacchiava soddisfatto e lo squadrï¿½ furiosa, incapace di decidere se volesse prenderlo a schiaffi o baciarlo di nuovoï¿½

Poi optï¿½ per volgergli prudentemente le spalle: non doveva dimenticare quali erano i suoi propositi. Maledizione! Non aveva proprio calcolato che Jarod sarebbe venuto di persona. Ma perchï¿½ non si era limitato a telefonarle?! Cosï¿½ sarebbe stato tutto piï¿½ difficileï¿½tremendamente piï¿½ difficile.

ï¿½Sono giorni che ti cerco - lo rimproverï¿½ acida, dirigendosi verso il divano - Dove diavolo sei stato tutto questo tempo?!ï¿½

ï¿½A San Quintinoï¿½ rispose lui seguendola.

ï¿½In prigione? A fare che?!ï¿½

ï¿½A scoprire le cause di uno strano incidenteï¿½che non ï¿½ stato affatto un incidenteï¿½

Miss Parker non riuscï¿½ a trattenere un sorriso indulgente: ï¿½Sempre a fare il buon samaritano, eh?ï¿½

ï¿½Eï¿½ nella mia natura, lo sai. Non posso farne a meno! ï¿½ si giustificï¿½ Jarod con aria innocente ï¿½ Mi sei mancata Allisonï¿½ aggiunse cercando di baciarla di nuovo, ma lei gli sfuggï¿½.

ï¿½Sei stato un imprudente a venire qui!ï¿½ lo rimbeccï¿½ ancora, dando sfogo al proprio disappunto. Come poteva dirgli che tra loro era finita se in quel momento desiderava soltanto lasciarsi sedurre da lui?!

ï¿½Il tuo messaggio diceva che era urgenteï¿½

ï¿½Non cosï¿½ urgente da correre il rischio di farti catturareï¿½ insistette lei, versando due bicchieri di sodaï¿½le ci sarebbe voluto ben altro, ma purtroppo aveva smesso di bere dannazione!!!

ï¿½Non ti agitare ï¿½ continuï¿½ lui sorseggiando la sua bibita - Casa tua non ï¿½ sorvegliata, non ci sono microfoni nï¿½ telecamere in giro e il tuo telefono non ï¿½ sotto controllo - lei lo fissï¿½ sbigottita ï¿½ Non sapevo come ingannare il tempo mentre ti aspettavo!ï¿½

ï¿½Oltre a punire a dovere il cattivo di turno, hai scoperto qualcosa nelle ultime settimane?ï¿½ domandï¿½ Miss Parker sedendosi di fronte a lui.

ï¿½Purtroppo no. Non cï¿½ï¿½ nessuna traccia della lista nemmeno nelle banche dati del Centro indicate sullï¿½ultimo elenco che mi hai mandatoï¿½e tu? Trovato niente?ï¿½

ï¿½Sfortunatamente no, perï¿½ ho imparato un sacco di cose sui computer ï¿½ commentï¿½ lei ironica, tamburellando nervosamente con le unghie sul suo bicchiere di soda - Broots a questo punto penserï¿½ che voglia laurearmi in ingegneria informatica!ï¿½

Jarod sorrise: ï¿½Allora di cosa volevi parlarmi?ï¿½ le chiese allungandosi verso di lei, i gomiti appoggiati alle ginocchia, ed affondando uno sguardo suadente nei suoi occhi colmi dï¿½inquietudine.

ï¿½Eccoï¿½ - No, decisamente non poteva farcela! ï¿½ Ehmï¿½so che avevamo deciso di non coinvolgere nessuno in questa faccenda, ma a questo punto credo che non possiamo piï¿½ evitarlo ï¿½ riuscï¿½ finalmente a dire Miss Parker, iniziando a passeggiare agitata per il salottoï¿½bï¿½, infondo anche quellï¿½argomento le stava comunque a cuore - Sono mesi che cerchiamo senza concludere nulla: devi ammetterlo, non possiamo riuscirci da soli. Abbiamo bisogno dï¿½aiutoï¿½

ï¿½Pensavi a Sydney e Broots?ï¿½

Lei annuï¿½: ï¿½Forse Syd sa qualcosa o ha sentito parlare della lista, magari da mia madre e Broots potrebbe aiutarmi a spulciare negli archiviï¿½

ï¿½Dï¿½accordo. Non si puï¿½ certo negare che ci serve una mano ï¿½ convenne lui ï¿½ Ma dovremo essere molto chiari sui rischi ai quali andranno incontro. Dopodichï¿½ la decisione spetterï¿½ solamente a loroï¿½

ï¿½Certoï¿½

ï¿½Dovevi dirmi altro?ï¿½ domandï¿½ ancora Jarod, avvicinandosi pericolosamente.

ï¿½Noï¿½ mormorï¿½ lei volgendogli bruscamente le spalle.

ï¿½Dannazione Allison ! ï¿½ si rimproverï¿½ esasperata ï¿½ Ci sei cresciuta in mezzo alla falsitï¿½ e alle menzogne, non dovrebbe essere poi cosï¿½ difficile per te dire una bugia!ï¿½

ï¿½Cioï¿½ sï¿½ - esordï¿½ improvvisamente, afferrando a due mani tutto il suo coraggio per poi voltarsi a guardarlo dritto negli occhi - A dire la veritï¿½ cï¿½ï¿½ unï¿½altra cosa che dovrei dirtiï¿½

ï¿½Ti vedo cosï¿½ strana ï¿½ osservï¿½ impensierito lui, cercando nuovamente di abbracciarla, col solo risultato di farla allontanare ï¿½ Allison, cosa cï¿½ï¿½ che non va?ï¿½

ï¿½Ecco ioï¿½io credo ï¿½ Miss Parker tirï¿½ un lungo sospiro per farsi forza ï¿½ï¿½ Io ci ho pensato beneï¿½e ho capito che tra noi non puï¿½ funzionare Jarodï¿½

ï¿½Cosa..?ï¿½ sussurrï¿½ lui incredulo, un amaro stupore dipinto sul volto. No, aveva capito male. Lei non intendeva dire quel lui aveva appena ascoltatoï¿½ma allora perchï¿½ si sentiva come se un fulmine lo avesse improvvisamente colpito in pieno petto?

ï¿½Okay, il dado ï¿½ tratto. Ora viene la parte piï¿½ difficileï¿½ si diceva intanto la donna, cercando di non pensare a quanto le facesse male vedere una tale amarezza dipinta negli occhi di Jarod.

ï¿½Mi dispiace, ma credo che tutti e due abbiamo preso una decisione affrettata ï¿½ lui scosse il capo contrariato, perï¿½ Miss Parker non lo lasciï¿½ parlare ï¿½ Andiamo! Ci sentivamo tutti e due soliï¿½eravamo a Parigi, in una cornice romantica e ci siamo semplicemente fatti prendere la mano. Puï¿½ succedereï¿½

ï¿½Eï¿½ davvero questo che pensi?ï¿½ mormorï¿½ lui fissandola ancora incredulo.

ï¿½Sï¿½ Jarod ï¿½ confermï¿½ la donna con ostentata convinzione - Ci ho riflettuto eï¿½insomma, ï¿½ innegabile che adesso mi senta attratta da te, ma questo non puï¿½ bastareï¿½

ï¿½Attrazione fisica?! ï¿½ proruppe Jarod, dando finalmente sfogo alla propria disperazione, mentre il mondo sembrava cadergli rovinosamente addosso - Per te si riduce a questo quello che cï¿½ï¿½ tra noi?ï¿½

ï¿½Noï¿½non ï¿½ solo questo - dovette ammettere lei scossa. In quel momento piï¿½ che mai non era affatto certa di poter arrivare fino infondo ï¿½ Ma non significa che...ï¿½

ï¿½Io non ti capisco ï¿½ insistette ancora lui prendendola per le spalle e costringendola ad affrontare il suo sguardo carico di dubbi e di malcelate speranze - Allison, se ï¿½ successo qualcosa, se cï¿½ï¿½ un problema che ti preoccupa devi solo dirmelo e lo affronteremo insiemeï¿½

ï¿½Non ï¿½ possibileï¿½ï¿½ disse lei in un sussurro appena percettibile.

ï¿½Niente ï¿½ impossibile ï¿½ lï¿½interruppe deciso lui ï¿½ Anche tu, fino a poche settimane fa pensavi che insieme potessimo superare qualunque ostacoloï¿½ï¿½

ï¿½Bï¿½forse mi sbagliavoï¿½ mormorï¿½ Miss Parker, sempre meno convinta di ciï¿½ che stava facendo.

ï¿½Allisonï¿½ti ho guardata negli occhi mentre mi dicevi che mi amavi e non stavi mentendo. Che cosa ï¿½ cambiato da allora?ï¿½

Diamine doveva farlo! Proprio per questo, perchï¿½ lo amava, doveva allontanarlo da lei .

ï¿½Niente. Non ï¿½ cambiato niente e niente cambierï¿½ mai!ï¿½ dichiarï¿½ lei a quel punto liberandosi del suo abbraccio e scoccandogli unï¿½occhiata fredda quanto la sua voce.

ï¿½Non ti seguoï¿½ ammise Jarod sconcertato.

ï¿½Io non faccio che pensare a te e a me come a due relitti viventi ï¿½ continuï¿½ lei con malinconica disillusione - Caricature di esseri umani che hanno sempre vissuto prigionieri di unï¿½esistenza senza vita, che non riusciranno mai a trovare paceï¿½e normalitï¿½, men che meno insiemeï¿½

ï¿½Non ï¿½ vero, noi insieme possiamoï¿½ï¿½ provï¿½ ad obiettare lui.

ï¿½Ma non capisci?! ï¿½ sbottï¿½ a quel punto la donna, con tutta la durezza di cui fu capace - Stare insieme a te per me significa ricordare continuamente il Centro e tutto quello che ho dovuto passare per causa loroï¿½la morte di mia madreï¿½Tommyï¿½io invece voglio dimenticareï¿½voglio guardare avanti, pensare al futuroï¿½

ï¿½Un futuro dove la mia presenza non ï¿½ contemplata ï¿½ commentï¿½ lui con profonda amarezza, oramai resosi conto che lei stava dicendo sul serio - E pensare che credevo ti importasse di meï¿½

ï¿½Mi importa di te e molto anche! ï¿½ si lasciï¿½ sfuggire dï¿½istinto Miss Parker, ferita a morte dallo sguardo sconfortato e disilluso che lui le rivolse, salvo poi correggersi un poï¿½ goffamente - Maï¿½ma non in quel sensoï¿½

ï¿½Che significa non in..?!ï¿½

Il rumore di unï¿½auto che si fermava lungo il vialetto li interruppe, attirando repentino la loro attenzione.

ï¿½Aspetti visite?ï¿½ chiese guardingo Jarod.

ï¿½Non che io sappia ï¿½ mormorï¿½ preoccupata lei, afferrando la pistola - In cucina prestoï¿½e appena puoi taglia la corda!ï¿½ glï¿½intimï¿½ prima di spegnere la luce, per poi appostarsi accanto alla porta, le orecchie tese, i nervi a fior di pelle, la mente che valutava a ritmo frenetico tutte le piï¿½ tragiche eventualitï¿½. Accidenti, se lo sentiva che prima o poi sarebbe successo! Altro che convinti della storia che aveva raccontato, quelli avevano capito tutto maledizione! E non avevano fatto altro che aspettare la loro prima mossa azzardata per piombare loro addosso. Certo che non era proprio nel loro stile arrivare cosï¿½ in sordina, in un caso del genere di solito si usava intervenire con un imponente e rumoroso spiegamento di uominiï¿½ma a quel punto poco importava.

Le portiere si chiuseroï¿½un breve scambio di bisbigli, poi i passi presero lentamente ad avvicinarsiï¿½dovevano essere in due, oramai ad un paio di metri dallï¿½ingressoï¿½un metroï¿½ora! Con uno scatto fulmineo, Miss Parker aprï¿½ violentemente la porta, cogliendo di sorpresa i visitatori inattesi, e puntï¿½ decisa la sua pistola in fronte aï¿½

ï¿½Brootsï¿½Sydney - esclamï¿½ stupita, tirando un sospiro di sollievo - Che diavolo ci fate qui a questï¿½ora?!ï¿½ aggiunse riponendo la pistola nella fondina.

ï¿½Scuï¿½scusa Miss Parker ï¿½ balbettï¿½ Broots a corto di fiato e con gli occhi sbarrati, ancora scosso per lo spavento ï¿½ Ma dovevamo parlarti subitoï¿½cioï¿½ io devo parlarti, ma la mia auto non voleva saperne di mettersi in moto, cosï¿½ ho chiesto a Syd di darmi uno strappo perï¿½ï¿½

ï¿½Broots taglia corto e vieni dentro! ï¿½ esclamï¿½ esacerbata la donna, afferrandolo per il colletto e trascinandolo in casa sua senza tanti complimenti, per poi lasciar entrare un compassato Sydney ï¿½ Allora?!ï¿½ continuï¿½ impaziente, dopo aver acceso per lï¿½ennesima volta la luce.

ï¿½Non crederai alle tue orecchie quando lo saprai! Il mio amico Rodney, il sordomuto che sta allï¿½Ufficio Protocolli, dove vengono registrati tutti i nuovi progetti ï¿½sai, non ci sente e non parla ma tiene gli occhi bene aperti, non gli sfugge niente eï¿½ï¿½

Miss Parker ebbe un moto di stizzita impazienza, cosï¿½ Sydney pensï¿½ bene di arrivare al dunque.

ï¿½Il Centro sta rimettendo in funzione il SL-27ï¿½

ï¿½Cosa?! E perchï¿½ mai?!ï¿½

ï¿½Rodney ha registrato oggi stesso il fascicolo nei progetti approvati ï¿½ spiegï¿½ Broots - Vogliono riprendere il Programma Simulatoreï¿½

ï¿½Ma non ï¿½ possibile! Quello era un progetto di Raines e il maledetto bastardo, con buona pace di noi tutti, ha tirato le cuoia proprio davanti ai miei occhi!ï¿½

ï¿½Probabilmente sarï¿½ qualcun altro ad occuparseneï¿½ le fece notare Sydney, flemmatico come sempre.

ï¿½E chi accidenti..?!ï¿½

ï¿½Non lo immagini?ï¿½

ï¿½Ma certo, lï¿½imbalsamatore! - arguï¿½ Miss Parker dopo qualche istante con un sorrisetto sarcastico ï¿½ Lï¿½infido, compiacentemente sadico Dott. Cox ï¿½proprio il degno successore del nostro Nosferatu!ï¿½

ï¿½Sï¿½, la richiesta ï¿½ stata suaï¿½ confermï¿½ Sydney.

ï¿½Chi ha autorizzato il nuovo progetto?ï¿½ chiese ancora lei, temendo perï¿½ di conoscere fin troppo bene la risposta.

ï¿½Bï¿½eccoï¿½ - tentennï¿½ infatti Broots ï¿½ La firma ï¿½ ï¿½ï¿½ di Mr. Parkerï¿½

La donna chiuse gli occhi e sospirï¿½, scuotendo il capo. Lo aveva fatto di nuovo. Eppure glielo aveva promesso, le aveva giurato che, tolto di mezzo Raines, non ci sarebbero piï¿½ stati esperimenti disumani, che lui stesso si sarebbe impegnato per far sï¿½ che il Centro ritornasse ciï¿½ che sua madre avrebbe voluto che fosse: unï¿½organizzazione umanitaria, che poneva le sue conoscenze scientifiche al servizio degli esseri umani e del loro benessereï¿½il solito mucchio di parole al vento! Ma quando avrebbe imparato a non fidarsi piï¿½ di suo padre?!

ï¿½Un momento! ï¿½ esordi preoccupata Miss Parker, accantonando repentina lï¿½ennesima cocente delusione ricevuta da papï¿½ ï¿½ Chi sarï¿½ la cavia stavolta? Syd, credi che vogliano rapire un altro bambino, come cercarono di fare con Davy Simpkins?ï¿½

ï¿½Eï¿½ possibile ï¿½ rispose meditabondo il dottore - Ma piï¿½ ci penso e piï¿½ï¿½no, piuttosto temo che per evitare problemi questa volta potrebbero essersi procurati il soggettoï¿½alla fonteï¿½

ï¿½Che vuoi dire?ï¿½

ï¿½Qualcuno che nessuna famiglia verrï¿½ mai a reclamare, perchï¿½ la sua famiglia si trova al Centroï¿½

ï¿½Il piccolo baby Parker..?ï¿½ esclamï¿½ Broots incredulo.

ï¿½Vi va di scherzare?! ï¿½ sbottï¿½ Miss Parker fissando indignata entrambi gli uomini ï¿½ Sean ï¿½ mio fratello, ï¿½ figlio del direttore del Centro. Mio padre nonï¿½ï¿½

ï¿½Tuo padre sposï¿½ Brigitte solo per avere quel bambino - le ricordï¿½ Sydney con aria grave -ï¿½ E ad essere sincero non sono nemmeno certo che sia figlio loro, geneticamente parlandoï¿½

ï¿½In effetti Brigitte aveva detto di non poter avere bambiniï¿½ï¿½ ricordï¿½ perplessa la donna.

ï¿½ï¿½tantï¿½ï¿½ che portare a termine la gravidanza lï¿½ha uccisa ï¿½ aggiunse il dottore - Non sarebbe mai potuta rimanere incinta in modo naturaleï¿½

ï¿½Forse Brigitte e Mr. Parker si sono rivolti ad una di quelle cliniche della fertilitï¿½ ipotizzï¿½ Broots.

ï¿½La Nugenesis..?ï¿½ azzardï¿½ turbata Miss Parker.

ï¿½Anche questo ï¿½ possibile ï¿½ ammise Sydney - Dobbiamo controllareï¿½

ï¿½E lo faremo. Ad ogni modo come sia nato quel bambino non fa differenza. Non permetterï¿½ che gli facciano del male! ï¿½ dichiarï¿½ la donna categorica ï¿½ Porterï¿½ Sean fuori da lï¿½ a costo di..!ï¿½

ï¿½Non prendere decisioni affrettate ï¿½ le consigliï¿½ pacato il dottore ï¿½ Le nostre per il momento sono solo ipotesi, non possiamo muoverci finchï¿½ non le avremo verificateï¿½.

Miss Parker annuï¿½ sospirando pesantemente. Dio quanto odiava dover aspettareï¿½e sentirsi cosï¿½ impotente!

ï¿½Questo significa che ora possiamo andarcene a letto?ï¿½ chiese speranzoso Broots.

La donna lo trafisse con unï¿½occhiataccia, ma riuscï¿½ miracolosamente a trattenere la caustica battutaï¿½ che aveva oramai sulla punta della linguaï¿½le vecchie abitudini sono dure a morire!

ï¿½Bï¿½, visto che siete qui ï¿½ disse invece - Anchï¿½io dovrei parlarvi. Anzi noi dovremmo parlarviï¿½ï¿½ precisï¿½ volgendo lo sguardo alla porta della cucina, che lentamente si aprï¿½, mostrando unï¿½ospite inaspettato.

ï¿½Jarod?! ï¿½ proruppe trasecolato Broots fissando il simulatore mentre usciva dalla stanza attigua e si sedeva tranquillo accanto alla padrona di casa - Sydï¿½credo di essermi perso qualcosaï¿½

ï¿½Ho idea che ce lo siamo perso tutti e due Brootsï¿½ commentï¿½ misurato il dottore, limitandosi a studiare incuriosito la donna ed il suo protetto, il mento appoggiato come al solito alla mano destra.

ï¿½Riguardo la mia missione a Parigiï¿½bï¿½, non vi ho detto proprio tuttoï¿½ï¿½ confessï¿½ Miss Parker scambiando con Jarod uno sguardo dï¿½intesa.

ï¿½ï¿½a cominciare dal fatto che il DSA che abbiamo trovato non era danneggiato ï¿½ aggiunse questi ï¿½ Noi sappiamo qual era il progetto segreto di Catherine Parkerï¿½ chiarï¿½, prima di raccontare del messaggio che avevano rinvenuto, della lista, del loro sodalizio contro il Centro e delle ricerche fino a quel momento infruttuose.

ï¿½Che mi prenda un colpo!ï¿½ mormorï¿½ sconcertato Broots, accasciandosi sulla poltrona.

ï¿½Allora ï¿½ questo ciï¿½ che Catherine aveva scoperto, la vera natura del Centroï¿½ mormorï¿½ Sydney scuotendo tristemente il capo, mentre ripensava alla tragica scomparsa dellï¿½amica.

ï¿½Ora che sapete la veritï¿½ siete potenzialmente in pericolo quanto lo siamo noiï¿½ li avvertï¿½ Jarod.

ï¿½Che significa potenzialmente?ï¿½ chiese confuso Broots.

ï¿½Che siete ancora in tempo per tirarvi indietro ï¿½ chiarï¿½ Miss Parker - Per ï¿½fingere che questa conversazione non sia mai avvenuta e continuare a vivere tranquilli senza mettere in sicuro pericolo voi stessi e le vostre famiglieï¿½

ï¿½Perchï¿½ ï¿½ questo che succederï¿½ se il Triumvirato dovesse scoprire che conoscete il loro segreto e purtroppo non ï¿½ una possibilitï¿½ tanto remota - confermï¿½ Jarod ï¿½ Sapete meglio di me di cosa ï¿½ capace il Centro. Nessuno di voi sarebbe piï¿½ al sicuro, nessuna delle persone a cui teneteï¿½

ï¿½Ci servirebbe davvero il vostro aiuto ï¿½ aggiunse ancora la donna - Ma se non intendete rischiare la vostra vita e quella di chi vi sta accanto noi vi capiremoï¿½

Un pesante silenzio cadde sulla stanza, mentre tutti i presenti, ognuno immerso nei propri pensieri, evitavano di guardarsi negli occhiï¿½lunghi, imbarazzanti minuti che sembravano non dover finire mai.

ï¿½Io non mi tiro indietro ï¿½ si decise infine a dire Sydney, lo sguardo risoluto, la voce ferma e sicura di sempre - Non vi lascerï¿½ soli proprio adesso che posso rimediare almeno in parte ai miei erroriï¿½

ï¿½Non devi sentirti obbligato a farlo per questo, Sydneyï¿½ asserï¿½ turbato Jarod, rivolto allï¿½uomo che gli aveva fatto da padre, lï¿½uomo che amava e rispettava come un padre. Sapeva quanto si sentisse colpevole per le sofferenze che il Centro gli aveva inflitto, ma per quanto lui stesso lo ritenesse in parte responsabile, lo aveva perdonato da tempo e mai e poi mai gli avrebbe permesso di rischiare la vita per riparare a torti altrui.

ï¿½Io voglio farlo Jarod ï¿½ replicï¿½ pacato il dottore, intuendo cosa passasse per la testa del suo protetto ï¿½ Lo devo a te, ma soprattutto a me stessoï¿½

Jarod annuï¿½, quindi, imitando i presenti, rivolse la sua attenzione a Broots, che ancora non aveva aperto bocca.

ï¿½Bï¿½, contate pure anche su di me ï¿½ esordï¿½ timidamente questi, dopo qualche istante ï¿½ Sto sudando freddo dalla paura, ma non posso permettermi di fare il codardo proprio al momento decisivo!ï¿½

ï¿½Grazieï¿½ gli sussurrï¿½ Miss Parker, lo sguardo carico di riconoscenza.

ï¿½Ma il problema dei vostri cari rimane ï¿½ insistette Jarod - Lï¿½ultima cosa al mondo che vorrei ï¿½ che succedesse a loro ciï¿½ che ï¿½ successo alla mia famigliaï¿½

ï¿½Dirï¿½ a Michelle e Nicholas di partire ï¿½ propose Sydney ï¿½ Ho un buon amico che vive nei pressi di Bruxelles e che li aiuterï¿½ a nascondersi finchï¿½ sarï¿½ necessario. Debbie potrebbe andare con loro, che ne dici Broots?ï¿½

ï¿½Non saprei ï¿½ replicï¿½ questi visibilmente preoccupato per lï¿½incolumitï¿½ della figlioletta ï¿½ Voi credete che il Belgio sarï¿½ abbastanza lontano per..?ï¿½

ï¿½ï¿½per impedire al Centro di trovarli? ï¿½ disse Jarod, terminando la frase che lï¿½altro non aveva il coraggio di concludere ï¿½ Nessun posto al mondo lo sarebbe, perï¿½

ï¿½ï¿½perï¿½ in Europa saranno al sicuro, almeno per qualche tempo ï¿½ aggiunse fiduciosa Miss Parler ï¿½ E con un poï¿½ di fortuna forse troveremo la lista prima che il Centro si metta sulle loro tracce. In fin dei conti ancora non sanno che noi sappiamoï¿½

ï¿½Miss Parker ha ragione Brootsï¿½ intervenne Sydney con fare rassicurante.

ï¿½Dï¿½accordoï¿½ assentï¿½ infine lï¿½altro.

ï¿½Bene. Organizzerï¿½ io la fuga ï¿½ propose a quel punto Jarod - Documenti e prenotazioni con nomi falsi e false prenotazioni a loro nome per depistare le eventuali ricerche del Centro. Mi serviranno solo un paio dï¿½ore. Nel frattempo voi penserete ad avvisare Michelle Nicholas e Debbie di fare le valige ï¿½ continuï¿½ afferrando la sua giacca e dirigendosi risoluto verso la porta ï¿½ Allï¿½ehm...Parkerï¿½ - aggiunse poi fermandosi davanti a lei ï¿½ Piï¿½ tardi vorrei riprendere il discorso che abbiamo interrottoï¿½

ï¿½Io penso sia meglio di noï¿½ mormorï¿½ Miss Parker, cercando di mostrarsi convinta.

Esasperato, lui si lasciï¿½ sfuggire un sospiro: ï¿½Mi faccio vivo io, okay?ï¿½

Lei annuï¿½, lasciando indugiare il suo sguardo in quello accorato di Jarod un poï¿½ troppo a lungo.

Senza staccare gli occhi da quelli della donna, lui fece per muovere la mano, forse nellï¿½intento di prendere la sua, ma si sforzï¿½ di reprimere il gesto, quindi, senza aggiungere altro, le voltï¿½ le spalle e se ne andï¿½.

Sydney, che aveva osservato la scena sempre piï¿½ incuriosito, non mancï¿½ certo di cogliere quel significativo scambio di occhiate e cominciï¿½ a chiedersi se Miss Parker non avesse taciuto altri interessanti particolari circa la sua missione a Parigi, ma si astenne prudentemente dal farle domande.

Ashland High School ï¿½ Ashland, Wisconsin ï¿½ ore 12:00 a.m.

Il sole era alto sul parco della scuola, affollato per la pausa del pranzo. Lï¿½aria era limpida quanto pungente e grazie alla fredda brezza proveniente dal lago, sapeva di buono.

Jay stava seduto in disparte, come al solito, ad osservare le vite normali dei suoi coetanei: scherzare con gli amici, fare due tiri a football, rimorchiare ragazzeï¿½tutte cose che a lui sembravano essere negate. Per la sua incolumitï¿½, gli era vietato divertirsi, stringere amicizie, mostrare le sue straordinarie capacitï¿½: troppo pericoloso. Lui doveva cercare di non dare nellï¿½occhio, guardarsi sempre le spalle, evitare ogni contatto con chi gli stava intorno, a meno che non fosse strettamente necessario. Gli era stato detto che, nonostante fossero passati quasi due anni dalla sua fuga, il Centro era ancora sulle sue tracce, quindi doveva restare nascosto, limitandosi a guardare gli altri vivereï¿½e lui lo detestava. Detestava sentirsi come un fantasma che attraversava non visto luoghi ed esistenze altrui, un intruso che non avrebbe mai avuto nulla in comune con tutti gli altri.

Ma dï¿½altra parte, Jay non era come gli altri. Non era un normale adolescente con un padre ed una madre, cresciuto con lï¿½affetto di una famiglia e degli amici, libero di giocare in un parco, di leggere fumetti, di mangiare cioccolata e fare indigestione di gelatoï¿½lui non sapeva nemmeno che esistesse il gelato, finchï¿½ Jarod non lï¿½aveva praticamente costretto ad assaggiarlo. E sebbene ormai da tempo vivesse con la sua famiglia, sentiva di non farne parte. In realtï¿½, per il maggiore e per Emily, lui era soltanto il clone di Jarod, vale a dire un impiccio in piï¿½ di cui occuparsi, una scocciatura di cui avrebbero volentieri fatto a meno.

Quella situazione lo faceva impazzire. Sentimenti contrastanti tormentavano costantemente il suo animo: amore e odio per una vita che gli era concesso di vivere solo a metï¿½; bisogno di essere amato e diffidenza verso quella famiglia che non lo aveva cercato e che sicuramente lo aveva accolto solo perchï¿½ si era sentita in dovere di farlo; speranza e paura per ciï¿½ che gli riservava il futuro; senso di superioritï¿½ ed invidia nei confronti dei suoi coetanei, di certo meno dotati di lui ma tanto piï¿½ fortunati. Tuttavia la piï¿½ forte fra tutte quelle sensazioni era senzï¿½altro la rabbiaï¿½rabbia per essere soltanto il frutto di un esperimento genetico, concepito dalla mente diabolica e disumana del Dr. Raines, che non aveva nemmeno mai voluto dargli un nome, se non Progetto Geminiï¿½rabbia, per essere stato catapultato contro la sua volontï¿½ in un mondo di cui, pur desiderandolo, non avrebbe mai fatto parte e nel quale nessuno sembrava potesse capire ciï¿½ che provava. Ma perchï¿½ era dovuto succedere proprio a lui?!

In un moto di stizza, dettato da unï¿½incontrollabile frustrazione, Jay si alzï¿½ di colpo, senza fare troppo caso a chi gli stava intornoï¿½lï¿½urto fu inevitabile.

ï¿½Ah!ï¿½ gridï¿½ la ragazza, sottraendolo di colpo ai suoi tristi pensieri, prima di cadere a terra.

ï¿½Scuï¿½scusamiï¿½non volevo - balbettï¿½ Jay sbalordito e mortificato, chinandosi per soccorrerla ï¿½ Ti sei fatta male?ï¿½

ï¿½No, va tutto bene ï¿½ lo tranquillizzï¿½ una voce garbata ï¿½ Toglimi una curiositï¿½: sei sempre cosï¿½ travolgente quando decidi di alzarti?!ï¿½ lo schernï¿½ poi la sua vittima, osservando divertita il suo forte imbarazzo.

ï¿½Ecco ioï¿½ï¿½

Jay era incapace di staccare gli occhi dalla bella biondina: capelli lunghi, inanellati in morbidi riccioli, viso ovale, occhi limpidi, azzurri come il mare, sorriso delizioso. Non gli era mai accaduto di sentirsi cosï¿½ in tutta la sua breve vita. Mai fino a quel momento almeno. La bocca impastata, il cuore che gli martellava impazzito nel petto, la mente in preda alla piï¿½ totale confusione, incapacitï¿½ di articolare anche la piï¿½ semplice delle frasi. Anche se i sintomi erano simili, quel che provava non era esattamente panico. Ma che gli stava succedendo?!

ï¿½Guarda che non tocca a te essere sconvoltoï¿½ï¿½ stato il mio fondoschiena a finire per terra!ï¿½ lo rimbeccï¿½ ancora la ragazza con un sorrisetto ironico, facendolo arrossire come un peperone.

ï¿½Hai ragioneï¿½scusamiï¿½ balbettï¿½ Jay offrendole impacciato la mano per poi aiutarla ad alzarsi.

ï¿½Ora puoi smetterla di scusarti. Come vedi non ho niente fuori postoï¿½

ï¿½Questo ï¿½ poco ma sicuro!ï¿½ si disse il ragazzo, osservandola ammirato da capo a piedi. Era piï¿½ bassa di lui di una spanna abbondante, di costituzione minuta ma con tutte le curve decisamente al posto giusto, messe in risalto dai jeans e dalla maglietta attillata.

ï¿½Qualcosa non va?ï¿½ chiese lei un tantino irritata dal suo modo di divorarla con gli occhi.

ï¿½Cosa..? Noï¿½ehm..ti ï¿½ caduto questo ï¿½ farfugliï¿½ lui distogliendo imbarazzato lo sguardo ï¿½ Gli Elementi di Euclide ï¿½ lesse poi raccogliendo il massiccio volume rimasto a terra ï¿½ Un poï¿½ impegnativa come lettura di svagoï¿½

ï¿½Forse. Comunque questo ï¿½ uno svago per me ï¿½ replicï¿½ lei con aria di sufficienza, riprendendosi il libro ï¿½ Vedi, non tutti traggono soddisfazione dal leggere pettegolezzi e notizie sportive. Ma non pretendo che tu possa capireï¿½ aggiunse spocchiosa, accennando ad andarsene.

ï¿½Hei con chi credi avere a che fare?! ï¿½ sbottï¿½ lui risentito, tra sï¿½ e sï¿½, punto sul vivo -ï¿½ Io conosco quasi a memoria iï¿½ï¿½ tredici i libri degli Elementi, per non parlare di molte altre cose che tu nemmeno riusciresti ad immaginare!ï¿½

ï¿½Al contrario, capisco benissimo ï¿½ esordï¿½ poi con sottile sarcasmo, prima che lei si allontanasse - Se vuoi possiamo parlare della teoria delle proporzioni, dei postulati sulle rette parallele o della dimostrazione dellï¿½infinitï¿½ dei numeri primi, ma francamente preferisco fare altro perï¿½svagarmiï¿½

Lei lo osservï¿½ un attimo piacevolmente stupita, prima di commentare in tono pungente: ï¿½Per esempio tramortire le ragazze per poi cercare di abbordarle?ï¿½

ï¿½No guarda che ti sbagliï¿½ioï¿½ ï¿½ si affrettï¿½ a giustificarsi Jay, poi notï¿½ che la ragazza lo stava fissando con un piglio beffardo dipinto sul bel viso. Lo stava di nuovo prendendo in giro, ma non cï¿½era piï¿½ traccia di scherno nel sorriso che gli stava rivolgendoï¿½ - Ehmï¿½frequenti il corso del prof. Harris per caso?ï¿½ le chiese quindi disorientato, accennando a sua volta un flebile sorriso.

ï¿½Sï¿½ - confermï¿½ lei sedendosi ed invitandolo inaspettatamente ad imitarla - Anche tu, immaginoï¿½

ï¿½Giï¿½. Strano perï¿½, non ti ho mai vista in classeï¿½

A dire la veritï¿½ lui non notava mai nessuno, visto che si sistemava sempre nel cantuccio piï¿½ isolato della stanza, mimetizzandosi quasi contro la parete e che entrava ed usciva dallï¿½aula tenendo gli occhi bassi, nella speranza che nessuno si accorgesse di lui.

ï¿½Forse perchï¿½ non ci tengo a farmi notare - replicï¿½ evasiva la ragazza - Ad ogni modo nemmeno io ti ho mai visto a lezioneï¿½

ï¿½Bï¿½, diciamo che anchï¿½io cerco di non farmi notareï¿½ ammise lui con una buffa espressione di ostentata ingenuitï¿½, che provocï¿½ la spontanea, cristallina risata della ragazza.

ï¿½Io sono Kimberly Lawï¿½ - fece per presentarsi lei, salvo poi interrompersi di colpo a disagio, quasi si fosse improvvisamente ricordata di qualcosa che, suo malgrado, non doveva fare - Cioï¿½ soltanto Kimberlyï¿½

ï¿½Jay ï¿½ rispose lui sorridendo - ï¿½soltanto Jayï¿½

Lei ricambiï¿½ il sorriso con aria complice, fissando intensamente i profondi occhi scuri che guardavano timidi e curiosi i suoiï¿½fu in quel momento che si creï¿½ tra loro una sorta dï¿½intesa, unï¿½incredibile sintonia, unï¿½inspiegabile eppure autentica sensazione di essere sulla stessa lunghezza dï¿½onda.

ï¿½Come mai ti interessa tanto Euclide?ï¿½ chiese Jay distogliendo turbato lo sguardo. Tutte quelle nuove sensazioni erano e a dir poco incomprensibili per lui e non facevano che confonderlo sempre di piï¿½.

ï¿½Non so, forse perchï¿½ lui ha reso tutto piï¿½ chiaro, piï¿½ semplice ï¿½ provï¿½ a spiegarsi Kimberly - Ha fissato dei principi, termini oltre i quali non si puï¿½ andare, entro i quali ciï¿½ che accade ï¿½ sempre prevedibile e comprensibile. A volte vorrei che anche la realtï¿½ fosse cosï¿½, senza incognite, senza misteri. Sarebbe rassicurante, magari un poï¿½ noiosa, ma rassicuranteï¿½non so se riesci a capirmiï¿½

ï¿½Sï¿½, credo di sï¿½ ï¿½ assentï¿½ lui, lo sguardo fisso su di un punto imprecisato del piccolo parco. Altrochï¿½ se capiva! - A volte, quando meno te lï¿½aspetti, ti succedono le cose piï¿½ impensabili e ti rendi conto che ciï¿½ che davi per scontato non lo ï¿½ affatto e che ti piaccia o no, lo devi accettare, anche se ti senti confuso e impotente e arrabbiatoï¿½ï¿½

ï¿½ï¿½e daresti qualsiasi cosa perchï¿½ nella tua vita tutto fosse di nuovo sempliceï¿½ terminï¿½ tristemente lei.

Pareva impossibile, eppure quella ragazza sapeva esattamente ciï¿½ che lui sentiva e ancora piï¿½ incredibile, sembrava provare le sue stesse sensazioni.

ï¿½La tua vita ï¿½ davvero cosï¿½ complicata?ï¿½

ï¿½Non sai quanto! ï¿½ si lasciï¿½ sfuggire lei ï¿½ Cioï¿½voglio direï¿½non piï¿½ della tua, credoï¿½

ï¿½Tu non hai la piï¿½ pallida idea di quanto sia incasinata la mia vita!ï¿½ stava per commentare Jay, ma fortunatamente riuscï¿½ a pronunciare solo un neutro : ï¿½Giï¿½

ï¿½Mi piace parlare con te Jay ï¿½ gli confessï¿½, rivolgendogli uno sguardo schietto - Vorrei che fosse cosï¿½ facile anche con gli altriï¿½

ï¿½Chi sarebbero gli altri?ï¿½

ï¿½Gli adulti ï¿½ esordï¿½ Kimberly con aria scocciata ï¿½ Coi miei genitori ad esempio non cï¿½ï¿½ dialogo. Non ci riesco proprio a parlare con loro, anche perchï¿½ loro non considerano mai il mio punto di vista! Decidono della mia vita senza nemmeno chiedere il mio parere, sostengono di agire per il mio bene e che quando sarï¿½ piï¿½ matura capirï¿½ figurati! Non si sforzano minimamente di capirmi. Avere una famiglia a volte ï¿½ proprio insopportabile!ï¿½

ï¿½Non dirlo a me!ï¿½

ï¿½Anche tu hai qualche difficoltï¿½ in casa eh?ï¿½

ï¿½Sï¿½, qualcunaï¿½

ï¿½Vivi qui ad Ashland da molto tempo?ï¿½

ï¿½Bï¿½eccoï¿½ï¿½

ï¿½JAY!ï¿½

La voce perentoria della graziosa brunetta, che lo chiamava dal finestrino abbassato della sua utilitaria, tolse il ragazzo dallï¿½impiccio di dover inventare le solite, plausibili frottole per nascondere il proprio passato.

ï¿½A proposito di famiglia ï¿½ esordï¿½ - Eï¿½ mia sorella. Devo andareï¿½

ï¿½Allora ci si vede in giroï¿½soltanto Jayï¿½

ï¿½Certoï¿½soltanto Kimberlyï¿½ mormorï¿½ lui con un timido sorriso prima di allontanarsi.

La domanda arrivï¿½, come previsto, non appena ebbe chiuso la portiera.

ï¿½Chi era quella ragazza?ï¿½

ï¿½Kimberly ï¿½ rispose laconico - Siamo nella stessa classe di matematicaï¿½

ï¿½Jay, lo sai che devi stare molto attento alle persone che frequentiï¿½ replicï¿½ secca Emily, lo sguardo fisso sulla strada mentre si destreggiava nella guida.

Non lo stava fissando, ma Jay sapeva bene che, se lo avesse fatto, nei suoi espressivi occhi verdi avrebbe trovato solo disapprovazioneï¿½come al solito del resto!

ï¿½Sicuro che lo so ï¿½ replicï¿½ infastidito, lasciando vagare uno sguardo indifferente fuori dal finestrino ï¿½ Rilassati. Abbiamo solo parlato del piï¿½ e del meno. Non le ho raccontato la mia tragica storia e se anche lo avessi fatto, lei non ci avrebbe di certo creduto!ï¿½

ï¿½Indisponente come sempre!ï¿½ pensï¿½ irritata Emily, sforzandosi tuttavia di mantenere pacati i suoi modi ed il suo tono di voce.

ï¿½Lo so che questa situazione ï¿½ opprimente per te ï¿½ esordï¿½ dopo qualche istante di pesante silenzio - Ma come ti ho giï¿½ detto tante volte, non sei lï¿½unico a dover fare dei sacrifici. Pensa aï¿½ï¿½

ï¿½Giï¿½, pensa a Jarod!ï¿½ sbottï¿½ Jay con aspro sarcasmo, oltremodo stanco di sentir tessere le lodi del suo originale.

Emily sospirï¿½ pesantemente, faticando non poco a conservare il proprio autocontrolloï¿½ma perchï¿½ quel ragazzino aveva il potere di farla uscire dai gangheri?!

ï¿½Sï¿½, dovresti proprioï¿½

ï¿½Ma sï¿½! Pensa al tuo povero sfortunato fratello, rimasto per trentï¿½anni nella spietata morsa del Centro ed ora braccato come un animale! ï¿½ continuï¿½ imperterrito il ragazzo, sfogando improvvisamente tutta la sua rabbia repressa - Bï¿½ nï¿½ io nï¿½ te stiamo certo meglio mi pare. E tutto questo sta succedendo a causa sua!ï¿½

ï¿½Non dire sciocchezze! ï¿½ proruppe Emily, a sua volta oramai in collera con lï¿½impudente fratellino. Ma come si permetteva quellï¿½ingrato?! - Jarod sta cercando di tirarci tutti fuori dai guai maï¿½ï¿½

ï¿½E come mai ancora non cï¿½ï¿½ riuscito, visto che ï¿½ un genio?!ï¿½

ï¿½Ora falla finita! ï¿½ lo rimbrottï¿½ severamente lei, zittendolo di colpo, mentre fermava lï¿½auto davanti alla graziosa casetta che avevano preso in affitto col Maggiore - Dovresti essergli riconoscente. Se non fosse stato per lui adesso non saresti che un esperimento, saresti ancora nelle grinfie del Centro a farti torturare dal Dr. Raines! ï¿½ quelle dure parole, dettate dallï¿½ira e dalla frustrazione, le uscirono di bocca prima che potesse rendersene conto e ad Emily non restï¿½ che pentirsene ï¿½ Perdonami Jay. Non volevo dire quello che ho detto, ioï¿½ï¿½ provï¿½ a giustificarsi davvero dispiaciuta. Ma il ragazzo, profondamente ferito, stava giï¿½ scendendo dallï¿½auto, sbattendo con rabbia la portiera.

ï¿½Maledizione, ma perchï¿½ sbaglio sempre tutto con lui?!ï¿½ si chiese accasciandosi amareggiata sul sedile.

Forse perchï¿½ allï¿½universitï¿½ le avevano insegnato come poter aspirare al premio Pulitzer, ma non come si fa da sorella maggiore ad un ragazzo difficileï¿½nï¿½ tanto meno da madre.

Il suo pensiero corse inevitabilmente a lei: ï¿½Dio quanto mi manchi mamma, soprattutto in questi momenti. Tu sapresti di sicuro cosa fare, mentre ioï¿½ï¿½

Si sentiva cosï¿½ sola. Erano anni che non vedeva sua madre, infatti dopo quanto era successo a Boston, Margaret aveva preferito, seppur a malincuore, separarsi da lei, per far sï¿½ che almeno la figlia fosse al sicuro ed Emily aveva creduto di esserlo, finchï¿½ Lyle non lï¿½aveva trovata e lï¿½aveva quasi uccisa, costringendola a rinunciare alla sua promettente carriera al giornale, ad abbandonare la sua dinamica Philadelphia per lavorare sotto falso nome in piccole e monotone redazioni di provincia.

Non poteva contare nemmeno su suo padre, che aveva ritrovato circa un anno prima, ma che quasi sempre era lontano, alla ricerca di Margaret, lasciando lei sola ad occuparsi di Jay. Compito assai arduo che, pressochï¿½ subito aveva capito di non essere in grado di svolgere. Dapprima si era mostrata fin troppo comprensiva con lui, senza riuscire a placare la rabbia che questi sembrava provare verso tutto e tutti. Allora era passata alla linea dura, ma i risultati non erano certo stati migliori, non era mai riuscita ad aprirsi, ad instaurare un dialogo col fratello eï¿½ la situazione oramai le stava sfuggendo di mano. Tutto era troppo complicato e decisamente al di sopra delle sue possibilitï¿½.

Eppure voleva bene a quel ragazzo, dannazione! Avrebbe dato la vita pur di proteggerlo. Ma allora perchï¿½ non riusciva a fargli capire quanto lo amasse, visto che lui ne aveva sicuramente bisogno? Forse la paura, lï¿½inquietudine di doversi sempre guardare le spalle, le impedivano di lasciarsi andare e di mostrare apertamente i propri sentimenti. Probabilmente poco prima si era arrabbiata tanto per le parole di Jay perchï¿½ lei stessa a volte, suo malgrado, aveva pensato che Jarod fosse la causa di tutti i suoi guai. Momenti di debolezza, che non poteva e non voleva concedersi di nuovo.

ï¿½Pazienza Emily. Devi farti forza ed avere pazienzaï¿½ si disse ripensando alla sua ultima conversazione telefonica con Jarod, quella in cui lui le aveva promesso che un giorno non lontano tutto questo sarebbe finito, che tutti loro sarebbero tornati alle loro vite e che sarebbero finalmente stati una famigliaï¿½una tranquilla famiglia felice.

Forse si stava solo illudendo, ma in quel momento come non mai aveva bisogno di credere alle parole di suo fratello, aveva bisogno di aggrapparsi a quella flebile speranza, altrimenti avrebbe rischiato dï¿½impazzire.

Istituto Psichiatrico di Pleasant Wood ï¿½ Tosen, Marylandï¿½ - ore 07:00 a.m.

Le prime ore del mattino erano quelle che preferiva per camminare lungo i sentieri deserti del parco, ormai vestito dei caldi colori autunnali. Pennellate dï¿½ocra, castano e amaranto, che parevano delineate dalla mano di un abile maestro. Lï¿½aria leggera e pungente arrivava fresca sulle sue gote e gli stuzzicava piacevolmente le narici, portando con sï¿½ il profumo tenue del muschio e delle foglie ingiallite, cariche di rugiada, che scintillavano come preziosi gioielli alla luce dei primi, tiepidi raggi del sole. Tranquillitï¿½ e silenzio, interrotti talora da flebili cinguettii, erano lï¿½unico sottofondo alle sue solitarie passeggiate mattutine ed infondevano nel suo animo un profondo senso di pace.

Poco meno di un anno prima, Ethan credeva che non sarebbe mai stato possibile per lui raggiungere una tale quiete. Allora desiderava soltanto porre fine in qualche modo alle sue sofferenze, allï¿½aspro conflitto che si combatteva nella sua testa da quando era venuto al mondo. Le voci sommesse, delle quali ignorava la provenienza e che lo terrorizzavano, contro le parole arcigne di quellï¿½uomo malvagio, lï¿½unico di cui purtroppo si era sempre fidato, che gli imponevano di non ascoltare. Ethan aveva capito che, per quanto si fosse sforzato, non sarebbe mai riuscito a far cessare quelle voci, eppure doveva fermare lï¿½acuto contrasto che dilaniava la sua mente tormentata fino a farlo impazzire, perciï¿½ non aveva trovato che una soluzione: desiderava soltanto morire, pur di non dover piï¿½ sopportare quello strazio.

Ma Jarod e Miss Parker lo avevano impedito, avevano salvato appena in tempo la sua vita e quella di migliaia di innocenti che il Dr. Raines gli aveva ordinato di uccidere, piazzando quella bomba nella metropolitana di Washington. Ancora non riusciva a spiegarsi come Jarod fosse stato capace di farli uscire incolumi da quella tremenda esplosione, perï¿½ gliene era profondamente grato. E gli era riconoscente anche di averlo portato lï¿½, a Pleasant Wood, un posto sicuro dove gli spazzini del Centro non lo avrebbero mai cercato, perchï¿½ giï¿½ erano stati lï¿½ anni prima seguendo le tracce dello stesso Jarod.

Non era stato facile, nï¿½ indolore, ma grazie allï¿½aiuto della dottoressa Goetz, Ethan aveva finalmente imparato a convivere con il suo senso interiore, a non aver paura di quelle voci, ad ascoltarle e a credere in ciï¿½ che gli dicevanoï¿½soprattutto la voce di lei, soave, rassicurante, carica di infinita tenerezza: la voce di sua madre.

Sapeva che a malincuore avrebbe lasciato quellï¿½oasi di pace e tranquillitï¿½, il luogo che aveva segnato la sua rinascita fisica e spirituale, lï¿½unico posto dove si era sentito veramente al sicuro. Ma per lui era quasi giunto il momento di andarsene, di tornare ad affrontare il mondo esterno.

Le voci erano state chiare in proposito: una terribile minaccia incombeva sulle persone che piï¿½ gli erano care, unï¿½entitï¿½ estremamente malvagia si stava muovendo subdola nellï¿½ombra, in attesa del momento piï¿½ propizio per colpire. Ancora non aveva capito chi o cosa fosse, ma poteva percepirne la crudele determinazione. Nonostante lï¿½idea di lasciare quella sorta di guscio in cui aveva trovato pace e serenitï¿½ lo spaventasse piï¿½ di quanto volesse ammettere, non poteva tirarsi indietro. Sua sorella avrebbe presto avuto bisogno di lui.

Aeroporto di Dover, Delawareï¿½ - ore 04:00 a.m.

Faceva ancora buio quando Jarod uscï¿½ esausto dal terminal delle partenze internazionali, per poi dirigersi a passi lunghi e frettolosi verso il parcheggio, guardandosi sempre attorno con circospezione. Probabilmente non ce nï¿½era bisogno, lï¿½ e a quellï¿½ora, ma oramai, dopo anni di clandestinitï¿½, era talmente abituato a muoversi in quel modo che forse non sarebbe piï¿½ stato capace di farne a meno per il resto della sua vita, anche se (magariï¿½) non fosse piï¿½ stato necessario, o si fosse sforzato di evitarlo.

Era stata una lunga notte quella appena trascorsa, una notte che aveva fatto seguito a due giorni altrettanto intensi, fatti di febbrili preparativi, di spiegazioni solo accennate, che avevano reso tuttavia fin troppo chiara la gravitï¿½ del pericolo incombente. Era stata una notte di frettolosi ma per questo non certo meno penosi commiati, di frenetiche corse in auto, di sensi sempre allï¿½erta. Una notte estenuante, ma ne era valsa la pena. Michelle, Nicholas e Debbie erano ufficialmente spariti nel nulla e viaggiavano in incognito sullï¿½aereo che li stava portando in Europa, dove sarebbero stati al sicuro, dove per il Centro sarebbe stato molto piï¿½ difficile trovarli, anche se non impossibile.

Seduto al volante della sua auto, mentre viaggiava alla volta del tranquillo sobborgo di Dover in cui aveva affittato un monolocale, Jarod iniziï¿½ finalmente a rilassarsi. La tensione si allentava poco a poco sui suoi nervi e sui muscoli spossati, cedendo il passo alla stanchezza, cosï¿½, nellï¿½intento di combattere il sonno, che giï¿½ incombeva minaccioso sulle sue palpebre ormai troppo pesanti, Jarod accese la radio. Un romantico motivo si diffuse nellï¿½abitacolo.

Ancora una volta chi ne aveva scritto le liriche, pareva aver misteriosamente intuito quali fossero i suoi tormentosi pensieriï¿½

How can you just walk away from me,

when all I can do is watch you leave

Cos weï¿½ve shared the laughter and the pain

and even shared the tears

Youï¿½re the only one who really knew me at allï¿½

Lï¿½incalzante susseguirsi degli avvenimenti lo aveva aiutato a non pensarci troppo nelle ultime ore, ma a quel punto le dure parole di Miss Parker tornarono a risuonare nella sua mente col loro crudele significato e una dolorosa fitta trafisse ancora il suo povero cuore, giï¿½ colpito a morte.

ï¿½Perchï¿½ Allisonï¿½perchï¿½?!ï¿½ riprese a domandarsi esasperato, ricacciando indietro con rabbia le lacrime che giï¿½ bruciavano nei suoi occhi.

La maledizione che da sempre lo condannava alla solitudine si era di nuovo abbattuta inesorabile sulla sua vita, proprio nel momento in cui aveva ripreso a credere in un lieto fine, a lottare con maggiore tenacia per cambiare la sua sorte avversa. Proprio quando si era persuaso che non sarebbe mai piï¿½ stato solo, la donna che amava aveva distrutto in pochi istanti tutte le sue speranze.

Un doloroso groppo tornï¿½ a serrargli la gola al solo pensiero di quelle spietate affermazioni e una parte di lui, quella piï¿½ irrazionale ed emotiva, quella che si sentiva amareggiata e confusa, che avrebbe dato qualsiasi cosa pur di non dover mai ascoltare simili parole, si struggeva per le sue pene dï¿½amore, tuttaviaï¿½

Tuttavia un campanello aveva preso a suonare flebile nel sua mente geniale: qualcosa non gli tornava.

Innanzitutto Miss Parker non era tipo da giocare coi sentimenti, specialmente con quelli di Jarod, se non altro per la profonda amicizia che li aveva uniti tempo addietro. Era diretta e schietta, sapeva esserlo fino alla brutalitï¿½, quindi non gli avrebbe mai detto di amarlo se non ne fosse stata piï¿½ che sicura e questo lo portava a chiedersi cosa lï¿½avesse mai spinta ad affermare il contrario un paio di giorni prima.

E poi cï¿½erano i suoi occhi. A volte limpidi laghi di montagna che palesavano tacitamente segrete emozioni, oppure trasparenti, impetuose cascate cariche di passione o ancora cupi mari in tempesta, in cui trasparivano rancore e sete di giustizia. Ma quella sciagurata sera di due giorni prima, gli occhi di Miss Parker, sempre cosï¿½ espressivi, lo sfuggivano inafferrabili ed enigmatici, quasi volessero tenere celati i veri sentimenti della donna, come seï¿½

Lo sguardo sempre fisso sulla strada, Jarod aggrottï¿½ di colpo le sopracciglia: unï¿½intuizione aveva messo in moto gli ingranaggi del suo brillante cervello. Sï¿½, piï¿½ ci pensava e piï¿½ si faceva strada nella sua mente lï¿½idea che lei gli stesse nascondendo qualcosa. Ma che poteva mai essere?! Una notizia cosï¿½ sconvolgente da indurre Allison a tenerla per sï¿½..? Uhmï¿½poco probabileï¿½oppure un pericolo cosï¿½ grave cheï¿½e se lei avesse voluto tenerlo allï¿½oscuro per proteggerlo? Ma da cosa?! Ah stava farneticando!

Erano le quattro del mattino e non dormiva da quasi ventiquattrï¿½ore: aveva troppo sonno per poter ragionare lucidamente. Forse, anzi di sicuro si stava solo illudendo. Miss Parker si era davvero resa conto di aver commesso un errore ed in tutta franchezza si era sentita in dovere di dirglielo, tutto lï¿½. Anche se il solo pensiero lo faceva impazzire, doveva riuscire a farsene una ragione: con lei era tutto finito.

Il Centro, Blue Cove ï¿½ï¿½ Ala Rinnovamentoï¿½ ï¿½ ore 07:00 p.m.

Quando le porte dellï¿½ascensore si aprirono, un insopportabile senso di nauseaï¿½ gli attanagliï¿½ lo stomaco e Sydney sapeva che non era dovuto al forte odore di disinfettante misto a formaldeide che impregnava quel luogo asettico.

Si era augurato di non dover mai piï¿½ mettere piede in quel posto, quella sorta di anticamera dellï¿½inferno, ma Cox aveva trasferito proprio lï¿½ il suo laboratorio. Lï¿½Ala Rinnovamento non conservava certo buoni ricordi per lui, dopo che vi era stato segregato, quando aveva temporaneamente perso la vista in seguito allï¿½esplosione della bomba che lui stesso aveva piazzato nel SL-27.

Giï¿½, il famigerato Sottolivello 27: mettendo in atto il suo gesto disperato, aveva creduto che almeno quella spregevole parte del Centro sarebbe morta per sempre col suo ignobile significato e le sue orribili memorie, cose che non avrebbe mai voluto vedere, che gli avevano ricordato gli anni terribili passati con Jacob a Dachau e gli esperimenti disumani del Dr. Krieg.

Quel posto sarebbe dovuto sparire, inghiottito dalla deflagrazione e dalle fiamme, invece Cox voleva riportarlo in vita, riprendere gli esperimenti di Raines sui simulatori, sacrificare altre vittime innocenti, come lo erano stati Jarod, Kyle, Angelo e lui era lï¿½ per impedirglielo a qualunque costo. Non poteva piï¿½ restarne fuori, imporsi di non vedere ciï¿½ che stava accadendo per mettere a tacere la sua coscienza.

In passato non aveva voluto ascoltare nï¿½ Jacob nï¿½ Catherine, non aveva voluto aiutarli e loro invece avevano sacrificato la vita nel tentativo di fermare il Centro. Sapeva che, per quanto avesse cercato di porvi rimedio, non si sarebbe mai perdonato quel terribile errore, avrebbe dovuto convivere per sempre con il rimorso di aver abbandonato il suo stesso fratello e la sua piï¿½ cara amica quando maggiormente avevano avuto bisogno di luiï¿½cosï¿½ come non si sarebbe mai perdonato di non aver fatto di piï¿½ per proteggere Jarod.

Ma finalmente gli si presentava lï¿½occasione per riscattarsi, per porre fine alle malefatte del Centro e Sydney era piï¿½ che mai deciso a coglierla e ad andare fino in fondo. Al momento la sua prioritï¿½ era proteggere il piccolo Baby Parker e ciï¿½ implicava scoprire quali fossero le intenzioni di Cox nei suoi confronti. Purtroppo, fino a quel momento, i suoi sospetti si erano rivelati fondati: dalle analisi del DNA era risultato che Sean non poteva assolutamente essere figlio di Brigitte e Mr. Parker. Non solo il bambino era stato concepito artificialmente, ma il suo patrimonio genetico presentava inspiegabili anomalie, che Sydney, anche se lo aveva taciuto a Miss Parker, sospettava non fossero opera della natura. Non ne aveva la certezza, ma temeva che Cox, come il suo predecessore, stesse giocando a fare Dio, utilizzando ignare vittime innocenti alla stregua di cavie, proprio come i crudeli aguzzini di Dachauï¿½il solo pensiero gli faceva orrore ed attizzava la sua rabbia troppo a lungo repressa. Doveva scoprire la veritï¿½ e la sola persona che potesse rispondere alle sue domande si trovava oltre la porta che si ergeva chiusa di fronte a lui.

Senza indugiare, Sydney bussï¿½ e si fece strada allï¿½interno del laboratorio verso lï¿½unico astante.

ï¿½Sydneyï¿½ lï¿½apostrofï¿½ questi, senza scomporsi troppo per la sua improvvisa intrusione, alzando incuriosito lo sguardo dal tabulato che stava esaminando.

ï¿½Dr. Coxï¿½

ï¿½Cosa la porta nel mio laboratorio?ï¿½

ï¿½Circolano strane voci ï¿½ replicï¿½ Sydney avvicinandosi a lui ï¿½ e mi chiedevo se lei potesse confermarleï¿½

ï¿½Ah sï¿½? E cosa si dice in giro?ï¿½

ï¿½Che il SL-27 sarï¿½ rimesso in funzione per riprendere il programma simulatoreï¿½ asserï¿½ flemmatico lï¿½altro senza tanti preamboli, fissandolo dritto nei suoi occhi scuri, liquidi e sfuggenti.

ï¿½Interessante. Ma perchï¿½ io dovrei esserne a conoscenza?ï¿½ chiese ancora Cox, con finto candore.

ï¿½Perchï¿½ in giro si dice anche che sarï¿½ lei ad occuparseneï¿½

ï¿½Se anche fosse ï¿½ ribattï¿½ lï¿½altro con un viscido sorrisetto ï¿½ Non capisco che cosï¿½ha che fare con lei tutto questoï¿½

ï¿½Forse dimentica che fui io ad avviare il programma simulatore insieme al Dr. Raines piï¿½ di trentï¿½anni fa ï¿½ obiettï¿½ Sydney con pacata fermezza ï¿½ Quindi sono venuto a proporle la mia piena collaborazione per renderlo di nuovo operativoï¿½

ï¿½Ma che offerta generosa ï¿½ commentï¿½ Cox con palese sarcasmo ï¿½ Immagino che lï¿½idea di mandarla quaggiï¿½ a fare la talpa sia stata di Miss Parker, anche se questo non ï¿½ proprio il suo stile ï¿½ aggiunse sedendosi con eccessiva lentezza alla propria scrivania, senza smettere di studiare con aria inquisitoria ogni reazione dello psicologo ï¿½ In effetti Miss Parker, come la sua povera mamma, preferisce affrontare le situazioni a viso apertoï¿½abitudine assai rischiosa da queste parti, non trova anche lei Sydney?ï¿½

ï¿½Lasci Miss Parker fuori da questa storia ï¿½ replicï¿½ lï¿½altro affatto turbato, almeno in apparenza, per la minaccia non troppo velata di quelle ultime parole ï¿½ Lei non sa che sono qui, non potrebbe mai capireï¿½

ï¿½Cosa non capirebbe? Il perchï¿½ una delle poche persone di cui si fida mi stia chiedendo di partecipare ad un progetto che lei stessa ha sempre disapprovato?ï¿½

ï¿½Miss Parker ï¿½ unï¿½idealista ï¿½ spiegï¿½ Sydney seguitando a sostenere impassibile lo sguardo di Cox ï¿½ vede tutto bianco o nero. Non si rende conto che ci sono cose per cui vale la pena di scendere a compromessi. Ma lei ï¿½ uno scienziato, come me e capirï¿½ cheï¿½ï¿½

ï¿½Sono colpito dalla sua dedizione verso il progresso della scienza, Sydney, tuttaviaï¿½ï¿½

ï¿½Maledizione Cox!!! ï¿½ esclamï¿½ a quel punto Sydney con tutta lï¿½enfasi di cui fu capace, nel tentativo di vincere lï¿½evidente scetticismo del suo interlocutore - Ho dedicato tutta la mia vita a questo progetto e non voglio esserne tagliato fuori proprio ora che sta per riprendere!!!ï¿½

Silenzioï¿½sguardi di sfida incrociati che si studiavano sospettosi lï¿½un lï¿½altro.

ï¿½Io non mi fido di lei, Sydney ï¿½ esordï¿½ Cox mellifluo, ma senza mezzi termini, dopo un lungo silenzio - Ciï¿½ nonostante, devo ammettere che la sua decennale esperienza maturata su Jarod potrebbe essermi molto utile con il mio soggettoï¿½ï¿½

ï¿½Di chi si tratta?ï¿½ chiese lo psicologo, forse un poï¿½ troppo interessatamente.

ï¿½ï¿½anche perchï¿½, vista lï¿½etï¿½, potrei incontrare gravi problemi a livello psichicoï¿½

ï¿½Vista lï¿½etï¿½? Non starï¿½ mica parlando di un neonato? ï¿½ si lasciï¿½ sfuggire Sydney allarmato - Non si puï¿½ certoï¿½ï¿½

ï¿½No, stia tranquillo. Non sto parlando del piccolo Baby Parkerï¿½

ï¿½Io nonï¿½ï¿½

ï¿½Non faccia lï¿½ingenuo con me, Sydney ï¿½ lo interruppe Cox con falsa cortesia, la sua voce quasi un sibilo - So benissimo che ha effettuato delle analisi sul DNA del piccolo. Immagino che abbia trovato i risultati quantomeno ï¿½interessantiï¿½

ï¿½Raccapriccianti ï¿½ la parola giusta maledetto bastardo!!!ï¿½ pensï¿½ Sydney tra sï¿½ e sï¿½.

ï¿½Oh, a dir poco ï¿½ si limitï¿½ poi a replicare pacato ï¿½ Suppongo che lï¿½anomalia genetica sia opera suaï¿½

ï¿½Esattamente ï¿½ confermï¿½ soddisfatto Cox -ï¿½ Quella piccola modifica lo porterï¿½ a sviluppare doti simili a quelle di Jarod ma in una forma assai superioreï¿½

ï¿½Quindi Baby Parker ï¿½ stato inserito nel programmaï¿½ osservï¿½ Sydney, dissimulando tutto lï¿½orrore che provava in quel momento.

ï¿½Certo, fin dalla sua nascita ï¿½ affermï¿½ Cox ï¿½ Ma non ï¿½ lui il soggetto di cui parlavo prima. Non lo si puï¿½ certo utilizzareï¿½per il momento ï¿½ Sydney non potï¿½ impedirsi di rabbrividire di collera e disprezzo per le parole di quellï¿½essere inumano - No, io mi riferivo ad un nuovo acquisto del Centro, che sarï¿½ qui tra pocoï¿½

ï¿½Il Centro rapirï¿½ un altro bambino?ï¿½

ï¿½Sï¿½, possiamo dire di sï¿½ ï¿½ asserï¿½ tranquillo Cox, con perverso compiacimento - Spero che la cosa non sia un problema per lei Sydney, visto che dovremoï¿½collaborareï¿½

Il Centro, Blue Cove - Ufficio di Broots - ore 07:00 p.m.

Miss Parker passeggiava nervosamente avanti e indietro di fronte alla scrivania, in attesa che il computer terminasse la scansione dellï¿½ennesimo gruppo di files, alla ricerca di qualcosa legato alla lista.

ï¿½Sei assolutamente certo che questa stanza sia sicura Broots?ï¿½ esordï¿½ ad un tratto.

Sapeva benissimo che la domanda era superflua, che naturalmente il tecnico aveva sistemato tutto, ma doveva in qualche modo scaricare la tensione accumulata nelle sue lunghe notti insonni, durante le quali non faceva che rivedere la profonda amarezza negli occhi di Jarod, mentre il suo incubo ricorrente seguitava a tormentarla con oscuri presagi.

ï¿½Sï¿½ Miss Parker, non preoccuparti ï¿½ rispose infatti Broots - Non ci sono nï¿½ microfoni nï¿½ telecamere qui dentro. Possiamo parlare liberamenteï¿½

Di nuovo silenzio, spezzato soltanto dallï¿½inquieto picchiettio dei tacchi a spillo sul pavimento.

ï¿½Ancora niente?ï¿½ chiese di nuovo lei dopo qualche minuto, indicando il computer.

ï¿½Nonï¿½ah, ecco. La ricerca ï¿½ finita ora. Nessun risultato purtroppoï¿½

ï¿½Maledizione! Deve pur essere da qualche parte!ï¿½ sbottï¿½ esasperataï¿½ la donna.

ï¿½Non credo che rimangano molti altri archivi da controllareï¿½ osservï¿½ scettico il tecnico.

ï¿½Forse stiamo sbagliando tutto - gli fece eco sfiduciata Miss Parker ï¿½ Forse non ï¿½ propriamente una lista ciï¿½ che dobbiamo cercareï¿½

ï¿½Credo che tu abbia ragione ï¿½ confermï¿½ perplesso Broots ï¿½ Vista lï¿½importanza dei dati, ï¿½ probabile che quei nomi siano conservati sotto una qualsiasi formaï¿½numerica ad esempioï¿½

ï¿½Un codice vuoi dire?ï¿½

ï¿½Sï¿½, piï¿½ o meno. In questo modo potrebbero essere archiviati dovunque, persino sotto il nostro naso, ma sarebbero comunque al sicuro, perchï¿½ a noi sembrerebberoï¿½che so? Un elenco di fatture, ad esempioï¿½

ï¿½Allora ricominceremo a spulciare tutti gli archivi e cercheremo meglioï¿½

ï¿½Sarebbe tempo sprecato ï¿½ commentï¿½ dissuasivo lui - Dovremmo avere almeno un indizio per sapere cosa cercare, o meglio la soluzione per decifrare il codiceï¿½tipo ï¿½Il codice Rebeccaï¿½! ï¿½ esclamï¿½ di colpo pimpante - Lo hai letto Miss Parker? Parla di una spia nazista del Cairo che durante la seconda guerra mondiale sottrae segreti militari agli inglesi per poi passarli cifrati a Rommel eï¿½ï¿½

ï¿½BROOTS!!!ï¿½ lï¿½interruppe esacerbata la donna, scoccandogli unï¿½occhiataccia raggelante, ma astenendosi dallï¿½apostrofarlo, come suo solito, con ulteriori epiteti ingiuriosi.

ï¿½Scuï¿½scusa Miss Parkerï¿½ bofonchiï¿½ intimidito il tecnico. Si lasciava sempre prendere la mano al momento meno opportuno accidenti!

ï¿½Accantoniamo la lista per un attimo ï¿½ continuï¿½ lei in tono piï¿½ composto, dopo un lungo sospiro - Come procede la ricerca nella banca dati della Nugenesis? Scoperto qualcosa su Sean?ï¿½

ï¿½Per ora no, ma ci sto lavorando. Ho trovato una serie di strani archivi criptati, relativamente recenti. Se davvero Sean ï¿½ stato concepito in quella clinica, le informazioni che cerchi potrebbero essere lï¿½ dentro, ma mi serve ancora un poï¿½ di tempo per decriptare i datiï¿½

ï¿½Vedi di sbrigarti -ï¿½ ammonï¿½ lei - Se i sospetti di Syd sono fondati, il tempo ï¿½ lï¿½unica cosa di cui non disponiamoï¿½ a proposito, dovï¿½ï¿½ Syd?ï¿½

ï¿½Uhmï¿½credo che sia da Cox, per scoprire se le sue intenzioni su Seanï¿½insommaï¿½ï¿½

ï¿½Capisco. Tu comunque cerca di accelerare i tempiï¿½

Lï¿½uomo stava per assicurarle che lo avrebbe fatto, ma proprio in quel momento il sonoro beep del computer annunciï¿½ lï¿½arrivo di un video-messaggio.

ï¿½Jarod!ï¿½ esclamï¿½ Broots quando il sorriso sornione del simulatore apparve sullo schermo.

ï¿½Ma sei matto a chiamare qui?!ï¿½ proruppe al donna, la voce carica di rimprovero ed apprensione.

ï¿½Non preoccuparti Parker, la linea ï¿½ protetta ï¿½ la tranquillizzï¿½ pacato Jarod - Volevo informarvi che i viaggiatori sono arrivati a destinazione senza intoppi ï¿½ annunciï¿½ poi, riferendosi naturalmente a Michelle, Nicholas e Debbie -ï¿½ Sanno giï¿½ che per la loro sicurezza non devono mettersi in contatto con voi. Tu e Sydney farete altrettanto, intesi Broots?ï¿½

ï¿½Certoï¿½ confermï¿½ lï¿½altro sospirando, mentre unï¿½ombra di rammarico gli incupiva lo sguardo.

ï¿½So che ï¿½ difficile stare lontano da chi amiï¿½nessuno lo sa meglio di me, credimiï¿½ cercï¿½ di consolarlo Jarod.

A quelle parole, il cuore di Miss Parker sembrï¿½ chiudersi in una morsa, mentre senso di colpa e frustrazione le procuravano unï¿½irrefrenabile voglia di piangere, ma nulla di tutto ciï¿½ trasparï¿½ sul suo bel volto.

ï¿½Devi farti forza Broots e avere pazienzaï¿½ riuscï¿½ persino a dire in tono rassicurante.

ï¿½Useremo la mailbox Rifugio per comunicare ï¿½ aggiunse Jarod - Ma solo in caso di emergenzaï¿½

ï¿½Dï¿½accordoï¿½ assentï¿½ Broots.

ï¿½Ci sono novitï¿½ sulla lista?ï¿½ chiese quindi lï¿½altro.

ï¿½Purtroppo noï¿½ replicï¿½ il tecnico, per poi condividere con lui le conclusioni a cui era giunto poco prima insieme aï¿½ Miss Parker.

ï¿½Bï¿½, a questo punto, visti i risultati delle nostre ricerche, lï¿½ipotesi di un archivio cifrato ï¿½ lï¿½unica possibile ï¿½ convenne Jarod ï¿½ Lï¿½idea mi aveva giï¿½ sfiorato, ma speravo di sbagliarmiï¿½accidenti! ï¿½ imprecï¿½ ï¿½ Senza una traccia potremmo tirare ad indovinare per i prossimi ventï¿½anni prima di trovare qualcosa e noi non abbiamo tutto questo tempo!ï¿½

ï¿½Forse tuo padre potrebbe sapere qualcosa, non credi Miss Parker?ï¿½ azzardï¿½ Broots.

ï¿½Mia madre non era sicura che lui fosse al corrente dei veri progetti del Centro ï¿½ replicï¿½ lei ricordando le parole di Catherine registrate sul DSA - Dubito che sappia qualcosa della listaï¿½

ï¿½Ho passato al setaccio il suo PC qualche mese fa e non ricordo di aver visto nulla al riguardoï¿½ confermï¿½ Jarod.

ï¿½Allora che altro possiamo fare?ï¿½ domandï¿½ scoraggiato il tecnico, forse piï¿½ a se stesso che agli altri due.

Un silenzio opprimente, carico dï¿½inquietudine avvolse la stanza.

ï¿½Eï¿½ inutile girarci intorno ï¿½ esordï¿½ infine Jarod ï¿½ Se vogliamo scoprire qualcosa, dobbiamo concentrarci su chi ha ideato il complotto, vale a dire sul Triumviratoï¿½

ï¿½Ma il Triumvirato risiede in Africa, non si sa nemmeno dove di preciso ï¿½ obiettï¿½ Miss Parker ï¿½ Come pensi di arrivare alla loro banca dati, ammesso e non concesso che ne esista una?ï¿½

ï¿½Innanzitutto potremmo concentrarci sullï¿½unico membro del Triumvirato che soggiorna regolarmente al Centroï¿½ replicï¿½ lui.

ï¿½Uhmï¿½a pensarci bene, lï¿½unico archivio che non abbiamo ancora controllato, quindi la nostra ultima speranza ï¿½ ammise la donna - ï¿½ il PC personale di Matumbo, che si trova nel suo ufficio, allï¿½ultimo piano della Torreï¿½

ï¿½Cosa?! Volete entrare nel computer di Matumbo?! ï¿½ sussurrï¿½ sgomento Broots, rabbrividendo da capo a piedi ï¿½ Ma ï¿½ impossibile! A quel PC non si puï¿½ accedere dagli altri terminali del Centro, perchï¿½ non ï¿½ in rete, proprio come quello di Mr. Parker ï¿½ spiegï¿½, sempre piï¿½ spaventato dallï¿½idea che presumeva si fosse malauguratamente fatta strada nella mente dei suoi interlocutori ï¿½ Lï¿½unico modo per arrivarci ï¿½sarebbeï¿½intrufolarsi in quellï¿½ufficio eï¿½ï¿½

ï¿½ï¿½ed ï¿½ esattamente quello che farï¿½ dichiarï¿½ Jarod.

ï¿½Questo ï¿½ fuori discussione!ï¿½ sbottï¿½ categorica Miss Parker, con una foga tale da attirare su di sï¿½ gli sguardi stupiti di entrambi gli uomini.

Maledizione! Stava facendo lï¿½impossibile pur di tenerlo lontano da lï¿½, aveva persino deciso di rinunciare a lui per questo ed ora lui volevaï¿½ah no! Non glielo avrebbe certo permesso!

ï¿½A dire la veritï¿½, i sistemi di sicurezza qui al Centro sono quasi triplicati negli ultimi mesi, proprio a causa della tua visita nellï¿½ufficio di Mr. Parkerï¿½telecamere, microfoni, agenti di guardiaï¿½ï¿½ gli fece osservare Broots.

ï¿½Troverï¿½ il modo di eluderli, non temereï¿½ asserï¿½ sicuro lï¿½altro.

ï¿½Non puoi farlo Jarod. Eï¿½ troppo rischioso ï¿½ ribadï¿½ la donna con immutata veemenza.

ï¿½Allï¿½ehmï¿½Parker, ne abbiamo giï¿½ parlato ï¿½ replicï¿½ per nulla dissuaso il simulatore - Non possiamo evitare di correre rischi se vogliamo portare a termine il progetto di tua madre. E poi lo hai detto tu stessa: il computer di Matumbo ï¿½ la nostra ultima speranzaï¿½

ï¿½Eï¿½ vero, qualcuno deve entrale lï¿½ dentro ï¿½ ammise lei ï¿½ quindi lo farï¿½ ioï¿½ aggiunse in tono perentorio.

ï¿½Cosa?!ï¿½ esclamï¿½ sbigottito Broots, fissandola con gli occhi strabuzzati.

ï¿½Parker ragiona ï¿½ ribattï¿½ Jarod, ancora esterrefatto per le sue parole - Quel computer sarï¿½ di certo superprotetto. Eludere il sistema non ï¿½ roba da dilettanti...insomma, non puoi farlo tu!ï¿½

ï¿½E tu non puoi entrare di nuovo qui dentro! ï¿½ rimarcï¿½ imperiosamente lei. Qualsiasi scusa potesse addurre, non glielï¿½avrebbe data vintaï¿½mai! ï¿½ Broots mi aiuterï¿½. Sono sicura che possiamo farcelaï¿½

ï¿½Coï¿½COSA?!ï¿½ ripetï¿½ questi, a quel punto spaventato a morte. Miss Parker gli aveva spesso imposto compiti rischiosi, ma addirittura lï¿½ufficio di Matumboï¿½oh santo cielo!!!

ï¿½Andiamo! Voi due non avete mai fatto cose del genere!ï¿½ osservï¿½ scettico il simulatore.

ï¿½Questo non ï¿½ del tutto esatto, non ï¿½ vero Broots?ï¿½

Il tecnico fece per ribattere, ma Jarod fu piï¿½ veloce di lui.

ï¿½E come la mettiamo con la sorveglianza? Come farete ad eludere i nuovi sistemi di sicurezza? O credi che non sia rischioso per voi due essere scoperti?!ï¿½

ï¿½Non quanto lo sarebbe per teï¿½

ï¿½Dannazione Parker! ï¿½ proruppe a quel punto esasperato Jarod - Tutto questo ï¿½ al di sopra delle tue possibilitï¿½, vuoi rendertene conto?!ï¿½

ï¿½Non esserne tanto sicuro ï¿½ replicï¿½ secca lei - Non sarebbe la prima volta che mi sottovaluti, ragazzo prodigio!ï¿½

ï¿½Risparmia le tue frecciatine. Non ï¿½ proprio il momento di giocare a fare la dura!ï¿½

ï¿½Se pensi che stia giocando significa che non mi conosci poi cosï¿½ bene, genio!ï¿½

ï¿½Non posso lasciartelo fare. Dal buon esito di questa operazione potrebbe dipendere tutto ciï¿½ per cui abbiamo lottato finora, lo capisci?ï¿½

ï¿½Perfettamente. Solo non capisco cosa ti fa pensare di poterla portare a termine meglio di meï¿½

ï¿½Ora basta Parker! ï¿½ tagliï¿½ corto aggressivo, con piglio deciso, in un tono che non ammetteva repliche - Se vuoi entrare lï¿½ dentro dovrai passare sul mio cadavere!!!ï¿½

ï¿½Non mi tentareï¿½potrei anche prenderti in parola!!!ï¿½ sibilï¿½ minacciosa Miss Parker, piï¿½ che mai determinata a non cedere, lo sguardo gelido rivolto verso il monitor. Lui non doveva nemmeno piï¿½ avvicinarsi al Centro, per nessun motivo!

A quelle parole, Jarod ammutolï¿½, fissando confuso lï¿½espressione oltremodo ostile dipinta sul volto della donna. Ma che le stava succedendo?! Non gli aveva piï¿½ parlato cosï¿½ dopo Parigi, non lo aveva mai guardato in modo tanto torvo, nemmeno quando erano ancora nemici, quando stava sulla difensiva e non si fidava di lui. Ma perchï¿½ si comportava cosï¿½? Non aveva senso. Prima lo aveva allontanato da lei di punto in bianco, ponendo fine alla loro storia ed ora voleva persino impedirgli di entrare al Centroï¿½no, non si era affatto sbagliato, non si stava illudendo. Miss Parker gli nascondeva qualcosa e Jarod era piï¿½ che mai deciso a scoprire cosa, ma purtroppo avrebbe dovuto farlo in unï¿½altra occasione, non poteva certo affrontare lï¿½argomento in presenza di Broots.

ï¿½Hemï¿½ragazziï¿½voi due state ancora dalla stessa parteï¿½vero?ï¿½ chiese intanto questi titubante, spezzando il silenzio carico di tensione.

Nessuno dei due rispose, entrambi impegnati a fronteggiarsi con lo sguardo.

Poi Miss Parker girï¿½ le spalle ai suoi interlocutori e sospirï¿½, gli occhi chiusi, la mano destra che massaggiava nervosamente la sua fronte. Anche se lo aveva fatto a fin di bene, non avrebbe dovuto aggredirlo a quel modo. Aveva decisamente esagerato, senza contare il fatto che la sua reazione eccessiva aveva di sicuro insospettito Jarod. Doveva subito scusarsi con lui e rimediare al guaio che aveva combinato.

ï¿½Perdonami Jarod, non volevoï¿½ioï¿½ï¿½ iniziï¿½ a spiegare, ma lui lï¿½interruppe prima che potesse aggiungere altro.

ï¿½Dï¿½accordo Parker, come vuoi. Sarai tu ad entrare in quellï¿½ufficio ï¿½ si arrese infatti questi, studiando pensieroso la reazione della donna attraverso il video, nel vano intento di capire cosa avesse in menteï¿½ - Ma lo farai a modo mio ï¿½ quindi si rivolse al tecnico - Avrï¿½ bisogno anche di te Broots, perciï¿½ preparatevi tutti e due. Domani notte si entra in azioneï¿½.

Casa di Sydney, Blue Cove - ore 10:00 p.m.

Lï¿½inaspettato trillo del telefono lo colse di sorpresa e lo fece sobbalzare, mentre sedeva alla scrivania del suo studio, immerso nellï¿½attenta analisi dei pochi dati che Cox gli aveva fornito sul nuovo Programma Simulatore.

ï¿½Sï¿½, sono Sydneyï¿½ rispose laconico.

ï¿½Secondo te perchï¿½ non riusciamo a fare a meno di amare?ï¿½ chiese come sempre senza preamboli la voce di Jarod.

Lï¿½espressione dello psicologo si fece di colpo interessata, mentre abbandonava le sue carte e, togliendosi gli occhiali, si appoggiava lentamente allo schienale della sua poltrona.

ï¿½Perchï¿½ lï¿½amore ï¿½ in assoluto il piï¿½ intenso dei sentimenti umani ï¿½ rispose quindi pacato - Piï¿½ forte della nostra stessa volontï¿½, dei pregiudizi, delle tragedie che ci colpisconoï¿½e checchï¿½ se ne dica, persino piï¿½ forte dellï¿½odioï¿½

ï¿½Allora ï¿½ per questo che non possiamo imporci di non amare, anche quando non siamo corrisposti? Perchï¿½ lï¿½amore ï¿½ piï¿½ forte della nostra volontï¿½?ï¿½

ï¿½Purtroppo ï¿½ cosï¿½. Non si puï¿½ semplicemente premere un interruttore eï¿½ï¿½

ï¿½Alcune persone sembrano riuscirci perï¿½ commentï¿½ ironico Jarod con una punta di tristezza nella voce.

ï¿½Ti riferisci a qualcuno in particolare?ï¿½ domandï¿½ con falsa noncuranza il dottore.

ï¿½Puï¿½ darsiï¿½ fu la sfuggente replica.

ï¿½Comunque hai detto bene ï¿½ continuï¿½ Sydney, cercando di tenere a freno la propria curiositï¿½ - sembrano riuscirciï¿½

ï¿½Che vuoi dire?ï¿½

ï¿½Che non sempre le cose sono come appaiono, soprattutto riguardo ai sentimenti ï¿½ chiarï¿½ lo psicologo, assumendo un tono quasi accademico ï¿½ Oramai dovresti averlo capito, dopo cinque anni trascorsi a studiare il genere umanoï¿½

ï¿½Sï¿½ dovrei ï¿½ ammise Jarod, le labbra increspate in un sorriso appena accennato ï¿½ Il fatto ï¿½ che il mio ruolo ï¿½ sempre stato quello di spettatore eï¿½insomma ï¿½ molto piï¿½ facile capire le cose in cui non si ï¿½ coinvoltiï¿½

ï¿½Dunque stavolta sei tu ad essere coinvolto? ï¿½ nessuna risposta ï¿½ Ad ogni modo lï¿½amore non si puï¿½ spegnere cosï¿½ come si smorza una candela, te lï¿½assicuro. Possono subentrare problemi e difficoltï¿½ piï¿½ o meno gravi in una relazione, ma se lï¿½amore ï¿½ sincero sopravvive a tuttoï¿½

ï¿½Quindi secondo te il vero amore puï¿½ superare qualunque ostacoloï¿½

ï¿½Ne sono convinto ï¿½ ribadï¿½ Sydney - Ma come mai tutte queste domande? Cï¿½ï¿½ forse qualcosa che dovrei sapere?ï¿½

ï¿½Per il momento ï¿½ meglio di noï¿½ rispose evasivo Jarod.

ï¿½Toglimi una curiositï¿½ ï¿½ non potï¿½ fare a meno di insistere a quel punto lï¿½altro ï¿½ Che cosa ï¿½ successo tra te e Miss Parker a Parigi?ï¿½

ï¿½Credo sia meglio che tu lo chieda a leiï¿½

ï¿½Senti Jarod, non pensi che sia giunto il momento di chiarirvi e capire finalmente cosa provate lï¿½uno per lï¿½altra?ï¿½

ï¿½Ma io so benissimo che cosa provo per lei, Sydney. Eï¿½ Miss Parker a non avere ben chiaro quel che sente per meï¿½ spiegï¿½ mestamente il simulatore, prima di interrompere la comunicazione.

Lo psicologo sospirï¿½ meditabondo. ï¿½Lo sospettavoï¿½ si disse poi, rimettendosi al lavoro.

Cimitero di Blue Cove - ore 08:30 a.m.

I tiepidi raggi del sole autunnale filtravano debolmente attraverso lï¿½esile coltre di nuvole e la leggera bruma, avviluppata attorno agli alberi e ai sepolcri insieme al silenzio. Le gocce di rugiada brillavano appena di una luce diafana sulla soffice erbetta e sulle aiuole ben curate. Il cimitero era deserto, fatta eccezione per due figure, avvolte nei loro pesanti cappotti, ferme e taciturne di fronte alla tomba di Catherine Parker.

ï¿½Allora ï¿½ vero ï¿½ sussurrï¿½ ancora sconvolta Miss Parker, distogliendo finalmente lo sguardo dalla lapide, per rivolgerlo verso lï¿½uomo accanto a lei ï¿½ Quel miserabile necroforo ha usato mio fratello per i suoi subdoli giochetti geneticiï¿½ma stavolta non la passerï¿½ liscia perchï¿½ io..!ï¿½

ï¿½Calmati Miss Parkerï¿½ Sydney interruppe pacato il collerico sfogo.

ï¿½Calmarmi?! Syd, io ho fatto nascere quel bambino e quantï¿½ï¿½ vero Dio non lascerï¿½ che..!ï¿½

ï¿½Sean ancora non corre rischi per il momento. Non possiamo permetterci di eliminare Coxï¿½non ancoraï¿½

ï¿½Non possiamo?!ï¿½

ï¿½Ti ricordo che il Centro sta per rapire un altro bambino e noi dobbiamo assolutamente impedirlo. Purtroppo Cox ï¿½ lï¿½unico che possa darci le informazioni necessarie, anche se non sarï¿½ facile ottenerle. Ha accettato la mia offerta di collaborare, ma non si fida di me, questo ï¿½ certoï¿½

La donna serrï¿½ i pugni, cercando di controllare lï¿½ira ed il ribrezzo che crescevano a dismisura dentro di lei.

ï¿½Ne parlerï¿½ a mio padre ï¿½ dichiarï¿½ ad un tratto turbata, una flebile nota di speranza nella voce ï¿½ Forse lui non sa esattamenteï¿½lui non permetterebbe mai cheï¿½ï¿½

ï¿½Io non lo fareiï¿½

Quelle semplici, franche parole ebbero lï¿½effetto di una poderosa scrollata sul suo castello di illusioni oramai pericolante.

ï¿½Syd, tu credi che lui sia..?ï¿½ mormorï¿½ senza concludere la domanda, forse perchï¿½ non ne aveva il coraggio, o magari perchï¿½ giï¿½ conosceva la risposta.

ï¿½Non lo so, Miss Parker ï¿½ confessï¿½ lo psicologo con aria grave. Odiava farla soffrire, ma lei doveva pur aprire gli occhi, rendersi finalmente conto che la lealtï¿½ incondizionata che nutriva per suo padre era mal riposta. Non poteva permettere che la storia si ripetesse - So soltanto che Catherine ha voluto affidare a te il suo segreto, non a lui. Questo dovrebbe dirti qualcosaï¿½

Lei lo squadrï¿½ confusa per un lungo istante, poi sospirï¿½ amareggiata. Sua madre aveva inscenato la propria morte ed era arrivata a chiedere aiuto a Raines. Cï¿½era unï¿½unica spiegazione per tutto questo.

ï¿½La mamma non si fidava di luiï¿½ dovette ammettere.

Sydney annuï¿½ con rammarico: ï¿½Promettimi che nemmeno tu lo faraiï¿½ le chiese con aria grave.

Miss Parker assentï¿½ a sua volta. Lui aveva ragione, come poteva dargli torto? Suo padre le aveva mentito cosï¿½ tante volte da perderne il conto, nascondendosi sempre dietro la scusa di aver agito solo per proteggerla. Ma in veritï¿½ non aveva mai alzato un dito per impedire al Triumvirato di usare il Centro perï¿½ i propri abbietti scopi. Non aveva fatto una sola mossa per salvare sua madre e non avrebbe fatto nulla per difendere lei. Il motivo, la finalitï¿½ di questo suo comportamento ambiguo non le erano del tutto chiari, ma sospettava che non fossero affatto nobili. Questa era la realtï¿½ e, sebbene a malincuore, doveva accettarla.

ï¿½Dobbiamo scoprire lï¿½identitï¿½ del bambino prima che il Centro riesca a mettergli le mani addosso ï¿½ esordï¿½ di nuovo risoluta - Cosa sappiamo di lui?ï¿½

ï¿½Molto poco, purtroppo. Ho scoperto soltanto che verrï¿½ utilizzato per un progetto collegato al programma simulatore ideato da Raines eï¿½che non si tratta di un bambino, ma di unï¿½adolescenteï¿½

ï¿½Cosa?!ï¿½

ï¿½Da quanto ho potuto capire, Raines aveva seguito passo a passo lo sviluppo del bambino in seno alla sua famiglia con lï¿½intento diï¿½ prelevarlo quando lo avesse ritenuto opportunoï¿½

ï¿½Ma ï¿½ mostruoso!ï¿½

ï¿½Lo so. E il fatto di dover stare a qui guardare mi fa impazzire!ï¿½

ï¿½Noi non staremo a guardare ï¿½ dichiarï¿½ categorica Miss Parker ï¿½ Sono certa che scopriremo chi ï¿½ quel bambino, passando al setaccio gli archivi dellï¿½unico posto in cui puï¿½ essere stato concepitoï¿½

ï¿½La Nugenesisï¿½sï¿½, ï¿½ molto probabileï¿½ convenne Sydney.

ï¿½Dirï¿½ subito a Broots di mettersi al lavoro. Tu intanto continua a tener dï¿½occhio Cox e informaci subito se ci sono novitï¿½.

Il Centro, Blue Cove - Ufficio di Mr. Parker - ore 10:00 a.m.

Miss Parker posï¿½ le mani sulle possenti maniglie dï¿½acciaio e fece per aprire la porta a vetri dellï¿½ufficio di suo padre, ma improvvisamente esitï¿½, chiedendosi ancora una volta se ciï¿½ che stava per fare fosse davvero necessario. Aveva promesso a Sydney che non si sarebbe piï¿½ fidata di quellï¿½uomo, lo stesso che forse aveva tradito sua madre, che sicuramente aveva sempre ingannato lei, che non aveva mai ricambiato il suo affetto e la sua devozione. Lo aveva promesso e non aveva intenzione di venir meno ai suoi propositi, ma quellï¿½uomo era pur sempre suo padre e lei non poteva non concedergli il beneficio del dubbio.

Si rendeva conto che era unï¿½imprudenza, che cosï¿½ facendo rischiava di scoprire le sue vere intenzioni, mettendo in pericolo la sua incolumitï¿½, ma doveva assolutamente capire perchï¿½ suo padre si fosse fatto coinvolgere nellï¿½ignobile progetto di Cox. Voleva la veritï¿½, anche se sapeva che avrebbe dovuto cercarla attentamente tra le righe delle sue risposte ambigue.

La donna trasse un profondo respiro e con la solita espressione altera dipinta sul bel volto entrï¿½ infine nellï¿½ufficio del direttore del Centro.

ï¿½Angelo!ï¿½ lï¿½apostrofï¿½ questi col suo solito tono mellifluo, salutandola con un freddo bacio sulla fronte.

ï¿½Buongiorno papï¿½

ï¿½Che posso fare per te tesoro?ï¿½ tagliï¿½ corto lï¿½uomo, evidentemente ansioso di liberarsi quanto prima di lei.

ï¿½Potresti dirmi che cosï¿½hai in mente, per esempioï¿½ replicï¿½ lei senza mezzi termini, studiando la reazione di suo padre.

ï¿½Non capisco cosa intendiï¿½ replicï¿½ questi visibilmente a disagio, sfuggendo lo sguardo inquisitorio della figlia. Aveva forse saputo di lui?!

ï¿½Sono molto preoccupata per Sean papï¿½. Eï¿½ soltanto un bambino e non dovrebbe passare le sue giornate rinchiuso nellï¿½Ala Rinnovamento. Quel posto mette i brividiï¿½

ï¿½Bï¿½eccoï¿½ - Mr. Parker assunse di colpo unï¿½espressione piï¿½ rilassata, quasi fosse appena scampato ad una grave insidia ï¿½ Sï¿½, forse quello non ï¿½ propriamente il luogo adatto per far crescere un bambino, ma non dimenticare che il piccolo Parker ha avuto gravi problemi di salute. Ha rischiato piï¿½ volte la crisi respiratoria eï¿½ï¿½

ï¿½Ma oramai ï¿½ guarito ï¿½ obiettï¿½ Miss Parker ï¿½ Raines stesso lo aveva giï¿½ dichiarato fuori pericoloï¿½

ï¿½Lo so, lo so. Ma vedi Angelo, Baby Parker non ï¿½ un bambino normaleï¿½

ï¿½Ah no? Non ï¿½ forse figlio tuo e di Brigitte?ï¿½ domandï¿½ a bruciapelo.

ï¿½Maï¿½ma certo tesoroï¿½cosa..?ï¿½ balbettï¿½ Mr. Parker di nuovo in agitazione. Forse il pericolo non era affatto scampato, dopotutto.

ï¿½Papï¿½, conosco i risultati delle analisi sul suo DNA ï¿½ Miss Parker fissava severa il volto dellï¿½uomo, ridotto ormai ad una maschera di ghiaccio priva di emozioni. Lui sapeva di essere stato colto in fallo e non aveva nessuna scusa ï¿½ So che Sean ï¿½ stato concepito in vitro e che biologicamente non ï¿½ figlio tuo, nï¿½ di Brigitte. Quello che voglio sapere ï¿½papï¿½, per favore, dimmi che non lï¿½hai fatto solo per ottenere una cavia da laboratorioï¿½

ï¿½Ma che cosa dici tesoro?! ï¿½ replicï¿½ a quel punto lui sdegnato - Io e Brigitte lo abbiamo salvato!ï¿½

ï¿½Salvato da chi?ï¿½

ï¿½Quel piccolo embrione congelato era destinato ad essere soppressoï¿½

ï¿½Cosa?ï¿½

ï¿½Eï¿½ la veritï¿½ ï¿½ proseguï¿½ Mr. Parker atteggiando il proprio volto ad unï¿½espressione addolorata e compassionevole che davvero non gli si addiceva ï¿½ Io e Brigitte desideravamo tanto un figlio, ma non siamo mai riusciti a concepirlo, cosï¿½ ci rivolgemmo alla Nugenesisï¿½

ï¿½Questo giï¿½ lo sapevoï¿½ commentï¿½ scettica la donna.

ï¿½Lï¿½ apprendemmo che i genitori biologici di Sean erano morti in un incidente stradale proprio mentre si recavano alla clinica per sottoporre la madre allï¿½innesto e che in assenza di altri famigliari che potessero reclamare lï¿½embrione questo sarebbe stato eliminato, così…»

ï¿½ï¿½cosï¿½, mossi da umana compassione, decideste di adottarlo, in senso molto allargato, anche se la cosa era a dir poco illegale ï¿½ proruppe Miss Parker scrutando suo padre con evidente ostilitï¿½ ï¿½ E naturalmente non ti passï¿½ nemmeno per lï¿½anticamera del cervello di informare tua figlia dellï¿½accadutoï¿½

ï¿½So che avrei dovuto essere io a dirtelo ï¿½ ammise lui con aria colpevole, per poi aggiungere in tono palesemente adulatorio ï¿½ Anche perchï¿½ era inevitabile che lo scoprissi da sola prima o poi, vista la tuaï¿½ï¿½

ï¿½Non cercare di addolcirmi con le lusinghe!ï¿½ lo interruppe lei stizzita.

ï¿½Tesoro io nonï¿½ï¿½

ï¿½Piuttosto, cï¿½ï¿½ per caso qualcosï¿½altro che dovrei sapere?ï¿½ domandï¿½ decisa, guardandolo dritta in quei suoi occhi sfuggenti.

ï¿½Altro? Perchï¿½ questo non ti sembra forse abbastanza?ï¿½ replicï¿½ lï¿½uomo con ostentata disinvoltura.

ï¿½Oh a me sembrerebbe anche troppo, ma non saprei dire se tu e il caro Dr. Cox sareste dï¿½accordoï¿½ ribadï¿½ Miss Parker continuando a sostenere risoluta lo sguardo di suo padre.

ï¿½Che cï¿½entra Cox adesso?ï¿½ chiese questi con aria innocente.

ï¿½Perchï¿½ non me lo dici tu? Dimmi per quale motivo hai approvato ciï¿½ che sta facendo Cox nellï¿½Ala Rinnovamento e come hai potuto coinvolgere mio fratello in tutto questo?! Come puoi permettere che un altro ragazzino innocente venga strappato alla sua famiglia?! Perchï¿½ lo stai facendo, perchï¿½ non mi dici tutta la veritï¿½ una buona volta?!ï¿½ stava per gridargli esasperata, ma qualcosa la fermï¿½. Forse il suo senso interiore o forse la mano benevola di sua madre, che si posava lieve sulla sua spalla per dirle di non correre inutilmente altri rischi. Non ne era certa.

Sapeva soltanto che, nonostante il forte senso di frustrazione, a dispetto della rabbia e della delusione che provava in quel momento a causa di suo padre, si limitï¿½ ad esibire un sorrisetto enigmatico, a distogliere lo sguardo con aria nauseata e a girare sui tacchi senza aggiungere altro.

Sapeva soltantoï¿½anzi, a quel punto ne aveva lï¿½assoluta certezza, che non poteva fidarsi di quellï¿½uomo.

Blue Cove ï¿½ In un furgone anonimo a pochi passi dal Centro ï¿½ ore 00:30 a.m.

ï¿½Tutto a posto lï¿½ dentro Broots?ï¿½

ï¿½Sï¿½ qui ï¿½ tutto normale - rispose il tecnico dal suo ufficio, attraverso il monitor ï¿½ Potete procedereï¿½

Jarod si volse allora verso Miss Parker, che aveva appena completato la sua preparazione: pantaloni spessi e morbidi, maglioncino dolcevita caldo e leggero, scarpe da palestra comode e silenziose, il tutto rigorosamente neroï¿½ah e una fondina, con lï¿½immancabile Smith & Wesson.

ï¿½Allora? Che te ne pare?ï¿½ gli chiese compiaciuta, facendo un giro su sï¿½ stessa.

ï¿½Niente male per una principiante..! ï¿½ commentï¿½ beffardo lui, ricevendo in cambio una torva occhiataccia ï¿½ Ma dovrai indossare anche i guanti per non lasciare impronte e questo passamontagna ï¿½ le disse porgendole gli indumenti - in modo che se qualcosa andasse storto e le telecamere dovessero entrare in funzione al momento sbagliato nessuno ti riconoscerï¿½ï¿½per lo meno non con assoluta certezzaï¿½

Mentre lei indossava guanti e berretto, Jarod le sistemï¿½ lï¿½auricolare ed il sensore di movimento, quindi le mise sulle spalle lo zainetto contenete lï¿½attrezzatura di cui avrebbe avuto bisogno e le consegnï¿½ la piccola torcia.

ï¿½Parker - cï¿½erano una quantitï¿½ di cose che avrebbe voluto dirle, chiederleï¿½non voglio che tu vadaï¿½cosï¿½ï¿½ che mi stai nascondendo..? mi manchi da morireï¿½tuttavia non era certo quello il momento adatto, perciï¿½ si limitï¿½ a guardarla dritto negli occhi con aria inquieta e a raccomandarle - Sta attentaï¿½

Miss Parker lo fissï¿½ a sua volta. Per una frazione di secondo fu tentata di buttargli le braccia al collo, confessargli che aveva mentito, che niente era cambiato nel suo cuore, cha aveva tanta paura e che aveva tremendamente bisogno di luiï¿½ma dovette resistere.

ï¿½Tranquillo ï¿½ replicï¿½ infatti con ostentata sicurezza - Non farï¿½ niente che tu non farestiï¿½

ï¿½Eï¿½ questo che mi preoccupaï¿½ mormorï¿½ impensierito lui guardandola allontanarsi, finchï¿½ lï¿½oscuritï¿½ della notte, fredda e senza stelle, non lï¿½ebbe inghiottita.

Jarod si sedette di nuovo alla consolle che aveva allestito nel furgone ed accese il secondo monitor, cosï¿½, accanto al volto teso di Broots, comparve la mappa dellï¿½impianto di aerazione fornitagli proprio dal tecnico, sulla quale avrebbe seguito e guidato le mosse di Miss Parker, grazie al sensore.

Dopo qualche minuto, unï¿½osservazione dal tono disgustato, glï¿½indicï¿½ che la donna era giunta alla sua personale via segreta dï¿½accesso al Centro: lo scarico della fognatura.

ï¿½Dio che schifo!ï¿½

ï¿½Non lagnarti tanto Parker! Sei stata tu ad insistere per farlo, no?ï¿½ commentï¿½ la voce ironica di Jarod nellï¿½auricolare.

ï¿½Sï¿½sï¿½ -ï¿½ borbottï¿½ lei avanzando nella melma che le arrivava alle caviglie, in quella sorta di tunnel alto poco piï¿½ di un uomo, impregnato di umiditï¿½ e di vapori nauseabondi ï¿½ Francamente non riesco a spiegarmi come in tutti questi anni nessuno sia mai riuscito a capire come entri ed esci dal Centro. Una volta passato di qui ti si riconosce dallï¿½odore!ï¿½

ï¿½Che vuoi che ti dica, Parker? Forse i segugi del Centro non hanno abbastanzaï¿½fiuto!ï¿½

ï¿½Molto divertente!ï¿½

ï¿½Ci sei quasi. Oramai dovresti vedere la botolaï¿½

Miss Parker alzï¿½ il fascio di luce della torcia verso il soffitto del tunnel e vide la chiusura stagna del portello di cui Jarod le aveva parlato.

ï¿½Sï¿½, eccolaï¿½

Tenendo la torcia tra i denti, la donna fece girare il volantino, dapprima a fatica, poi piï¿½ agevolmente finchï¿½ non riuscï¿½ ad aprire il tombino spingendo il portello verso lï¿½alto. Quindi, con un leggero balzo, si appese per le mani al bordo e si issï¿½ agilmente attraverso lï¿½apertura, ritrovandosi sul pavimento di unï¿½angusta stanzetta buia, odorante di muffa e dï¿½immondizia.

ï¿½Sono nel vano di servizioï¿½ disse mentre si guardava attorno spostando lentamente la luce della torcia.

Era incredibile che il Centro ignorasse lï¿½esistenza di quel vecchio stanzino, utilizzato per la manutenzione durante i primi anni di vita dellï¿½edificio e poi andato in disuso, che collegava ancora lï¿½impianto fognario con quello di ventilazione. Come al solito, Jarod era sempre un passo avanti a loro.

ï¿½Hai visto la presa dellï¿½impianto di aerazione?ï¿½

ï¿½Sï¿½ confermï¿½ lei, notandola accanto alla porta arrugginita, che probabilmente un tempo dava accesso al SL-1.

ï¿½Okay. Ora togli la grata ed entra nel condotto, poi procedi verso sinistraï¿½

Miss Parker obbedï¿½ ed iniziï¿½ ad avviarsi carponi in quel dedalo di cunicoli bui, impolverati ed infestati da enormi ragnatele, nella direzione che di volta in volta Jarod le indicavaï¿½destra, sinistra, ora saliï¿½fino a raggiungere finalmente la meta, cioï¿½ ad intravedere oltre la grata lï¿½ufficio di Matumbo, deserto ed immerso nellï¿½oscuritï¿½.

ï¿½Sono in posizione ï¿½ avvisï¿½ ï¿½ Broots?ï¿½

ï¿½Eccomi ï¿½ rispose pronto questi ï¿½ Meno treï¿½dueï¿½unoï¿½okay Miss Parker, il filmato ï¿½ partito. Hai dieci minutiï¿½

ï¿½Bene - assentï¿½ lei, quindi tolse la grata e lï¿½appoggiï¿½ con cautela alla parete del condotto, calï¿½ a terra la fune che le sarebbe poi servita per andarsene, dopodichï¿½ si sistemï¿½ il passamontagna sul viso e raggiunse con un salto il pavimento, senza fare il minimo rumore ï¿½ Sono entrataï¿½ sussurrï¿½ poi a Jarod.

La luce dei fari, disposti lungo il perimetro esterno dellï¿½edificio filtrava attraverso la grande vetrata, che costituiva la parete destra della stanza, da cui si dominavano il parco ed il lago, ma non era abbastanza intensa da permetterle di fare a meno della torcia.

ï¿½Per prima cosa metti fuori uso lï¿½audioï¿½ le ricordï¿½ Jarod.

Miss Parker estrasse la bomboletta spray dallo zainetto e ne spruzzï¿½ il contenuto sul piccolo microfono installato alla base della telecamera: lï¿½acido avrebbe prodotto lo stesso effetto di un corto circuito.

ï¿½Fattoï¿½

ï¿½Ora accendi il PC e collega il decodificatore allï¿½uscita per il modemï¿½sai qual ï¿½, vero?ï¿½ la punzecchiï¿½ Jarod.

ï¿½Spiritoso!ï¿½ replicï¿½ ironica la donna mentre inseriva il jack del piccolo dispositivo, per poi metterlo in funzione.

Dopo una manciata di secondi, il led rosso iniziï¿½ a lampeggiare e uno ad uno, lentamente, gli asterischi che componevano la password comparvero sul monitor: ï¿½powerï¿½ indicava il display dello strumento.

ï¿½Ma che fantasia!ï¿½ commentï¿½ sarcastica Miss Parker tra sï¿½ e sï¿½, prima di confermare: ï¿½Accesso consentitoï¿½

ï¿½Bene. Ora stacca il decodificatore e collega il modem che hai con te al PC e al tuo cellulare, poi configuraloï¿½lo sai come si fa?ï¿½

ï¿½Fingerï¿½ di non aver sentito! ï¿½ replicï¿½ stizzita lei - Okay, fattoï¿½ aggiunse poco dopo.

ï¿½Adesso inserisci il floppy nel drive ï¿½Aï¿½ e lancia il programma, che farï¿½ una copia di tutti i files del PC e li trasferirï¿½ automaticamente via modem al portatile di Brootsï¿½

ï¿½Okay, lï¿½operazione ï¿½ cominciata ï¿½ confermï¿½ la donnaï¿½ passato qualche istante - Ricevi qualcosa Broots?ï¿½

ï¿½Sï¿½, i dati stanno arrivando regolarmente ï¿½ assicurï¿½ il tecnico - Miss Parker, hai ancora cinque minuti prima che la telecamera rientri in funzione e prima che la guardia arrivi per il giro diï¿½oh no!ï¿½ esclamï¿½ di colpo contrariato.

ï¿½Che cï¿½ï¿½?ï¿½ chiesero allï¿½unisono gli altri due.

ï¿½Il sorvegliante ï¿½ giï¿½ allï¿½ultimo piano, ma non dovrebbe ancora esserciï¿½insomma ï¿½ in anticipo e questo significa che abbiamo solo quattro minuti maledizione!ï¿½ farfugliï¿½ Broots tutto dï¿½un fiato.

ï¿½Non ti agitare ï¿½ lo ammonï¿½ la donna ï¿½ Ci vorranno ancora tre minuti scarsi per completare il trasferimento. Sarï¿½ fuori di qui prima che arrivi il nostro amicoï¿½

Nellï¿½attesa che lï¿½invio dei dati fosse completato, Miss Parker si dette unï¿½occhiata intorno: lï¿½ufficio di Matumbo era arredato in modo decisamente minimalistaï¿½per non dire impersonale. Niente schedari per conservare documenti, nï¿½ mobili o suppellettili che rivelassero un gusto soggettivo. Soltanto la grande scrivania in mogano, i cui cassetti erano vuoti,ï¿½ con la poltrona in pelle nera sulla quale si era seduta e un divano dallï¿½aria assai scomoda sul lato opposto della stanza. Bï¿½, dopotutto Matumbo passava in quel posto solo pochi mesi allï¿½anno, non cï¿½era da stupirsi che lï¿½unica nota di colore in quella stanza fossero le grandi fotografie raffiguranti paesaggi africani appese alle paretiï¿½anzi no, cï¿½era persino un quadro. Incuriosita, la donna lo illuminï¿½ meglio con la torcia e un profondo stupore si dipinse allï¿½istante sul suo volto: ï¿½ Non ï¿½ possibileï¿½ï¿½

Si trattava di un dipinto astratto e rappresentava tre figure umane, incolori, le cui forme stilizzate erano delineate da un gioco di luci ed ombre. I tre soggetti si stagliavano contro uno sfondo piatto e monocromatico rosso vermiglio ed incombevano minacciosi su quello che probabilmente era un paesaggioï¿½o meglio ciï¿½ che ne rimaneva, vale a dire un cumulo di rovine. La figura centrale, la piï¿½ alta delle tre, reggeva tra le mani un bizzarro oggetto, grossomodo a forma di rombo, anche se assai irregolare. Sembrava quasi un pesce stilizzatoï¿½anzi no, piuttosto uno strano utensileï¿½e il nome dellï¿½autore? Miss Parker spostï¿½ il fascio di luce in basso a destra e come in unï¿½inquietante dï¿½jï¿½-vu, lesse quel nome scritto sulla telaï¿½Doom.

ï¿½Ma come puï¿½ essere..?!ï¿½

Il leggero beep proveniente dal computer attirï¿½ lï¿½attenzione della donna e la riportï¿½ repentina alla realtï¿½.

Non aveva tempo per i suoi misteri paranormali in quel momento. Aveva una missione da compiere.

ï¿½Operazione terminata ï¿½ annunciï¿½ ï¿½ Ora scollego il modem e spengo tuttoï¿½

ï¿½Hai quarantacinque secondiï¿½ lï¿½avvertï¿½ Broots palesemente in ansia.

ï¿½Sbrigatiï¿½ lï¿½incalzï¿½ anche Jarod.

In pochi istanti Miss Parker ripose lï¿½attrezzatura nello zainetto e fece per andarsene, ma alzandosi notï¿½ lï¿½angolo di un foglio che spuntava sotto la cassettiera della scrivania.

ï¿½E questo cosï¿½ï¿½? - si chiese raccogliendo quello che sembrava un memorandum destinato al cestino ï¿½ Oh mio Dio!ï¿½ si disse iniziando a leggere .

ï¿½Miss Parker, hai trentacinque secondi!ï¿½

ï¿½Un momentoï¿½ mormorï¿½ lei mentre cercava di memorizzare quanto piï¿½ possibile di ciï¿½ che aveva scoperto.

ï¿½Ma che stai facendo?!ï¿½ chiese impaziente Jarod.

ï¿½Ho trovato qualcosa cheï¿½ï¿½ provï¿½ a spiegare senza staccare gli occhi sbarrati dal foglio.

ï¿½Venti secondiï¿½la guardia ï¿½ giï¿½ nel corridoio!ï¿½ insistette Broots sempre piï¿½ agitato.

ï¿½Dannazione Parker esci subito di lï¿½!!!ï¿½ sbottï¿½ allarmato Jarod nellï¿½auricolare.

Miss Parker rimise il foglio dove lo aveva trovato, afferrï¿½ lo zainetto e raggiunse svelta il condotto di aerazione.

ï¿½Dieci secondiï¿½se continuo cosï¿½ mi verrï¿½ un infarto!ï¿½

Facendo attenzione a non lasciare segni sulla parete, la donna si arrampicï¿½ agilmente fino alla presa e sï¿½infilï¿½ nellï¿½apertura, poi raccolse rapidamente la fune.

ï¿½Santo cieloï¿½cinque secondiï¿½ï¿½ continuï¿½ Broots stropicciandosi nervosamente le mani.

ï¿½Parker?!ï¿½ esclamï¿½ preoccupato Jarod, alzandosi di scatto intenzionato a raggiungerla.

ï¿½Tranquilli, sono giï¿½ nel condottoï¿½ sussurrï¿½ la donna, accingendosi a richiudere la presa dï¿½ariaï¿½purtroppo non aveva notato quella bava cosï¿½ appuntita quando aveva tolto la grata per entrare.

Lï¿½aculeo trapassï¿½ la sottile protezione del guanto e si conficcï¿½ nel palmo della sua mano destra proprio nel medesimo istante in cui la guardia aprï¿½ la porta dellï¿½ufficio. Miss Parker soffocï¿½ un grido, ma non riuscï¿½ a controllare il sommesso gemito di dolore che uscï¿½ dalla sua gola, nï¿½ ad impedire che la sua mano ferita allentasse la stretta sulla grata quel tanto necessario a farla inesorabilmente scivolare verso il basso.

Tutto si svolse in una frazione di secondo.

La guardia stava alzando il fascio di luce della propria torcia verso la presa dï¿½aria. Cercando invano di riafferrarla, la donna giï¿½ immaginava la scena che di lï¿½ a poco si sarebbe svolta: il sorvegliante si sarebbe reso conto che la grata mancava, dopodichï¿½ si sarebbe accorto di lei e avrebbe dato lï¿½allarme e magari le avrebbe puntato contro una pistola e lei sarebbe stata costretta ad usare la suaï¿½e questo sarebbe stato un gran bel guaio maledizione!!!

Ma quando credeva che fosse ormai troppo tardi per evitare lï¿½inevitabile, qualcosa le sfiorï¿½ improvvisamente le spalle, una mano aveva giï¿½ afferrato il lato destro della grata prima ancora che lei tentasse di riacciuffarla e lï¿½aiutï¿½ a rimetterla a posto giusto in tempo, perchï¿½ la luce della torcia raggiunse la presa dï¿½aria giusto un istante dopo.

Stupita e spaventata, Miss Parker trattenne nuovamente un grido mentre si voltava di scatto. Ma poi riconobbe i capelli biondi sempre arruffati e i grandi occhi azzurri, imperscrutabili sul volto irregolare, dallï¿½aria perennemente assente. Entrambi trattennero il respiro per pochi ma interminabili secondi,ï¿½ finchï¿½ la guardia riabbassï¿½ la torcia e borbottando un: ï¿½Ancora quei dannati topi!ï¿½ uscï¿½ dallï¿½ufficio per continuare il proprio giro.

ï¿½Che fortuna che ti trovassi a passare di qua!ï¿½ esclamï¿½ sottovoce la donna, tirando un sospiro di sollievo.

Era incredibile come quello strano individuo riuscisse sempre ad essere nel posto giusto al momento giusto.

Lui si limitï¿½ ad alzare le spalle, sorridendole con quel suo buffo ghigno, quindi si allontanï¿½, muovendosi svelto e silenzioso fino a sparire, inghiottito dal labirinto di cunicoli da cui era venuto e che conosceva come le sue tasche.

ï¿½Miss Parkerï¿½sei ancora lï¿½?ï¿½ chiese la voce titubante di Broots nellï¿½auricolare.

ï¿½Eï¿½ tutto a posto?ï¿½ gli fece subito eco Jarod.

ï¿½Sï¿½, non preoccupatevi. Va tutto bene, grazie al nostroï¿½Angelo custode!ï¿½

Rifugio di Jarod ï¿½ Dover, Delaware ï¿½ ore 01:00 p.m.

Scorrendo con lo sguardo lï¿½ennesima videata sul monitor del suo portatile, Jarod si sentiva gli occhi bruciare. Da ore stava fissando costantemente il video, scacciando il sonno a colpi di caffï¿½ e caramelle PEZ, ma purtroppo la sua ricerca ancora non aveva dato alcun esito. Era sfinito, dopo unï¿½altra notte insonne, eppure non poteva arrendersi, doveva assolutamente scoprire chi fosse quella personaï¿½

Senza lasciare lo sgabello sul quale sedeva ormai da troppo tempo, cercï¿½ un poï¿½ di sollievo massaggiandosi il collo e le tempie, mentre ripensava alla sua ultima conversazione con Miss Parker.

ï¿½La vita di un uomo ï¿½ in grave pericolo!ï¿½ gli aveva rivelato concitata la notte precedente, una volta raggiunto il furgone, prima che lui potesse rimproverarla per la sua bravata.

ï¿½Cosa?ï¿½

ï¿½Si tratta di un certo agente Frank Dawsonï¿½

ï¿½Chi diavolo ï¿½ Frank Dawson?ï¿½

ï¿½Non ne ho idea. Un poliziotto forse.ï¿½ So soltanto che il Centro lo vuole morto e che lï¿½omicidio avverrï¿½ nelle prossime ventiquattro oreï¿½

Quellï¿½incosciente aveva rischiato di farsi scoprire per leggere le informazioni su di un memo trovato per caso, che Lyle aveva indirizzato a Matumbo in persona. Perï¿½ ne era valsa la pena. Gli restava poco tempo, ma forse poteva ancora fare qualcosa.

Tuttavia, per poter intervenire, doveva scoprire chi fosse la vittima predestinata. Cosï¿½, lasciato a Broots il compito di esaminare i files sottratti a Matumbo, aveva passato il resto della notte e lï¿½intera mattinata a forzare protezioni e a spulciare archivi su archivi, incluse le banche dati della Polizia, dellï¿½FBI e della DEA, in cerca di un eventuale ï¿½agente Frank Dawsonï¿½. Niente da fare.

Da qualche minuto stava esaminando i files dellï¿½NSAï¿½

ï¿½Eccoti finalmente!ï¿½ esclamï¿½ soddisfatto scorrendo velocemente la scheda che aveva appena trovato.

Non cï¿½era un minuto da perdere: doveva partire subito per Washington.

Ashland High School ï¿½ Ashland, Wisconsin ï¿½ ore 12:30 a.m.

Il trillo della campanella segnï¿½ finalmente la fine della lezione, giusto un attimo prima che la noia lo uccidesse!

Jay si affrettï¿½ ad infilare i libri nello zaino e a sgattaiolare fuori dallï¿½aula dellï¿½arcigna professoressa Potter.

La sua innata curiositï¿½ di conoscere in tutte le sue forme quel mondo che gli era sempre stato negato e la sua incredibile capacitï¿½ di apprendimento lo portavano ad apprezzare praticamente tutte le materie del suo programma di studi, ma la storia anticaï¿½che strazio!

A dire la veritï¿½, forse non era solo la sua avversione per il passato remoto a rendergli cosï¿½ insopportabile lï¿½ultima lezione della mattinataï¿½Jay accennï¿½ un sorriso mentre si affrettava verso lï¿½uscita: sï¿½, forse il vero motivo era un altro, magari la speranza che Kimberly lo stesse aspettando al solito posto, per non parlare del fatto che lui moriva dalla voglia di vederla!

Il loro non era un vero e proprio appuntamento, ma da quando si erano incontrati la prima volta, vale a dire da un paio di settimane, si trovavano casualmente a passare entrambi per il parco alla fine delle lezioni del mattino e Jay non voleva certo venir meno a quel loro tacito accordo.

Frequentava Kimberly da pochissimo tempo, eppure aveva lï¿½impressione di conoscerla da sempre. Anche se non gli era possibile raccontarle tutta la veritï¿½ su se stesso, con lei poteva parlare come con nessun altro. Sapeva che era assurdo, eppure quella ragazza sembrava riuscire a capire perfettamente ciï¿½ che sentiva, i suoi problemi con la famiglia, il suo trovarsi sempre come un pesce fuor dï¿½acqua accanto ai suoi coetanei. Pareva comprendere il suo disagio e condivideva la sua stessa sete di sapere piï¿½ di quanto le venisse insegnato sugli argomenti piï¿½ disparati, dallï¿½astronomia alla fisica quantistica. Kimberly era diversa, cosï¿½ incredibilmente simile a luiï¿½era talmente intelligente, sensibile eï¿½in ritardo!

ï¿½Strano. Non ï¿½ ancora arrivata ï¿½ si disse infatti Jay non vedendola seduta sulla solita panchina, prima di cominciare guardarsi intorno perplesso. Poi il suo volto si illuminï¿½, non appena vide spuntare i suoi lunghi capelli biondi tra la miriade di studenti che affollavano il parco ï¿½ Ah, eccola!ï¿½ esultï¿½, facendole un cenno con la mano.

Ma il sorriso gli morï¿½ di colpo sulle labbra quando si accorse di quei due uomini alle spalle della ragazzaï¿½giacca e cravatta, occhiali scuri, aria infida. Riconobbe allï¿½instante quello afroamericano e il sangue parve congelarglisi nelle vene: era Willie, lï¿½uomo di fiducia del Dr. Raines ed era sicuramente lï¿½ per lui.

Lo sguardo agghiacciato, le mani sudate, il cuore che gli batteva nel petto come un tamburo impazzito, un lungo brivido che gli percorreva la schiena, facendolo tremare da capo a piedi, al solo pensiero di essere di nuovo rinchiuso in quella prigione crudele e spaventosa che era il Centro: Jay era pietrificato dalla paura.

Ma cosa aspettava ancora lï¿½ impalato?! Doveva scappare, nascondersi, dovevaï¿½un momentoï¿½che stavano facendo quei due?!

Gli spazzini sembravano non aver notato la sua presenza, infatti si erano avvicinati a Kimberly e le avevano afferrato un braccio. La ragazza, sorpresa e spaventata, tentï¿½ dapprima di divincolarsi, poi iniziï¿½ di colpo a barcollare, guardandosi intorno con lo sguardo inebetito. Lï¿½avevano senzï¿½altro drogata, inducendola cosï¿½ a seguirli mansueta, per salire sulla berlina scura parcheggiata lï¿½ a pochi metri, che poi si allontanï¿½ senza fretta e senza dare nellï¿½occhio.

Jay assistette impotente e disorientato alla scena: che cosa poteva mai volere il Centro da Kimberly?

ï¿½Non ha importanza il perchï¿½ lï¿½abbiano presa - si disse ad un tratto, scuotendosi deciso da quella sorta di stato catatonico in cui era piombato - Non permetterï¿½ che le facciano del maleï¿½.

Sapeva fin troppo bene dove lï¿½avrebbero portata. Doveva agire in fretta e liberarla dalle grinfie di quegli aguzzini prima che per lei fosse troppo tardi. A qualunque costo.

Casa affittata dal Maggiore Charles ï¿½ Ashland, Wisconsin ï¿½ ore 01:30 p.m.

Ripetendo un rituale ormai quotidiano, Emily chiuse la porta, posï¿½ le chiavi sul tavolino accanto allï¿½ingresso e si tolse il pesante cappotto.

ï¿½Jay sono a casaï¿½ disse ad alta voce, avviandosi a lunghi passi verso la cucina per preparare il pranzo.

Come sempre aveva i minuti contati, quindi si diresse decisa verso il frigorifero e poi si mise ai fornelli, intenta a scaldare il solito cibo precotto, mentre giï¿½ pianificava mentalmente ciï¿½ che avrebbe fatto al lavoro nel pomeriggio.

Solo in seguito si rese conto che la tavola non era apparecchiata, la TV non era accesa, il giubbotto e lo zaino non erano appoggiati sulla solita sedia, insomma che suo fratello non era ancora rincasato, quindi notï¿½ il biglietto con su scritto il suo nome accanto al cesto della frutta e di colpo turbata, lo aprï¿½.

Diceva soltanto: ï¿½Devo andarmene per un poï¿½. Non stare in pensiero e non cercarmi. Jayï¿½.

Per una frazione di secondo sentï¿½ di essere ferocemente arrabbiata con quel ragazzino sconsiderato e troppo impulsivo, che sicuramente stava per fare qualcosa di estremamente stupido. Poi la paura prese il sopravvento: e se lo avessero catturato loro..? No, in quel caso non avrebbe certo lasciato un bigliettoï¿½forse lo avevano indotto ad andarsene con lï¿½inganno, attirato in una trappolaï¿½oddio non voleva nemmeno pensarci!

E poi no, Jay era imprudente ma non era affatto uno sciocco. Ma dove diavolo poteva essere andato allora?

E perchï¿½?!

Unï¿½idea terribile si fece di colpo strada nella sua mente: e se fosse partito a causa sua? Lei non era stata capace capirlo, di stargli vicino, non aveva saputo dimostrargli quanto gli volesse bene e lui aveva deciso di cercare altrove ciï¿½ che lei non era in grado di dargli.

Avvilita e amareggiata, Emily si accasciï¿½ sulla seggiola, incapace di staccare gli occhi da quelle poche parole scritte di frettaï¿½sï¿½, era tutta colpa sua. Non solo era stata incapace di essere una vera sorella per Jay, ma aveva tradito la fiducia di Jarod e di suo padre, che contavano su di lei affinchï¿½ si occupasse di lui.

Ma non erano soltanto delusione e senso di colpa a darle il tormento. Emily era soprattutto angosciata, terrorizzata per ciï¿½ che sarebbe potuto accadere a suo fratello. Jay era sempre cosï¿½ avventatoï¿½e se si fosse fidato delle persone sbagliate..? O avesse attirato su di sï¿½ï¿½ lï¿½attenzione del Centro..? Oh no! Doveva cercarloï¿½trovarloï¿½ma come?!

A pensarci bene, cï¿½era una sola cosa che potesse fare.

Aeroporto di Dover, Delaware ï¿½ ore 03:00 p.m.

Jarod mise in tasca il telefonino e si avviï¿½ verso il cancello dï¿½imbarco del volo in partenza per Washington. Aveva appena informato Miss Parker del buon esito delle sue ricerche ma lei gli aveva rivelato che la squadra di Lyle era partita non molto tempo prima, probabilmente col compito di eliminare Frank Dawson. Poteva solo incrociare le dita e sperare di arrivare in tempo.

Lo squillo del cellulare interruppe bruscamente il filo dei suoi pensieri.

ï¿½Sï¿½

ï¿½Jarodï¿½ï¿½ successa una cosa terribileï¿½ï¿½

Quella voce tremante gli disse che la donna era quasi sul punto di scoppiare a piangere.

ï¿½Emily..?ï¿½

ï¿½Eï¿½ stata tutta colpa miaï¿½ï¿½ sussurrï¿½ incapace di trattenere oltre i singhiozzi.

ï¿½Emily, ora calmati e dimmi cosa ï¿½ successoï¿½ le disse pacato, cercando di nascondere il brutto presentimento che giï¿½ stava facendosi strada nella sua mente.

Seguï¿½ un penoso silenzio, poi un lungo sospiro.

ï¿½Jay se nï¿½ï¿½ andatoï¿½

Il Centro, Blue Cove ï¿½ ore 03:05 p.m.

Senza prendersi la briga di bussare, Miss Parker era appena entrata risoluta nellï¿½ufficio di Broots, facendo sobbalzare il tecnico sulla sedia, quando il suo cellulare suonï¿½ di nuovo.

ï¿½Parkerï¿½ rispose scocciata, richiudendosi la porta alle spalle.

ï¿½Sono ancora ioï¿½

ï¿½Che ti prende?ï¿½ chiese impensierita dal tono cupo della voce di Jarod.

ï¿½Devi farmi un favoreï¿½

ï¿½Certo maï¿½ï¿½

ï¿½Mio fratello se nï¿½ï¿½ andato di casaï¿½

ï¿½Gemï¿½volevo dire Jay?!ï¿½

ï¿½Sï¿½, Emily ï¿½ sconvoltaï¿½non so cosa stia passando per la testa di quel ragazzo! Non ci voleva proprio in questo momento dannazione!ï¿½

ï¿½Bï¿½, ï¿½ un adolescente. E non ha certo avuto una vita facile finora ï¿½ cercï¿½ di tranquillizzarlo, intuendo quanto fosse in ansia per il fratello - Forse sta solo cercando un modo per sbollire la sua rabbiaï¿½

ï¿½Giï¿½ - Jarod sospirï¿½. La sua angoscia era quasi tangibile ï¿½ Ad ogni modo, il mio volo sta per partire e come sai non posso perderloï¿½

ï¿½Cosa vuoi che faccia?ï¿½

ï¿½Niente, per il momento. Ho avvisato mio padre, penserï¿½ lui a cercare Jay. Ma ho paura che possa commettere qualche sciocchezza e farsi notare dalle persone sbagliateï¿½mi capisci?ï¿½

ï¿½Sï¿½, non preoccuparti. Terrï¿½ gli occhi aperti e Broots farï¿½ altrettantoï¿½

ï¿½Grazie Allisonï¿½ioï¿½ - avrebbe voluto dirle altro ma in quel momento aveva troppe cose per la testa - Ora devo proprio andareï¿½

Miss Parker ripose impassibile il telefonino nella tasca del suo elegante tailleur, nascondendo come sempre alla perfezione i suoi veri sentimenti.

ï¿½Riguardo a cosa dovrei tenere gli occhi aperti?ï¿½ chiese il tecnico.

La donna lo mise brevemente al corrente della situazione, poi gli domandï¿½: ï¿½A che punto sei con quei files?ï¿½

ï¿½Ehmï¿½non li ho ancora esaminati tutti, ma finora non ho trovato niente circa la listaï¿½ disse lui titubante, ben sapendo che il suo capo non avrebbe gradito la notizia.

ï¿½Maledizione!ï¿½ imprecï¿½ infatti lei prendendo a passeggiare nervosamente avanti e indietro, le braccia incrociate al petto.

ï¿½Perï¿½ azzardï¿½ incerto Broots dopo un breve istante.

ï¿½Perï¿½?ï¿½

La donna lo fissï¿½ incuriosita, alzando un sopracciglio.

ï¿½Eccoï¿½qui ci sono tutte le schede personali di coloro che lavorano o hanno lavorato per il Centro eï¿½ï¿½

ï¿½E allora?! ï¿½ sbottï¿½ acida Miss Parker, cercando di resistere alla tentazione di inveire sul poveretto - Andiamo Broots non metterti a parlare per enigmi! Cosï¿½hai scoperto?!ï¿½

ï¿½Forse ï¿½ meglio che guardi tu stessaï¿½

Miss Parker girï¿½ seccata intorno al tavolo per portarsi alle spalle del tecnico, quindi rivolse lo sguardo al video con aria di sufficienza, salvo poi sgranare di colpo gli occhi sbalordita. Quasi le prese un colpo quando vide quella foto, archiviata accanto ai dati che la riguardavanoï¿½

Sede centrale dellï¿½NSA ï¿½ Washington D.C. ï¿½ ore 08:30 p.m.

Jarod scese con aria disinvolta dallï¿½auto e, mentre attraversava il parcheggio sotterraneo diretto allï¿½ascensore, appuntï¿½ sulla giacca del suo impeccabile completo scuro il finto tesserino, che lo identificava come lï¿½agente Jarod Nash dellï¿½NSA.

Reggendo in mano un fascicolo contenente i documenti fittizi attestanti il suo preteso trasferimento dallï¿½unitï¿½ operativa di Los Angeles a quella di Washington, Jarod premette il pulsante e attese lï¿½arrivo della cabina.

Chiuse gli occhi per un attimo ed espirï¿½ profondamente, quasi volesse imporre a se stesso di liberarsi del suo vero io e delle sue inquietudini per fare spazio ad una nuova identitï¿½. Non doveva piï¿½ pensare ai suoi problemi con Miss Parker o alla sua apprensione per Jay, da quel momento in poi non poteva piï¿½ permettersi di indugiare sulle sue preoccupazioni personali. Doveva concentrarsi soltanto sulla sua simulazione, se non voleva rischiare di fallire o di farsi scoprire.

Tornï¿½ con la mente alle informazioni che aveva trovato negli archivi dellï¿½NSA: lï¿½agente Frank Dawson aveva uno stato di servizio impeccabile, si era costruito una brillante carriera, costellata di successi nella lotta alla corruzione e al crimine organizzato ed era ormai alle soglie della pensione. Nessun collegamento apparente coi Parker o con le societï¿½ fantasma gestite dallï¿½organizzazione di Blue Cove, nei casi che aveva seguito e risolto: perchï¿½ mai il Centro doveva volerlo morto? Per quale motivo lo considerava una minaccia?

Ripensï¿½ ancora al memo di Lyle scritto alle nove di sera di due giorni prima: ï¿½Lï¿½agente Frank Dawson continua ad essere un problema, che a mio parere potrebbe trasformarsi in pericolosa minaccia per il Centro. Suggerisco di eliminarlo prima che lo diventi, vale a dire entro le prossime quarantotto oreï¿½ diceva il rapporto rinvenuto da Miss Parker e quelle quarantotto ore sarebbero scadute tra poco meno di trenta minuti.

Un flebile dlin interruppe bruscamente il filo dei suoi pensieri, indicando che lï¿½ascensore aveva finalmente raggiunto il seminterrato. Le porte scorrevoli si aprirono e Jarod riconobbe allï¿½istante lï¿½uomo distinto sulla sessantina che reggeva una ventiquattrore scura nella mano destra e che incrociï¿½ per un attimo lo sguardo con il suo: Frank Dawson in persona.

Stava giusto valutando quale fosse lï¿½approccio migliore per stabilire subito un contatto con lui, evitando perï¿½ di insospettirlo o metterlo sulla difensiva, quando ad un tratto vide il led di un mirino ad infrarossi posarsi sulla fronte dellï¿½uomo.

Senza esitare il simulatore si avventï¿½ su di lui buttandolo a terra un istante prima che prima che tre colpi sparati col silenziatore, sibilassero minacciosamente sulla sua testa, andando poi a conficcarsi nella parete di fondo dellï¿½ascensore.

Scambiatisi unï¿½occhiata dï¿½intesa, entrambi gli uomini estrassero la pistola, uscirono carponi dalla cabina, dove erano facili bersagli e si ripararono dietro lï¿½auto piï¿½ vicina, per poi scrutare guardinghi verso lï¿½angolo piï¿½ buio del parcheggio, da cui i colpi sembravano essere partiti.

Una manciata di secondi dopo infatti, proprio da lï¿½ unï¿½auto partï¿½ allï¿½improvviso, sgommando rumorosamente e qualcuno dallï¿½interno dellï¿½abitacolo sparï¿½ loro addosso di nuovo diversi colpi, crivellando la carrozza ed i finestrini della Mercedes grigia che i due continuavano ad usare a moï¿½ di scudo, nella speranza che qualche pallottola vagante non colpisse il serbatoio facendoli saltare in aria con lï¿½intero veicolo.

Mentre si buttava a terra, rispondendo al fuoco, Jarod riconobbe qualcuno tra gli occupanti della berlina scura. Anche se lo aveva intravisto per un attimo soltanto, non poteva certo aver confuso con unï¿½altra persona quellï¿½albino dal ghigno crudele e dallo sguardo spietato: il Centro aveva mandato Mr. White ad occuparsi della faccenda e questo poteva significare solo guai.

Scampato il pericolo, entrambi gli uomini si alzarono, scrollandosi di dosso i frammenti di vetro, e si rivolsero finalmente la parola, mentre numerosi agenti della sicurezza stavano accorrendo sul posto per verificare lï¿½accaduto, facendosi domande a raffica lï¿½un lï¿½altro: ï¿½Che ï¿½ successo?ï¿½ ï¿½Quanti erano?ï¿½ ï¿½A chi hanno sparato?ï¿½ ï¿½Come sono entrati?ï¿½.

ï¿½Non so ancora chi lei sia, ma grazie tanteï¿½ esordï¿½ Frank recuperando la sua valigetta, per poi condurre Jarod lontano da quella confusione. La sua voce era cordiale, ma il suo sguardo tradiva una certa inquietudine.

ï¿½Jarod Nash ï¿½ si presentï¿½ allora lï¿½altro, porgendogli la mano - Sono appena stato trasferito da Los Angelesï¿½

ï¿½Frank Dawson ï¿½ rispose questi facendo altrettanto ï¿½ Spero che lï¿½accoglienza non lï¿½abbia spaventataï¿½

ï¿½Non piï¿½ del dovutoï¿½anche perchï¿½ quella gente sembrava avercela a morte con lei, non con meï¿½ commentï¿½ in tono allusivo il simulatore, senza ottenere tuttavia apparenti risultati.

ï¿½Probabilmente qualcuno che ho sbattuto dentro deve essersene avuto a male, ma non credo che ci riproverï¿½ ï¿½ cercï¿½ di sdrammatizzare Frank con un sorriso tirato ï¿½ Dimentichiamo questa faccenda per il momento, tanto ci stanno giï¿½ pensando i ragazzi! ï¿½ aggiunse indicando la squadra della scientifica appena giunta sul posto - Venga, le mostro il suo ufficioï¿½ esordï¿½ poi tranquillo, facendogli cenno di seguirlo in ascensore.

Jarod gli andï¿½ dietro, fissandolo con aria scettica. Quellï¿½uomo sapeva chi aveva tentato di ucciderlo, eppure, a rischio la sua incolumitï¿½, stava tenendo per sï¿½ la notizia e infrangendo la Leggeï¿½ma perchï¿½? Bï¿½, in quel momento ancora non lo capiva, ma di una cosa era certo: Frank Dawson nascondeva un segreto, qualcosa per cui valeva la pena di mettere a repentaglio non solo la carriera, ma la sua stessa vita e lui doveva scoprire in fretta di cosa si trattasse. Forse Mr. White non lo aveva riconosciuto nel corso di quella concitata sparatoria, ma forse sï¿½ e in quel caso si sarebbe presto ritrovato una squadra di spazzini alle calcagna.

Il Centro, Blue Cove - Ufficio di Broots ï¿½ ore 09:30 p.m.

Miss Parker continuava a fissare allibita il volto della donna sul monitor: gli occhi celesti, i lunghi capelli rossi raccolti in un classico chignon, il volto aggraziato ed un sorriso che esprimeva tutta la sua dolcezza.

ï¿½La madre di Jarod lavorava per il Centroï¿½ mormorï¿½ ancora incredula, quasi volesse convincersi che quella fosse proprio la veritï¿½.

ï¿½Piï¿½ precisamente per tua madre, Miss Parker ï¿½ aggiunse Broots, anchï¿½egli sorpreso ï¿½ Era la sua assistente personaleï¿½

ï¿½Qui dice che rimase a Blue Cove per quattro anni ï¿½ seguitï¿½ la donna scorrendo velocemente i dati sul video ï¿½ Poi se ne andï¿½ di punto in bianco senza dare motivazioni e sparï¿½ nel nulla insieme al maritoï¿½ma perchï¿½?ï¿½

ï¿½Per sfuggire a qualcunoï¿½o qualcosa?ï¿½ ipotizzï¿½ il tecnico.

ï¿½Per sfuggire al Centro?ï¿½

ï¿½Giï¿½. Il Centro infatti la cercï¿½ e a lungo anche, con ben due squadre ï¿½ continuï¿½ Brootsï¿½ - Una lo fece ufficialmente per conto di Catherine Parker, lï¿½altra agï¿½ nellï¿½ombra per ordine di Raines, con lï¿½approvazione del Triumviratoï¿½

ï¿½Purtroppo perï¿½ lï¿½ansimante sacco di ossa la trovï¿½ per primo, cinque anni dopo la sua fugaï¿½

ï¿½Lo stesso periodo in cui Jarod venne portato al Centroï¿½

ï¿½E poco dopo la stessa sorte toccï¿½ a Kyle - aggiunse Miss Parker con aria meditabonda, per poi esordire scettica ï¿½ Possibile che Margaret non abbia collegato le cose?ï¿½

ï¿½Che vuoi dire?ï¿½

ï¿½Stento a credere che lei non ci abbia mai pensatoï¿½ replicï¿½ lï¿½altra, con aria assorta, ignorando la domanda.

ï¿½Pensato cosa?!ï¿½

ï¿½Che dietro al rapimento dei suoi figli ci fosse il Centro ï¿½ chiarï¿½ finalmente Miss Parker ï¿½ Forse mi sbaglio, ma secondo me Margaret ha sempre saputo dove si trovavano Jarod e Kyle, fin dallï¿½inizioï¿½

ï¿½Ma ï¿½ assurdo! ï¿½ la contraddisse subito Broots ï¿½ Se cosï¿½ fosse perchï¿½ non lo disse alla polizia quando ne denunciï¿½ il rapimento?ï¿½

ï¿½Evidentemente perchï¿½ non poteva ï¿½ asserï¿½ la donna sempre piï¿½ convinta ï¿½ Per lo stesso motivo per cui dovette mentire a suo marito e nascondergli il proprio legame col Centroï¿½

ï¿½Credi che il maggiore Charles non ne sapesse nulla?ï¿½

ï¿½Se avesse saputo che Margaret lavorava per il Centro, se allï¿½epoca avesse saputo cosa fosse il Centro, avrebbe fatto due piï¿½ due, esattamente come meï¿½

Il tecnico la osservï¿½ a lungo sconcertato, prima che unï¿½idea gli attraversasse allï¿½improvviso la mente.

ï¿½Se fosse davvero come dici ï¿½ esordï¿½ infatti - Perchï¿½ Margaret avrebbe assunto un investigatore privato, quello specializzato nel ritrovare bambini scomparsi, quel Sonny Hebert?ï¿½

ï¿½Perchï¿½ qualsiasi madre preoccupata e in ansia per la sorte dei propri figli lo avrebbe fatto ï¿½ spiegï¿½ Miss Parker ï¿½ Quello fu solo un diversivo, una parte ben recitata per non insospettire il Maggioreï¿½e forse anche il Centroï¿½

ï¿½Ah tutta questa storia non ha senso!ï¿½ commentï¿½ Broots scuotendo il capo.

ï¿½Oh sï¿½ che ce lï¿½ha ï¿½ affermï¿½ decisa Miss Parker fissando lï¿½uomo dritto negli occhi ï¿½ Margaret aveva scoperto qualcosaï¿½qualcosa che non potï¿½ confidare nemmeno a mia madre e che la spinse a fuggire, a nascondersi per proteggere le persone che amavaï¿½qualcosa che finï¿½ col mettere in pericolo la sua intera famigliaï¿½

In un misterioso luogo lugubre e buio

Mentre avanzava cauto verso il punto stabilito, illuminando il suo cammino con la torcia elettrica, Lyle aveva ancora nelle orecchie la collerica sfuriata di Mr. Parker, che inveiva contro di lui reggendo in mano il rapporto ricevuto da Mr. White: decisamente non aveva preso bene il fatto di essere stato scavalcato, che il suo stesso figlio avesse tramato contro di lui, gestendo la questione Frank Dawson direttamente con Matumbo senza nemmeno interpellarlo. Fortunatamente era riuscito ad inventarsi una scusa per rabbonirlo (ï¿½Ma come, non hai ricevuto il mio memo?! Quella tonta della mia segretaria ne ha combinata unï¿½altra delle sue!), almeno per il momento.

Non poteva fare a meno di pensare che se suo padre avesse anche solo sospettato ciï¿½ che realmente stava facendo alle sue spalle, per lui sarebbe stata la fine, ma poco male. Il gioco valeva senzï¿½altro la candela. Era stanco di aspettare nellï¿½ormai vana speranza che il suo illustre quanto incurante genitore riconoscesse finalmente il suo valore, che gli riservasse il ruolo di comando a cui da tempo ambiva. Ma no invece. Per Mr. Parker Lyle non era che un sicario, prezioso solo per la sua totale mancanza di scrupoli, perchï¿½ poteva affidargli i compiti piï¿½ spregevoli, il lavoro sporco e poteva star certo che lui non si sarebbe mai tirato indietro. Lui non aveva cuore, non aveva anima, mentre la sua adorata sorellinaï¿½bï¿½ era tuttï¿½altra cosa. Per suo padre lei era diversa, era il suo angelo, qualcosa di puro e prezioso da preservare e tenere allï¿½oscuro delle proprie ignobili macchinazioni per il controllo del Centro. Era la figlia di Catherine e sua legittima eredeï¿½dio quanto la detestava! La vita era stata cosï¿½ ingiusta: a lei aveva dato tutto ciï¿½ che a Lyle era stato negato, una famiglia ricca, una vita agiata, uno status privilegiato al Centroï¿½una madre che le aveva insegnato ad amare e che lï¿½aveva amata.

ï¿½Non che mï¿½importi di certe sciocchezze!ï¿½ si disse rinnegando bruscamente quellï¿½insolito cedimento emozionale, addirittura sorpreso di aver concepito un simile pensiero. Eppure non riusciva a togliersi dalla mente lï¿½idea che se fosse toccato a Miss Parker essere rapita alla nascita, creduta morta ed essere allevata dai Bowman, probabilmente sarebbe stata lei a diventare un essere abbietto e senza scrupoli. Lï¿½invidia e il rancore lo stavano lentamente consumando, ma purtroppo non gli era concesso di tornare indietro e mutare il passato, poteva soltanto cambiareï¿½ il proprio futuro.

Il destino, anzi suo padre e sua sorella, lo avevano privato di tutto, ma grazie allï¿½aiuto di un complice inaspettato, proprio di colui che il suo avido genitore stava cercando per carpirne il segreto, Lyle si sarebbe ripreso con gli interessi ciï¿½ che gli spettava di diritto. E i responsabili della sua sfortuna avrebbero pagato...oh sï¿½ che avrebbero pagato. Dopodichï¿½ si sarebbe liberato anche del suo scomodo alleato, di cui per inciso non si fidava affatto, e da solo avrebbe controllato il Centroï¿½sï¿½, sarebbe andata proprio cosï¿½, ma per il momento doveva essere paziente e seguitare a lavorare per lui.

Ecco, era arrivato. Il luogo era tetro, illuminato soltanto dallaï¿½ luce flebile della sua torcia e come al solito emanava un forte odore di polvere e di stantio. Sembrava non ci fosse anima viva, ma sapeva bene che cosï¿½ non era.

ï¿½Hai fallito - esordï¿½ infatti la voce rauca ed irritata di un uomo nascosto dallï¿½oscuritï¿½ ï¿½ Era unï¿½ottima occasione per metterti nella giusta luce col Triumvirato e tu lï¿½hai sprecata!ï¿½

ï¿½Non per colpa mia - replicï¿½ subito indispettito Lyle in propria difesa - White non ï¿½ stato allï¿½altezza e per giunta ha persino fatto rapporto a mio padre!ï¿½

Lï¿½altro sogghignï¿½ sommessamente.

ï¿½Immagino non abbia gradito scoprire che il suo stesso figlio sta cercando di fargli le scarpe!ï¿½

ï¿½Giï¿½

ï¿½Ad ogni modo White non poteva sapere che ci fosse qualcuno a proteggere il bersaglio ï¿½ sentenziï¿½ poi aspramente il misterioso individuo ï¿½ Spettava a te tenere segreta questa operazioneï¿½

ï¿½Non so come sia trapelata la notizia. Avevo preso tutte le precauzioni possibili ï¿½ ribattï¿½ indignato lï¿½altro. Ma perchï¿½ gli errori dei suoi subalterni incapaci dovevano sempre ricadere su di lui?! - Oltre a noi soltanto Matumbo ne era al corrente, come avevamo stabilitoï¿½

ï¿½A quanto pare Jarod ï¿½ riuscito ad eludere le tue precauzioniï¿½

ï¿½Giï¿½, sempre lui. Ma lascia che gli metta le mani addosso e..!ï¿½ sibilï¿½ minaccioso Lyle.

ï¿½No. Non ï¿½ ancora arrivato il momentoï¿½

ï¿½Ma dobbiamo fermarlo! Lui e soprattutto Frank Dawson. Si sta avvicinando troppoï¿½

ï¿½Sï¿½, questo ï¿½ vero ï¿½ convenne lï¿½altro ï¿½ Ma ora sarï¿½ il Centro ad occuparsi Jarod e dellï¿½agente Dawson, dal momento che Mr. White ha giï¿½ fatto rapporto a chi di dovereï¿½

ï¿½Potrei pensarci ioï¿½

ï¿½Noï¿½

ï¿½Ma perchï¿½?! Sono sicuro che potrei catturare Jarod eï¿½ï¿½

ï¿½Io non lo sarei se fossi in te - lo interruppe lï¿½uomo misterioso con palese sarcasmo - E comunque dobbiamo prima scoprire chi passa le informazioni allï¿½agente Dawsonï¿½

ï¿½Io ho giï¿½ qualche sospetto. Non mi stupirei se la talpaï¿½ fosse proprio la mia cara sorellina, ci sono ancora punti a dir poco oscuri riguardo la sua ultima missione a Parigi ed i suoi rapporti con Jarodï¿½

ï¿½Miss Parker potrï¿½ forse essere in combutta con Jarod, ma non puï¿½ essere lï¿½informatore ï¿½ lo contraddisse perentorio lï¿½altro - Frank Dawson ci sta alle costole da quasi tre anniï¿½no, io concentrerei su qualcun altro i tuoi sospettiï¿½

ï¿½Di chi parli?ï¿½

ï¿½Ancora non ne sono sicuro, ma so di una certa mailbox che potrebbe aiutarci a scoprirlo. E chissï¿½, magari anche a catturare dueï¿½anzi tre piccioni con una favaï¿½

Rifugio di Jarod - Pimmit Hills, nei pressi di Washington ï¿½ ore 00:00 a.m.

Nascosto da un paio di tendine stinte, Jarod scrutava pensieroso la strada deserta dalla finestra di uno scialbo monolocale ammobiliato. I fari di un auto che rallentava, un passante che alzava distratto lo sguardo verso il terzo piano, tutto poteva celare un pericolo. Tuttavia, almeno per il momento, gli spazzini sembravano aver perso le sue tracce e quelle del suo ospite. Il simulatore volse lo sguardo verso lï¿½uomo disteso sullï¿½unico letto, che ancora dormiva sotto lï¿½effetto del cloroformio.

La telefonata di Miss Parker era giunta appena in tempo, circa unï¿½ora prima: Matumbo aveva incaricato White di catturarlo, usando lï¿½agente Dawson come esca. Jarod si era dunque precipitato allï¿½indirizzo di Falls Church che aveva trovato nel dossier dellï¿½NSA, una piccola, elegante villetta nella quale Frank era appena rincasato. Purtroppo non era stato possibile dargli spiegazioni, aveva dovuto sorprenderlo alle spalle, narcotizzarlo e portarlo via passando dalla porta sul retro e poi attraverso il giardino, giusto nel momento in cui la squadra del Centro aveva fatto irruzione dallï¿½ingresso principale. Ne era seguita una fuga frenetica per la periferia di Washington, a colpi di sgommate e repentine inversioni di marcia in mezzo al traffico, con i sicari sempre alle calcagna, finchï¿½ Jarod non si era infilato in un parcheggio a sei piani. Lï¿½ aveva abbandonato la propria auto, proseguendo poi la corsa con unï¿½altra presa in prestito ed era riuscito cosï¿½ a seminare gli inseguitori, dopodichï¿½ï¿½ si era diretto al suo rifugio.

Lï¿½effetto del narcotico sarebbe finito di lï¿½ a pocoï¿½

ï¿½Mhmmï¿½ï¿½

ï¿½anzi, stava giï¿½ finendo, realizzï¿½ Jarod quando Frank emise un gemito soffocato, muovendo la testa sul cuscino.

In attesa che si svegliasse, il simulatore rivolse la propria attenzione alla valigetta del suo ospite, che aveva deposto su di un tavolino impolverato ai piedi del letto, resistendo fino a quel momento alla tentazione di provare ad aprirla. Portarla con sï¿½ gli aveva complicato non poco le cose durante la fuga, perï¿½ non se lï¿½era sentita di lasciarla nelle mani del Centro. Per Frank doveva essere estremamente importante, visto che non se nï¿½era separato nemmeno quando gli avevano sparato addosso e forse tra non molto lui stesso gli avrebbe spiegato il perchï¿½.

ï¿½Jarodï¿½che ci facciamo qui? - mugugnï¿½ lï¿½uomo ancora intontito dopo aver aperto a fatica gli occhi e messo a fuoco ciï¿½ che gli stava attorno ï¿½ Un momentoï¿½sei stato tu aï¿½ - esordï¿½ poi indignato, iniziando a ricordare cosa gli fosse successo, un misto di paura e rabbia dipinto sul volto ï¿½ Mi hai mentito! Tu non vieni dallï¿½ufficio di Los Angeles e non sei nemmeno un agente!ï¿½ inveï¿½ cercando di alzarsi, ma la testa gli girava come una trottola, tanto che sarebbe senzï¿½altro rovinato a terra, se Jarod non lï¿½avesse prontamente afferrato ed aiutato a sedersi.

ï¿½Eï¿½ vero, ti ho mentito ï¿½ ammise con un sorrisetto sornione ï¿½ Ma dï¿½altro canto anche tu lo hai fatto, o sbaglio?ï¿½

ï¿½Che stai dicendo?!ï¿½

ï¿½Sai benissimo che quelli che ti hanno sparato non erano gente che hai sbattuto dentro, non ï¿½ cosï¿½?ï¿½

Frank lo squadrï¿½ un istante con diffidenza, quindi si decise a chiedere: ï¿½Ma tu chi diavolo sei?!ï¿½

ï¿½Qualcuno che ti ha salvato la pelle giï¿½ due volte e che vorrebbe tanto sapere perchï¿½ unï¿½organizzazione chiamata Centro ti vuole mortoï¿½

ï¿½E tu che ne sai del Centro?!ï¿½ domandï¿½ stupito lï¿½altro, sempre sulla difensiva.

ï¿½Molto piï¿½ di quanto vorrei, credimiï¿½ replicï¿½ Jarod con amaro sarcasmo.

Improvvisamente qualcosa nella sua voce, nel suo sguardo gli disse che poteva fidarsi di lui.

ï¿½Allora saprai anche che ï¿½ gente pericolosa e che salvandomi la vita ti sei messo nei guaiï¿½

ï¿½Bï¿½ vecchio mio, temo che i miei guai col Centro siano iniziati molto prima dei tuoiï¿½ lo tranquillizzï¿½ Jarod, porgendogli una tazza di caffï¿½ fumante.

ï¿½Non credo, figliuolo! ï¿½ replicï¿½ lï¿½altro visibilmente piï¿½ a proprio agio, sorseggiando la bevanda ï¿½ Sono piï¿½ di trentï¿½anni che sto appresso a quei criminali ï¿½ a quel punto fu Jarod a fissare sbalordito il suo interlocutore ï¿½ Giï¿½,ï¿½ perï¿½ soltanto di recente sono riuscito ad arrivare a loroï¿½

ï¿½Lï¿½NSA sta svolgendo indagini sul Centro da trentï¿½anniï¿½ma comï¿½ï¿½ possibile?! ï¿½ esordï¿½ lï¿½altro incredulo - Io non ho mai trovato traccia di inchieste del genere da parte di nessun ente governativo e ti assicuro cheï¿½ï¿½

ï¿½Certo ï¿½ lo interruppe pacato Frank ï¿½ Perchï¿½ non si tratta di unï¿½indagine ufficiale. Questa per me ï¿½ una faccenda personaleï¿½

ï¿½Vuoi dire che lo stai facendo da solo?!ï¿½

ï¿½Non proprio. Qualcuno mi sta aiutandoï¿½

ï¿½Di chi si tratta?ï¿½

ï¿½Non ne ho la piï¿½ pallida ideaï¿½ confessï¿½ candidamente lï¿½agente.

ï¿½Andiamo Frank!ï¿½ esclamï¿½ irritato Jarod, pensando che lui gli stesse di nuovo mentendo.

ï¿½Eï¿½ la veritï¿½, te lï¿½assicuro. Questa persona mi contattï¿½ per la prima volta circa tre anni fa, via posta elettronica e da allora ci teniamo in contatto utilizzando una mailbox segreta ï¿½ spiegï¿½ Frank - Lï¿½unica cosa che posso dirti ï¿½ che si firma ï¿½Mï¿½ e che sa diverse cose sul Centro, perchï¿½ grazie alle informazioni che mi ha passato ho saputo dei rapimenti, degli esperimenti, e dei metodi che quella gente usa per mettere a tacere chi potrebbe comprometterla. Qui dentro cï¿½ï¿½ tutto quel che ho trovato finoraï¿½ aggiunse aprendo al sua misteriosa valigetta per mostrarne il contenuto: diversi fascicoli, floppy disk e un computer portatile.

Jarod dette una scorsa veloce al materiale raccolto da Dawson: non solo conosceva nomi e dati personali delle persone coinvolte, dal Triumvirato ai Parker, al defunto Dr. Raines, da Lyle, Cox e White fino allï¿½ultimo tecnico di laboratorio, ma aveva documentato anche gran parte delle attivitï¿½ criminose dellï¿½organizzazione di Blue Cove, con tanto di date e luoghi precisi. Dalla Nugenesis alla morte di Catherine Parker, dagli esperimenti illegali che fruttavano la tecnologia da vendere a caro prezzo alle grandi multinazionali, fino a Donoteraseï¿½

ï¿½Ora capisco perchï¿½ il Centro ha tanta paura di te ï¿½ osservï¿½ poi - Con tutte queste informazioni avresti potuto far aprire unï¿½inchiesta ufficiale giï¿½ da molto tempo. Perchï¿½ non lï¿½hai fatto?ï¿½

ï¿½Perchï¿½ sarebbe stato inutile ï¿½ ammise disilluso Frank - ï¿½Mï¿½ dice che quella gente ha agganci politici molto in alto. Il caso verrebbe di sicuro insabbiatoï¿½

ï¿½Purtroppo temo che sia vero, almeno per il momento ï¿½ convenne lï¿½altro pensando istintivamente alla lista - Ma se sai di non poterli denunciare, perchï¿½ continui ad indagare e a rischiare la tua vita?ï¿½

ï¿½Per me ï¿½ una faccenda personale, te lï¿½ho dettoï¿½

Frank si alzï¿½ lentamente dal letto, voltï¿½ le spalle al suo interlocutore e si trascinï¿½ stancamente fino alla finestra, le mani affondate nelle tasche, lasciando vagare lo sguardo nellï¿½oscuritï¿½ della notte, senza aggiungere altro.

ï¿½Una faccenda che dura da trentï¿½anniï¿½ commentï¿½ il simulatore, raggiungendolo dopo qualche minuto e aspettando pazientemente che lï¿½uomo si decidesse a raccontagli il resto.

ï¿½Giï¿½ï¿½da quando mio figlio sparï¿½ nel nullaï¿½

Frank pronunciï¿½ con enorme fatica quelle poche parole, volgendosi di nuovo verso Jarod, negli occhi uno sguardo stremato, il suo volto di colpo stanco ed invecchiatoï¿½il volto di chi ha sofferto tanto, troppo e ancora non ha trovato pace.

Jarod giï¿½ conosceva la risposta, ma chiese comunque: ï¿½Tuo figlio venne rapito dal Centro?ï¿½

ï¿½Eï¿½ quanto sostiene ï¿½Mï¿½ ï¿½ confermï¿½ Frank - Aveva solo cinque anni quando ce lo portarono via. Mia moglie non superï¿½ mai il trauma, nemmeno io a dire la veritï¿½, ma per lei fu molto peggio. Si lasciï¿½ morire lentamente ma inesorabilmenteï¿½e cosï¿½ rimasi soloï¿½

ï¿½Mi dispiace Frankï¿½credimi, so cosa significaï¿½

ï¿½Quello che sto facendo ï¿½ rischioso, ne sono consapevole ï¿½ continuï¿½ imperterrito lï¿½altro -ï¿½ Ma ritrovare mio figlio ï¿½ stata la sola molla che mi ha spinto ad andare avanti in tutti questi anni, ï¿½ la mia unica ragione per vivere ormaiï¿½

ï¿½Ti capisco ï¿½ disse Jarod, esitando prima di formulare la domanda successiva ï¿½ Hai trovato notizie?ï¿½

ï¿½No, non ancora. Non so nemmeno che faccia abbia adesso. Non so neppure se sia ancora vivo, anche se lo spero con tutto me stesso ï¿½ confessï¿½ sconfortato - Di lui mi ï¿½ rimasta soltanto questaï¿½ aggiunse prendendo una vecchia foto dal portafoglio per mostrarla allï¿½altro.

Posando gli occhi su quella stampa consunta, Jarod trattenneï¿½ a stento unï¿½esclamazione dï¿½incredulitï¿½ e cercï¿½ di dissimulare in qualche modo il proprio stuporeï¿½non era possibile!

ï¿½Era proprio un bel bambino, vero? ï¿½ disse ancora Frank, la voce carica di struggente malinconia - Si chiamava Timmyï¿½

Casa di Miss Parker ï¿½ Blue Cove ï¿½ ore 02:00 a.m.

La stanza era immersa nella penombra, rischiarata appena da un flebile fascio di luce che filtrava attraverso le persiane accostate. Lï¿½unico rumore percettibile era il respiro leggero e regolare della donna, profondamente addormentata tra le delicate lenzuola di seta.

La mente, assopita in un sonno profondo, aveva lasciato ampio spazio allï¿½inconscio di vagare libero in un dedalo di memorie senza spazio nï¿½ tempo, cullandosi nellï¿½ovattato oblio dei sogni.

Dï¿½un tratto eccola di nuovo lï¿½, in quella stanza vuota, dalle pareti spoglie di un bianco cangiante, a fissare come tante altre volte il dipinto lï¿½ appeso. Si trattava di unï¿½opera astratta e rappresentava tre figure umane, incolori, le cui forme stilizzate erano delineate da un gioco di luci ed ombre. I tre soggetti si stagliavano contro uno sfondo piatto e monocromatico rosso vermiglio ed incombevano minacciosi su quello che probabilmente era un paesaggioï¿½o meglio ciï¿½ che ne rimaneva, vale a dire un cumulo di rovine. La figura centrale, la piï¿½ alta delle tre, reggeva tra le mani un bizzarro oggetto, grossomodo a forma di rombo, anche se assai irregolare. Sembrava quasi un pesce stilizzatoï¿½anzi no, piuttosto uno strano utensileï¿½forse una chiave?

A quel punto Miss Parker, come sempre le accadeva in quel sogno, spostï¿½ lo sguardo verso lï¿½angolo in basso a destra del dipinto per leggere il nome dellï¿½autore ï¿½ Doom - e ancora una volta la tela prese ad allargarsi a dismisura davanti ai suoi occhi, finchï¿½ lei stessa non si ritrovï¿½ improvvisamente imprigionata allï¿½interno del disegno, circondata dalle rovine di quel paesaggio desolato e dal silenzio, sotto una luce accecante. Ma fu solo per un attimo, poi tutto divenne buio e la donna udï¿½ di nuovo quel grido, la disperata richiesta dï¿½aiuto di un ragazzino ï¿½una voce del suo passato che conosceva bene: quella di Jarod.

Miss Parker lo chiamï¿½ allora a sua volta: ï¿½Jarod? Jarod dimmi dove sei!ï¿½

ï¿½Miss Parker svegliati!ï¿½ gridï¿½ ancora la voce.

Seguendola, la donna percorse, come aveva fatto altre volte, un corridoio buio dalle pareti scure, che parevano muoversi e volerle piombare addosso per afferrarla. Poi, oramai infondo al tunnel, intravide una debole luce: le grida provenivano da lï¿½, insieme al battito dapprima smorzato ma via via sempre piï¿½ forte di un orologio a pendoloï¿½ doveva fare in fretta, il tempo stava per scadereï¿½

ï¿½Miss Parker ti prego apri gli occhi!ï¿½ urlï¿½ ancora quella voce di adolescente.

La donna si precipitï¿½ alloraï¿½ incontro alla luce, verso lï¿½uscita, finchï¿½ si trovï¿½ in una stanza vuota e asettica, dalle pareti metalliche, illuminata da una luce al neon che pareva provenire da ogni direzione: non aveva dubbi, si trovava da qualche parte al Centro. La testa le doleva terribilmente, causa il ticchettio divenuto quasi assordante, che tuttavia non riusciva a coprire le grida del giovane Jarod, legato mani e piedi ad un tavolo dï¿½acciaio con robusti anelli metallici.

ï¿½Miss Parker mi senti?!ï¿½

Lei fece per muoversi verso il ragazzo, quando il pavimento sussultï¿½ di colpo sotto ai suoi piedi, la porta da cui era entrata improvvisamente sparï¿½, inghiottita dalle pareti, che presero lentamente ad avvicinarsi mentre il soffitto si abbassava sempre piï¿½ï¿½una terribile sensazione di soffocamento lï¿½attanagliï¿½. Sia lei che il giovane Jarod erano intrappolati in una sorta di congegno infernale, che li avrebbe schiacciati fino a ridurli entrambi in poltiglia. Miss Parker avanzï¿½ verso il giovane per cercare di liberarlo, ma non appena lo sfiorï¿½ questi svanï¿½ e lei si ritrovï¿½ inspiegabilmente legata al posto suo, bloccata in quel micidiale meccanismo.

La donna prese a dibattersi, gridando in preda al panico, mentre le pareti ed il soffitto erano a pochi centimetri appena di distanza dal proprio volto. Respirare era sempre piï¿½ difficileï¿½impossibileï¿½credeva ormai di essere spacciata, quando Jarod, il suo Jarod, si materializzï¿½ accanto a lei, la liberï¿½ dagli anelli metallici e la trascinï¿½ fuori di peso da quella trappola mortale.

ï¿½Non dovevi venire qui ï¿½ disse lei guardandolo con aria smarrita ï¿½ Hai rischiato troppo e io non merito tantoï¿½

Di colpo la scena cambiï¿½. Entrambi si ritrovarono in un ambiente tetro e polveroso, dal soffitto assai basso, retto da una serie di archetti a volta infestati da fittissime ragnatele, una sorta di cripta, rischiarata soltanto dalla luce soffusa di alcune candele.

ï¿½Dove siamo?ï¿½ chiese Miss Parker.

ï¿½Non lo so, ma non mi stupirei se qualche fantasma si aggirasse da queste partiï¿½ scherzï¿½ Jarod.

ï¿½I fantasmi non usano candeleï¿½ replicï¿½ lei accennando un sorriso, che purtroppo le morï¿½ subito sulle labbra, perchï¿½ il frastuono di uno sparo echeggiï¿½ di punto in bianco nella stanza nella stanza e Jarod si accasciï¿½ esanime sul pavimento davanti agli occhi sbarrati della donna, che si chinï¿½ sconvolta a soccorrerlo.

Un misterioso uomo vestito di nero, del quale non riusciva a vedere il volto, uscï¿½ dalla penombra, reggendo ancora la pistola in mano.

ï¿½Oramai ï¿½ troppo tardi, non puoi piï¿½ salvarlo ï¿½ le disse - Jarod ï¿½ morto per colpa tua e ora anche tu devi morireï¿½ aggiunse avanzando minaccioso verso di lei e sogghignandoï¿½una risata bieca e stridula.

ï¿½Nooo!ï¿½ gridï¿½ disperata Miss Parker, stringendo a sï¿½ il corpo esanime di Jarod, mentre lï¿½ombra sinistra si avvicinava fino a sovrastarla.

ï¿½Noï¿½noï¿½ï¿½ continuava a ripetere in un tormentoso dormiveglia, scuotendo il capo sul cuscino.

ï¿½Allisonï¿½svegliati Allisonï¿½ le disse a quel punto una voce, quella voce dolce e rassicurante che non aveva piï¿½ sentito dagli anni della sua infanzia.

ï¿½Mammaï¿½ - mormorï¿½ confusa nel sonno - aiutami ti pregoï¿½ï¿½

ï¿½Svegliatiï¿½ ripetï¿½ gentilmente la voce.

Ma non era piï¿½ quella di sua madreï¿½un momentoï¿½qualcosa la stava toccando, cioï¿½ qualcuno la stava scuotendo, cingendole le spalle. Non stava piï¿½ sognando, cï¿½era davvero qualcuno nella sua stanza!

Miss Parker si destï¿½ allï¿½istante e fece per impugnare la sua Smith & Wesson, che dormiva sempre con lei sotto il cuscino, ma poi riconobbe la persona che le sedeva accanto sul letto.

ï¿½Ethan!ï¿½ esclamï¿½ piacevolmente stupita, sedendosi a sua volta.

Lui le sorrise. Non era piï¿½ il ragazzo disperato e impaurito dagli occhi spiritati, cerchiati da profonde occhiaie, con lo sguardo allucinato che aveva conosciuto a Washington, su di un treno che stava per esplodere. I tratti del suo volto erano distesi, la sua espressione seria ma serena, il suo sorriso appena accennato, ma colmo dï¿½affetto.

ï¿½Sono felice di vederti ï¿½ continuï¿½ lei abbracciandolo con calore ï¿½ Ti trovo beneï¿½

ï¿½Ora mi sento bene ï¿½ confermï¿½ pacato lui, ricambiando lï¿½abbraccio della sorella ï¿½ E anchï¿½io sono contento di vedertiï¿½

ï¿½Ma non dovresti essere qui ï¿½ aggiunse severa lei mentre si alzava per indossare la vestagliaï¿½ Il Centro ti rivuole indietro e Lyle non avrï¿½ pace finchï¿½ non ti avrï¿½ catturato. Blue Cove ï¿½ un posto troppo pericoloso per teï¿½

ï¿½Lo so, ma dovevo venire ï¿½ replicï¿½ tranquillo Ethan - Tu hai bisogno di meï¿½

La donna lo fissï¿½ turbata, di colpo senza paroleï¿½a cosa si riferiva? Possibile che sapesse..?

ï¿½Ti va una tazza di the?ï¿½ si limitï¿½ perï¿½ chiedergli, facendogli cenno di seguirla al piano di sotto e conducendolo fino alla cucina.

Qualche tempo dopo, quando erano entrambi seduti sul divano e reggevano tra le mani una tazza fumante, Miss Parker, seppur visibilmente a disagio, si decise finalmente a parlare.

ï¿½Cï¿½ï¿½ un sogno, un incubo che mi tormenta da diversi giorni ormaiï¿½ma forse tu giï¿½ lo saiï¿½

Ethan annuï¿½. ï¿½E tu sei convinta che sia una premonizione del tuo senso interiore riguardo a Jarodï¿½

ï¿½Perchï¿½, non ï¿½ forse cosï¿½?ï¿½

ï¿½Non posso dirti nï¿½ sï¿½ nï¿½ no con certezza, ma so per esperienza che non ï¿½ affatto semplice interpretare questo genere di messaggiï¿½

ï¿½Che vuoi dire?ï¿½

ï¿½Che non ï¿½ sempre facile riuscire a distinguere una vera premonizione dalleï¿½chiamiamole raffigurazioni di ciï¿½ che speri o temi possa accadere ï¿½ Miss Parker fissava perplessa il fratello ï¿½ Insomma, non dimenticare che i sogni sono pur sempre il riflesso dei tuoi desideri e delle tue paureï¿½

ï¿½Cioï¿½ secondo te io sarei una paranoica e il mio senso interiore non mi starebbe inviando nessun messaggioï¿½ esordï¿½ seccata la donna.

ï¿½Non ho detto questo ï¿½ si affrettï¿½ a chiarire lï¿½altro con fare conciliante - Il tuo incubo ha sicuramente un significato. Soloï¿½forse non ï¿½ quello che credi tuï¿½

ï¿½Che altro potrebbe significare se non che Jarod verrï¿½ ucciso per colpa mia?!ï¿½

Ethan sospirï¿½ rassegnato. ï¿½Suppongo sia per questo che lï¿½hai allontanato da teï¿½

ï¿½Per questoï¿½e per altri motiviï¿½ confessï¿½ Miss Parker evitando lo sguardo del fratello.

ï¿½Lui sta soffrendo molto a causa della tua decisioneï¿½

ï¿½Lo so, ma non avevo altra scelta. Era lï¿½unico modo per proteggerlo ï¿½ asserï¿½ lei costernata ï¿½ Jarod deve stare lontano dal centro, quindi anche da meï¿½

ï¿½Perï¿½ stargli lontana ti fa star male. Sei davvero sicura di voler rinunciare a lui per dare ascolto al tuo senso interiore?ï¿½

ï¿½Dopo tutto quello che ha dovuto passare a causa mia ï¿½ il minimo che possa fare, se significa salvargli la vitaï¿½

ï¿½Non dovresti dare tanta importanza al passato, quello che ï¿½ stato ï¿½ stato e non importa piï¿½ ormai. Ora conta soltanto ciï¿½ che tu e Jarod provate lï¿½uno per lï¿½altraï¿½e poi non dovresti sentirti in colpa nei suoi confronti, tu non hai mai voluto fargli del male e non hai nemmeno mai voluto che tornasse al Centroï¿½

A quelle parole Miss Parker fissï¿½ il fratello sbalordita e un tantino spaventata. Quel ragazzo riusciva a leggerle dentro, come se lei fosse un libro aperto e la cosa la metteva a dir poco in difficoltï¿½.

ï¿½A quanto pare sai piï¿½ cose su di me di quanto io stessa non sappiaï¿½

ï¿½Scusami, non volevo turbarti ï¿½ disse imbarazzato Ethan - Il fatto ï¿½ che io possoï¿½sentirti, riesco a capire ciï¿½ che provi, ciï¿½ che pensi a livello inconscio anche meglio di te. Eï¿½ un dono, lo stesso che hai tu, anche se ancora non riesci ad usarlo bene. Lo stesso che aveva anche leiï¿½

ï¿½Vuoi dire miaï¿½nostra madre?- chiese lei e Ethan assentï¿½ ï¿½ Tu puoiï¿½sentirla?ï¿½

ï¿½Sento la sua voce, sï¿½. Eï¿½ stata proprio lei a dirmi che ti serviva il mio aiuto, Allisonï¿½

ï¿½Come fai a..?ï¿½

ï¿½ï¿½conoscere il tuo nome?ï¿½

La donna sorriseï¿½che domanda idiota!

ï¿½Puoi aiutarmi Ethan? ï¿½ chiese poi speranzosa - Puoi dirmi chi ï¿½ lï¿½uomo che vuole uccidere Jarod nel mio sogno?ï¿½

ï¿½No, non so chi sia. Ioï¿½ - il ragazzo ebbe unï¿½impercettibile attimo dï¿½indecisioneï¿½no, meglio non turbarla piï¿½ di quanto giï¿½ non fosse dicendole ciï¿½ che le voci gli avevano rivelato ï¿½ Purtroppo non posso dirti come interpretare il sogno che tanto ti angoscia, questo puoi farlo soltanto tu ï¿½ Miss Parker chiuse gli occhi e sospirï¿½ delusa ï¿½ Perï¿½ credo che dovresti lasciare da parte i cattivi presagi su Jarod per il momento e concentrarti piuttosto sul dipintoï¿½

ï¿½E tu che ne sai del dipinto?!ï¿½ domandï¿½ la donna sempre piï¿½ stupita.

ï¿½Lï¿½ho sognato anchï¿½io, varie volteï¿½

ï¿½Io lï¿½ho anche visto, nellï¿½ufficio di Matumboï¿½

ï¿½Motivo in piï¿½ per cerare di capire che cosa significa, ti pare?ï¿½

ï¿½Eï¿½ vero. Vorrï¿½ dire che ci proverï¿½, anche se non ho la piï¿½ pallida idea di cosa dovrei cercareï¿½

ï¿½Oh lo sapraiï¿½quando sarï¿½ il momento giustoï¿½ replicï¿½ enigmatico Ethan alzandosi.

ï¿½Giï¿½ te ne vai?ï¿½

ï¿½Sï¿½, ora devo andare ï¿½ disse avviandosi verso al porta ï¿½ Ma tornerï¿½, quando avrai di nuovo bisogno di meï¿½

Casa di Miss Parker, Blue Coveï¿½ - ore 08:00 a.m.

ï¿½Vuoi dire che Frank Dawson ï¿½ il padre di Angelo?!ï¿½ esordï¿½ sbalordita Miss Parker, con gli occhi sgranati, tenendo la sua tazza di caffï¿½ ferma a mezzï¿½aria.

ï¿½Esatto ï¿½ rispose la voce di Jarod allï¿½altro capo del filo - Non ha mai smesso di cercare suo figlio in tutti questi anni. E nel frattempo ha raccolto una quantitï¿½ dï¿½informazioni interessanti sul Centroï¿½

ï¿½Quanto interessanti?ï¿½

ï¿½Diciamo che sa buona parte di quel che sappiamo noiï¿½

ï¿½Mhmï¿½non mi meraviglia che lo vogliano morto!ï¿½

ï¿½Giï¿½. Perï¿½ a Frank non interessa il Centro in sï¿½. Lui vuole solo ritrovare il figlio che gli ï¿½ stato tolto ï¿½ spiegï¿½ ancora Jarod - La speranza che sia ancora vivo ï¿½ la sua unica ragione per andare avantiï¿½

ï¿½Bï¿½ vivo lo ï¿½, ma non ï¿½ certo la persona che lui si aspetta di trovare ï¿½ commentï¿½ la donna con amarezza ï¿½ Grazie al Dr. Raines non ï¿½ piï¿½ Timmy, ora ï¿½ Angeloï¿½glielo hai detto?ï¿½

Jarod sospirï¿½ costernato. ï¿½Ancora non ne ho avuto il coraggioï¿½

ï¿½Immagino che non sia facile dire una cosa del genere ad un padre ï¿½ osservï¿½ tristemente Miss Parker ï¿½ Mi domando come sia riuscito ad indagare cosï¿½ a fondo sul Centro senza mai essere scoperto per tanto tempoï¿½

ï¿½Veramente le sue ricerche hanno dato buon esito solo negli ultimi tre anni, da quando un misterioso informatore ha iniziato ad aiutarloï¿½

ï¿½Un informatore? ï¿½ chiese lei incuriosita - E chi ï¿½?ï¿½

ï¿½Non ne ho idea, ma si tratta di qualcuno che sa parecchie cose sul Centro, magari qualcuno che ci ha lavorato o che ci lavora e che si firma soltanto ï¿½Mï¿½ï¿½non sarai mica tu, eh Miss Parker?ï¿½ insinuï¿½ poi in tono semi-serio.

ï¿½Spiacente di deluderti ragazzo prodigio, ma non sono io il tuo uomo! ï¿½ replicï¿½ ironica la donna ï¿½ Anzi, veramente servirebbe a me un informatore per sapere tutto quel che succede lï¿½ dentro!ï¿½

Jarod rise sommessamente allï¿½altro capo del filo, con quella sua risata lievemente roca, che le riportï¿½ alla mente passati momenti di complicitï¿½, dï¿½intimitï¿½ï¿½Dio comï¿½era difficile anche solo non pensarci!

ï¿½Hei Miss Parker? Ci sei ancora?ï¿½ esordï¿½ lui interrompendo il filo dei suoi pensieri.

ï¿½Cosa..? Scusaï¿½stavi dicendo?ï¿½

ï¿½Mi stavo domandando se questo individuo non possa aiutare anche noiï¿½

Era strano parlare con lei in modo cosï¿½ distaccato, come si conversa del piï¿½ e del meno con un vecchio amico, dopo tutto quel che cï¿½era stato tra loroï¿½che ancora cï¿½era tra loroï¿½ avrebbe tanto voluto...

ï¿½Pensi che sappia qualcosa della lista?ï¿½ chiese speranzosa lei, riportandolo bruscamente alla conversazione.

ï¿½Eï¿½ solo unï¿½ipotesi, ma credo che valga la pena di verificarlaï¿½

ï¿½E come? Non sai nï¿½ chi sia nï¿½ dove si trovi questo tizioï¿½

ï¿½Bï¿½, Frank potrebbe lasciargli un messaggio nella stessa mailbox che lï¿½informatore usa per contattarlo ï¿½ suggerï¿½ il simulatore, dopo averci pensato un momento ï¿½ Ne parlo subito con luiï¿½

ï¿½Jarodï¿½ lo interruppe lei giusto prima che riattaccasse.

Non poteva piï¿½ rimandare. La sera prima non cï¿½era stato il tempo di parlargliene, perchï¿½ bisognava agire subito per salvare sia lui che Frank Dawson dalla trappola del Centro, ma a quel punto doveva decidersi a raccontargli ciï¿½ che aveva scoperto su sua madre, anche se non era affatto facile trovare le parole giuste.

ï¿½Che cï¿½ï¿½?ï¿½

ï¿½Ecco ioï¿½ci sono notizie di Jay?ï¿½

ï¿½Vigliacca!ï¿½ si apostrofï¿½ tra sï¿½ e sï¿½ non appena ebbe formulato quella domanda, invece di affrontare lï¿½argomento che si era prefissata.

ï¿½Ho parlato con mio padre poco fa ï¿½ lï¿½informï¿½ sfiduciato lui - Sembra che qualcuno lï¿½abbia visto ieri alla stazione degli autobus di Milwaukee, ma da lï¿½ nessuna tracciaï¿½

ï¿½Certo sarebbe tutto piï¿½ facile se potessimo denunciare la sua scomparsa alla poliziaï¿½ disse Miss Parker, seriamente preoccupata per il ragazzo.

ï¿½Ma non possiamo. Noi per la polizia non esistiamo nemmeno ï¿½ replicï¿½ sarcastico Jarod, cedendo per un attimo allo sconforto ï¿½ Ora ti lascio, devoï¿½ï¿½

ï¿½Jarod aspetta! ï¿½ lo fermï¿½ di nuovo la donna ï¿½ Ioï¿½cï¿½ï¿½ qualcosa devo dirtiï¿½

ï¿½Ti ascoltoï¿½

Miss Parker trasse un lungo respiro. Non cï¿½era verso di fargli sapere in modo indolore ciï¿½ che aveva da dire. Non le restava che dirlo e basta.

ï¿½Broots non ha trovato niente sulla lista nei files di Matumbo purtroppo, ma ha scoperto dellï¿½altroï¿½

ï¿½E sarebbe?ï¿½

ï¿½Un archivio dettagliato di dossier riguardanti tutti coloro che sono o sono stati alle dipendenze del Centro eï¿½ï¿½

ï¿½E..?ï¿½

ï¿½Tra questi ce nï¿½era uno su tua madreï¿½

ï¿½Cosa?!ï¿½ esclamï¿½ a quel punto lui, la voce carica di amara incredulitï¿½.

ï¿½Eï¿½ la veritï¿½ Jarod. Tua madre lavorava per il Centroï¿½ confermï¿½ Miss Parker, prima di aggiungere tutte le altre informazioni contenute nel dossier.

Mentre parlava poteva percepire la frustrazione per lï¿½ennesima cocente delusione nel pesante silenzio allï¿½altro capo del filo. Avrebbe tanto voluto essergli vicina in quel momento, anche solo per abbracciarlo, confortarlo. Avrebbe tanto voluto non dover essere lei a dargli un nuovo dolore. Di sicuro era sconvolto, si sentiva ferito, tradito e lei era lï¿½ senza poter fare nulla perï¿½ah maledizione!!!

ï¿½Non posso crederciï¿½ mormorï¿½ finalmente Jarod.

ï¿½Non trarre conclusioni affrettateï¿½

ï¿½Mia madre sapeva benissimo dove fossimo finiti io e Kyle ma non ha mosso un dito...ï¿½ continuï¿½ lui imperterrito.

ï¿½Questo non puoi saperlo, forseï¿½ï¿½

ï¿½Sapeva tutto e ha sempre mentito. Persino a mio padreï¿½

ï¿½Sono certa che cï¿½ï¿½ una spiegazione logica per tutto questoï¿½

ï¿½Ah sï¿½? E quale?!ï¿½ lï¿½interruppe lui quasi gridando, la voce ridotta quasi ad un sibilo tanto aspro da far paura.

ï¿½Ancora non lo so maï¿½ï¿½ provï¿½ a dire Miss Parker, prima di essere nuovamente interrotta, perï¿½ dal tu-tu del telefono. Jarod aveva riattaccato, forse giusto in tempo perchï¿½ lei non avrebbe saputo che altro dirgli.

Una delle poche certezze su cui stava ricostruendo la vita che gli era stata tolta era crollata in pochi istanti, Jarod era di nuovo solo ad affrontare la sua disperazione e lei non poteva fare altro che stare lï¿½, impotente, a soffrire in silenzio per lui.

Rifugio di Jarod - Pimmit Hills, nei pressi di Washington ï¿½ ore 05:00 p.m.

Frank aveva lasciato il messaggio per lï¿½informatore nella solita mailbox giï¿½ da diverse ore, ma questi non si decideva a rispondere e Jarod cominciava a farsi impaziente.

Camminava inquieto su e giï¿½ davanti alla finestra, sbirciando fuori di tanto in tanto, sempre allï¿½erta.

La notizia circa il passato di sua madre lo aveva sconvolto, ma non poteva permettersi di dare sfogo alla sua emotivitï¿½ nella situazione in cui si trovava. Non gli era possibile abbassare la guardia senza rischiare di mettere in pericolo la sua vita e quella dellï¿½uomo che stava cercando di aiutare, anche se mantenere la luciditï¿½ gli stava costando uno sforzo quasi sovrumano.

ï¿½Ancora niente Frank?ï¿½ chiese per lï¿½ennesima volta.

ï¿½No, ancora no ï¿½ rispose indulgente lï¿½altro - So che sono passate tante ore, ma ï¿½ la prima volta che sono io a cercarlo e che gli chiedo di contattarmi. Forse ci sta pensando un poï¿½ su, ma alla fine si farï¿½ vivo, vedraiï¿½

ï¿½Lo speroï¿½lo spero proprioï¿½

Forse quellï¿½uomo sapeva dove fosse la lista che lui e Miss Parker stavano cercando da tempo e magari poteva anche spiegargli cosa ci facesse un dossier su sua madre tra quelli dei collaboratori del Centro.

La sola idea lo faceva impazzire. Sua madre era lï¿½unica persona di cui si fosse sempre completamente fidato, pur non avendola mai conosciuta veramente. Il ricordo della sua dolcezza, lï¿½amore e la speranza che aveva letto nel suo sguardo, nel breve istante in cui le loro vite si erano incrociate quel pomeriggio a Boston, gli erano state sufficienti per convincersi che lei era davvero come lï¿½aveva sempre immaginata durante la sua prigionia al Centro. Era certo che lei avesse sempre lottato per riaverlo accanto, che non lï¿½avrebbe mai tradito e inveceï¿½

Basta! Non poteva continuare a tormentarsi. Lï¿½unica persona che potesse rispondere alle sue domande era chissï¿½ dove e lui non aveva modo di rintracciarlaï¿½a meno che lï¿½informatoreï¿½sï¿½, forse lui poteva aiutarlo anche a trovare sua madre.

Doveva assolutamente incontrare quel tizio, anche se questi si fosse rifiutato di parlare con lui. Gli bastava che si mettesse in contatto Frank, almeno per qualche minuto e lo avrebbe scovato, anche in capo al mondo.

Il Centro, Blue Cove - Ufficio di Miss Parker ï¿½ ore 07:00 p.m.

Miss Parker era appoggiata allo schienale della poltrona, assorta, lo sguardo perso fuori della grande vetrata alle spalle della scrivania, sulla quale giaceva ancora aperto il fascicolo riservato che Broots le aveva consegnato nel pomeriggio.

Il tecnico non aveva trovato nulla dï¿½interessante sul dipinto di Doom, che dopo la conversazione con Ethan restava piï¿½ che mai al centro dei suoi pensieri, perï¿½ era riuscito a decriptare i files trovati nellï¿½archivio della Nugenesis, scoprendo cosï¿½ la veritï¿½ sulla nascita del piccolo Sean e provandole, anche se non ce nï¿½era piï¿½ bisogno, che suo padre le aveva di nuovo mentito. Altro che povero embrione rimasto orfano e scampato ad un crudele destino! I genitori biologici del bambino erano sï¿½ morti in un incidente stradale, ma tre mesi dopo che Brigitte aveva adottato il loro futuro bambino, nel cui DNA era presente il gene del simulatore. Quei poveretti forse avevano scoperto la veritï¿½ e magari proprio per questo erano stati uccisiï¿½Dio, ma come avevano potuto?!

Rabbia, disgusto, angoscia. E il fatto di sentirsi come sempre impotente di fronte alle ormai troppe atrocitï¿½ perpetrate dal Centro. Aveva voglia di gridare, di piangere, di appoggiare la testa sulla spalla di Jarod e sentire il calore del suo abbraccio, maï¿½

Un leggero bussare interruppe le sue amare riflessioni: solo allora si accorse della presenza di Sydney accanto alla porta, le mani calate nelle tasche del suo immancabile completo di tweed. Aveva lï¿½aria stanca e il volto tirato, proprio come lei e aveva bisogno di parlarle, le fu sufficiente uno sguardo per capirlo.

ï¿½Syd, che posso fare per te?ï¿½ esordï¿½ in tono colloquiale, sforzandosi di sorridere a beneficio della telecamera che di certo li stava spiando, mentre apriva con noncuranza il cassetto della sua scrivania.

ï¿½Possiamo parlare?ï¿½

ï¿½Ora sï¿½ disse lei dopo aver attivato il dispositivo di disturbo per il segnale dei microfoni ideato da Broots.

ï¿½Vengo ora dal piano di sotto ï¿½ proseguï¿½ Sydney ï¿½ Ho saputo di Seanï¿½mi dispiaceï¿½

Miss Parker abbassï¿½ lo sguardo e scosse il capo, piegando le labbra in un amaro sorriso, ma non le riuscï¿½ di dire nulla.

ï¿½Ad ogni modo ï¿½ continuï¿½ lui mostrandole un fascicolo ï¿½ Broots ï¿½ riuscito ad isolare una trentina di potenziali soggetti, vale a dire tutti quelli tra coloro che furono sottoposti allï¿½esperimento di Raines che risultano essere ancora in vita e in questo momento sta provando a rintracciarli, maï¿½ï¿½

ï¿½Ma?ï¿½

ï¿½Spero solo che non sia troppo tardiï¿½

ï¿½Perchï¿½ Cox ti ha forse detto..?ï¿½

ï¿½Cox non mi rivelato ancora nulla sullï¿½arrivo del soggetto, ma ho notato una certa agitazione nelle attivitï¿½ del SL-27 in queste ultime ventiquattrï¿½ore, quindiï¿½ï¿½

ï¿½Quindi..? Insomma vuoi deciderti a parlare?!ï¿½ proruppe esasperata la donna.

ï¿½Temo che abbiano giï¿½ prelevato il ragazzoï¿½

ï¿½Oh no maledizione!ï¿½ sbottï¿½ infuriata Miss Parker battendo violentemente il pugno sul tavolo e dando finalmente sfogo alla sua ira repressa.

ï¿½Mi dispiace, non ti sono stato di grande aiutoï¿½ mormorï¿½ sconfortato Sydney, lasciandosi cadere sulla sedia di fronte alla donna.

ï¿½No, scusami tu Syd, so che non dovrei prendermela con te ï¿½ replicï¿½ lei dispiaciuta, volgendo ancora lo sguardo oltre la vetrata - Eï¿½ solo che oggi non ï¿½ una gran giornataï¿½

ï¿½Se davvero il ragazzo ï¿½ giï¿½ qui, spero almeno di riuscire a scoprire dove lo tengono nascosto prima che gli venga fatto del male ï¿½ aggiunse speranzoso lï¿½altro ï¿½ Anzi, a pensarci bene forse ho giï¿½ in mente qualcosaï¿½

ï¿½Ottimoï¿½ replicï¿½ lei laconica, con aria distratta.

ï¿½Va tutto bene Miss Parker?ï¿½ chiese a quel punto Sydney, sorpreso del suo scarso interesse.

La donna si voltï¿½ di nuovo a guardarlo.

ï¿½A parte il fatto che Cox sta giocando al Dr. Moreau con mio fratello, il quale in realtï¿½ non ï¿½ mio fratello? Che ha fatto rapire un altro innocente senza che potessimo impedirlo e che mio padre appoggia in pieno il suo subdolo progetto? ï¿½ replicï¿½ poi sarcastica - Bï¿½ sï¿½, a parte questo va tutto beneï¿½

ï¿½E con Jarod?ï¿½

ï¿½Che cï¿½entra Jarod adesso?ï¿½ domandï¿½ lei, di colpo sulla difensiva.

ï¿½Mi ï¿½ parso di capire che sia successo qualcosa tra voi dueï¿½

ï¿½Te lo ha detto lui?ï¿½

ï¿½Non era necessario ï¿½ chiarï¿½ Sydney - Immagino sia stata tu a troncareï¿½

ï¿½Sï¿½ rispose semplicemente lei, abbandonandosi stancamente sullo schienale della poltrona.

ï¿½Jarod ï¿½ molto amareggiato e a quanto pare ancheï¿½ï¿½

ï¿½La nostra era una storia senza futuroï¿½ cercï¿½ di tagliar corto lei.

ï¿½Se davvero lo pensi come mai ti senti cosï¿½ frustrata e..?ï¿½

ï¿½Che ne sai tu di come mi sento?!ï¿½ lï¿½interruppe irritata lei rivolgendogli unï¿½occhiataccia.

ï¿½Bï¿½, ï¿½ il mio lavoroï¿½ replicï¿½ pacato il dottore senza scomporsi.

Miss Parker sospirï¿½ annoiata.

ï¿½Senti Syd, ora non sono proprio dellï¿½umore adatto per farmi psicanalizzare!ï¿½

ï¿½Io invece credo che ne avresti bisognoï¿½

ï¿½Eï¿½ una faccenda troppo complicata. E in ogni caso non mi va di parlarne adesso, okay?ï¿½ disse la donna in tono perentorio.

ï¿½Dï¿½accordo, non voglio forzarti. Ma se cambiassi idea, puoi sempre contare su di meï¿½

Lo psicologo stava per alzarsi, quando Miss Parker allungï¿½ improvvisamente le mani, afferrando le sue allï¿½altro lato della scrivania.

ï¿½Syd - voleva semplicemente dirgli grazie, tuttavia, meravigliandosi di se stessa, si lasciï¿½ sfuggire qualcosa di piï¿½ ï¿½ Sai, a volte vorrei tanto che fossi tu mio padreï¿½

Il dottore le sorrise stupito, stringendole a sua volta le mani e fece per dire qualcosa, perï¿½

ï¿½Ma che scena commovente!ï¿½ esordï¿½ allï¿½improvviso una voce sardonica che entrambi ben conoscevano.

ï¿½Dubito che tu sia in grado di commuoverti Lyleï¿½ replicï¿½ a tono Miss Parker, sfoderando il suo sguardo di ghiaccio, mentre si affrettava a riporre i fascicoli ricevuti da Broots al sicuro nella sua valigetta.

Lyle non mancï¿½ certo di cogliere il gesto furtivo della sorella, mentre si avvicinava con fare insidioso ai due, che nel frattempo si erano entrambi alzati.

ï¿½Sorellina cosï¿½ mi ferisci!ï¿½ commentï¿½ poi in tono canzonatorio, guardandosi intorno con falsa noncuranza.

ï¿½Ma figuriamoci ï¿½ ribattï¿½ la donna con palese sarcasmo - Si puï¿½ ferire qualcuno solo ammesso che abbia un cuore e questo non ï¿½ di certo il tuo casoï¿½

ï¿½Ah giï¿½, dimenticavo che tra noi due sei tu ad avere il primato dellï¿½umanitï¿½

ï¿½Non farti illusioni. Quella ï¿½ una gara che perderesti con chiunque!ï¿½

ï¿½Solo perchï¿½ non aiuto le vecchiette ad attraversare la strada e non porto doni agli orfanelli?ï¿½

ï¿½No, perchï¿½ sei uno psicotico perverso che prova gusto ad uccidere e torturare la genteï¿½soprattutto quella con gli occhi a mandorlaï¿½

ï¿½Ma quante cose sa la mia cara sorellina! ï¿½ Lyle abbozzï¿½ un sorrisetto inquietante ï¿½ Comunque sï¿½, ogni tanto mi diverte fare strani giochetti con le donne orientali e con questo?ï¿½

ï¿½Sei disgustoso!ï¿½

Sydney osservava, stando in disparte, lï¿½acceso battibecco tra i due, con interesse quasi scientifico, finchï¿½ la discussione non prese una piega del tutto inaspettataï¿½

ï¿½Se non altro io non mi faccio prendere da stupide crisi di coscienza e non cerco di distruggere ciï¿½ che la mia famiglia ha costruito nel corso di lunghi anniï¿½perchï¿½ ï¿½ questo che stai cercando di fare, non ï¿½ vero sorellina?ï¿½ dichiarï¿½ Lyle, rivolgendo alla donna unï¿½occhiata minacciosamente allusiva.

ï¿½Ma che stai dicendo?!ï¿½ esclamï¿½ Miss Parker cercando di dissimulare quanto quelle parole lï¿½avessero colpita, mentre il sangue le si gelava nelle vene.

ï¿½Pur non approvando, hai sempre svolto con enorme zelo, devo dire, il lavoro sporco che ti veniva chiesto di fareï¿½ magari perchï¿½ il tuo alto tenore di vita, i tuoi bei vestiti griffati e la tua auto sportiva valevano bene qualche rimorso di coscienza, non ï¿½ cosï¿½? ï¿½ proseguï¿½ Lyle con pesante sarcasmo - Ma adesso tutto questo ti fa schifo e vuoi riscattarti, porre rimedio ai tuoi erroriï¿½non ï¿½ cosï¿½?ï¿½ insistette seguitando ad avvicinarsi alla sorella, che lo fissava suo malgrado impietrita.

ï¿½Stai vaneggiando!ï¿½ replicï¿½ questa, molto meno convinta di quanto volesse apparire, scambiando con Sydney uno sguardo carico dï¿½ansia.

ï¿½Eï¿½ inutile che lo neghi ï¿½ seguitï¿½ lui con preoccupante disinvoltura - Ti sto tenendo dï¿½occhio fin da quando tornammo da Parigi e per inciso, non ho creduto nemmeno per un istante che quel dischetto fosse illeggibile: so benissimo che conosci il segreto di Catherine e so che vuoi usarlo in combutta con Jarod contro il Centroï¿½

ï¿½Ah sï¿½? ï¿½ esordï¿½ a quel punto ironica la donna, imponendosi finalmente di reagire ï¿½ Allora immagino che tu possa provare quello che stai affermando con tanta sicurezza ï¿½ continuï¿½ incrociando le braccia al petto ed alzando il mento in segno di sfida ï¿½ Anzi, a dire il vero non credo proprio che tu possa. Altrimenti, come un bravo cane da guardia, saresti giï¿½ corso a fare rapporto a papï¿½ï¿½o magari a Matumbo ï¿½ aggiunse colpendo nel segno ï¿½ Faresti di tutto pur di dare la scalata alla gerarchia del Centro, non ï¿½ vero Lyle?ï¿½

Lunghi attimi di silenzio. La tensione nella stanza si era fatta quasi palpabile.

ï¿½Dï¿½accordo, ancora non ho le prove ï¿½ ammise poi lui squadrandola torvo e contenendo a stento la colleraï¿½come diavolo faceva a sapere del suo memo per Matumbo?! ï¿½ Ma tu farai un passo falso prima o poi ed io sarï¿½ lï¿½ per coglierti sul fatto, stanne certaï¿½

ï¿½Tu sei pazzo!ï¿½

ï¿½Puï¿½ darsi, ma non abbastanza pazzo da scordare che nï¿½ quello che sono nï¿½ quello che ho sempre fatto si possono cancellare con un colpo di spugna. Sarebbe un poï¿½ troppo comodo, non credi sorellina? ï¿½ sibilï¿½ con compiaciuta cattiveria - Tu faresti bene a non illuderti: anche se ti fa piacere pensare il contrario, non sei affatto migliore di meï¿½ aggiunse con voce tagliente quanto il suo sguardo, prima di andarsene soddisfatto.

ï¿½Uno a zero per luiï¿½ si disse infatti avvilita Miss Parker, incassando il colpo senza poter ribattere.

ï¿½Tenendo dï¿½occhio Cox e concentrandoci sulla lista ci eravamo scordati di luiï¿½ commentï¿½ preoccupato Sydney.

ï¿½Giï¿½, ed ï¿½ stata unï¿½imperdonabile leggerezza ï¿½ di rimando lei - Vediamo di muoverci con maggiore cautela dï¿½ora in avanti. Non possiamo piï¿½ permetterci di sottovalutarloï¿½ concluse afferrando la sua valigetta.

ï¿½Miss Parker, non dare troppo peso a ciï¿½ che ha detto, sai benissimo cheï¿½ï¿½ provï¿½ a dire lo psicologo, intuendo quanto le ultime parole di Lyle lï¿½avessero turbata, ma lei lo interruppe con un semplice gesto della mano.

ï¿½Lascia stare Sydï¿½ mormorï¿½ amaramente dirigendosi verso la porta.

ï¿½Maledetto bastardo!ï¿½ riusciva solo a pensare mentre lï¿½ascensore scendeva velocemente verso il parcheggio.

Era in preda allï¿½ira e controllava a stento i tremiti dei propri nervi tesi allo spasimo. Era furiosa, ma piï¿½ con se stessa che con Lyle, perchï¿½ sapeva che, sebbene avesse agito nel solo intento di farle del male, suo fratello non aveva detto che la veritï¿½. Anche se le parole di Ethan lï¿½avevano indotta a sperare il contrario, a quel punto sapeva di essersi illusa. Niente e nessuno avrebbe mai potuto cambiare il passato e quel passato le sarebbe sempre rimasto cucito addosso, non importava cosa avesse fatto per cancellarlo. Non avrebbe mai potuto farlo. Sarebbe sempre stato lï¿½, accanto a lei, parte di lei, per separarla dalle persone che voleva aiutareï¿½per separarla da Jarod.

Le porte scorrevoli si aprirono e Miss Parker si avviï¿½ mestamente al suo posto auto. Doveva smetterla di aggrapparsi a false speranze, tra lei e Jarod cï¿½erano ostacoli invalicabili eï¿½

Allï¿½improvviso unï¿½ombra si mosse impercettibile alle sue spalle. Senza esitare un attimo, la donna afferrï¿½ la pistola e si voltï¿½ di scatto, pronta a difendersi, ma si trovï¿½ di fronteï¿½

ï¿½Jay?!ï¿½

ï¿½Ciao Miss Parkerï¿½

ï¿½Ma dico ti ha dato di volta il cervello?! ï¿½ sbottï¿½ non appena ripresasi dallo stupore ï¿½ Che diavolo ci fai qui?!ï¿½

ï¿½Non preoccuparti. Sono passato del tutto inosservatoï¿½

ï¿½Nessuno si muove inosservato qua dentro!ï¿½ replicï¿½ Miss Parker indicando la telecamera.

ï¿½Oh quella ï¿½ esordï¿½ Jay con aria di sufficienza - Tranquilla, lï¿½ho messa fuori usoï¿½

ï¿½Perfetto. Questo significa che uno spazzino starï¿½ gia venendo qui a controllare perchï¿½ non funziona. Avanti, sbrighiamoci!ï¿½ disse lei afferrandolo per il braccio.

ï¿½Aspetta, dove stiamo andando? Io devoï¿½ï¿½

ï¿½Niente discussioni ragazzino. Muoviti!ï¿½ commentï¿½ lei trascinandolo risoluta verso la sua auto.

ï¿½Io non sono un ragazzinoï¿½ precisï¿½ risentito Jay, sempre piï¿½ convinto che tutti gli adulti erano insopportabili, mentre siï¿½ dirigeva contrariato verso la portiera del passeggero, perï¿½

ï¿½Dove credi di andare?ï¿½ esordï¿½ Miss Parker indicando ilï¿½ bagagliaio.

Lui fissï¿½ incredulo il vano. ï¿½Non vorrai farmi entrare lï¿½ dentro!ï¿½ protestï¿½ poi.

ï¿½Certo, cosï¿½ impari ad essere imprudente ï¿½ lo rimproverï¿½ lei divertita ï¿½ E poi che altro dovrei fare? Non posso certo uscire da qui portandoti in bella vista. Ti ricordo che sei ancora sulla lista dei ricercatiï¿½

Jay scosse il capo rassegnato ed entrï¿½ riluttante nellï¿½angusto scomparto, ma proprio mentre la donna lo stava richiudendoï¿½

ï¿½Miss Parkerï¿½

ï¿½Mï¿½da!ï¿½ imprecï¿½ lei tra sï¿½ e sï¿½, dopo che ebbe udito la voce alle sue spalle.

ï¿½Che cï¿½ï¿½ Sam?ï¿½ domandï¿½ poi laconica, mentre si voltava con ostentata noncuranza.

ï¿½Va tutto bene?ï¿½ sï¿½informï¿½ lo spazzino.

ï¿½Certo. Perchï¿½ me lo chiedi?ï¿½

ï¿½La telecamera di questo settore non funziona. Non ï¿½ che ha notato qualcosa di strano per caso?ï¿½

Miss Parker tirï¿½ unï¿½impercettibile sospiro di sollievo: ï¿½ Sam, vecchio mio, siamo al Centroï¿½sono anni che vedo cose strane qui dentro!ï¿½ commentï¿½ salendo in auto con un sorrisetto ironico, prima di andarsene in tutta fretta.

Rifugio di Jarod - Pimmit Hills, nei pressi di Washington ï¿½ ore 08:00 p.m.

Frank teneva dï¿½occhio da ore lo schermo del suo portatile oramai esausto per la snervante attesa, quando ï¿½Mï¿½ si fece finalmente vivo allï¿½appuntamento.

Frank ï¿½ apparve infatti allï¿½improvviso sul video.

Eccoti finalmente ï¿½ scrisse lï¿½agente facendo un cenno concitato a Jarod.

Il simulatore si avvicinï¿½ immediatamente, a sua volta entusiasta e si attivï¿½ per rintracciare la chiamata.

Perchï¿½ mi hai contattato in questo modo? Lo sai che ï¿½ rischioso

ï¿½Digli che vuoi incontrarloï¿½ suggerï¿½ Jarod.

Sï¿½ lo so ï¿½ rispose Frank ï¿½ ma ci sono importanti novitï¿½ di cui ti devo parlare

Dï¿½accordo perï¿½ facciamo in fretta. Il Centro potrebbe individuarci in qualsiasi momento

Non cosï¿½ ï¿½ digitï¿½ ancora lï¿½altro ï¿½ ï¿½ una questione delicata. Dobbiamo incontrarci di persona

No non ï¿½ possibile ï¿½ replicï¿½ categorico ï¿½Mï¿½.

Perchï¿½ no? Fisseremo un posto sicuro. Anzi, dimmi tu dove ed io verrï¿½

ï¿½Okay Frank, continua cosï¿½ ï¿½ lo esortï¿½ Jarod - Continua a tenerlo collegato, ci sono quasiï¿½

Non esistono posti abbastanza sicuri per sfuggire a quella gente ï¿½ rispose ï¿½Mï¿½ dopo qualche istante

Prenderemo tutte le precauzioni possibili ï¿½ insistette Frank ï¿½ vedrai che non ci saranno problemi

Ti dico che non ï¿½ possibile. Non contattarmi piï¿½ Frank

Aspetta

ï¿½Se nï¿½ï¿½ andato accidenti!ï¿½ esclamï¿½ contrariato lï¿½uomo fissando impotente il monitor ormai vuoto.

ï¿½Ma noi lo ritroveremo ï¿½ lo rassicurï¿½ Jarod ï¿½ Il nostro uomo chiamava da Dover, piï¿½ precisamente da una linea telefonica del Sunrise Motel, che si trova al Km 7 della superstradaï¿½

ï¿½Sei un genio ragazzo!ï¿½ si complimentï¿½ lï¿½altro impressionato.

ï¿½Sï¿½, me lo hanno giï¿½ detto ï¿½ replicï¿½ ironico il simulatore ï¿½ Ma ora sbrighiamoci. La tua chiamata deve averlo insospettito. Dobbiamo arrivare lï¿½ prima che tagli la corda!ï¿½

Casa di Miss Parker, Blue Cove ï¿½ ore 09:45 p.m.

Mentre Jay mangiava hamburger e patatine guardando tranquillo la TV, Miss Parker decise che era giunto il momento di avvisare Jarod per rassicurarlo sulla sorte del ragazzo.

ï¿½Sï¿½?ï¿½ rispose inquieto il simulatore allï¿½altro capo del filo.

ï¿½Sono io. Volevo avvisarti che tuo fratello ï¿½ qui con me, a casa miaï¿½

ï¿½Grazie a Dio ï¿½ replicï¿½ lï¿½altro assai piï¿½ sollevato ï¿½ Come sta?ï¿½

ï¿½Sta bene, sta beneï¿½come dici? Vuoi sapere dove lï¿½ho trovato? Bï¿½ stava bazzicando, pensa un poï¿½, nel parcheggio del Centro ï¿½ Miss Parker allontanï¿½ allï¿½improvviso il telefono dallï¿½orecchio ï¿½ Ehi calmati! Non ï¿½ da te perdere le staffe, ragazzo prodigio!ï¿½

ï¿½Si puï¿½ sapere almeno che diavolo ci faceva al Centro?ï¿½

ï¿½Ancora non me lo ha detto, ma vedrï¿½ di scoprirloï¿½

ï¿½Comunque quellï¿½incosciente mi sentirï¿½, non appena potrï¿½ venire a prenderloï¿½

ï¿½Che vuol dire non appena? ï¿½ esordï¿½ contrariata la donna - Io credevo che ti stessi giï¿½ precipitando qui, non vorrai che gli faccia da baby-sitter perï¿½ï¿½

ï¿½Ora non posso ï¿½ lï¿½interruppe risoluto lui - Frank ed io stiamo andando a Doverï¿½

ï¿½A Dover? A fare che?ï¿½

ï¿½Ad incontrare un amicoï¿½

ï¿½ï¿½Mï¿½ ha accettato di vederti di persona?ï¿½ esclamï¿½ a quel punto Miss Parker piacevolmente sorpresa.

ï¿½Non esattamente, ma credo che dovrï¿½ farlo comunque - replicï¿½ allusivo Jarod ï¿½ Per favore pensa tu a Jay finchï¿½ non tornoï¿½

ï¿½Bï¿½, quandï¿½ï¿½ cosï¿½, dï¿½accordo. Ma tienimi informataï¿½

ï¿½Come sempreï¿½

Miss Parker ripose rassegnata il cellulare e concentrï¿½ nuovamente la sua attenzione su Jay.

ï¿½Allora, posso finalmente sapere perchï¿½ ti trovavi nellï¿½ultimo posto al mondo in cui saresti dovuto essere?ï¿½

Nessuna risposta. Il ragazzo rimase impassibile a seguire distrattamente ciï¿½ che accadeva sullo schermo, senza dare nemmeno cenno di aver sentito la sua voce.

La donna allora sospirï¿½, si sedette pazientemente accanto a lui sul divano, gli sfilï¿½ con delicatezza il telecomando dalle mani e spense il televisore.

ï¿½Andiamo Jay, non ho intenzione di farti la predica. Voglio solo capire che cosa ti passa per la testaï¿½ aggiunse poi in tono pacato.

Lui la fissï¿½ per un poï¿½ con palese diffidenza, poi si decise a parlare.

ï¿½Una mia amica ï¿½ stata portata al Centro e io devo farla uscire di lï¿½ prima che le facciano del maleï¿½

ï¿½Una tua amica? - chiese scettica la donna ï¿½ E come sai che si trova al Centro?ï¿½

ï¿½Lo so perchï¿½ ho visto Willie trascinarla via da scuola a forza due giorni faï¿½

ï¿½Ne sei proprio sicuro?ï¿½ insistette lei, anche se quasi convinta che lui avesse visto giusto.

ï¿½Certo. Non credo che potrei scordare la faccia di chi mi ha tenuto prigioniero per quindici anni, ti pare?ï¿½

ï¿½Giï¿½ï¿½ï¿½ mormorï¿½ Miss Parker colpita dallï¿½amaro sarcasmo di quella risposta.

Dio solo sapeva cosa doveva aver passato quel povero ragazzo nelle grinfie di Raines e chissï¿½ quanto ancora stava soffrendo. Magari avrebbe dovutoï¿½che so? Arruffargli i capelli, o accarezzargli la guancia, o semplicemente toccare la sua spallaï¿½insomma fargli capire che gli era vicina, che le dispiaceva immensamente perï¿½ma no, forse non era il caso. Lui non voleva certo essere compatito.

ï¿½Un momento ï¿½ esordï¿½ Miss Parker alzandosi di colpo per avviarsi svelta verso la sua valigetta. Poteva essere solo una coincidenza, ma qualcosa le diceva che non era cosï¿½ ï¿½ Come hai detto che si chiama la tua amica?ï¿½ chiese afferrando il fascicolo consegnatole da Sydney.

ï¿½Non lï¿½ho detto ï¿½ replicï¿½ scostante Jay ï¿½ Comunque si chiama Kimberlyï¿½

ï¿½Kimberly e poi?ï¿½

ï¿½Non so altro di leiï¿½

La donna sbuffï¿½ costernata, spulciando uno dopo lï¿½altro con crescente impazienza lï¿½elenco dei possibili canditati estrapolato da Broots, finchï¿½ quel nome non le balzï¿½ agli occhi.

ï¿½Kimberly Lawrence ï¿½ lesse ad alta voce - Etï¿½ attuale sedici anni, inserita nel programma quando ne aveva due, estremamente dotata per le scienze matematiche e per questo denominata ï¿½Progetto Euclidï¿½ï¿½

ï¿½Programma..? Progetto Euclid..? - ripetï¿½ Jay sbalordito -Vuoi dire che Kimberly ï¿½ un simulatore?ï¿½

ï¿½Non proprio, non come te per lo meno ï¿½ spiegï¿½ Miss Parker - I suoi genitori si rivolsero alla Nugenesis perchï¿½ non potevano avere figli e sfortunatamente furono scelti da Raines per un esperimento. La loro bambinaï¿½ insomma ï¿½ stata geneticamente modificata per sviluppare particolari doti, allo scopo di essere poi inserita in una sorta di progetto parallelo al programma simulatore ï¿½ il ragazzo seguitava a guardare la donna con uno sguardo carico di orrore e disgusto ï¿½ Perï¿½ i Lawrence capirono in qualche modo che non dovevano fidarsi del Centro e sparirono di punto in bianco con la figlia ï¿½ continuï¿½ Miss Parker, riportando quanto era scritto nel dossier ï¿½ Si nascondevano da oltre dieci anni per proteggerla da Raines, ma a quanto pareï¿½ il Centro ï¿½ riuscito a scovarliï¿½

ï¿½Ma il Dr. Raines ï¿½ morto ormai ï¿½ obiettï¿½ a quel punto il ragazzo ancora confusoï¿½ Chi potrebbe..?ï¿½

ï¿½ï¿½continuare con lï¿½esperimento? Oh ci sta pensando il Dr. Cox a sostituirlo in tutto e per tutto - replicï¿½ sarcastica la donna ï¿½ Sapevamo che il Centro intendeva rapire un altro bambino e speravamo di impedirlo, ma non ci siamo riusciti. Purtroppo temo che la tua amica sia il nuovo soggetto di cui Cox ha parlato a Sydneyï¿½

A quelle parole, il ragazzo scattï¿½ in piedi come una molla.

ï¿½Devo andare a salvare Kimberly!ï¿½

ï¿½A cuccia Romeo! Tu non vai da nessuna parteï¿½ lo trattenne decisa Miss Parker.

ï¿½Ma lei ï¿½ in pericolo!ï¿½

ï¿½Eï¿½ vero, perï¿½ anche tu lo saresti se dovessero catturartiï¿½ replicï¿½ categorica lei.

ï¿½Non succederï¿½

ï¿½Sicuro! Ti lasceranno andare e venire a tuo piacimento senza fare obiezioni!ï¿½ lo schernï¿½ ironica - Eh voi uomini siete tutti uguali: basta che una bella biondina vi faccia gli occhi dolci e vi mettete a fare i gesti piï¿½ sconsiderati!ï¿½

ï¿½Io non ho fatto nessun gesto sconsideratoï¿½

ï¿½Ah no? E scappare di casa facendo morire di paura tua sorella come lo chiami?ï¿½

Il ragazzo si rabbuiï¿½ di colpo in viso, negli occhi uno sguardo colmo di tristezza.

ï¿½A Emily non importa niente di me, come a tutti gli altri del resto ï¿½ disse alzando le spalle ï¿½ Io sono solo un peso per loro, qualcuno che sono stati obbligati ad accollarsiï¿½

ï¿½Ma che stai dicendo?ï¿½

ï¿½La veritï¿½

ï¿½No, sono sicura che ti sbagli - disseï¿½ Miss Parker in un tono stranamente dolce - Jarod e il Maggiore erano preoccupati a morte dopo la tua scomparsa ed Emily era disperata quando ha chiamato per avvisare della tua fugaï¿½

ï¿½Solo perchï¿½ sentivano di non aver adempiuto ai loro doveri moraliï¿½

ï¿½No solo perchï¿½ ti adorano e vogliono proteggertiï¿½

ï¿½Io non voglio essere protetto! ï¿½ sbottï¿½ allora Jay esasperato ï¿½ Io vorrei soltanto essere normale, fare parte di una famiglia normaleï¿½ mormorï¿½ poi.

ï¿½Lo so ï¿½ replicï¿½ Miss Parker toccata - Ma purtroppo tu non sei come tutti gli altri, devi accettarlo Jayï¿½

ï¿½Dio che cosa stupida da dire a un adolescente!ï¿½ si disse ancor prima di finire la frase.

ï¿½Non sono capace. Non ci riesco. Non ï¿½ facile vivere in mezzo agli altri come se fossi un alienoï¿½

ï¿½Posso immaginarloï¿½

ï¿½Davvero? Io non credo proprioï¿½ lï¿½apostrofï¿½ lui amaramente.

ï¿½Jay, quello che ti ï¿½ capitato ï¿½ atroce, ma puoi superarlo se vuoi ï¿½ il ragazzo le rivolse unï¿½occhiata a dir poco scettica, ma lei continuï¿½ - Puoi scegliere di vivere schiacciato dal peso della tua orribile esperienza, oppure sfruttare le doti straordinarie che ne hai ricavato per fare qualcosa di buono per te stesso e per gli altri, comeï¿½ï¿½

ï¿½ï¿½come Jarod?ï¿½ terminï¿½ lui in tono pungente.

ï¿½Ti secca essere continuamente paragonato a lui, vero?ï¿½ chiese Miss Parker dopo un breve istante.

ï¿½Non sai quanto! - le confermï¿½ risentito il ragazzo - Non sai quanto sia difficile non essere altro che il suo cloneï¿½

ï¿½Nessuno ti considera il suo clone! Tu sei semplicementeï¿½ï¿½

ï¿½Il duplicato del genoma di un altro ï¿½ insistette sarcastico lui - Non sono nemmeno un essere umano, sono nato in una provetta!ï¿½

ï¿½Bï¿½, ci sono uomini nati dal ventre di una donna che sono molto meno umani di te, credimi - Jay abbozzï¿½ un timido sorriso alla sua battuta ironica, cosï¿½, incoraggiata, lei proseguï¿½ ï¿½ Io credo che il nocciolo del problema sia proprio questoï¿½

ï¿½Questo..?ï¿½

ï¿½Tu sei convinto che tutti ti considerino soltanto il clone di Jarod, qualcosa non del tutto umano, perchï¿½ questo in realtï¿½ ï¿½ ciï¿½ che tu pensi di te stessoï¿½

Miss Parker si meravigliï¿½ quanto Jay non appena ebbe pronunciato quelle parole: da quando era diventata una psicologa?! Eppure qualcosa le suggeriva di aver detto la cosa giusta.

ï¿½Non ci avevo mai pensato maï¿½sï¿½ forseï¿½insomma, puï¿½ essere veroï¿½ï¿½ mormorï¿½ incerto il ragazzo.

ï¿½Lo credo anchï¿½ioï¿½

ï¿½Ma allora perchï¿½ non fanno che ricordarmi quanto io sia diverso? Perchï¿½ mi impongono di non avere legami coi miei coetanei, di vivere come un fantasma?! Perchï¿½ non capiscono che tutto questo mi fa stare male?!ï¿½

ï¿½Forse perchï¿½ non hanno altra scelta ï¿½ replicï¿½ pacata la donna dopo quello sfogo ï¿½ Ti sarai accorto anche tu che la loro vita ï¿½ estremamente complicataï¿½e magari di fronte a tutti i loro grossi guai i tuoi problemi adolescenziali sono passasti in secondo pianoï¿½

ï¿½Quindi ï¿½ come pensavo: a loro non importa un accidente di me!ï¿½

ï¿½Non ho detto questo ï¿½ ribattï¿½ esasperata Miss Parker ï¿½ E poi scusa, ma tu hai mai parlato con loro di ciï¿½ che senti? Voglio dire, lo hai mai fatto senza farti prendere dallï¿½ira, tranquillamente, come stai facendo con me ora?ï¿½

Jay tacque a lungo, evitando lo sguardo inquisitorio della donna, mentre cercava una buona scusa.

ï¿½Emily e il Maggiore sono sempre troppo occupatiï¿½

ï¿½E tu sei sempre troppo arrabbiato ï¿½ lo rimbeccï¿½ lei. Il ragazzo sospirï¿½ avvilito ï¿½ La tua famiglia ti vuole bene Jay e scommetto che anche tu ne vuoi a loro. Ma a volte ï¿½ difficile esprimere ciï¿½ che proviamoï¿½

Ancora silenzio, attimi dï¿½indecisione e di malcelato imbarazzo.

ï¿½Credi che Emily si arrabbierebbe con me se le telefonassi...solo per dirle che va tutto bene?ï¿½

ï¿½Io credo che ne sarebbe felice ï¿½ lo incoraggiï¿½ Miss Parker sorridendo - Anzi, perchï¿½ non la chiami subito?- propose poi indicandogli il cordless ï¿½ Io nel frattempo faccio qualche telefonata e magari riesco a far uscire la tua amica dal Centro stanotte stessaï¿½

Motel Sunrise ï¿½ Dover ï¿½ ore 10:30

Dopo un viaggio che pareva interminabile, trascorso quasi in totale silenzio, ognuno immerso nei propri pensieri, Jarod e Frank giunsero finalmente a destinazione: bastï¿½ loro una sola occhiata per capire che di non trovarsi certo al Grand Hotel. A dispetto della scarsa illuminazione, si vedevano bene i muri scrostati del piccolo edificio fatto a ferro di cavallo, le aiuole incolte di quello che un tempo forseï¿½ era un giardino, le imposte dissestate che lasciavano ben poca intimitï¿½ agli occupanti delle stanze.

Il fetore dï¿½immondizia che aleggiava su quel posto fatiscente era quasi insopportabile.

ï¿½Proprio il posto ideale per nascondersiï¿½ commentï¿½ ironico Jarod.

ï¿½Giï¿½ ï¿½ annuï¿½ Frank ï¿½ A chi verrebbe mai in mente di cercare qualcuno in questa topaia?!ï¿½

ï¿½Forza muoviamociï¿½ disse il simulatore scendendo risoluto dallï¿½auto.

ï¿½Un momento ragazzo ï¿½ obiettï¿½ lï¿½altro seguendolo ï¿½ Qual ï¿½ il piano?ï¿½

ï¿½Non cï¿½ï¿½ nessun piano. Dobbiamo scovare il tuo amico, tutto quiï¿½

ï¿½E come facciamo? ï¿½ insistette ancora Frank - Sappiamo solo che ï¿½Mï¿½ chiamava da qui, ma non sappiamo da quale stanza e non abbiamo la piï¿½ pallida idea di che faccia abbia. Potrebbe essere chiunque, potrebbe essersene giï¿½ andatoï¿½

ï¿½Chiederemo al proprietarioï¿½ replicï¿½ Jarod continuando imperterrito a camminare verso la reception.

Sentiva di essere vicino come non mai a conoscere la veritï¿½ su troppe cose che gli stavano a cuore e, pur sapendo di comportarsi in modo irrazionale, non aveva nessuna voglia di fermarsi a pensare.

Aveva bisogno di agire subito.

ï¿½Sarebbe tempo sprecato ï¿½ cercï¿½ invece di frenarlo Frank scuotendo il capo ï¿½ Questo non mi sembra il genere di posto dove si chiedono i documenti, nï¿½ tanto meno dove il proprietario sia disposto a dare informazioni sui clienti. Ci vorrebbe una vita per farlo parlare e noi non abbiamo tutto questo tempoï¿½

ï¿½Dï¿½accordo ï¿½ assentï¿½ lï¿½altro dominando a fatica un moto di stizzita insofferenza ï¿½ Allora controlleremo il posto stanza per stanzaï¿½

ï¿½Cosa?! Ma non possiamo farlo senza un mandato!ï¿½

ï¿½Lo hai detto tu stesso Frank: non abbiamo tempo ï¿½ replicï¿½ categorico Jarod, fermandosi a fissarlo ï¿½ E poi non sarï¿½ necessario entrare, basterï¿½ dare unï¿½occhiata dalle finestre. Tu cominci dal lato est, io da ovest e ci ritroviamo al blocco centraleï¿½

ï¿½E che cosa dovremmo cercare?ï¿½ obiettï¿½ Frank sempre piï¿½ perplesso.

ï¿½Un tizio che sta tagliando la cordaï¿½ rispose secco il simulatore avviandosi deciso verso lï¿½ala destra dello stabile.

Dietro alle finestre si susseguivano le situazioni piï¿½ disparate: un ubriaco dormiva sonni agitati accanto alla sua bottiglia, un uomo e sua moglie litigavano astiosi per soldi davanti ad una bambina spaurita, due amanti clandestini impegnati in un frettoloso amplesso, unï¿½eroinomane stava chiamando il suo spacciatore elemosinando una doseï¿½ma niente che somigliasse a ciï¿½ che i due uomini stavano cercando.

Jarod, oramai al culmine dellï¿½esasperazione, era quasi giunto al blocco centrale quando sbirciando dentro lï¿½ennesima stanza qualcosa attirï¿½ la sua attenzione. La camera aveva unï¿½aria ordinata e pulita, contrariamente alle altre, dove regnavano caos e sporcizia e sul letto giaceva una borsa da viaggio molto simile alla sua, insieme alla custodia di un portatile. Qualcuno si preparava a partire. La luce del bagno era accesaï¿½forse aveva trovato il suo uomo.

Esultante, fece un cenno a Frank, ormai non molto distante da lui, e questi si avvicinï¿½ per guardare a sua volta, quindi annuï¿½.

ï¿½Come ci muoviamo?ï¿½ stava per chiedere, ma prima ancora che aprisse bocca, il simulatore aveva forzato la serratura e fatto irruzione nella stanza. Non gli restava che imprecare e seguirlo.

La luce nel bagno si spense e la porta si aprï¿½ lentamente.

Una sagoma emerse dalla penombra e si avvicinï¿½ a loro. Una figura esile e minuta, una donna dai lunghi capelli rossi, raccolti in una crocchia.

I due uomini erano entrambi ammutoliti per lo stupore.

ï¿½Mammaï¿½ï¿½ riuscï¿½ infine a mormorare Jarod con un fil di voce.

Il Centro, Blue Cove ï¿½ Ufficio di Broots - ore 11:00 p.m.

ï¿½Stavolta andrï¿½ a finire male, me lo sento!ï¿½ continuava a pensare Broots, mentre le sue dita agili ed esperte volavano veloci sulla tastiera del computer.

Il cuore gli martellava in petto come un tamburo, mentre unï¿½impercettibile patina di sudore gli imperlava la fronte stempiata ed il labbro superiore, a dispetto della temperatura ottimale della stanza climatizzata. Per non attirare lï¿½attenzione, aveva evitato di accendere la luce, accontentandosi della flebile illuminazione di una torcia, ma ciï¿½ non faceva che acuire la sua inquietudine, perchï¿½ ogni angolo buio, ogni ombra allungata sembravano nascondere unï¿½insidia ai suoi occhi, che non smettevano di guardarsi nervosamente attorno.

Brividi agghiaccianti gli correvano lungo la schiena al solo pensiero di quel che gli sarebbe accaduto se fosse stato scoperto. Come nel peggiore degli incubi, vedeva la porta spalancarsi di botto ed una squadra di spazzini fare irruzione nel suo ufficio. Vedeva Lyle avvicinarsi minaccioso, con quel suo sguardo gelido e crudele, oppure Cox, col suo sorrisetto sadico o ancora White, il suo volto inespressivo e disumanoï¿½e la sua sudorazione non faceva che aumentareï¿½ah basta! Doveva smetterla di far galoppare lï¿½immaginazione e concentrarsi sul compito che gli era stato affidato.

La telefonata di Miss Parker era arrivata come un fulmine a ciel sereno sulla sua tranquilla serata davanti alla TV.

ï¿½Broots, ho bisogno che tu faccia qualcosa per meï¿½ï¿½ unï¿½emergenzaï¿½

Ma perchï¿½ diavolo si era cacciato in questa situazione?! Perchï¿½ non si era tirato indietro quando gliene avevano dato la possibilitï¿½? Lui non era tagliato per fare lï¿½eroe!

ï¿½Ma non voglio nemmeno essere un vigliaccoï¿½ si disse poi con un lungo sospiro,ï¿½ ripensando alla sua piccola Debbie lontana e a ciï¿½ cheï¿½ sarebbe stato di loro se Miss Parker e Jarod non fossero riusciti a fermare il Triumvirato. Per sua figlia, per se stesso, per il mondo intero, doveva smetterla di rimpiangere il suo meschino quieto vivere e portare a termine il proprio lavoro.

ï¿½Ecco fattoï¿½ pensï¿½ compiaciuto quando finalmente gli riuscï¿½ di entrare nel programma di sicurezza superprotetto del SL27. Senza troppe difficoltï¿½ sï¿½inserï¿½ nel software di gestione delle telecamere a circuito chiuso ed fece partire il filmato registrato a beneficio della sorveglianza, quindi sbloccï¿½ le porte dï¿½accesso al corridoio dove si trovava la stanza che Sydney aveva indicato a Miss Parker e infine compose svelto il numero sul telefonino.

ï¿½Broots?ï¿½

ï¿½Via libera Miss Parker, puoi entrareï¿½

ï¿½Okayï¿½ rispose questa iniziando a scendere le scale che conducevano al SL27.

ï¿½La porta 51 si sbloccherï¿½ tra 2 minuti esattiï¿½

ï¿½Perfettoï¿½

ï¿½Sei sicura che vuoi che me ne vada?ï¿½

ï¿½Sï¿½. Cosï¿½ se qualcosa andasse storto, almeno non sarai coinvoltoï¿½

ï¿½Ricorda che le telecamere trasmetteranno la registrazione ancora per 14 minuti e 30 secondi e che fra 15 minuti esatti la guardia passerï¿½ per suo giro di controllo. Non hai molto tempoï¿½

ï¿½Allora cercherï¿½ di sbrigarmiï¿½

ï¿½Miss Parkerï¿½

ï¿½Che cï¿½ï¿½ ancora?!ï¿½

ï¿½Sta attentaï¿½

La donna indugiï¿½ in un sorriso bonario, mentre riponeva il cellulare in tasca, quindi procedette, pistola alla mano, verso il corridoio indicatole da Sydney, nella speranza che le intuizioni dello psicologo si sarebbero rivelate fondate e che Kimberly fosse tenuta prigioniera proprio lï¿½, nella stanza 51.

Il posto era notevolmente cambiato dallï¿½ultima volta che vi era entrata. Era illuminato da unï¿½asettica luce bianca e vi aleggiava un forte odore di vernice e materiale nuovo, ad indicarne la recente ristrutturazione. Muovendo silenziosa un passo avanti allï¿½altro, i sensi allï¿½erta, gli occhi bene aperti, Miss Parker oltrepassï¿½ le varie porte dï¿½acciaioï¿½37, 38, 39ï¿½e non potï¿½ fare a meno di pensare alle inimmaginabili atrocitï¿½ che dovevano celarsi dietro quei numeriï¿½48, 49,50ï¿½

ï¿½51ï¿½eccoti qua! ï¿½ esordï¿½ controllando lï¿½orologio ï¿½ Meno treï¿½dueï¿½unoï¿½ï¿½

Clack! Broots era stato di parola, la serratura elettronica si era aperta proprio al momento giusto.

La donna spinse la pesante porta ed entrï¿½ nella stanza, le cui pareti spoglie e naturalmente senza finestre erano rischiarate solo dalla flebile luce di una lampada da tavolo, appoggiata appunto sullï¿½unico mobile presente, oltre al letto e una sedia.

I suoi occhi incontrarono subito quelli spauriti ma determinati della ragazza, seduta sul pavimento, le gambe rannicchiate al petto.

ï¿½Che altro cï¿½ï¿½?! Non mi hanno sforacchiata abbastanza per oggi?!ï¿½ domandï¿½ in tono pungente, mostrando le braccia livide e, pur tremando come una foglia, alzï¿½ il mento in segno di sfida.

Miss Parker provï¿½ subito unï¿½istintiva simpatia per quella povera creatura dallï¿½aria cosï¿½ fragile, che lottava strenuamente per non cedere alla pauraï¿½Dio che cosa le avevano fatto?

ï¿½Sta tranquilla, non voglio farti del male Kimberlyï¿½ riuscï¿½ a dirle, nonostante il nodo che le serrava la gola.

ï¿½Come mai usi il mio nome? Tutti qua mi chiamano soggetto oppure Euclidï¿½

ï¿½Io non sono come tutti gli altri. Sono venuta a portarti via di quiï¿½

Un barlume di speranza si accese per un attimo nei grandi occhi azzurri della ragazza, ma la diffidenza prese repentina il sopravvento.

ï¿½Portarmi via? Ma tu chi sei? Come sapevi che mi trovavo qui? Chi mi dice che anche tu non sei una di loro, che tutto questo non sia parte del loro esperimento?ï¿½

Miss Parker guardï¿½ preoccupata lï¿½orologio.

ï¿½Senti, ora non cï¿½ï¿½ tempo. Dobbiamo andarcene o ci scopriranno, ma ti prometto che una volta al sicuro ti spiegherï¿½ tutto, okay?ï¿½

Kimberly si alzï¿½ piano piano, le spalle addossate alla parete, uno sguardo indagatore fisso sulla donna.

ï¿½Andiamo, nonï¿½ï¿½ insistette ancora questa muovendo un passo verso di lei.

ï¿½Non ti avvicinare!ï¿½ lï¿½ammonï¿½ atterrita lï¿½altra.

ï¿½Puoi fidarti di lei, Kimberlyï¿½ esordï¿½ a quel punto una voce allï¿½ingresso della stanza.

ï¿½Jay! - esclamï¿½ questa di colpo raggiante. Ma subito il sorriso le morï¿½ sulle labbra e la sua espressione sï¿½incupï¿½ ï¿½ Anche tu sei coinvolto in tutto questo?ï¿½ domandï¿½ delusa.

Miss Parker si volse e seguï¿½ con lo sguardo il giovane mentre si avvicinava alla ragazza, sempre piï¿½ diffidente, per poi controllare di nuovo con impazienza lï¿½orologioï¿½ancora 6 minutiï¿½

ï¿½Purtroppo sï¿½ ï¿½ le disse Jay ï¿½ Io ci sono nato e cresciuto in un posto come questoï¿½

ï¿½Cosa?ï¿½

ï¿½Eï¿½ stato il Centro a crearmi. Io sono il loro Progetto Geminiï¿½anzi, lo eroï¿½

ï¿½Il Centro? Eï¿½ cosï¿½ che si chiama questo posto? ï¿½ Jay annuï¿½ ï¿½ E tu sei riuscito a scappare?ï¿½

ï¿½Sï¿½, per fortuna mio padre e mio fratello mi hanno salvato da questo inferno e ora Miss Parker puï¿½ fare lo stesso per te ï¿½ aggiunse persuasivo lui ï¿½ Non avere paura, lei ï¿½ unï¿½amicaï¿½

Kimberly si staccï¿½ lentamente dalla parete e strinse dapprima titubante la mano che Jay le porgeva, poi ruppe ogni indugio e gli buttï¿½ le braccia al collo singhiozzando sommessamente.

Jay, imbarazzato e confuso, lï¿½abbracciï¿½ a sua volta, sentendo lï¿½istintivo, inspiegabile bisogno di proteggerla.

ï¿½Andrï¿½ tutto bene, vedraiï¿½ le sussurrï¿½, volgendosi poi verso Miss Parker, che li stava fissando, cercando di non mostrarsi troppo intenerita.

ï¿½Non ti avevo detto di aspettarmi a casa?ï¿½ lo rimproverï¿½ infatti acida.

ï¿½Non saresti mai riuscita a convincerla senza di meï¿½ si giustificï¿½ candidamente Jay.

La donna gli rifilï¿½ unï¿½occhiataccia del tipo con te facciamo i conti dopo!.

ï¿½Andiamo piccioncini ï¿½ esordï¿½ poi, precedendo circospetta i due lungo il corridoio - Abbiamo solo 4 minuti scarsi per filarcela da qui!ï¿½

Il cuore in gola e lï¿½adrenalina che scorreva a fiumi nelle loro vene, percorsero cauti un corridoio dopo lï¿½altro e raggiunsero infine le scale. Ancora un paio di minuti e le telecamere avrebbero ripreso a funzionareï¿½e poi sarebbe arrivata la guardiaï¿½

Miss Parker aprï¿½ di poco la porta che dava accesso al SL26 e sbirciï¿½ prudentemente lungo il corridoio immerso nella penombra: nessuno in vista, ancora pochi metri e sarebbero stati in salvo.

ï¿½Svelti ï¿½ bisbigliï¿½ - dobbiamo raggiungere la grata del condotto di aerazioneï¿½

Non avevano mosso che pochi passi, quando una luce accecante li investï¿½, cogliendoli di sorpresa e il rumore dei passi di una decina di uomini almeno fece loro capire di essere circondati.ï¿½ Erano in trappola.

Miss Parker si avvicinï¿½ istintivamente ai due ragazzi, stretti lï¿½uno allï¿½altra e spaventati a morte, puntando la sua 9mm avanti a sï¿½ e pensando convulsamente ma inutilmente a come potesse togliersi da quellï¿½impiccio.

ï¿½Butti la pistola Miss Parker. Stavolta non potrï¿½ cavarselaï¿½ le intimï¿½ Willie oltremodo soddisfatto, tenendola sotto tiro insieme a tutti i suoi uomini.

La donna squadrï¿½ fredda come il ghiaccio il suo ghigno beffardo, prima di abbassare lentamente il braccio. Non poteva affrontarli tutti da sola, maledizione! Che cosa era andato storto?!

ï¿½Ma guarda che fortuna inaspettata ï¿½ sibilï¿½ a quel punto Cox, facendosi strada tra gli spazzini visibilmente compiaciuto ï¿½ Avevo bisogno di un soggetto per il nuovo programma simulatore e me ne ritrovo addirittura due ï¿½molte grazie Miss Parker!ï¿½

ï¿½Va allï¿½inferno!ï¿½ riuscï¿½ solo a sibilare lei, cercando di non mostrare quanto fosse impaurita.

ï¿½Pensava davvero di poter uscire di qui con Euclid senza che me ne accorgessi? ï¿½ la donna si limitï¿½ a lanciargli una truce occhiataccia ï¿½ Devo ammettere che sono colpito dal modo in cui ha eluso il mio sofisticato sistema di sorveglianzaï¿½immagino sia stato merito del Sig. Broots, non ï¿½ cosï¿½?ï¿½

ï¿½Broots non cï¿½entra. Lï¿½ho praticamente costrettoï¿½

ï¿½Ma certo - lï¿½apostrofï¿½ Cox con palese scetticismo -ï¿½ Tuttavia nemmeno Broots poteva sapere del nostro nuovo ï¿½chiamiamolo antifurtoï¿½

ï¿½Ma di che diavolo sta parlando?!ï¿½

ï¿½Del microchip che abbiamo installato dietro la nuca di Euclid ï¿½ Miss Parker puntï¿½ sullï¿½uomo uno sguardo sconcertato e colmo di disgusto ï¿½ Il Programma ha subito troppe perdite in questi ultimi anni. Prima Jarod, poi Gemini e infine Mirage. Era tempo di trovare una soluzione, non crede? Cosï¿½ possiamo rilevare in ogni momento la posizione del soggettoï¿½

ï¿½I miei complimenti dottore. Ogni volta che penso abbia toccato il fondo lei mi dimostra che non cï¿½ï¿½ limite alla sua mancanza di scrupoli e ogni volta mi stupisco di quanto lei riesca a cadere sempre un poï¿½ piï¿½ in basso!ï¿½ esordï¿½ a quel punto Miss Parker con amara ironia.

Cox le rivolse uno dei suoi sorrisi piï¿½ melliflui.

ï¿½Risparmi il suo sarcasmo Miss Parker, in questo momento sono troppo soddisfatto per prendermela con chiunqueï¿½persino con leiï¿½

ï¿½Sono commossa!ï¿½

ï¿½Sï¿½, non poteva proprio andare meglio di cosï¿½ ï¿½ proseguï¿½ quasi gongolando Cox, ignorando il suo acido commento ï¿½ Sono finalmente in possesso dei due soggetti giusti per portare avanti il nostro esperimentoï¿½

Kimberly e Jay ebbero entrambi un fremito di terrore alle spalle di Miss Parker, ma non osarono aprire bocca.

ï¿½Nostro..? Possiamo almeno sapere di che si tratta?ï¿½

ï¿½Di progresso, Miss Parker ï¿½ replicï¿½ incredibilmente eccitato Cox - Della creazione di un nuovo genere umano, dotato di una mente superiore, una nuova stirpe che partirï¿½ proprio dai nostri due nuovi soggettiï¿½

ï¿½Un momentoï¿½lei vuole accoppiare questi due ragazzi come si fa con cani e gatti?! ï¿½ proruppe la donna interdetta, stentando a credere alle sue stesse parole ï¿½ Eï¿½ impazzito per caso?!ï¿½

ï¿½Sapevo che non avrebbe capitoï¿½

ï¿½Ma con chi crede di avere a che fare?! Con dei topi da laboratorio?! ï¿½ inveï¿½ ancora lei scioccata - Quelli che lei chiama soggetti sono esseri umani e lei non ha nessun diritto diï¿½ï¿½

Miss Parker non riuscï¿½ a terminare la frase. Qualcosa di estremamente duro, forse il calcio di una pistola, colpï¿½ improvvisamente e violentemente la sua nuca, provocandole una fitta acuta, talmente dolorosa da mozzare il fiato. Ogni cosa intorno a lei perse poco a poco forma e colore, mentre il suo corpo cadeva pesantemente a terra, dopodichï¿½ tutto divenne buio.

Motel Sunrise ï¿½ Dover ï¿½ ore 11:00 p.m.

ï¿½Jarodï¿½sei proprio tuï¿½ sussurrï¿½ Margaret, la voce rotta dallï¿½emozione, mentre stringeva il figlio in un lungo, tenero abbraccio.

Quante volte aveva sognato questo momento. Quella voce cosï¿½ dolce, quel profumo delicato di fiori di campoï¿½ sensazioni mescolate ai ricordi lontani e annebbiati della sua infanzia. E il sogno era divenuto realtï¿½. Sebbene ancora stentasse a crederlo, le braccia esili che lo cingevano e il viso incorniciato da folti capelli rossi appoggiato sulla sua spalla erano davvero quelli di sua madre.

ï¿½Ci sono tante cose che vorrei dirtiï¿½chiedertiï¿½ le disse confuso ma felice, stringendole affettuosamente le mani.

ï¿½Lo soï¿½ replicï¿½ la donna senza smettere un attimo di studiare attentamente il figlio, quasi volesse riappropriarsi in un solo minuto di tutti gli anni in cui avrebbe potuto vederlo crescere ma che le erano stati rubati.

Dopo qualche istante Margaret posï¿½ uno sguardo incuriosito su Frank, che in disparte osservava perplesso e un tantino commosso la scena.

ï¿½Lei ï¿½ lï¿½agente Dawsonï¿½ realizzï¿½ poi.

ï¿½Esatto ï¿½ confermï¿½ Jarod ï¿½ Frank, ti presento mia madre, Margaretï¿½

ï¿½Ma certoï¿½ï¿½Mï¿½!ï¿½ esclamï¿½ lï¿½altro.

ï¿½Mi deve scusare, ma non ho mai avuto molta immaginazioneï¿½ confessï¿½ Margaret sorridendogli.

ï¿½Avrei dovuto capirlo subito ï¿½ aggiunse Jarod ï¿½ Sei stata tu a mettere Frank sulle tracce del Centroï¿½

ï¿½Quando ti vidi a Boston, tre anni fa, fui certa che non eri piï¿½ loro prigioniero e che non avrebbero potuto farti del male, anche se avessero capito che ero io la fonte delle informazioni. Cosï¿½ mi sentii libera di agireï¿½.

Un attimo di silenzio, poi quelle parole esitanti, quella domanda che non smetteva di ronzargli nella testa.

ï¿½Mammaï¿½tu lavoravi per il Centro?ï¿½

ï¿½Sï¿½ ammise lei con aria grave.

ï¿½Ma allora perchï¿½ non dicesti alla polizia dove cercare me e Kyle visto che sapevi benissimo dove fossimo finiti?!ï¿½ chiese ancora lui, incapace di nascondere rabbia e delusione.

La donna lo fissï¿½ con infinita tristezza, poi gli voltï¿½ le spalle, senza dire nulla.

ï¿½Come hai potuto permettere a quella gente di..?!ï¿½

ï¿½Non era cosï¿½ semplice - si difese a quel punto Margaret, volgendosi di nuovo verso il figlio, con aria contrita ï¿½ Non lo ï¿½ nemmeno adessoï¿½

Jarod e Frank la fissarono entrambi costernati, senza riuscire a capire e la donna trasse un profondo sospiro.

ï¿½Forse ï¿½ giunto il momento che vi racconti tutta la veritï¿½ esordï¿½ poi rassegnata, sedendosi sul letto e facendo cenno al figlio di prendere posto accanto a lei.

ï¿½Avevo poco piï¿½ di ventï¿½anni quando iniziai a lavorare per quello che credevo fosse un avanzato istituto di ricerche, votato al progresso scientifico per il bene dellï¿½umanitï¿½ ï¿½ iniziï¿½ a raccontare con voce flebile ï¿½ Lï¿½ufficio a cui venni assegnata svolgeva una funzione di controllo etico-morale sui progetti proposti dai vari gruppi di ricerca prima di autorizzarne il finanziamento e a capo di questï¿½ufficio cï¿½era una persona straordinariaï¿½ï¿½

ï¿½Catherine Parkerï¿½ intuï¿½ Jarod.

ï¿½Sï¿½. Era bello lavorare con lei. Credeva fermamente in quello che faceva e svolgeva il suo compito con profonda dedizione. A quel tempo riponeva ancora tutta la sua fiducia nel Centro, pensate che fu proprio lei a parlarmi della Nugenesis quando le confidai che, pur desiderando tanto un figlio non riuscivo a rimanere incintaï¿½

Margaret si lasciï¿½ sfuggire una smorfia di amaro rimpianto.

ï¿½Ero giï¿½ al quarto mese di gravidanza quando scoprii la veritï¿½ e ricordo bene quel giorno, come se fosse ieri. Mi trovavo nellï¿½ archivio del cartaceo, a cercare vecchi documenti per Catherine, un seminterrato tetro e polveroso, in cui raramente incontravo altri colleghi. Ero lï¿½ da circa mezzï¿½ora quando quei due uomini entrarono. Non si erano accorti della mia presenza quindi iniziarono tranquillamente a parlare, cosï¿½ riconobbi le voci: erano il Sig. Matumbo, allora semplice membro del consiglio di amministrazione e il Dr. Raines. Catherine non aveva particolare simpatia per loro, il suo intuito le diceva che erano entrambi troppo ambiziosi e poco interessati al benessere del genere umano. Quel giorno ebbi la certezza che non si sbagliavaï¿½.

Margaret si interruppe, come per raccogliere le idee. Jarod e Frank fremevano per conoscere il seguito della storia, ma attesero pazienti in silenzio, finchï¿½ la donna non riprese il racconto.

ï¿½Matumbo rivelï¿½ che presto avrebbe ottenuto il controllo del Centro per conto di qualcosa che chiamï¿½ ï¿½Triumviratoï¿½ e che i Parker non avrebbero creato problemi. Questo Triumvirato era a capo di unï¿½organizzazione ombra, che agiva a livello globale con un ambizioso piano a lungo termine, i cui membri erano gente potente e senza scrupoli, ma Matumbo li teneva tutti in pugno, perchï¿½ aveva registrato i nomi di ognuno di loro in una lista, di cui lui solo conosceva il nascondiglio. Matumbo voleva fare del Centro un laboratorio nel quale sviluppare i mezzi per realizzare il suo piano, un piano in cui Raines avrebbe potuto avere un ruolo fondamentale, se fosse stato disposto a collaborare. Vi rendete conto? Eraï¿½era pazzesco! Quellï¿½uomo stava parlando impassibile di un complotto per controllare il mondo cosï¿½, come si progetta lï¿½acquisto di una nuova auto! Ero talmente scioccata da non poter quasi respirareï¿½e questo non era ancora tuttoï¿½

ï¿½A quel punto arrivï¿½ la risposta di Rainesï¿½ intuï¿½ Jarod.

ï¿½Giï¿½. Raines fu ben lieto di accettare la proposta e illustrï¿½ a Matumbo il suo progetto segreto, che stava prendendo forma alla Nugenesis, Prodigio. Gli disse delle schede rosse e della selezione genetica volta alla creazione una nuova razza di individui che chiamï¿½ simulatori, vale a dire persone capaci di fare qualsiasi cosa. Gli spiegï¿½ come, una volta cresciuti, intendesse sottrarre i bambini alle loro famiglie affinchï¿½ lï¿½organizzazione di Matumbo potesse servirsene per i propri scopi. Era mostruosoï¿½capii che Raines aveva usato anche me per il suo esperimento e che mi avrebbe portato via il mio bambino per usarlo come una cavia da laboratorio. Ero cosï¿½ sconvolta e terrorizzata da non riuscire a muovermiï¿½

Jarod le prese istintivamente le mani e Margaret lo guardï¿½ sorridendogli teneramente.

ï¿½Sai, fu proprio in quel momento che ti sentii scalciare per la prima volta ï¿½ gli rivelï¿½ ï¿½ Fu unï¿½emozione fortissima che mi scrollï¿½ improvvisamente di dosso la paura e mi fece capire cosa dovevo fare. Lasciai cadere tutti i fascicoli che avevo in mano e corsi fuori dal seminterrato veloce come un razzo, cosï¿½ loro si accorsero che ero lï¿½, anche se sul momento non capirono chi fossi perchï¿½ era troppo buio. Credo siano stati certi dellï¿½identitï¿½ di chi li aveva spiati solo quando non mi ripresentai al lavoro, ma allora fu troppo tardi. Avevo detto a tuo padre che mi ero licenziata perchï¿½ avevo scoperto transazioni finanziarie poco pulite al Centro e lo avevo convinto a trasferirci altrove quel giorno stessoï¿½

ï¿½E non dicesti nulla a Catherine?ï¿½

ï¿½Dopo le parole di Matumbo, non ero certa di potermi fidare di lei. E poi in quel momento volevo soltanto fuggire il piï¿½ lontano possibile da Blue Cove per proteggere il mio bambinoï¿½

ï¿½Ma purtroppo ci trovarono comunqueï¿½ commentï¿½ amaramente Jarod.

ï¿½Devi credermi Jarod, in tutti questi anni non ho fatto che cercare il modo per salvare te e Kyle ma non sapevo come! ï¿½ replicï¿½ accorata Margaret - Eï¿½ vero, quando ti portarono via non dissi nulla alla polizia, nï¿½ a tuo padre, ma decisi di rivolgermi allï¿½unica persona che forse avrebbe potuto aiutarmiï¿½

ï¿½Catherineï¿½

Margaret assentï¿½.

ï¿½Purtroppo non le fu dato mai di sapere dove fosse finito Kyle, perï¿½ riuscï¿½ a trovare te e mi promise che ti avrebbe salvato, come aveva giï¿½ fatto con altri bambini rapiti dal Centro. Ma qualcosa sconvolse il suo piano: scoprï¿½ di essere stata usata per un nuovo progetto del Centroï¿½

ï¿½Ethanï¿½

ï¿½Sï¿½. Catherine dovette inscenare la propria morte per sottrarre se stessa e il bambino, il futuro progetto Mirage, dal controllo del Centro e di Mr. Parkerï¿½ma non capirï¿½ mai perchï¿½ decise di fidarsi di quel serpente!ï¿½

ï¿½Raines, che finï¿½ per tradirla e ucciderlaï¿½

ï¿½Ero disperata. Avevo rinunciato a tutto, avevo dovuto lasciare prima tuo padre e in seguito anche Emily per non metterli in pericolo. Avevo deciso di fidarmi di Catherine, le avevo raccontato tutto, ma poi anche leiï¿½ï¿½

ï¿½Sei stata tu a dire a Catherine della listaï¿½ intuï¿½ Jarod.

ï¿½Sï¿½ e per questo lei ï¿½ stata uccisa ï¿½ mormorï¿½ addolorata Margaret ï¿½ Ma non potevo rivolgermi alla polizia, nï¿½ a nessun altro, perchï¿½ temevo che facessero del male a te a Kyleï¿½

ï¿½Ora capisco tutto ï¿½ realizzï¿½ a quel punto Jarod con un amaro sorriso ï¿½ Finalmente so perchï¿½ dopo cinque anni dalla mia fuga ancora mi cercano. Non perchï¿½ sono il migliore dei loro simulatori, ma perchï¿½ sanno che tenendo in pugno me possono controllare anche teï¿½

La donna di nuovo annuï¿½.

ï¿½Sfortunatamente, anche sapendoti al sicuro non ho potuto fare molto ï¿½ seguitï¿½ - Dopo la morte di Catherine mi ritrovai in un vicolo cieco, ma continuai comunque ad indagare. Mi ci sono voluti quasi trentï¿½anni per mettere insieme tutte le informazioni che poi ho fornito allï¿½agente Dawson, ma per quanto schiaccianti, quelle prove non ci permetterebbero nemmeno di arrivare in tribunale, perché…»

ï¿½ï¿½perchï¿½ il Centro ha agganci troppo potentiï¿½ terminï¿½ Jarod.

ï¿½E ha tentacoli ovunqueï¿½

ï¿½Per questo mi fece promettere di non parlare a nessuno del caso - intervenne a quel punto Frank ï¿½ Ma come mai si fidï¿½ proprio di me?ï¿½

ï¿½Sapevo che non mi avrebbe tradita, perchï¿½ anche suo figlio era stato rapito dal Centroï¿½

ï¿½Insomma la nostra unica speranza sarebbe smascherare lï¿½intero complotto, cioï¿½ trovare la listaï¿½ osservï¿½ Jarod.

ï¿½So che Catherine la cercï¿½ a lungo e sono anche convinta che avesse scoperto qualcosa, ma non fece in tempo a parlarmeneï¿½

ï¿½Probabilmente Raines finse di volerla aiutare solo per carpirle informazioni sulla lista, per usarle al momento giusto contro Matumbo e la sua organizzazioneï¿½

ï¿½Ma sfortunatamente anche Raines ï¿½ morto ï¿½ commentï¿½ deluso Frank ï¿½ E anche ammesso che fosse riuscito ad ottenerle, non puï¿½ piï¿½ rivelarci quelle informazioniï¿½

ï¿½Eï¿½ vero, perï¿½ esordï¿½ Margaret, ma poi esitï¿½.

ï¿½Perï¿½..?ï¿½ chiesero allï¿½unisono gli altri due.

ï¿½Dï¿½accordo, tanto vale che vi dica anche questo ï¿½ continuï¿½ la donna - Poco tempo dopo la morte di Catherine trovai una lettera nella casella fermo posta che utilizzavamo per comunicare. Dentro la busta cï¿½era soltanto un biglietto con una strana frase. Non so cosa significhi, ma credo che sia importante se lei ha fatto in modo che lï¿½avessiï¿½

ï¿½Dovï¿½ï¿½ quel biglietto mamma?ï¿½ chiese Jarod speranzoso.

Margaret allungï¿½ la mano verso la sua borsetta, ma non fece nemmeno in tempo a sfiorarla, perchï¿½ proprio in quel momento la porta si aprï¿½ di botto e una squadra di spazzini fece irruzione, occupando rapidamente la stanza, le armi minacciosamente spianate contro di loro.

ï¿½Mantieni la calmaï¿½ si diceva Jarod, studiando freddamente la situazione: tre uomini li tenevano sotto tiro, uno presidiava la finestra, un secondo sorvegliava di sicuro quella del bagno e altri due erano alla porta dï¿½ingresso: li avevano colti di sorpresa maledizione! Non cï¿½era piï¿½ modo di reagire, non gli restava che alzare riluttante le mani in segno di resa e guardare impotente mentre Mr. White, con un ghigno soddisfatto stampato sul volto spietato, disarmava sia lui che Frank.

ï¿½Ma guarda guardaï¿½che tenero quadretto familiare!ï¿½

Prima ancora di volgere lo sguardo allï¿½entrata, Jarod sapeva di chi fosse quella battuta carica di sarcasmo.

ï¿½Lyleï¿½non ti aspettavamoï¿½ replicï¿½ a sua volta ironico.

ï¿½Oh ne sono certo. Ma, vedi, tua madre e il tuo amico dovrebbero stare piï¿½ attenti quando giocano con la loro mailbox. Eï¿½ stato fin troppo facile stanarli!ï¿½

A quelle parole, Margaret emise un sospiro, che voleva dire ï¿½sapevo che sarebbe successoï¿½, mentre Frank serrava la mascella, profondamente in collera con se stesso per la propria imprudenza.

ï¿½Sarï¿½ un vero piacere riportarti al Centro in cosï¿½ buona compagniaï¿½ aggiunse esultante Lyle, facendo cenno agli uomini di ammanettare i prigionieri.

ï¿½E se declinassi lï¿½invito?ï¿½ obiettï¿½ deciso Jarod.

ï¿½Non credo ti convenga, perchï¿½ - replicï¿½ lï¿½altro in un artefatto tono colloquiale, le mani affondate con affettata noncuranza nelle tasche, un sorrisetto ipocrita stampato sulle labbraï¿½ ï¿½ Vedi, parlandoci chiaro, al Centro interessi soltanto tu. Quindi non mi porrei il minimo problema a far fuori il nostro impavido agente Dawson e persino la tua dolce mammina, se ï¿½ questo che devo fare per farti collaborare - a quelle parole, Jarod suo malgrado impallidï¿½ ï¿½ Sai che lo farei, non ï¿½ vero..? Dï¿½altra parte ho giï¿½ ammazzato tuo fratelloï¿½

ï¿½Sei un essere spregevole, un lurido vermeï¿½ma non la passerai liscia!ï¿½ sbottï¿½ a quel punto il simulatore, cedendo per un attimo allï¿½ira e alla sua latente sete di vendetta, mentre Mr. White gli stringeva le manette ai polsi.

ï¿½Oh io credo proprio di sï¿½. Ormai non puoi piï¿½ fermarmi. Avresti dovuto uccidermi tempo fa, sui Monti Appalachi, quando ne hai avuta lï¿½occasione! ï¿½ rispose lï¿½altro fronteggiandolo con aria trionfante ï¿½ Li porti alla macchina, Whiteï¿½

Questi annuï¿½, spingendo i tre prigionieri verso lï¿½uscita senza tanti complimenti, mentre gli uomini continuavano a tenerli sotto tiro.

ï¿½Andiamo Jarod, si torna a casaï¿½ sibilï¿½ poi compiaciuto.

Procedendo a lunghi passi, in un silenzio opprimente, raggiunsero il parcheggio deserto. Si trovavano ormai in prossimitï¿½ delle inconfondibili berline nere del Centro quando gli spazzini che scortavano i prigionieri si accasciarono improvvisamente e inspiegabilmente al suolo, uno dopo lï¿½altro, emettendo uno smorzato gemito di dolore. Fu questione di una manciata di secondi: Jarod, Margaret e Frank ancora si guardavano lï¿½un lï¿½altro stupiti, chiedendosi cosa fosse successo, mentre tre figure vestite di nero dai volti coperti emergevano furtivi dallï¿½oscuritï¿½, puntando i loro fucili contro Lyle e Mr. White, che furiosi e sconcertati, si arresero ai nuovi arrivati.

Jarod si appressï¿½ alla madre, pensando istintivamente a proteggerla e cercando di intuire che intenzioni avessero i tre individui, visto che uno di questi si stava pericolosamente avvicinando a loro.

Senza dire una parola, lï¿½uomo prese Margaret per il braccio e lï¿½attirï¿½ a sï¿½.

ï¿½Hei!ï¿½ fece per inveire Jarod, salvo poi rendersi conto che lï¿½altro stava soltanto togliendole le manette.

Ancora silenzio. La tensione era quasi palpabile. Poi quella voce gli tolse ogni dubbio.

ï¿½Va tutto bene signora?ï¿½

ï¿½Charles - mormorï¿½ Margaret ancora un tantino spaventata ï¿½ Oh Charlesï¿½non posso crederciï¿½sei davvero tu!ï¿½ esclamï¿½ buttandogli le braccia al collo.

ï¿½Sï¿½ tesoro ï¿½ disse il Maggiore togliendosi il passamontagna per baciare la moglie ï¿½ E tu? Tutto bene figliolo?ï¿½ chiese poi prima di liberare anche Frank e Jarod.

ï¿½Papï¿½, non sono mai stato tanto felice di vederti! ï¿½ esclamï¿½ questi sollevato, poi accennando ai corpi stesi a terra ï¿½ Ma quegli uomini sono..?ï¿½

ï¿½No, sta tranquillo. Stanno solo dormendoï¿½

ï¿½Come hai fatto a..?ï¿½

ï¿½ï¿½a sapere che eri nei guai? Bï¿½, ï¿½ merito suoï¿½ disse il Maggiore indicando uno dei suoi compagni, che, dopo aver legato ben bene Mr. White, si tolse a sua volta il cappuccio.

ï¿½Ethan!ï¿½

ï¿½Qualcosa mi diceva che avevi bisogno dï¿½aiuto, cosï¿½ ho chiesto rinforzi!ï¿½ spiegï¿½ questi sorridendo.

Infine anche il terzo membro del gruppo, che teneva sotto tiro un Lyle dallï¿½aria sempre piï¿½ astiosa, mostrï¿½ il proprio volto.

ï¿½Emily!ï¿½ esclamï¿½ sbalordito Jarod.

ï¿½Ciao fratellone..! A terra tu!ï¿½ intimï¿½ poi al suo prigioniero, chinandosi su di lui per legargli i polsi.

A quel punto Margaret non seppe piï¿½ trattenere le lacrime. Anche se in cuor suo non aveva mai smesso di sperare, stentava a credere che tutta la sua famiglia si fosse finalmente riunita dopo tanti anni.

ï¿½Piccola miaï¿½ï¿½ riuscï¿½ appena a dire, la voce soffocata dallï¿½emozione e dal pianto.

ï¿½Ciao mammaï¿½ï¿½ sussurrï¿½ commossa Emily, ricambiando lo sguardo affettuoso della madre.

Ma Lyle non mancï¿½ certo di approfittare di quellï¿½attimo di distrazione. Con uno scatto gettï¿½ la ragazza a terra e si precipitï¿½ al volante dellï¿½auto piï¿½ vicina, mise in moto e si allontanï¿½ a folle velocitï¿½, in un assordante stridio di gomme, di certo diretto ad un elicottero o ad un aereo che lo avrebbe riportato al Centro.

Jarod era giï¿½ balzato alla guida della seconda berlina, piï¿½ che mai intenzionato a riacciuffarlo, maï¿½

ï¿½No aspetta Jarodï¿½ lo fermï¿½ deciso Ethan.

ï¿½Cosa?! Non vorrai che lo lasci andare!ï¿½ protestï¿½ irritato lï¿½altro.

ï¿½Ti occuperai di lui piï¿½ tardi, tanto non riusciresti a raggiungerlo. E poi ora non cï¿½ï¿½ tempoï¿½

ï¿½Ma che stai dicendo?!ï¿½

ï¿½Devi correre subito al Centro. Miss Parker e Jay sono nei guaiï¿½

Il Centro, Blue Cove ï¿½ Ala Rinnovamento ï¿½ ore 00:55 a.m.

Tutto era buio intorno a lei quando udï¿½ di nuovo quel grido, la disperata richiesta dï¿½aiuto di un ragazzino, una voce del suo passato che conosceva bene, maï¿½era di nuovo nel suo incubo oppure nella realtï¿½?

Nel torpore di un confuso dormiveglia, lei lo chiamï¿½ a sua volta: ï¿½Jarod..?ï¿½

ï¿½Miss Parker svegliati!ï¿½ gridï¿½ ancora la voce.

Seguendola, la donna percorse nuovamente quel corridoio buio, dalle pareti scure, che parevano muoversi e volerle piombare addosso per afferrarla. Poi, oramai infondo al tunnel, intravide una debole luce: le grida provenivano da laggiï¿½, insieme al battito dapprima smorzato ma via via sempre piï¿½ forte di un orologio a pendoloï¿½doveva fare in fretta, il tempo stava per scadereï¿½

ï¿½Miss Parker ti prego apri gli occhi!ï¿½ urlï¿½ ancora quella voce di adolescente.

La donna si precipitï¿½ allora incontro alla luce, verso lï¿½uscita e finalmente si svegliï¿½. La testa le doleva terribilmente e ci mise un poï¿½ a capire dove fosse: una stanza vuota e asettica, dalle pareti metalliche, illuminata da una luce al neon che pareva provenire da ogni direzione. Non cï¿½erano dubbi, si trovava da qualche parte al Centro.

ï¿½Miss Parker mi senti?!ï¿½ continuava a gridare il giovane Jarodï¿½cioï¿½un momentoï¿½quella voce era di Jay!

ï¿½Sï¿½sï¿½ti sento - borbottï¿½ finalmente lei ï¿½ Che diavolo ï¿½ successo?ï¿½

ï¿½Willie ti ha dato una botta in testa e ci hanno rinchiusi qui dentro ï¿½ spiegï¿½ concitato il ragazzo - E hanno portato Kimberly in laboratorioï¿½e tra un poï¿½ verranno a prendere anche me! Quel pazzo di Cox diceva che ï¿½ il momento giustoï¿½Miss Parker, dobbiamo fare qualcosa!!!ï¿½

ï¿½Ora calmati e lasciami pensare!ï¿½ lo zittï¿½ decisa.

Il ragazzo era fuori di sï¿½ per lï¿½angoscia e la paura e ne aveva tutte le ragioni. Era legato mani e piedi ad un tavolo dï¿½acciaio con robusti anelli metallici, proprio come lei. Doveva trovare un modo per liberare entrambi e poi per uscire da quella stanza, anche se immaginava che non sarebbe stato facile, visto che non cï¿½erano altre vie dï¿½uscita oltre la porta, che sicuramente aveva una serratura elettronica.

Maledizione! Se almeno avesse avuto il suo cellulareï¿½e il trasmettitore, chissï¿½ se funzionava ancora? Ah se solo avesse potuto mettersi in contatto con Brootsï¿½o con Jarodï¿½anzi no! Jarod non doveva mettere piï¿½ piede al Centro, soprattutto ora che il suo dannato incubo sembrava avverarsi. A proposito, nel suo sogno a quel punto Jay sarebbe dovuto sparire, perï¿½oh noï¿½unï¿½idea, forse un presentimento le raggelï¿½ il sangue nelle vene, ma non ebbe nemmeno il tempo di preoccuparsene, perchï¿½ allï¿½improvviso la porta si aprï¿½ e Lyle entrï¿½, seguito da due nerboruti assistenti di Cox, scortati da Willie. La coppia di energumeni prese Jay e lo trascinï¿½ via, incurante del disperato dibattersi e delle grida strazianti del ragazzo: ï¿½No..! Lasciatemi..! Aiuto Miss Parker..!ï¿½

La donna chiuse gli occhi e strinse i pugni, resistendo strenuamente allï¿½incontenibile desiderio di piangere e gridare a sua volta. Aveva fallito, fallito miseramente. Non solo non era riuscita a salvare Kimberly, ora anche Jay era di nuovo nelle grinfie del Centro ed era stata lei permettere che accadesse, ma a quel punto non poteva fare piï¿½ nulla. Non sopportava di sentirsi cosï¿½ impotente, perï¿½ mai e poi mai si sarebbe mostrata sconfitta e affranta proprio di fronte a Lyle, che la stava fissando con aria beffarda, la mano destra priva del pollice nascosta, come al solito con nonchalance nella tasca.

ï¿½Dovevo immaginare che anche tu fossi coinvolto in questa squallida faccendaï¿½ lï¿½accusï¿½ infatti, squadrandolo spavalda.

ï¿½Perchï¿½ non dovrei esserlo? ï¿½ replicï¿½ per le rime lï¿½altro ï¿½ Come sicuramente giï¿½ sai, il direttore del Centro ha dato la sua piena approvazione a questo progettoï¿½

ï¿½Puï¿½ darsi, ma non penso che approverebbe anche la reclusione della sua stessa figliaï¿½

ï¿½Uhmï¿½forse no. Ad ogni modo io ho in mente ben altroï¿½

Lyle aveva negli occhi lo sguardo crudele del gatto che gioca col topo prima di azzannarlo, probabilmente la medesima, perversa espressione che assumeva quando stava per uccidere in modo efferato una delle sue sfortunate vittime dai tratti orientali. Quello sguardo, suo malgrado, la spaventï¿½ a morte.

ï¿½Ora basta! Fammi uscire subito di qui!ï¿½ gli disse in un tono che avrebbe voluto essere intimidatorio.

ï¿½E rinunciare a tutto il divertimento? ï¿½ ribattï¿½ beffardo lï¿½altro. I suoi piani per Jarod erano sfumati, con lei sarebbe stato diverso ï¿½ Ma se ho persino dovuto correre per poter arrivare in tempo!ï¿½

ï¿½In tempo per cosa?ï¿½

ï¿½Le vedi quelle bocchette Miss Parker? ï¿½ seguitï¿½ Lyle. Lei lanciï¿½ unï¿½occhiata alle piccole feritoie che correvano lungo la parete, tutto intorno al perimetro della stanza ï¿½ Servono a far circolare aria, ma coi dovuti accorgimenti possono immettere in questa stanza ancheï¿½che soï¿½ un gas tossicoï¿½

Un agghiacciante brivido di terrore le corse lungo la schiena, ma le riuscï¿½ di non tremare. Quello psicopatico aveva davvero intenzione di eliminarla e nessuno lo avrebbe fermato.

ï¿½Credevo che le camere a gas fossero passate di moda dopo lï¿½ultima guerraï¿½ osservï¿½ tuttavia Miss Parker, ostentando un improbabile aplomb.

ï¿½Sfrontata fino alla fine! ï¿½ commentï¿½ Lyle con una punta di stizza nella voce ï¿½ Ma suppongo tu non voglia darmi la soddisfazione di mostrarti almeno un poï¿½ impaurita, vero?ï¿½

ï¿½Papï¿½ ti farï¿½ a pezzi quando lo saprï¿½ ï¿½ provï¿½ a minacciarlo lei, in un ultimo, disperato tentativo di salvarsi la vita -ï¿½ Sono proprio curiosa di sapere come ti giustificherai stavoltaï¿½

ï¿½Un malaugurato incidenteï¿½ disse lui alzando le spalle indifferente.

ï¿½Andiamo, non penserai davvero che ci crederï¿½!ï¿½

ï¿½ï¿½Giï¿½, probabilmente hai ragione ï¿½ convenne lï¿½altro con affettata apprensione - Certo lui si arrabbierï¿½ moltissimo e ci starï¿½ male per un poï¿½ï¿½ma poi si riprenderï¿½. Infondo ï¿½ riuscito a superare anche la morte di Catherine, no?ï¿½

ï¿½Maledetto bastardo!ï¿½ pensï¿½ per lï¿½ennesima volta Miss Parker riferendosi al fratello. Era davvero deciso ad andare fino in fondo e purtroppo lei non era in grado di impedirglielo. Perï¿½ poteva almeno prendere tempoï¿½

ï¿½Perchï¿½?ï¿½ gli domandï¿½ a bruciapelo, guardandolo dritto negli occhi.

ï¿½Cosa?ï¿½

ï¿½Perchï¿½ lo stai facendo? Voglio dire, non ci siamo certo mai amati come fratello e sorella, ma vorrei tanto sapere cosa ti ha spinto ad arrivare ad uccidermiï¿½

ï¿½Davvero non lo immagini?ï¿½

ï¿½Se cosï¿½ fosse non te lo chiederei. Sai quanto detesto le chiacchiere inutiliï¿½

Lyle, ammutolito, distolse lo sguardo da quello della donna, lasciandosi sfuggire un sorrisetto sardonico, ma infondo un poï¿½ amaro.

ï¿½Perchï¿½ lo faccio? Bï¿½, ci sono varie ragioni ï¿½ esordï¿½ poi in tono tagliente, prendendo a passeggiare su e giï¿½ per la stanza ï¿½ Perchï¿½ non sopporto la tua altezzositï¿½ e lï¿½aria di sufficienza con cui mi hai sempre guardato dallï¿½alto in basso, perchï¿½ tutti ti reputano assai piï¿½ dotata di me, perchï¿½ persino nostro padre tiene molto piï¿½ a te che a meï¿½perchï¿½ io sarei potuto essere al tuo posto e tu al mioï¿½

ï¿½Ma che stai dicendo?ï¿½ mormorï¿½ Miss Parker sbalordita, iniziando ad intuire quali fossero i suoi pensieri.

ï¿½Non ï¿½ forse cosï¿½? Abbiamo avuto gli stessi genitori. La stessa donna ci ha messi al mondo lo stesso giorno, alla stessa ora, sotto la medesima stella. Eppure le nostre sorti sono state molto diverseï¿½

ï¿½Non sono stata io a volerloï¿½

ï¿½Ma tu sei quella che ne ha tratto maggior vantaggioï¿½

ï¿½Vantaggio?! Ma fammi il piacere!ï¿½

ï¿½A te sono toccate una bella casa, scuole di primï¿½ordine e una madre amorevole, che ha saputo proteggerti dal Centro. A me invece sono toccati i Bowman, unï¿½esistenza squallida e gli esperimenti psicologici di Rainesï¿½

Miss Parker lo fissï¿½ a lungo sconcertata: il tormento dietro la durezza del suo sguardo, la smorfia aspra della sua bocca, nascosta dietro un sorriso cinico. Era pieno di risentimento, si sentiva una vittimaï¿½anzi, probabilmente lo era davvero, si disse la donna e per un attimo ebbe pietï¿½ di lui. Ma non poteva dimenticare che quella vittima era diventata il suo carnefice.

ï¿½Non ï¿½ cosï¿½ semplice Lyle ï¿½ esordï¿½ pacata. Se proprio doveva morire, almeno lo avrebbe fatto dopo avergli detto in faccia tutto ciï¿½ che pensava di lui - Tu non sei stato lï¿½unica vittima del Centro. Tanti altri lo sono stati, come Jarod, Angelo o Kyle. Ma nessuno di loro ï¿½ diventato come teï¿½

ï¿½Che vuoi dire?ï¿½

ï¿½Ma guardati! ï¿½ lï¿½apostrofï¿½ con sarcasmo - Stai per uccidere tua sorella e non esisteresti a fare lo stesso con nostro padre o con chiunque altro ostacolasse il tuo cammino. Credi davvero che lï¿½avere avuto una sorte diversa avrebbe cambiato quello che sei?ï¿½

ï¿½E tu credi che mi piaccia essere quello che sono?! - proruppe rabbiosamente lui ï¿½ Non ho scelto io di diventare cosï¿½, ï¿½ stata la vita che ho fatto, la vita che avrebbe potuto essere tua!ï¿½

ï¿½Il povero innocente traviato da un mondo corrottoï¿½scusa se non mi commuovo!ï¿½

ï¿½Tu non puoi capire. E come potresti? ï¿½ replicï¿½ duramente lui ï¿½ Tu hai avuto tutto, hai avuto ciï¿½ che poteva essere mio, sei ciï¿½ che io sarei potuto essere. E comunque al posto tuo non farei tanto la santarellina! Te lï¿½ho giï¿½ detto,ï¿½ non sei affatto migliore di me. Tu sei esattamente come me, hai solo avuto piï¿½ fortunaï¿½

ï¿½Puï¿½ darsi, ma ï¿½ assurdo che tu stia incolpando me perï¿½ï¿½

ï¿½Te, il destinoï¿½che differenza fa? Lï¿½importante ï¿½ che finalmente qualcuno pagherï¿½

ï¿½Quello che dici non ha senso! Eï¿½ vero, il destino, o chi per lui,ï¿½ ti ha allontanato dalla tua famiglia, ma non ï¿½ certo stato il destino a farti diventare ciï¿½ che sei. Di questo devi incolpare solo te stessoï¿½

ï¿½No non ï¿½ vero! ï¿½ esclamï¿½ dï¿½impulso Lyle, con la voce stridula e furente di chi nega consapevolmente lï¿½evidenza. Poi riacquisï¿½ lï¿½autocontrollo - Eï¿½ ora di pareggiare il conto e riprendermi ciï¿½ che mi ï¿½ stato rubato ï¿½ dichiarï¿½ con flemmatico cinismo ï¿½ Eï¿½ ora di toglierti di mezzo, Miss Parkerï¿½

Cosï¿½ dicendo le volse le spalle e si incamminï¿½ verso lï¿½uscita.

ï¿½Lyle non puoi farlo..! Lyle!!!ï¿½ gridï¿½ disperatamente la donna.

Lui si fermï¿½fece per girarsiï¿½ma poi cambiï¿½ idea.

ï¿½Addio sorellinaï¿½

La porta si richiuse dietro di lui con un lieve fruscio e poco dopo un vapore denso, che sapeva di zolfo iniziï¿½ ad uscire dalle bocchette, invadendo la stanza lento e minaccioso.

Presto sarebbe stata la fine.

Blue Cove, in una strada isolata e deserta, non lontana dal Centro ï¿½ ore 01:15 a.m.

La vecchia Ford posteggiata segnalï¿½ tre volte coi fari, come stabilito poco prima al telefono e le due berline, che stavano avanzando lente, a breve distanza lï¿½una dallï¿½altra lungo la strada buia, arrestarono il motore accanto allï¿½auto giï¿½ ferma.

Da questa scesero Sydney e Broots per andare incontro ai nuovi arrivati, che stavano uscendo dagli abitacoli.

I loro occhi erano cerchiati, causa il sonno mancato, i volti tirati per lï¿½ansia che da ore li consumava.

ï¿½Dovï¿½ï¿½ Miss Parker? ï¿½ chiese Jarod senza preamboli e senza nemmeno dar loro il tempo di meravigliarsi per la presenza della sua famiglia al completo ï¿½ Sto provando a chiamarla da oltre unï¿½ora, ma al cellulare non rispondeï¿½

ï¿½Bï¿½eccoï¿½ - farfugliï¿½ esitante Broots ï¿½ Eï¿½ entrata nel SL-27 per cercare Kimberlyï¿½ï¿½

ï¿½Chi ï¿½ Kimberly?ï¿½

ï¿½Kimberly Lawrence ï¿½ il nuovo soggetto di Cox che il Centro ha rapito ï¿½ chiarï¿½ Sydney ï¿½ Ed ï¿½ anche unï¿½amica di tuo fratello Jay, ecco perchï¿½ lui ï¿½ venuto qui ieri seraï¿½

ï¿½Dovï¿½ï¿½ ora Jay?ï¿½

ï¿½Non ne ho idea ï¿½ replicï¿½ il dottore, scuotendo preoccupato il capo ï¿½ Doveva rimanere a casa di Miss Parker, ma veniamo ora da lï¿½ e di lui non cï¿½era tracciaï¿½

ï¿½Quellï¿½incosciente deve aver seguito Miss Parker al Centroï¿½

ï¿½Cï¿½ï¿½ dellï¿½altro ï¿½ aggiunse Broots - Purtroppo credo che qualcosa sia andato storto. Ho perso ogni contatto con lei da piï¿½ di due oreï¿½

ï¿½Maledizione! ï¿½ sbottï¿½ allora Jarod nervosamente, in preda allï¿½inquietudine piï¿½ che alla collera - Ma come le ï¿½ venuto in mente di..?!ï¿½

ï¿½Perï¿½ so esattamente dovï¿½ï¿½ ï¿½ cercï¿½ goffamente di rabbonirlo il tecnico ï¿½ Miss Parker ha un trasmettitore nascosto in un bottone della giacca, grazie al quale ho potuto seguire tutti i suoi movimenti. In questo momento si trova nellï¿½Ala Rinnovamentoï¿½ concluse mostrando il segnale sul monitor del suo portatile.

ï¿½Devi sbrigarti Jarod ï¿½ intervenne a quel punto Ethan ï¿½ Non cï¿½ï¿½ piï¿½ molto tempoï¿½leiï¿½lei sta soffocandoï¿½ï¿½

A quelle parole, sempre piï¿½ angustiato, Jarod avrebbe voluto prendere a pugni il mondo intero, ciï¿½ nonostante riuscï¿½ a dominarsi e a ritrovare la sua proverbiale luciditï¿½.

ï¿½Frank devi far intervenire la polizia e fare irruzione al Centroï¿½ esordï¿½ deciso.

ï¿½Ma come? ï¿½ replicï¿½ stupito questi - Non abbiamo sempre detto che..?ï¿½

ï¿½Lo so, ï¿½ un rischio. Ma Kimberly Lawrence si trova lï¿½ dentro contro la sua volontï¿½, questo basterï¿½ per accusarli di rapimento e nel frattempo speriamo di trovare quella dannata listaï¿½

ï¿½Dï¿½accordo. Tu che farai?ï¿½

ï¿½Devo correre da Miss Parker, prima che sia troppo tardiï¿½

ï¿½Non puoi andare da soloï¿½

ï¿½E tu non puoi venire con me. Devi restare qui e occuparti della poliziaï¿½

ï¿½Verrï¿½ io con teï¿½ si offrirono allï¿½unisono Ethan e il Maggiore Charles.

ï¿½E anchï¿½ioï¿½ fece loro eco una voce di donna.

ï¿½Emilyï¿½ï¿½

ï¿½Non ci provare Jarod! ï¿½ lo interruppe brusca la ragazza ï¿½ Cï¿½ï¿½ mio fratello lï¿½ dentroï¿½

Lï¿½altro sospirï¿½ scuotendo il capo.

ï¿½Sentiteï¿½apprezzo molto la vostra offerta, ma non potete venire con me ï¿½ cercï¿½ di dissuaderli ï¿½ I sistemi di sicurezza sono capillari e molto avanzati ï¿½ proseguï¿½ senza dar loro il tempo di ribattere ï¿½ Da solo darï¿½ meno nellï¿½occhio. Non voglio mettere in allarme tutte le squadre del Centro prima dellï¿½arrivo della poliziaï¿½

ï¿½Eï¿½ troppo rischiosoï¿½ obiettï¿½ il Maggiore, anche se quasi persuaso a non accompagnare il figlio.

ï¿½Lo ï¿½ sempre stato ï¿½ replicï¿½ Jarod, poi si rivolse a Broots - Io e te resteremo in contatto ï¿½ il tecnico annuï¿½ ï¿½ Dovrai guidarmi fino a Miss Parkerï¿½

ï¿½Come farai ad entrare?ï¿½ gli chiese Emily.

ï¿½Nel solito modoï¿½ rispose lui allusivo, col solito sorrisetto sornione.

Il Centro, Blue Cove ï¿½ Ala Rinnovamento ï¿½ ore 01:35 a.m.

Lï¿½aria era ormai satura di gas, ogni fibra del suo essere giï¿½ ebbra della sostanza tossica, che provocava al suo cervello e al suo corpo spaventose allucinazioni: il pavimento sussultava sotto di lei, la porta della stanza era improvvisamente sparita, inghiottita dalle pareti, che avevano preso lentamente ad avvicinarsi, mentre il soffitto si abbassava sempre piï¿½ï¿½e la sensazione di soffocamento, quella era terribilmente reale.

La donna si dibatteva, gridando in preda al panico, mentre sentiva i muri ed il soffitto a pochi centimetri appena di distanza dal proprio volto, ancora qualche secondo e lï¿½avrebbero schiacciataï¿½respirare era sempre piï¿½ difficile ï¿½impossibileï¿½credeva ormai di essere spacciata, quando Jarod si materializzï¿½ accanto a lei, la liberï¿½ dagli anelli metallici e la trascinï¿½ fuori di peso da quella trappola mortale.

Miss Parker aveva da poco perso i sensi quando Jarod la depose a terra e controllï¿½ ansioso i suoi segni vitali: respirava appena ed il polso era molto debole, ma dopo qualche istante iniziï¿½ a tossire violentemente. Si sentiva la gola riarsa e il naso le prudeva in modo quasi insopportabile, perï¿½ poter finalmente immettere aria nei propri polmoni era comunque un enorme sollievo.

ï¿½Cosï¿½coraggio tesoro respira!ï¿½ la spronï¿½ lui, mentre coi sensi in costante allerta, non smetteva di guardarsi attorno circospetto, temendo che da un momento allï¿½altro la vigilanza li scoprisse.

ï¿½Non dovevi venire qui ï¿½ disse lei quando infine riaprï¿½ gli occhi e lo guardï¿½ con aria smarrita, ancora intontita dal gas, ripetendo in modo sconclusionato una sorta di copione imparato a memoria ï¿½ Hai rischiato troppo e io non merito tantoï¿½ï¿½

ï¿½Ma che stai dicendo?ï¿½ la zittï¿½ lui stringendola teneramente a sï¿½.

ï¿½Ioï¿½ï¿½

Lei si abbandonï¿½ istintivamente tra le sue braccia, assaporando di nuovo il piacevole contatto, il calore del suo corpo, finchï¿½ la luciditï¿½ non si rimpossessï¿½ del suo cervello, riportandole alla mente gli ultimi terribili avvenimenti che aveva vissuto.

ï¿½Oh no Jay e Kimberly! ï¿½ esordï¿½ allarmata staccandosi da lui - Li hanno portati in laboratorio. Dobbiamo trovarli prima che sia troppo tardi e li facciano accoppiare come due porcellini dï¿½india!ï¿½

ï¿½Quale laboratorio?ï¿½ chiese lï¿½altro, aiutandola ad alzarsi.

ï¿½Non ne ho la piï¿½ pallida idea ï¿½ rispose lei continuando a tossicchiare - Ma forse Sydney lo saï¿½

Jarod afferrï¿½ il cellulare : ï¿½Broots passami Sydney presto!ï¿½

Lo psicologo riflettï¿½ qualche secondo, poi indicï¿½ loro una stanza del SL27 non lontana da quella dove Kimberly era tenuta prigioniera.

ï¿½La polizia sta per fare irruzione ï¿½ li avvisï¿½ poi ï¿½ Siate prudentiï¿½

ï¿½Grazie Sydneyï¿½ gli disse il simulatore prima di chiudere.

ï¿½La polizia?ï¿½ esclamï¿½ sbalordita la donna.

ï¿½Muoviamoci ï¿½ replicï¿½ lï¿½altro accennandole di seguirlo ï¿½ Ti spiego tutto strada facendoï¿½

Cosï¿½, mentre correndo contro il tempo avanzavano svelti lungo il corridoio fino allï¿½ascensore, attenti a non farsi notare dagli uomini di guardia, Jarod raccontï¿½ ad unï¿½esterrefatta Miss Parker di ï¿½Mï¿½ che in realtï¿½ era Margaret, della trappola di Lyle e White, di come la sua famiglia lo avesse salvato e della decisione di far intervenire la polizia.

In pochi minuti raggiunsero senza intoppi il SL27 e trovarono il laboratorio indicato da Sydney: la porta non era sorvegliata, ma protetta da un codice dï¿½accesso, che i due individuarono facilmente grazie allï¿½aiuto di Broots.

Armi in pugno irruppero nella stanza, dove Lyle e Willie osservavano impassibili mentre Cox, con lï¿½aiuto dei suoi nerboruti aiutanti, legava Jay e Kimberly, ammutoliti e terrorizzati, ad un tavolo operatorio.

ï¿½Lasciateli!ï¿½ ordinï¿½ perentorio Jarod, puntando la sua pistola contro il dottore, che certo non gradï¿½ la sorpresa.

Lo sguardo dei due ragazzi si illuminï¿½ di speranza, ma nessuno di loro osï¿½ dire una parola.

ï¿½Miss Parker?!ï¿½ proruppe invece Lyle, fissando la donna quasi scioccato.

ï¿½Non fare quella faccia, fratellino ï¿½ lï¿½apostrofï¿½ ironica lei ï¿½ Malgrado tutti i tuoi sforzi non sono ancora diventata un fantasma!ï¿½

Willie e i due assistenti si erano intanto affrettati ad estrarre le loro armi e rivolgerle minacciosi contro i nuovi arrivati.

ï¿½Voi siete due e noi cinque: la matematica ï¿½ decisamente dalla nostra parteï¿½ sentenziï¿½ Cox sorridendo mellifluo.

ï¿½La matematica puï¿½ essere ingannevole, dottore ï¿½ replicï¿½ Jarod senza scomporsi ï¿½ Forse ancora non lo sapete, ma la polizia ha fatto irruzione al Centro circa dieci minuti faï¿½

ï¿½Eï¿½ impossibileï¿½ asserï¿½ lï¿½altro, impallidendo suo malgrado.

ï¿½Sciocchezze!ï¿½ di rimando Lyle, assai meno sicuro di quanto volesse apparire.

ï¿½Se ne siete convinti, perchï¿½ non chiamate la vigilanza?ï¿½ suggerï¿½ loro Jarod in tono irrisorio.

Seguitando a tenere sotto tiro gli avversari, Willie si precipitï¿½ allarmato al telefono e compose svelto il numero: uno squillo, due, treï¿½dieciï¿½nessuna risposta.

ï¿½Che siano tutti in pausa caffï¿½?ï¿½ incalzï¿½ beffardo il simulatore, mentre unï¿½espressione di puro panico si dipingeva poco a poco sui volti dei cinque uomini.

ï¿½Vi conviene arrendervi ï¿½ disse allora Miss Parker - Tra poco i nostri saranno qui e finalmente vi sbatteranno tutti dove meritate di stare: a marcire in un carcere di massima sicurezzaï¿½

Nessuno ebbe il tempo di replicare o aggiungere altro. Una squadra di agenti armati, protetti da casco e giubbotto antiproiettile, invase a quel punto il laboratorio, intimando a tutti di non muoversi e di buttare le pistole.

Era davvero lï¿½epilogo.

Jarod e Miss Parker poterono finalmente liberare i due prigionieri, ancora scossi ma sollevati.

ï¿½Cominciavo a credere che non sareste mai arrivatiï¿½ confessï¿½ il ragazzo.

ï¿½Mai dubitare della tua famiglia, Jayï¿½ lo ammonï¿½ bonariamente il fratello, rivolgendogli uno sguardo carico di sottintesi.

ï¿½Non lo farï¿½ piï¿½, te lo promettoï¿½

ï¿½Eï¿½ tutto finito Kimberly, sta tranquilla ï¿½ diceva intanto Miss Parker, rincuorando affettuosamente la ragazzina in lacrime ï¿½ I tuoi genitori stanno venendo a prendertiï¿½

ï¿½Avanti, andiamocene di quiï¿½ propose Jarod, guidando tutti verso lï¿½uscita, proprio quando due agenti si accingevano a condurre fuori Lyle, giï¿½ in manette.

Miss Parker e il fratello si fronteggiarono in un silenzioso duello di sguardi per un lungo istante.

ï¿½Hai rinnegato il Centro ma questo non cambia quello che seiï¿½ sibilï¿½ infine lui con astio, sapendo di colpire come sempre un punto debole. Tuttavia stavolta mancï¿½ di ottenere lï¿½effetto desiderato.

ï¿½Puï¿½ darsi Lyle ï¿½ replicï¿½ infatti tranquilla la sorella, guardandolo sicura dritto negli occhi - Ma vedi, a questo punto sono certa che qualunque cosa io sia, non sono, non sono mai stata e non sarï¿½ mai come teï¿½

Lui accusï¿½ colpo e abbassï¿½ lo sguardo, perï¿½ mentre i due poliziotti lo trascinavano via ebbe il tempo di sputare ancora veleno, con meschino compiacimento.

ï¿½Non ï¿½ ancora finita, non illuderti. Cï¿½ï¿½ qualcun altro con cui dovrai fare i conti!ï¿½

Un brivido corse lungo la schiena di Miss Parker ed il suo pensiero corse inevitabilmente al suo incubo, che stava divenendo drammaticamente reale, nonchï¿½ allï¿½uomo che avrebbe ucciso Jarodï¿½ma chi poteva mai essere?

La domanda continuï¿½ a ronzarle nel cervello, insieme alle ipotesi piï¿½ disparate, per tutto il tragitto verso lï¿½ingresso dellï¿½edificio. White era giï¿½ in prigione. Lyle, Cox e Willie lo stavano raggiungendo. In effetti non rimaneva cheï¿½

ï¿½Lo abbiamo preso mentre cercava di fuggire col jetï¿½ - esordï¿½ un agente indicando al suo superiore un uomo in manette, proprio mentre il gruppo entrava nella hall, brulicanteï¿½ di poliziotti e spazzini a braccia alzate ï¿½ Si tratta del direttore del Centroï¿½

ï¿½Voi non potete fare questo ï¿½ sibilï¿½ minaccioso Mr. Parker ï¿½ Non avete idea del guaio in cui vi siete cacciati, non sapete chi sono io..! Mi basterï¿½ una telefonata al mio avvocato e vi ritroverete tutti quanti a dirigere il traffico!ï¿½

ï¿½Spiacente signore ï¿½ replicï¿½ flemmatico un disincantato tenente di polizia ï¿½ Abbiamo agito con un regolare mandato ed abbiamo trovato la vittima di una rapimento proprio nel suo laboratorio ï¿½ spiegï¿½, per poi concludere con un sorrisetto ironico ï¿½ Lei ï¿½ in arresto, Mr. Parkerï¿½

Questi fu costretto ad ingoiare bile, insieme alla sua smisurata arroganza e dovette limitarsi ad incenerire il poliziotto con lo sguardo senza aggiungere altro, ma confidando comunque di riuscire a cavarsela. Il Centro e il Triumvirato erano troppo potenti, troppo forti per lasciarsi spaventare da un manipolo di poliziotti ligi al dovere. Perï¿½ ancora non si spiegava come tutto questo fosse potuto accadere.

Fu solo in quel momento che incrociï¿½ dapprima lo sguardo severo di Jarod poi quello della figlia, carico di tristezza e risentimento. E allora, forse per la prima volta in tanti anni,ï¿½ la sua fiducia nel Centro vacillï¿½ seriamente. Solo allora capï¿½ che quella poteva essere davvero la fine.

ï¿½Angeloï¿½io mi fidavo di teï¿½come hai potuto permettere che arrivassero a tanto?ï¿½ chiese con studiata mestizia, nel chiaro intento di farla sentire in colpa.

ï¿½Di questo non devi accusare me papï¿½, ma solo te stesso e la condiscendenza con cui hai sempre coperto le malefatte del Centroï¿½

ï¿½Malefatte? ï¿½ chiese Mr. Parker simulando autentico stupore -ï¿½ Se il Centro ha compiuto degli atti criminali, ti giuro che io non sapevo niente, ioï¿½ï¿½

ï¿½Ma per favore!ï¿½ sbottï¿½ a quel punto Jarod.

ï¿½Non crederai davvero che io sia responsabile? ï¿½ insistette lï¿½altro sempre rivolto alla figlia - Eï¿½ Jarod che ti ha convinta di questo, non ï¿½ vero? Eï¿½ lui che ti ha convinta a tradirmi?ï¿½

ï¿½Hai davvero una gran faccia tosta papï¿½! ï¿½ replicï¿½ infine Miss Parker incredula, trattenendo a stento la collera. Era assurdo che persino davanti allï¿½evidenza quellï¿½uomo stesse ancora tentando di raggirarla! - Tu hai tradito me, tu non hai fatto che ingannarmi per tutta la vitaï¿½e non hai esitato un secondo a sacrificare persino la mamma pur di proteggere il Centro!ï¿½

ï¿½Io non volevo che le facessero del maleï¿½

ï¿½Perï¿½ non hai fatto niente per impedirloï¿½

ï¿½Ma non capisci? ï¿½ tentï¿½ pateticamente di difendersi Mr. Parker - Tutto questo io lï¿½ho fatto per te!ï¿½

ï¿½Non dire assurditï¿½ï¿½ lï¿½interruppe secca la donna, piï¿½ che mai disillusa - Lï¿½hai fatto solo per te stesso e per soddisfare la tua sete di potere. Oramai ho capito come sei e non puoi piï¿½ ingannarmiï¿½

ï¿½Angelo non puoi permettere che mi facciano questo! ï¿½ iniziï¿½ a gridare disperato mentre gli agenti lo trascinavano via ï¿½ Io volevo solo proteggerti..! Angelo..! Angelo..!ï¿½

ï¿½Addio papï¿½ï¿½ï¿½ sussurrï¿½ Miss Parker voltandogli definitivamente le spalle.

Prima suo fratello, poi suo padre. Erano praticante degli estranei, gente con cui non aveva che un rapporto superficiale, ma rappresentavano pur sempre il suo unico legame di sangue. Ora anche lï¿½ultimo anello si era spezzato e tutto ciï¿½ che restava della sua famiglia se nï¿½era andato per sempre, lasciandole dentro un terribile senso di vuoto. Per un istante si sentï¿½ sola e senza piï¿½ radici, in balia degli eventi come una goccia dï¿½acqua nel mare in tempesta, un fiore reciso rapito dal vento. Ma ad un tratto qualcuno le strinse la manoï¿½sï¿½, come sempre cï¿½era qualcuno accanto a lei, pronto a sostenerla nei momenti piï¿½ difficili.

ï¿½Va tutto bene?ï¿½ le chiese Jarod.

Lei annuï¿½, ancora visibilmente turbata e fece per dirgli qualcosa, perï¿½

ï¿½Jarod!ï¿½ li interruppe una voce.

ï¿½Frank ï¿½ riconobbe il simulatore ï¿½ Parker, ti presento lï¿½agente Dawsonï¿½

ï¿½Congratulazioni, agente ï¿½ replicï¿½ lei sforzandosi di accennare un sorriso ï¿½ Credo che stavolta il Centro sia davvero in ginocchioï¿½

ï¿½Eï¿½ vero ï¿½ assentï¿½ lï¿½altro ï¿½ Ma purtroppo non ï¿½ ancora finita. Dobbiamo trovare la lista prima che qualcuno dallï¿½alto faccia invalidare tutti questi arresti nel giro di poche oreï¿½

ï¿½La lista! ï¿½ esclamï¿½ elettrizzato Jarod, facendosi largo tra la folla ï¿½ Dimenticavo che abbiamo un nuovo indizioï¿½

ï¿½E quale?ï¿½ chiese Miss Parker seguendolo insieme a Frank.

ï¿½Avete visto mia madre?ï¿½ seguitï¿½ lui ignorando la domanda e continuando a guardandosi intorno finchï¿½ non scorse la sua famiglia, riunitasi insieme a Sydney e Broots intorno a Jay e Kimberly.

ï¿½Mamma, hai ancora quel biglietto?ï¿½ domandï¿½ come al solito senza preamboli quando li ebbe raggiunti.

Margaret lo scrutï¿½ un attimo perplessa, quindi estrasse dalla sua borsa un foglio ripiegato con cura e glielo porse.

ï¿½Fu Catherine a mandare questo messaggio poco prima di essere uccisa - spiegï¿½ infine rivolto a Frank e Miss Parker ï¿½ Io credo che riguardi la listaï¿½ aggiunse, quindi lesse il biglietto ad alta voce.

ï¿½Per me si va ne la cittï¿½ dolente,

per me si va ne l'etterno dolore,

per me si va tra la perduta genteï¿½

ï¿½Che diavolo significa?ï¿½ esordï¿½ sconcertata Miss Parker dopo qualche secondo.

ï¿½Non lo so ï¿½ confessï¿½ Jarod, a sua volta confuso - Sembra una lingua molto antica, forse risalente al Medioevo, ma non mi risulta ci sia niente di simile nella letteratura ingleseï¿½

ï¿½Infatti ï¿½ italiano ï¿½ asserï¿½ a quel punto Sydney suscitando lï¿½ammirazione generale ï¿½ Piï¿½ precisamente si tratta di un passo della ï¿½Divina Commediaï¿½ di Dante Alighieri. Devo averne una copia nel mio ufficioï¿½

ï¿½Interessante ï¿½ commentï¿½ Miss Parker ï¿½ Ma ancora non capisco cosa cï¿½entra con la listaï¿½

ï¿½Eppure devï¿½essere importante ï¿½ insistette Jarod ï¿½ Altrimenti perchï¿½ Catherine si sarebbe data tanta pena per farlo avere a mia madre?ï¿½

ï¿½Non ne ho ideaï¿½ replicï¿½ Miss Parker, avvilita per quel che sembrava essere lï¿½ennesimo buco nellï¿½acqua.

ï¿½Io nemmeno ï¿½ intervenne Sydney ï¿½ Ma so che questa stessa frase si trova in un posto qui al Centroï¿½

ï¿½Dove?!ï¿½

ï¿½Nella vecchia cappellaï¿½

ï¿½Quellï¿½ammasso di rovine che sta infondo al cimitero?ï¿½ chiese scettica la donna.

ï¿½Esatto. Tua madre andava spesso lï¿½ a pregareï¿½e a confidarsi con un vecchio amico ï¿½ spiegï¿½ lo psicologo in tono nostalgico - Ma ï¿½ abbandonata da anni ormaiï¿½

ï¿½Dicci della frase, Sydneyï¿½ lo incalzï¿½ Jarod.

ï¿½In una nicchia, sulla sinistra dellï¿½altare cï¿½ï¿½ un dipinto, che raffigura Dante e il suo maestro Virgilio durante il loro viaggio negli inferi, come racconta la Divina Commedia ï¿½ rispose lï¿½altro ï¿½ Sotto la tela, scolpita nel marmo, cï¿½ï¿½ unï¿½iscrizione che riporta questa frase. Eï¿½ tutto quel che posso dirviï¿½

ï¿½Vale la pena di dare unï¿½occhiataï¿½ disse Jarod.

ï¿½Ci penso ioï¿½ di rimando Miss Parker.

ï¿½Vengo con teï¿½

ï¿½Niente affatto!ï¿½ proruppe categorica lei senza quasi rendersene conto.

Aveva agito dï¿½istinto, perchï¿½ qualcosa, la solita sensazione del tutto irrazionale, le diceva di tenere Jarod lontano da quel posto, ma le persone intorno a lei, che ora la guardavano in uno strano modo, non potevano capire. Doveva affrettarsi a trovare un pretesto logico per il suo bizzarro comportamento, prima che tutti la prendessero per pazza.

ï¿½Voglio direï¿½tu devi restare qui, con tutto questo movimento ci sarï¿½ bisogno di teï¿½

ï¿½Non credo, Frank se la sta cavando benissimo da soloï¿½

Di nuovo quella sua strana insistenza, lï¿½inspiegabile sensazione che lei volesse proteggerlo da qualcosaï¿½ma che le stava passando per la testa?!

ï¿½La polizia comincerï¿½ a fare un sacco di domande sullï¿½attivitï¿½ del Centro ï¿½ insistette ancora lei - Domande a cui qualcuno dovrï¿½ dare delle risposte chiare e precise e lï¿½agente Dawson non conosce tutti iï¿½ï¿½

ï¿½Puï¿½ pensarci Sydneyï¿½

ï¿½Certo, non preoccuparti Miss Parkerï¿½ confermï¿½ questï¿½ultimo.

ï¿½Senti Jarodï¿½ï¿½

ï¿½Non insistere Parker, stavolta non te la do vinta ï¿½ lï¿½interruppe deciso lui - Non ti lascio andare laggiï¿½ da solaï¿½

Miss Parker sospirï¿½, scuotendo il capo rassegnata, quindi si avviï¿½ suo malgrado insieme a Jarod verso il cimitero del Centro, con un bruttissimo presentimento che le appesantiva il cuore.

Cimitero del Centro, Blue Cove ï¿½ ore 04:00 a.m.

Era una notte magnifica, nonostante tutto. Il freddo era pungente ma il vento lieve, appena percettibile e una luminosa cascata di stelle aveva invaso il cielo terso, offuscata solo da una fulgida luna piena.

Il crepitio costante dei passi lungo i sentieri ghiaiati era lï¿½unico rumore a disturbare il silenzio, mentre Jarod e Miss Parker, seguendo la luce delle loro torce, avanzavano cauti tra i sepolcri, cui la notte conferiva unï¿½aria lugubre e inquietante, come nel piï¿½ classico dei film horror.

ï¿½Posto romantico per una passeggiata al chiaro di lunaï¿½ esordï¿½ di punto in bianco lui, ironizzando sullï¿½atmosfera tetra che li circondava.

Lei sorrise, ma non disse nulla. Era evidente che qualcosa la turbava e che non si trattava del fatto di trovarsiï¿½ in un cimitero nel pieno della notteï¿½e tutto questo gli era insopportabile. Detestava non capire ciï¿½ che stava succedendo e soprattutto detestava essere certo che lei gli nascondesse la veritï¿½. Forse quello non era nï¿½ il luogo nï¿½ il momento piï¿½ adatto per chiarire le cose tra loro, perï¿½ il desiderio di sapere ormai era troppo forte.

ï¿½Allisonï¿½ï¿½

ï¿½Ancora non capisco perchï¿½ mia madre non ci abbia parlato della cappella nel suo dischetto ï¿½ lo interruppe brusca Miss Parker, affrettandosi a portare la conversazione su di un argomento neutro, prima di sentirsi porre domande alle quali non voleva rispondere - Avremmo risparmiato un sacco di tempo e di ricerche inutiliï¿½

ï¿½Probabilmente ancora non sapeva che la cappella fosse collegata alla lista ï¿½ osservï¿½ Jarod, rassegnandosi suo malgrado a rimandare il discorso ï¿½ Se ben ricordi, la lettera a Padre Christophe portava la data di un giorno prima della sua morte, perï¿½ il DSA era giï¿½ stato inciso da tempoï¿½

ï¿½Dï¿½accordo, ma perchï¿½ ha spedito il dischetto a Padre Christophe e il biglietto con il messaggio a Margaret? Cosï¿½ ha praticamente diviso a metï¿½ le informazioni in suo possessoï¿½

ï¿½Credo lï¿½abbia fatto per sicurezza ï¿½ ipotizzï¿½ ancora lui ï¿½ Se il Centro avesse trovato Padre Christophe prima di te avrebbe scoperto solo parte del suo segreto, lo stesso se avesse catturato mia madreï¿½

ï¿½Ma io avrei potuto non incontrare mai Margaretï¿½

ï¿½Evidentemente tua madre era certa del contrarioï¿½

ï¿½E come poteva esserlo?ï¿½

ï¿½Forse qualcosa le diceva che in futuro sarebbe andata cosï¿½

ï¿½Giï¿½ borbottï¿½ Miss Parker seguitando a camminare.

Dio solo sapeva quanto anche lei in quel momento desiderasse conoscere il futuro!

La sagoma scura della vecchia cappella, col suo piccolo campanile diroccato, apparve finalmente di fronte a loro, stagliandosi contro il disco iridescente della luna come unï¿½immagine spettrale dalla parvenza a dir poco sinistra.

I tacchi scricchiolavano sul marmo logoro e umido dei gradini mentre entrambi salivano la breve scalinata che conduceva allï¿½ingresso, fino al vecchio portone dai cardini arrugginiti, cheï¿½ si aprï¿½ facilmente, anche se con un cigolio spaventoso, non appena Miss Parker vi appoggiï¿½ la mano. Jarod non mancï¿½ di notare lï¿½assenza di ragnatele sui battenti, mentre lï¿½arcata e le bifore cieche che adornavano la facciata ne erano piene. Il posto era abbandonato da anni ma qualcuno era stato lï¿½ di recente, pensï¿½ prima di seguire la donna allï¿½interno.

La luce della luna filtrava debole attraverso le variopinte vetrate gotiche sui muri laterali, illuminando i vecchi banchi di legno divorati dai tarli e coperti da una spessa coltre di polvere.

Jarod e Miss Parker avanzarono, guardandosi attorno, fino allï¿½altare di marmo, quindi, seguendo le indicazioni ricevute, trovarono sulla sinistra lï¿½ampia nicchia con il dipinto descritto da Sydney, di autore sconosciuto, che con vibranti e poderose pennellate dai vividi colori, raffigurava Dante e Virgilio aggirarsi in un inquietante inferno mitologico, circondati dalle anime dei dannati e dal loro eterno tormento.

La luce delle torce illuminï¿½ ogni centimetro della tela, facendo risaltare le tinte vigorose, i rossi vermiglio e i blu notte, le pose plastiche e i volti espressivi delle figure, quindi si spostï¿½ verso il basso, fino allï¿½iscrizione del messaggio di Catherine.

ï¿½Impressionante ï¿½ commentï¿½ Miss Parker dopo qualche minuto ï¿½ Ma cosï¿½ha a che fare questo con quel che cerchiamo?ï¿½

ï¿½Bï¿½, se dovessi analizzare la cosa dal punto di vista simbolico ï¿½ esordï¿½ Jarod osservando lï¿½opera con aria critica ï¿½ potrei azzardare che lï¿½inferno rappresenta il Centroï¿½

ï¿½Giï¿½. Mentre Dante e Virgilio potreste essere tu e Sydneyï¿½

ï¿½Quanto alle anime dannate abbiamo una lunga lista di possibili candidati ï¿½ aggiunse ironico lui ï¿½ Perï¿½ non credo sia questo ciï¿½ che tua madre voleva dirciï¿½

ï¿½Forse ï¿½ il dipinto stesso che nasconde qualcosa ï¿½ ipotizzï¿½ Miss Parker sfiorando con le dita prima la superficie della tela poi la cornice e infine la lastra di marmo con lï¿½iscrizione, alla ricerca di un nascondiglio o di un improbabile meccanismo segreto che ne rivelasse uno ï¿½ Ah ï¿½ assurdo!ï¿½

ï¿½Temo che questo quadro non nasconda niente ï¿½ convenne deluso lui ï¿½ Vieni, diamo unï¿½occhiata in giroï¿½

Dopo una breve ispezione, fu subito evidente che la chiesetta offriva ben poco da esplorare, fatta eccezione per una porta sul lato destro dellï¿½altare, che si apriva su di una scalinata a chiocciola stretta e buia, la quale conduceva probabilmente ad un sotterraneo. Fu lï¿½ che i due decisero di dirigere i loro passi.

Una volta scesi i ripidi gradini, Jarod e Miss Parker si ritrovarono in un ambiente tetro e polveroso, dal soffitto assai basso, retto da una serie di archetti a volta, infestati da fittissime ragnatele. Una sorta di cripta, inspiegabilmente illuminata dalla luce soffusa di alcune candele.

ï¿½Credevo che questo posto fosse abbandonato da anniï¿½ disse incuriosito lui.

ï¿½A quanto pare non ï¿½ cosï¿½ ï¿½ mormorï¿½ lei, sempre piï¿½ angosciata dal suo brutto presentimento ï¿½ Meglio tenere gli occhi apertiï¿½

ï¿½Giï¿½ï¿½non mi stupirei se qualche fantasma si aggirasse da queste parti!ï¿½

ï¿½I fantasmi non usano candele - Un momento: il luogo tetro e quelle paroleï¿½stava accadendo davvero, tutto si stava svolgendo esattamente come nel suo incubo! - Oh mio Dio..!ï¿½

ï¿½Cosa..?ï¿½

ï¿½Attento!ï¿½ gridï¿½ istintivamente Miss Parker lanciandosi di peso su Jarod e piombando a terra insieme a lui giusto una frazione di secondo prima che il frastuono di uno sparo echeggiasse nella stanza e una pallottola sfrecciasse sibilando insidiosa sulle loro teste.

ï¿½Ma che diavolo..?!ï¿½ esclamï¿½ allibito il simulatore.

ï¿½Avanti vieni fuori! ï¿½ urlï¿½ Miss Parker ignorando la domanda ï¿½ Dimmi chi sei!ï¿½

ï¿½Si puï¿½ sapere con chi stai parlando?ï¿½

Un rumore di passi, un respiro pesante. Poi un misterioso uomo vestito di nero uscï¿½ finalmente dalla penombra, reggendo ancora in mano la pistola.

Jarod e Miss Parker quasi non credettero ai loro occhi quando riconobbero il suo volto arcigno.

ï¿½Tu?!ï¿½

ï¿½Sï¿½, proprio ioï¿½

ï¿½Non ï¿½ possibile. Io tiï¿½ ho visto morire proprio coi miei occhiï¿½

ï¿½Nessuno muore mai al Centro, ormai dovresti saperlo Miss Parker ï¿½ replicï¿½ compiaciuto il Dott. Raines con la sua voce rauca, seguitando a tenere entrambi sotto tiro ï¿½ Ma immagino che anche stavolta tuo padre si sia ben guardato dal dirti la veritï¿½

ï¿½Mio padre lo sa?!ï¿½

ï¿½Certo. Eï¿½ stato lui ad inscenare la mia morte e ad imprigionarmi ï¿½ spiegï¿½ Raines con un ghigno beffardo - Ma qualcuno di cui si fida troppo ï¿½ stato lieto di aiutarmi a fuggire e a nascondermi proprio sotto al suo naso, fingendo di darmi la cacciaï¿½

ï¿½Lyleï¿½ intuï¿½ Jarod.

ï¿½Esattamente. Lyle non ï¿½ soddisfatto del ruolo secondario che svolge attualmente al Centro, cosï¿½ ha tradito suo padre ed ï¿½ passato dalla mia parte per ottenere di piï¿½ ï¿½ confermï¿½ lï¿½altro ï¿½ Ehï¿½il ragazzo ï¿½ piuttosto ambizioso, immagino che prima o poi vorrï¿½ fare le scarpe anche a meï¿½

ï¿½Quindi sei tu il progetto di cui mio padre e Lyle si occupavano in gran segreto ï¿½ intervenne Miss Parker ï¿½ Perï¿½ non capisco cosa possa volere da te mio padreï¿½

ï¿½Davvero non lo immagini?ï¿½

ï¿½Il segreto di Catherine ï¿½ indovinï¿½ ancora Jarod ï¿½ Mr. Parker ï¿½ convinto che tu sappia di che si tratta, ma si sbaglia, non ï¿½ vero?ï¿½

ï¿½Non proprio ï¿½ precisï¿½ Raines con malcelata stizza, punto sul vivo - Io so della lista da molto prima che la stessa Catherine ne venisse a conoscenzaï¿½

ï¿½Ma ancora non hai idea di dove si trovi, perchï¿½ Matumbo non ha mai voluto rivelartelo, giusto? ï¿½ seguitï¿½ ad incalzarlo lï¿½altro ï¿½ Che tormento devï¿½essere stato per te sapere che Catherine aveva trovato ciï¿½ che cercavi da tempo. Il segreto che tanto ti premeva conoscere era lï¿½, a portata di mano, ma non ti ï¿½ stato possibile arrivarci perchï¿½ hai dovuto ucciderla, dico bene?ï¿½

ï¿½Matumbo mi ordinï¿½ di farlo prima che potessi convincere Catherine a confidarsi con me ï¿½ replicï¿½ il dottore con crudele impassibilitï¿½ ï¿½ Credo avesse intuito quale fosse il mio piano e dandomi quellï¿½ordine a cui non potevo disobbedire mi costrinse a mandarlo a monteï¿½temporaneamenteï¿½

ï¿½Giusto, solo temporaneamente ï¿½ continuï¿½ Jarod in tono pungente - Hai dovuto aspettare parecchio perchï¿½ qualcuno svelasse il segreto di Catherine, ma finalmente ï¿½ successo. Eï¿½ per questo che te ne stai qui, nascosto nellï¿½ombra ad osservare le mosse di tutti, servendoti di Lyle come spia. Ma lui ï¿½ allï¿½oscuro di tutto, non ï¿½ vero? O meglio, forse ha qualche sospetto, che ti sei ben guardato dal confermargli, perchï¿½ hai capito che noi sappiamo cosa conteneva il DSA e speri che le nostre ricerche ti portino fino alla lista, grazie alla quale potrai finalmente uscire allo scoperto e controllare il Centro, raggiungendo cosï¿½ quel che ï¿½ sempre stato il tuo unico scopoï¿½

ï¿½I miei complimenti Jarod, hai perfettamente inquadrato la situazione ï¿½ si congratulï¿½ Raines sogghignando sarcastico, mentre seguitava a puntargli contro la pistola ï¿½ Avevo deciso di ucciderti e di usare il senso interiore di Miss Parker per arrivare alla lista, ma ripensandoci, quando dirigerï¿½ il Centro, le tue doti straordinarie mi sarebbero molto utili per il nuovo progettoï¿½

ï¿½Non contare su di meï¿½ rifiutï¿½ secco il simulatore.

ï¿½Nuovo progetto? ï¿½ esordï¿½ a quel punto Miss Parker - Allora anche Cox stava lavorando per teï¿½

ï¿½Ma certo ï¿½ asserï¿½ soddisfatto il dottore - Cox sta solo mettendo in pratica ciï¿½ che io ho ideato: il programma piï¿½ ambizioso che il Centro abbia mai realizzato, in cui i simulatori non erano che il primo passoï¿½

ï¿½Oh li conosciamo bene i tuoi programmi ï¿½ replicï¿½ sprezzante la donna ï¿½ Prima ti sei divertito a rapire bambini, inseminare donne inconsapevoli, addirittura rubare embrioni. Poi hai giocato a fare dio e hai pasticciato col loro DNA e adesso vuoi sostituirti a madre natura, per creare nientemeno che una nuova razza di superuominiï¿½

ï¿½Proprio cosï¿½ - asserï¿½ entusiasta Raines - Degli esseri eccezionali, dotati di forza ed intelligenza straordinarieï¿½ï¿½

ï¿½ï¿½che intendi sfruttare al massimo per realizzare i tuoi subdoli pianiï¿½ terminï¿½ sdegnato Jarod.

ï¿½Esatto, obbediranno solo a me, perchï¿½ sarï¿½ io personalmente ad occuparmi di loroï¿½

ï¿½Giï¿½, come ti sei occupato di Ethan: facendolo finire al manicomio!ï¿½ lï¿½apostrofï¿½ duramente Miss Parker.

ï¿½Mirage non fu che un esperimento non del tutto riuscito ï¿½ commentï¿½ il dottore con noncuranza ï¿½ Con Baby Parker, grazie alla manipolazione del DNA andremo molto oltre. Ma la vera innovazione sarï¿½ lï¿½ibrido che otterremo da Gemini e Euclidï¿½

ï¿½Innovazione?! Stai parlando di esseri umani come se fossero elettrodomesticiï¿½ï¿½ disgustoso!ï¿½

ï¿½No, ï¿½ progresso Miss Parker ï¿½ ribattï¿½ sempre piï¿½ infervorato lï¿½altro ï¿½ Ma non mi aspetto che tu capisca. Tu sei proprio come tua madreï¿½ecco perchï¿½ farai la stessa fineï¿½

Cosï¿½ dicendo, Raines alzï¿½ minaccioso il braccio destro e diresse la sua arma contro la donna, accingendosi a fare fuoco.

Quei pochi secondi durarono unï¿½eternitï¿½ï¿½istanti di panico per Miss Parker, che pur nascondendo la paura dietro una maschera di ghiaccio, pensava freneticamente ad una possibile via di fugaï¿½attimi di frustrante attesa per Jarod, che col fiato sospeso stava calcolando al centesimo il momento giusto per balzare su Raines e disarmarloï¿½e intanto il dito premeva sempre piï¿½ sul grillettoï¿½

ï¿½Fermo!ï¿½ tuonï¿½ allï¿½improvviso la voce di Ethan, seguita da un rapido martellare di passi lungo la scala e dalle voci concitate di una squadra di agenti, che in pochi istanti, ad armi spianate, occuparono la cripta.

ï¿½Getti subito la pistola!ï¿½ intimï¿½ uno di loro a Raines.

ï¿½Ethan!ï¿½ esclamï¿½ sollevato Jarod.

ï¿½State bene?ï¿½ chiese lï¿½altro avvicinandosi ai due.

ï¿½Sei arrivato giusto in tempoï¿½ rispose Miss Parker.

ï¿½Sapevo che avresti avuto bisogno di meï¿½ replicï¿½ Ethan, sorridendo con aria complice alla sorella.

ï¿½Ti conviene arrenderti Raines ï¿½ intimï¿½ quindi Jarod allï¿½uomo ancora armato - Anche perchï¿½ ciï¿½ che ti preme tanto controllare ormai non esiste piï¿½ï¿½

ï¿½Che stai dicendo?!ï¿½ domandï¿½ lï¿½altro guardandosi attorno incredulo: che ci facevano lï¿½ tutti quei poliziotti?

ï¿½Eï¿½ la veritï¿½ ï¿½ di rimando Miss Parker ï¿½ La polizia ha fatto irruzione al Centro un paio dï¿½ore fa. Cox, Lyle e mio padre sono giï¿½ in manette, Matumbo ï¿½ allï¿½estero, ma giï¿½ lo stanno cercandoï¿½manchi giusto tuï¿½

ï¿½Ma non fatemi ridere ï¿½ replicï¿½ Raines sfrontato, ma con una sottile nota dï¿½inquietudine nella voce ï¿½ Se anche fosse, sapete bene che tutto si concluderï¿½ con un nulla di fatto, perché…»

ï¿½Non se troveremo la lista ï¿½ lo interruppe deciso Jarod ï¿½ E tu sai che la troveremo, vero? Lo hai detto tu stesso, ho delle doti straordinarieï¿½

Trattenendo a stento lï¿½ira e la frustrazione per lï¿½ennesimo e a quel punto definitivo fallimento del suo piano, Raines serrï¿½ la mascella, la sua bocca ridotta ad una sottile fessura, il volto sfigurato da una crudele smorfia carica dï¿½odio. Qualcuno doveva pagare per questo.

ï¿½Perï¿½ non potrai usare le tue doti da morto!ï¿½ sibilï¿½ infatti, di nuovo pronto a fare fuoco su Jarod.

Ma Miss Parker fu piï¿½ rapida di lui e con uno scatto bruciante, lo colpï¿½ violentemente, gettandolo a terra e disarmandolo, quindi, prima che Raines potesse arrivarci, si avventï¿½ sulla pistola e la puntï¿½ decisa verso di lui.

ï¿½Coraggio, fai una mossa. Dammi una sola ragione per sparare, non aspetto altro ï¿½ lo minacciï¿½ con aria torva - Non vedo lï¿½ora di vederti morto, maledetto assassino e stavolta mi accerterï¿½ personalmente che tu lo sia davvero!ï¿½ aggiunse sfiorando pericolosamente il grilletto.

ï¿½Signora, butti quellï¿½armaï¿½ le ordinï¿½ allora uno degli agenti, tenendola sotto tiro.

Miss Parker lo ignorï¿½, continuando a puntare sullo spaurito Dr. Raines uno sguardo terrificante, che esprimeva tutta la sua rabbia, la sua inesauribile sete di vendetta. Il carnefice di sua madre, lï¿½uomo la cui smisurata malvagitï¿½ aveva causato tanta sofferenza a lei stessa e alle persone che amava era oramai alla sua mercï¿½: non doveva fare altro che muovere un dito per porre fine alla sua miserabile esistenzaï¿½e desiderava disperatamente farlo.

ï¿½Parkerï¿½noï¿½ cercï¿½ di dissuaderla Jarod, avvicinandosi a lei.

ï¿½Perchï¿½ no? Lui non ha esitato un attimo prima di uccidere mia madre a sangue freddoï¿½

ï¿½Jarod ha ragione ï¿½ intervenne persuasivo Ethan ï¿½ Non puoi commettere un omicidioï¿½

ï¿½Eliminare questo bastardo non sarebbe un omicidio, ma un atto di giustiziaï¿½

ï¿½Sai che non ï¿½ cosï¿½ ï¿½ replicï¿½ Jarod sfiorandole il braccio teso ï¿½ E sai anche che ucciderlo non ti restituirï¿½ tua madre, nï¿½ ti farï¿½ sentire meglioï¿½

ï¿½Bï¿½, quanto a questo non ci giurereiï¿½ mormorï¿½ la donna con amaro sarcasmo.

ï¿½Ma non pensi alle conseguenze? ï¿½ insistette lï¿½altro sempre piï¿½ in ansia. Non era affatto certo di riuscire a dissuaderla dal compiere quel gesto sconsiderato ï¿½ Vuoi passare il resto della tua vita in prigione?ï¿½

ï¿½Non mï¿½importaï¿½

ï¿½Bï¿½ importa a me! ï¿½ sbottï¿½ lui allarmato, dopo quellï¿½assurda affermazione ï¿½ Andiamo Parkerï¿½abbiamo quasi raggiunto il nostro scopo, il Centro non esiste piï¿½ e non appena avremo trovato la lista saremo finalmente liberi. Non rovinare tutto proprio adessoï¿½

Il braccio di Miss Parker vacillï¿½ impercettibilmente, come la sua determinazione a vendicarsi. Forse Jarod aveva ragione, ma la sua sete di rivalsa era cosï¿½ forteï¿½

ï¿½Se premi quel grilletto sarï¿½ stato tutto inutile, perchï¿½ le nostre vite saranno distrutte e Raines avrï¿½ vinto ï¿½ disse ancora lui, toccando lievemente la sua mano tremante ï¿½ Avanti, dammi la pistolaï¿½

Sospirando rassegnata, Miss Parker abbassï¿½ finalmente il braccio e lasciï¿½ che Jarod le togliesse di mano lï¿½arma, per consegnarla ad uno degli agenti, mentre altri due prendevano tempestivamente in consegna un uomo ormai sconfitto, che usciva di scena col capo chino e gli occhi bassi, ridotto allï¿½ombra di quel che era stato il malvagio e autorevole Dr. Raines.

ï¿½E anche questa ï¿½ fattaï¿½ commentï¿½ soddisfatto Jarod, quando la cripta fu di nuovo deserta.

ï¿½Giï¿½ ï¿½ annuï¿½ Miss Parker ï¿½ Ma ora andiamocene da questo posto ï¿½ aggiunse poi - Bisogna informare gli altri che qui non cï¿½ï¿½ traccia della listaï¿½

ï¿½Sï¿½, ma prima io e te dobbiamo parlareï¿½ la fermï¿½ lui risoluto.

ï¿½Parlare di cosa?ï¿½ chiese lei con falsa indifferenza, ben sapendo quel che lï¿½aspettava.

ï¿½Per esempio del tuo strano comportamento negli ultimi giorniï¿½

ï¿½Non ti capiscoï¿½

ï¿½Bï¿½, nemmeno io capivo ï¿½ esordï¿½ ironico Jarod, fissandola dritto negli occhi ï¿½ Prima mi dici che tra noi ï¿½ finita e fai di tutto pur di allontanarmi da te, poi inspiegabilmente insisti per entrare tu nellï¿½ufficio di Matumbo al posto mio, quindi ti fai quasi ammazzare da Lyle per tenermi alla larga dal Centro - seguitï¿½ avvicinandosi sempre piï¿½ a lei - Per non parlare di come mi hai salvato la vita meno di dieci minuti faï¿½e per inciso, come sapevi che quella pallottola era diretta a me?ï¿½

ï¿½Continuo a non capire dove vuoi arrivareï¿½ replicï¿½ imbarazzata Miss Parker cercando di allontanarsi, ma lui glielo impedï¿½.

ï¿½Tu sostieni di non amarmi, ma scusa se te lo dico Parker, non credi di aver rischiato un poï¿½ troppo per qualcuno di cui non tï¿½importa nienteï¿½in quel senso?ï¿½

ï¿½Ah, sta zitto!ï¿½ borbottï¿½ indispettita la donna, quindi gli volse le spalle e si allontanï¿½ per non vedere il solito sorriso sornione dipingersi sul suo volto.

Come sempre, Jarod aveva capito tutto.

Il Centro, Blue Cove ï¿½ Ingresso -ï¿½ ore 07:00 a.m.

Quando Ethan, Jarod e Miss Parker raggiunsero gli altri nella hall, la situazione era decisamente piï¿½ tranquilla rispetto a un paio dï¿½ore prima. Il tetro palazzo era semi-deserto, presidiato dalla polizia, mentre solo gli agenti della scientifica si aggiravano ormai per gli uffici, esaminando archivi e computers in cerca di prove.

ï¿½Niente..?ï¿½ chiese deluso Frank, cogliendo lï¿½espressione costernata dei loro volti, non appena li vide arrivare.

ï¿½No purtroppo ï¿½ replicï¿½ Miss Parker ï¿½ A quanto pare la tela non ha nulla a che fare col biglietto di mia madreï¿½

ï¿½Maledizione! ï¿½ imprecï¿½ il poliziotto ï¿½ Senza quella lista lï¿½intera operazione andrï¿½ a monteï¿½

ï¿½Eppure devï¿½esserci un nesso, la frase si trova proprio sotto al dipintoï¿½ disse Ethan.

ï¿½E nella Divina Commedia ï¿½ esordï¿½ a quel punto Jarod con aria pensierosa, mentre dallï¿½ipotesi che gli ronzava in testa giï¿½ da un poï¿½, iniziava a prendere corpo una teoria - Sydney, hai detto di averne una copia?ï¿½

ï¿½Sï¿½, ï¿½ nel mio ufficio ï¿½ confermï¿½ il dottore ï¿½ A dire la veritï¿½ fu proprio Catherine a regalarmelaï¿½

A quelle parole, un guizzo balenï¿½ nello sguardo di Jarod.

ï¿½Devo vedere quel libroï¿½ disse avviandosi risoluto verso lï¿½ascensore, diretto nella stanza di Sydney.

ï¿½Non si tratta di un libro, ma di unï¿½opera complessa, articolata in tre cantiche: Inferno, Purgatorio e Paradiso ï¿½ spiegï¿½ questi poco dopo, prelevando tre volumi finemente rilegati in pelle da una vetrinetta ï¿½ Ognuna di queste ï¿½ suddivisa in canti, numerati in sequenza dalla prima alla terza cantica, per un totale di centoï¿½ aggiunse porgendo i tre testi al simulatore.

ï¿½Non per svilire le tue capacitï¿½, ma temo che ti ci vorrï¿½ un bel poï¿½ per esaminare a fondo quei tre mattoniï¿½ osservï¿½ scettica Miss Parker.

ï¿½E noi non abbiamo piï¿½ tanto tempoï¿½ le fece eco Frank.

ï¿½Se ho ragione non sarï¿½ necessario leggerli tutti ï¿½ replicï¿½ enigmatico Jarod - Sydney, sai dove si trova il passo citato nel biglietto?ï¿½

ï¿½Sï¿½, mi pare sia lï¿½inizio del terzo cantoï¿½ma cosï¿½hai in mente?ï¿½

Lï¿½altro non rispose, ma prese a sfogliare il primo volume finchï¿½ non trovï¿½ il punto in questione.

ï¿½Terzo cantoï¿½versi uno, due e treï¿½e se fosse questo il messaggio di Catherine?ï¿½

ï¿½Che intendi dire?ï¿½ chiese perplesso Frank.

ï¿½Se questi numeri fossero delleï¿½coordinate riferite al Centro?ï¿½

ï¿½Del tipo sottolivello tre, settore uno, schedario due, ecceteraï¿½ï¿½ chiarï¿½ Miss Parker, iniziando a capire.

ï¿½Eï¿½ impossibile, il sottolivello tre ï¿½ un parcheggioï¿½ osservï¿½ Broots con aria saccente.

ï¿½Che mi dici allora del livello tre?ï¿½ domandï¿½ Jarod.

ï¿½Il terzo piano? Bï¿½ci sono gli uffici amministrativi, degli archiviï¿½aspettate ï¿½ disse il tecnico avvicinandosi al computer, per poi digitare rapido qualcosa sulla tastiera ï¿½ Ecco, questa ï¿½ la planimetria del livello treï¿½

Tutti fissarono costernati le decine di uffici, sale e archivi apparsi sul monitor.

ï¿½Ci vorrebbero giorni per ispezionare a fondo ogni localeï¿½ commentï¿½ Ethan.

ï¿½E noi abbiamo solo poche oreï¿½ aggiunse scoraggiato Frank.

ï¿½Concentriamoci sul settore unoï¿½ insistette Jarod.

Broots ingrandï¿½ la zona, quindi osservï¿½: ï¿½ Eï¿½ quasi interamente occupato dalla sala riunioni e dalle toilettes.

ï¿½Accidentiï¿½ borbottï¿½ Miss Parker, esprimendo la delusione di tutti.

Silenzio, carico dï¿½incertezza e nervosismo, di speranze che lentamente scemavano in delusione e sconforto.

ï¿½Aspetta un momento ï¿½ esordï¿½ ad un tratto il simulatore ï¿½ Questa sala ï¿½ stata costruita solo dieci anni faï¿½

ï¿½Eï¿½ vero ï¿½ confermï¿½ Sydney ï¿½ Quindi non ï¿½ a questo che Catherine si riferivaï¿½

ï¿½Ci occorre sapere comï¿½era il livello tre prima che lei morisse ï¿½ disse ancora Jarod rivolto a Broots ï¿½ Dobbiamo scoprire cosa cï¿½era nel settore uno quando scrisse quel bigliettoï¿½

ï¿½Credo ci siano delle vecchie planimetrie da qualche parte ï¿½ replicï¿½ lï¿½altro facendo di nuovo volare svelto le dita sui tasti ï¿½ 1960ï¿½1966ï¿½eccola! 1970ï¿½ esclamï¿½ prima di ingrandire il settore uno.

ï¿½Quello sembra un bunkerï¿½ disse Frank notando le pareti assai spesse del vecchio locale.

ï¿½Ora ricordo ï¿½ esordï¿½ Sydney ï¿½ Quello era il cavï¿½. Il Centro ci custodiva grosse somme in contanti, per gestire operazioni finanziarie illecite suppongo. Con lï¿½avvento della rete e dei trasferimenti on line ï¿½ diventato obsoleto, quindi ï¿½ stato smantellato ï¿½ spiegï¿½ ancora ï¿½ Mi sembra contenesse anche delle cassette di sicurezzaï¿½

ï¿½Forse Matumbo teneva nascosta lï¿½ la lista, magari nella cassetta numero 23 e Catherine lo aveva scopertoï¿½ ipotizzï¿½ Broots.

ï¿½Ma ora il cavï¿½ non cï¿½ï¿½ piï¿½ e noi siamo di nuovo daccapo ï¿½ commentï¿½ stancamente Miss Parker, massaggiandosi le tempie ï¿½ Che facciamo Jarod?ï¿½

Senza rispondere, lui si avvicinï¿½ al computer, esaminando intento sul monitor prima la vecchia planimetria poi quella attuale.

ï¿½Jarod?ï¿½ ripetï¿½ la donna.

ï¿½Cï¿½ï¿½ qualcosa che non quadra ï¿½ si decise infine a dire il simulatore ï¿½ Guardate, la lunghezza della sala riunioni ï¿½ quotata in 24 metri, mentre ognuna delle tre stanze adiacenti ï¿½ lunga 9 metri. Infatti il cavï¿½ era lungo 27 metriï¿½ precisï¿½ mostrando a tutti la vecchia planimetria.

ï¿½I casi sono due ï¿½ disse allora Frank ï¿½ O chi ha disegnato quella pianta non era un gran progettista, oppure esiste una stanza adiacente la sala riunioni che non compare sulla nuova planimetriaï¿½

In pochi minuti il gruppo raggiunse il livello tre e prese ad esaminare la parete est della sala riunioni, scoprendo che uno dei raffinati pannelli in radica disposti lungo lï¿½intero perimetro della stanza nascondeva una porta, naturalmente chiusa a chiave, che tuttavia non fu difficile forzare.

Dietro di essa non trovarono che uno stanzino spoglio, senza porte nï¿½ finestre, nï¿½ mobilio, fatta eccezione per una sedia ed un tavolo, sul quale erano collocati solo una lampada ed un modernissimo computer.

ï¿½Ho idea che la nostra lista sia lï¿½ dentro ï¿½ esordï¿½ Jarod con un sorrisetto compiaciuto ï¿½ Ora serve solo un esperto che la tiri fuori in frettaï¿½qualcuno che conosca a menadito i sofisticati sistemi di sicurezza del Centroï¿½ aggiunse guardando allusivo Broots, ma questi sembrï¿½ non capire.

ï¿½Broots! ï¿½ lo esortï¿½ allora spazientita Miss Parker - Non startene lï¿½ impalato con la faccia della mucca che guarda passare il trenoï¿½MUOVITI!!!ï¿½

Il Centro, Blue Cove ï¿½ Stanza nascostaï¿½ ï¿½ ore 09:30 a.m.

ï¿½Lï¿½hard disk di questo computer contiene soltanto files in formato GIF, cioï¿½ immaginiï¿½ annunciï¿½ Broots agli altri in trepidante attesa, dopo aver lavorato sulla macchina per quasi due ore .

ï¿½Immagini di cosa?ï¿½ chiese Miss Parker.

ï¿½Ecco i files si chiamano Vasarely, Noland, Gorky, Albers, Pollockï¿½e lï¿½elenco ï¿½ ancora lungo. Sono tutti nomi di artisti del Novecento ed ogni file corrisponde ad una delle loro opere ï¿½ chiarï¿½ il tecnico - Sonoï¿½sono migliaia eï¿½ï¿½ pazzesco, ma credo che ognuna di queste immagini sia uno stego, cioï¿½ un file che nasconde unï¿½informazione segreta, vale a dire un nome della lista di cui parlava tua madreï¿½

ï¿½Insomma si tratta di un codice, come pensavamoï¿½

ï¿½Sï¿½, ma il piï¿½ complesso che abbia mai visto ï¿½ precisï¿½ lï¿½altro con un misto di ammirazione e stizza nella voce - Non mi basterebbero i prossimi duecento anni per decodificare questï¿½affareï¿½

ï¿½Andiamo, ci sarï¿½ pure un modo!ï¿½

ï¿½Purtroppo Broots ha ragione Parker ï¿½ intervenne Jarod con aria grave - Sono stato io ad inventare questo codice, quando ero ancora un ragazzinoï¿½

ï¿½Cosa?!ï¿½

ï¿½Non ricordo un incarico di questo tipoï¿½ affermï¿½ Sydney.

ï¿½Mi fu affidato direttamente dal Triumvirato ï¿½ spiegï¿½ il simulatore ï¿½ E mi fu tassativamente proibito farne parola con chiunque, perchï¿½ era in gioco la sicurezza nazionaleï¿½

ï¿½Sfruttare un ragazzino facendogli credere di lavorare per una giusta causaï¿½che vigliacchi!ï¿½ commentï¿½ sdegnato Frank.

ï¿½Altro che sicurezza nazionale. Matumbo sfruttï¿½ il tuo lavoro per mettere al sicuro il suo segretoï¿½ gli fece eco Broots.

ï¿½E ha raggiunto lo scopo ï¿½ riconobbe amaramente Jarod a denti stretti ï¿½ Soltanto lui puï¿½ farci accedere a quelle informazioni criptateï¿½

ï¿½Sempre che riusciamo a trovarlo entro le prossime ore, vale a dire prima che tutti gli arresti di stanotte vengano invalidati, altrimenti sarï¿½ tutto inutileï¿½ aggiunse scoraggiato Frank.

ï¿½Purtroppo, anche se riuscissimo a trovarlo, non credo che vorrï¿½ collaborare. E questo codice ï¿½ praticamente impossibile da decifrare senza la chiaveï¿½

ï¿½La chiave hai detto?ï¿½ domandï¿½ Miss Parker, sentendo un improvviso un campanello dï¿½allerta nella mente.

ï¿½Sï¿½, qualcosa che combini i milioni di 0-1 che compongono ogni immagine in modo diverso, cosï¿½ da ottenere il messaggio nascosto, nel nostro caso un nomeï¿½

ï¿½Insomma una passwordï¿½ chiarï¿½ Broots vedendola ancora perplessa.

ï¿½Dire password ï¿½ limitativo ï¿½ spiegï¿½ ancora Jarod - Potrebbe essere qualsiasi cosa: un numero, una lettera, una parola, una combinazione alfanumericaï¿½persino unï¿½altra immagineï¿½

ï¿½La chiave in unï¿½immagineï¿½ ï¿½ ripetï¿½ assorta Miss Parker per poi scambiare con Ethan uno sguardo dï¿½intesa.

ï¿½Prova a cercare un file di nome Doomï¿½ esordirono i fratelli allï¿½unisono rivolti a Broots.

Jarod li squadrï¿½ entrambi sorpreso: ï¿½Sapete qualcosa che io non so?ï¿½

ï¿½Forseï¿½ï¿½

La ricerca non durï¿½ che pochi secondi, ma a tutti parvero dilatarsi, prolungarsi allï¿½infinito.

ï¿½Hei avevi ragione Miss Parker! ï¿½ esordï¿½ infine il tecnico elettrizzato ï¿½ Cï¿½ï¿½ un solo file di nome Doom e corrisponde a questa immagine ï¿½ aggiunse mostrando alla donna il dipinto astratto che ben conosceva - Ora provo ad utilizzarla come chiave dï¿½accesso per aprire gli stego ï¿½ unï¿½altra manciata di istanti lunghi come ore - Che mi prenda un colpoï¿½funziona! - esclamï¿½ euforico Broots continuando la decodifica - Guarda che nomi..! Guarda questoï¿½ho persino votato per lui alle ultime legislative!ï¿½

ï¿½Bï¿½, agente Dawson, a quanto pare concluderai in bellezza la sua carriera ï¿½ esordï¿½ a quel punto Jarod, rivolgendo allï¿½altro uno sguardo soddisfatto - Ecco le prove che stavi cercandoï¿½

ï¿½Non le avrei mai trovate senza il vostro aiutoï¿½grazieï¿½grazie anche a lei, Miss Parkerï¿½

ï¿½Ne faccia buon usoï¿½

ï¿½Ci puï¿½ scommettere ï¿½ promise Frank - Faccio subito spiccare un mandato di cattura internazionale per tutti gli appartenenti allï¿½organizzazioneï¿½

ï¿½Eï¿½ un buon inizioï¿½ replicï¿½ la donna, guidando tutti fuori dallï¿½angusto stanzino e incamminandosi verso lï¿½uscita.

Non vedeva lï¿½ora di andarsene per sempre da quel maledetto edificio.

ï¿½Aspettate un momento ï¿½ esordï¿½ Frank rivolto a Miss Parker e Sydney - Aï¿½ dire la veritï¿½ fermare il Centro non ï¿½ lï¿½unico motivo che mi ha spinto ad arrivare fin qui. Cï¿½ï¿½ unï¿½altra ragione molto piï¿½ importante: sto cercando mio figlioï¿½io devo sapere se ï¿½ ancora vivoï¿½

ï¿½Frankï¿½ - disse titubante Jarod - Io non ti ho detto tutta la veritï¿½ a proposito di tuo figlioï¿½

Lï¿½altro lo guardï¿½ smarrito, allora il simulatore cercï¿½ lo sguardo di Miss Parker, chiedendole tacitamente aiuto.

ï¿½Sig. Dawson suo figlio ï¿½ vivo ï¿½ a quelle parole, Frank iniziï¿½ a tremare dallï¿½emozione, mentre gli occhi gli si velavano di lacrime a lungo trattenute - Maï¿½eccoï¿½forse non ï¿½ proprio la persona che lei si aspetta di incontrareï¿½

ï¿½Che significa?!ï¿½ mormorï¿½ esasperato lï¿½altro, la voce rotta dallï¿½inquietudine.

ï¿½Sydney sai dovï¿½ï¿½ Angelo?ï¿½ chiese Jarod.

ï¿½Nella sua stanza credo. Perchï¿½?ï¿½

ï¿½Vieni Frank ï¿½ disse poi pacato, prendendo lï¿½uomo sottobraccio ï¿½ Eï¿½ tempo che tu conosca una personaï¿½

Nuova casa del Maggiore Charles, New Orleansï¿½ - tre settimane dopo - ore 12:30 p.m.

La monovolume presa a noleggio accostï¿½ silenziosa davanti al vialetto dï¿½ingresso della bella villetta, quindi il motore si fermï¿½.

ï¿½Sei sicura di non voler entrare?ï¿½ domandï¿½ dispiaciuto Ethan, anche se giï¿½ conosceva la risposta.

ï¿½No, ï¿½ meglio di no ï¿½ replicï¿½ infatti Miss Parker ï¿½ E poi il nostro aereo per new York parte tra un paio dï¿½ore e noi non vogliamo certo perderlo, vero Sean?ï¿½ aggiunse poi rivolgendo un tenero sorriso al bambino, che dal sedile posteriore pareva ascoltare con interesse le loro voci, insieme al suo coniglietto di peluche.

Scuotendo il capo rassegnato, Ethan scese dallï¿½auto e aprï¿½ il portabagagli per scaricare la sua borsa.

Anche Miss Parker uscï¿½ dallï¿½abitacolo e sbirciï¿½ oltre la siepe per vedere unï¿½ultima volta le persone radunatesi allegramente attorno alla griglia fumante. Oltre a Jarod e ai suoi genitori, cï¿½erano Emily, Jay e Kimberly con la sua famiglia, Broots insieme alla piccola Debbie, Sydney con Michelle e Nicholas, Frank Dawson e Angelo, ormai inseparabiliï¿½e tutti sembravano essere felici. Era bello vederli cosï¿½ e pensare che un poï¿½ era anche merito suo.

ï¿½A loro dispiacerï¿½ï¿½soprattutto a Jarodï¿½ tentï¿½ ancora di persuaderla Ethan.

ï¿½Salutalo tu per meï¿½ disse Miss Parker volgendosi verso il fratello.

ï¿½Allisonï¿½ï¿½

ï¿½Non devi preoccuparti Ethan. Io e il piccolo Sean ce la caveremoï¿½ lo rassicurï¿½ guardando con affetto il bambino che li fissava entrambi incuriosito, quasi stesse seguendo il filo del loro discorso.

ï¿½Adottare Sean ï¿½ stato molto bello da parte tua, maï¿½ï¿½

ï¿½Non potevo permettere che crescesse in un istituto ï¿½ lo interruppe categorica lei ï¿½ So che non sarï¿½ affatto facile. Sean non ï¿½ un bambino come tutti gli altri, le sue doti eccezionali potrebbero creargli grossi problemi se non imparerï¿½ a conviverci. Ma io lo aiuterï¿½ e soprattuttoï¿½ farï¿½ lï¿½impossibile perchï¿½ abbia ciï¿½ che finora gli ï¿½ stato negato: una vita normale e il calore di una famiglia, anche se dovrï¿½ farlo da solaï¿½

ï¿½Tu non sarai mai sola Allison ï¿½ ribattï¿½ Ethan prendendole affettuosamente le mani ï¿½ Forse noi non siamo quel che si dice tradizionalmente una famiglia, ma potrai sempre contare su di me, anche se saremo lontaniï¿½

ï¿½Lo so - sussurrï¿½ la donna, abbracciando calorosamente il fratello ï¿½ Ma adesso vai, ti stanno aspettandoï¿½

Ethan si staccï¿½ con rammarico da lei, le diede un leggero bacio sulla guancia e sï¿½incamminï¿½ lungo il vialetto, accolto da festosi saluti e allegre risate.

Miss Parker sorrise a sua volta, poi volse le spalle alla casaï¿½per sempre.

Una parte della sua vita, forse la piï¿½ lunga e dolorosa, si era definitivamente conclusa. Il Centro era distrutto, coloro che lo avevano creato e sostenuto sarebbero stati processati e condannati per i loro crimini, mentre le vittime di tante angherie potevano infine vivere in pace.

Anche lei era finalmente libera di andarsene, per incominciare una nuova vita lontano da Blue Cove, lontano il piï¿½ possibile dal suo passato da dimenticareï¿½lontana dalla tentazione di seguire il suo cuore e restare con Jarod, pur sapendo che il suo era un amore impossibile. Ecco perchï¿½ aveva venduto tutto, casa, proprietï¿½, titoli, ecco perchï¿½ si stava dirigendo a New York, da dove avrebbe poi proseguito per Parigi. Sï¿½, Parigi, dallï¿½altra parte dellï¿½oceano. Era sufficientemente lontano. Sua madre era stata felice lï¿½ tanto tempo prima, persino lei lo era stata, anche se solo per poche ore e forse lo sarebbe stata di nuovo insieme al piccolo Sean.

A dire il vero tutta quella libertï¿½, cadutale addosso cosï¿½ allï¿½improvviso dopo anni di prigionia, la spaventava un poco. Essere per la prima volta padrona della propria vita era eccitante e al tempo stesso inquietante. E poi lï¿½attendeva un compito assai difficile: ne era davvero allï¿½altezza? Infondo non aveva la piï¿½ pallida idea di come si facesse a fare la madreï¿½e se avesse fallito?

Ah basta! Non aveva piï¿½ tempo di pensare alle sue paure, cï¿½era qualcuno di cui doveva occuparsi, si disse risoluta aprendo la portiera posteriore per controllare premurosa che il bambino fosse sistemato bene sul sedile. Poco importava la sua inesperienza, avrebbe imparato tutto quel che cï¿½era da imparare. Aveva aiutato lei quellï¿½esserino cosï¿½ piccolo e indifeso eppure straordinario a venire al mondo, lei lo stava stringendo tra le braccia quando aveva strillato la prima volta, lei lo aveva cullato per calmarlo. Mai e poi mai avrebbe permesso a qualcuno di fargli ancora del male.

ï¿½Staremo bene insieme io e te, vedraiï¿½ gli sussurrï¿½ e il piccolo incredibilmente le sorrise, stringendo i suoi minuscoli ditini attorno al suo indice, quasi avesse capito il senso della sua promessa.

ï¿½Su, ï¿½ ora di muoversiï¿½ disse poi Miss Parker richiudendo lo sportello posteriore e apprestandosi a risalire al posto di guida maï¿½

ï¿½Te ne vai senza nemmeno salutare?ï¿½

Oh noï¿½era proprio la sua voce quella. Si era inventata ogni tipo di scusa per sfuggirgli, per poterlo evitare durante le ultime tre settimane, visto che non se la sentiva proprio di affrontarlo. E men che meno se la sentiva in quel preciso istante, anzi, avrebbe di preferito di gran lunga sparire senza dargli spiegazioni, ma a quel punto non aveva altra scelta.

ï¿½Questo ï¿½ il tuo momento, il tuo gran giorno ï¿½ si decise a dire voltandosi lentamente verso Jarod - E io...insomma, non voglio intromettermiï¿½

ï¿½Ma non dire sciocchezze!ï¿½ lï¿½apostrofï¿½ lui sorridendole mentre si avvicinava.

ï¿½E poi rischio di perdere lï¿½aereoï¿½ seguitï¿½ visibilmente tesa la donna, indietreggiando per poi aprire la portiera.

Meglio mantenere le distanzeï¿½e filarsela prima possibile!

ï¿½Allora prendine un altro ï¿½ insistette lui appoggiandosi col braccio allï¿½auto e richiudendo lo sportello - Anzi, non partire affattoï¿½ aggiunse fissandola intensamente con quei suoi espressivi occhi scuri.

Il suo profumo, il suo respiroï¿½era cosï¿½ vicinoï¿½troppo vicino, si disse Miss Parker temendo che lui potesse sentire quanto le batteva forte il cuore.

ï¿½Jarodï¿½ï¿½

ï¿½Andiamo Parker, ci sono proprio tutti ï¿½ le sussurrï¿½ - Manchi solo tuï¿½

ï¿½No, ti ringrazio ï¿½ rifiutï¿½ secca lei scostandosi - Credo proprio che sarei di troppoï¿½

ï¿½E perchï¿½ mai? Se questo gran giorno finalmente ï¿½ arrivato il merito ï¿½ anche tuoï¿½

ï¿½Giï¿½, ed ï¿½ stata colpa mia se ï¿½ arrivato solo adessoï¿½

ï¿½Ma no che non ï¿½ stata colpa tuaï¿½ affermï¿½ convinto Jarod avvicinandosi di nuovo a lei.

ï¿½Ah no? - obiettï¿½ sarcastica Miss Parker ï¿½ Forse dovresti ripensare a quel che ï¿½ successo negli ultimi cinque anniï¿½

Lui sospirï¿½ costernato. ï¿½E tu dovresti smetterla di biasimare te stessa - le disse - Io non lï¿½ho mai fattoï¿½

ï¿½Bï¿½, avresti dovutoï¿½

ï¿½Per quale motivo? ï¿½ ribattï¿½ lui caparbio ï¿½ So che non hai mai voluto farmi del male. Non ho mai visto crudeltï¿½ nei tuoi occhi, solo tanta tristezza. La stessa tristezza che cï¿½era nei miei ï¿½ aggiunse prendendole dolcemente il volto tra le mai ï¿½ Io e te siamo legati, Allison. Lo saremo sempre. E io non potrei provare per nessunï¿½altra ciï¿½ che sento per teï¿½non andartene ti pregoï¿½ mormorï¿½, quando le sue labbra sfioravano ormai quelle frementi di Miss Parker.

ï¿½Ma perchï¿½ non vuoi capire?! ï¿½ sbottï¿½ di colpo lei allontanandolo. Che stava facendo?! Non doveva ascoltarlo, o avrebbero finito col soffrire tutti e due, si disse furiosa per la propria debolezza ï¿½ Tra noi non puï¿½ funzionareï¿½

Jarod provï¿½ a dire qualcosa ma lei non lo lasciï¿½ parlare.

ï¿½So che adesso pensi davvero ciï¿½ che hai detto. Sei convinto che quel che ï¿½ stato non ha importanza e credi sul serio di avermi perdonata, ma il passato non si puï¿½ cancellareï¿½

ï¿½Allisonï¿½ï¿½

ï¿½No, ascoltami. Quello che ho fatto a te e alla tua famiglia ï¿½ statoï¿½ï¿½ stato orribile, imperdonabile. E se restassi, un giorno arriveresti a rinfacciarmelo, ne sono sicura eï¿½ï¿½

ï¿½Tu ne sei sicura?!ï¿½ intervenne allibito lui. Ma che stava dicendo?!

ï¿½ï¿½e io non potrei sopportarlo, nonï¿½ï¿½

ï¿½Basta cosï¿½! ï¿½ lï¿½interruppe a quel punto Jarod, mettendole un dito sulle labbra ï¿½ Tu hai stabilito che tra di noi non puï¿½ funzionare e secondo te io dovrei semplicemente accettare la tua decisioneï¿½bï¿½ scordatelo! ï¿½ lï¿½assalï¿½ risoluto, bloccandola contro la vettura - Adesso zitta e stammi a sentireï¿½

Indispettita da una tale irruenza, Miss Parker tentï¿½ di protestare, ma non le riuscï¿½.

ï¿½Tanto per cominciare, io non ho proprio niente da perdonartiï¿½

Lei fu ancora sul punto di ribattere ma lï¿½altro seguitï¿½ imperterrito.

ï¿½Tu piuttosto non riesci a perdonare te stessa, anche se non capisco perchï¿½. Io ti ho sempre considerata una vittima, proprio come me. Non eri che una bambina quando tutto questo ebbe inizioï¿½

ï¿½Ma poi sono cresciutaï¿½ osservï¿½ tristemente lei.

ï¿½Sï¿½, senza lï¿½amore di tua madre, con un padre freddo e calcolatore che non ha mai capito, anzi ha sempre ignorato quanto avessi bisogno del suo affetto ï¿½ le disse piï¿½ dolcemente Jarod ï¿½ Lui ha sfruttato la tua devozione, il tuo disperato desiderio di compiacerlo e ottenere il suo amore solo per plagiarti, per indurti a fare ciï¿½ che non voleviï¿½

ï¿½Lo so - ammise amaramente Miss Parker dopo qualche istante - Infondo credo di averlo sempre saputo. Ma purtroppo ho iniziato ad agire di conseguenza quando ormai era troppo tardi e gli ho permesso di fare del male a tante personeï¿½a te, a Tommy, alla tua famiglia e questo non riesco proprio a perdonarmeloï¿½

ï¿½Volevi solo che tuo padre ti amasse, non puoi fartene una colpa ï¿½ lei fece per replicare, ma lui continuï¿½ ï¿½ Devi smetterla di pensare a come avresti potuto cambiare il passato. Oramai non ha piï¿½ senso, puoi solo farti del male. Lasciati tutto alle spalle e pensa al futuroï¿½al nostro futuroï¿½

Miss Parker affondï¿½ nei suoi occhi assorti uno sguardo carico dï¿½incertezza. Avrebbe tanto voluto farlo, perï¿½

ï¿½Io ti amo Jarod - gli confessï¿½ - Non sai quanto. Ma temo che il passato finirï¿½ per dividerci prima o poiï¿½

ï¿½Non succederï¿½ le promise lui con una semplicitï¿½ disarmante, rubandole finalmente un flebile sorriso.

ï¿½Come lo sai?ï¿½ gli chiese ormai fortemente tentata di restare.

ï¿½Lo so perchï¿½ anchï¿½io ti amo e non riesco proprio ad immaginare la mia vita senza di te, ora che finalmente posso averne una ï¿½ rispose lui cingendola e attirandola a sï¿½ ï¿½ Non posso sapere cosa ci accadrï¿½ in futuro, ma sono certo che niente potrï¿½ dividerci, se non saremo noi a volerloï¿½e in ogni caso, io voglio correre il rischioï¿½

Lei seguitava a fissarlo rapita, senza dire una parola. E se avesse avuto ragione? Forse valeva la pena di correre il rischio, infondo non aveva senso rinunciare a lui solo perchï¿½ aveva paura che potesse finire.

ï¿½E tu Allison..? ï¿½ le sussurrï¿½ cercando insistentemente la sua bocca - Cosï¿½ï¿½ che vuoi veramente?ï¿½

Non aveva certo bisogno di pensarci su per rispondere.

ï¿½Voglio teï¿½.

(scritto da Kay)

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